150 anni di Alice: Alice Tapes
150 anni fa veniva pubblicato Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll. Ho chiesto a scrittori, studiosi, appassionati di pensare un loro contributo personale per celebrare questo capolavoro del linguaggio e dell’immaginazione. I post si susseguiranno a cadenza irregolare fino all’autunno e saranno contraddistinti dal tag: 150 anni di Alice, presente anche nel titolo. I post già pubblicati si possono trovare QUI. (NDF)
di Marco Simonelli
Intervistatore: Buonasera.
Alice: Buonasera.
I: Che effetto le fa essere intervistata?
A: Non mi accadeva da un po’ di tempo a dire il vero. Di tanto in tanto mi arrivano queste richieste e io accetto sempre molto volentieri. Mi fa piacere essere intervistata. Sa, in questi anni ne hanno dette di cotte e di crude su di me.
I: Davvero?
A: Oh sì. Tendono a scambiarmi per una sorta di psiconauta.
I: Intende dire che non ha mai abusato di sostanze psicotrope?
A: No, non ho mai abusato di sostanze psicotrope, lo nego nella maniera più categorica. Ne ho fatto uso, è vero, ma non ne ho mai abusato. Si è trattato di un periodo piuttosto burrascoso della mia vita.
I: Ce ne vuole parlare?
A: Non sa quante volte mi sono ritrovata a raccontare questa storia. Dunque: tutto è iniziato col coniglio…
I: Quello bianco?
A: Sì, lui esatto. A dire la verità non era completamente bianco. Aveva una macchia nera sulla natica sinistra.
I: Ci sta forse dicendo che l’ha visto nudo?
A: Lei non ha idea di come può essere eccitante farlo con un coniglio. A me i conigli sono sempre piaciuti. Hanno l’aria di essere animali che ci sanno fare, non trova? Si può immaginare: il caldo, la noia, mia sorella che non la smetteva più di asfissiarmi con la lezione di storia… Poi passa questo marcantonio d’un coniglio che mi si ferma davanti e inizia a guardare l’orologio. Io l’ho capito subito che era una scusa. Ogni tanto alzava la testa e buttava l’occhio nella mia direzione. È stato un gioco di sguardi. Io poi sono sempre stata un tipo molto deciso. Non mi faccio troppi scrupoli quando mi piace qualcuno. Mi sono detta: “E quando ti ricapita?” Così mi sono messa a seguirlo. Il resto credo sia noto a tutti.
I: È stata una relazione tormentata?
A: Non è stata proprio una relazione. Più una cosa da una botta e via, ha presente? Io gli andavo dietro, è vero, ma ben presto mi sono resa conto che lui non mi filava di striscio. È tremendo come certi individui siano ossessionati dal tempo. Alcuni ne hanno talmente tanto a disposizione che si illudono di non averne affatto. Inoltre lui aveva dei problemi di vista. Continuava a scambiarmi per la sua cameriera. Alla fine gli ho detto: “Sì, ok, sono la cameriera. Che ne dici se ti do una spolverata?” Lui allora si è un po’ rilassato. L’abbiamo fatto nella serra. È stato breve ma intenso.
I: E col Brucaliffo? Anche con lui ha avuto rapporti intimi?
A: Oh no! Se lo avesse conosciuto non mi avrebbe fatto questa domanda!
I: Perché?
A: Se la tirava un sacco. Ci teneva a dare di sé l’immagine dell’asceta. Come si fa ad interagire con qualcuno che si considera un gradino superiore a te? Non sono mai stata attratta dagli intellettuali. Mi lasciano piuttosto indifferente.
I: Mi risulta invece che abbia mantenuto buoni rapporti col Cappellaio Matto.
A: Non c’è nessuno come un Cappellaio che sappia capirti, sono i migliori amici che una ragazza possa avere. Lui poi è proprio una matta! C’eravamo incontrati a quel famoso tè in giardino e sulle prime non mi era rimasto molto simpatico. Io all’epoca ero una ragazzina talmente piena di pregiudizi! Capirà, venivo da un ambiente bacchettone, erano altri tempi, magari le cose si facevano lo stesso ma non se ne parlava. Io comunque l’avevo capito subito che lui e il leprotto stavano insieme. Andiamo, suvvia, bisognava essere ciechi per non vederlo, quei due bevevano dalla stessa tazza! Io all’epoca ero parecchio inibita, ero la classica ragazza acqua e sapone che arrossisce alla parola “sesso”. Poi arrivano questi due e mi dicono che si sono conosciuti nel bagno di una stazione, mi raccontano che hanno un ménage col ghiro, mi parlano di bondage… Ecco, frequentarli mi ha certamente aiutato ad allargare i miei orizzonti.
I: Noi l’abbiamo sempre vista come una donna di mondo…
A: Ah sì? In realtà sono una persona molto tranquilla. La gente tende a immaginarmi come una diva della trasgressione per la storia dei dolcetti e dei funghi ma le posso assicurare che passo la maggior parte delle mie serate a guardare la tv sul divano con la gatta sulle ginocchia.
I:Quindi niente dolcetti né funghi adesso?
A: Alla mia età gli unici funghi che mi concedo sono i porcini e, con la glicemia alta, di dolci proprio non se ne parla. Intendiamoci: in gioventù mi piaceva sperimentare ma non mi sono mai piaciuti gli eccessi. Ho sempre avuto l’accortezza di fermarmi prima di perdere il controllo. Per quanto ubriaca o fatta fossi, non mi sono mai ritrovata a gattonare nel mio stesso vomito.
I: Ha un bel ricordo del Paese delle Meraviglie?
A: Per niente, anzi. Senz’altro è stato uno spartiacque nella mia vita ma mi ha causato non pochi problemi. Ho avuto bisogno di un periodo di riabilitazione e non è stata esattamente una passeggiata. Per fortuna ho trovato un analista, uno junghiano, che mi sapeva ascoltare. “Alice, vedi”, mi disse, “tu soffri di un complesso di inferiorità. Ti senti sempre inadeguata. Riflettici: una volta sei alta un chilometro, un’altra sei della grandezza di un fungo… Devi imparare a non essere così ipercritica con te stessa, cerca di volerti un po’ più bene…” Non mi ero mai sentita così compresa prima di allora.
I: E cosa fa per volersi più bene?
A: Cerco di vivere in maniera sana. Mi alzo presto e come prima cosa do da mangiare ai miei gatti. Ne ho tre, si chiamano Crack, Meth e Speed. Mi lavo, mi vesto, faccio un’abbondante colazione poi vado a yoga. Vado personalmente a fare la spesa perché sono quasi esclusivamente vegetariana, nel senso che non mangio carne rossa ma non dico di no a pesce e latticini. Gioco a croquet, vado a nuoto, faccio tornei di canasta, mi dedico al giardinaggio, esco con le amiche. La sera qualche volta vado a ballare, ho una predilezione per i balli di gruppo.
I: Una vita molto impegnata. Che spazio trova l’amore all’interno del suo quotidiano?
A: Per carità, l’amore… Ho smesso di cercare l’amore. Con questo non voglio dire che ho chiuso bottega e ho gettato via la chiave, anzi, ma amo troppo la mia indipendenza. Per questo non mi sono mai legata a nessuno e ho preferito non avere figli.
I: Rimpianti?
A: No, nessuno. Anche se certe volte ripenso con nostalgia al mio incontro col Dodo, su quella spiaggia. Era un tipo molto elegante, sicuro di sé, aveva uno charme innegabile. Forse con lui, se ci fosse stato più tempo… Ma all’epoca correvo dietro al Coniglio e non lo presi neanche in considerazione.
I: Noi amiamo concludere le nostre interviste rivolgendo agli ospiti un invito consueto: si faccia una domanda, si dia una risposta.
A: Di tutte le assurdità di cui sono stata testimone questa è sicuramente la più curiosa! Mi faccia pensare… Ah, ecco, certo. Probabilmente mi domanderei: “Alice, c’è ancora qualcosa che riesce a meravigliarti? A farti provare un’improvvisa sensazione di stupore?” E la mia risposta è: “Certamente. La stupidità umana. Quella non finisce mai di sorprendermi…
I: Grazie dunque ad Alice e a tutti i nostri amici della notte che ci ascoltano quando un nuovo giorno è appena finito e un altro sta per cominciare!
A: Sì, certo, ‘notte.