Parole sotto la torre

Parole sotto la torre, Portoscuso – IX edizione. 23-26 luglio 2015. Le verità dell’inganno

Cosa rende affascinante e misteriosa l’idea che abbiamo dell’arte? Il rapporto ambiguo col concetto di verità. La filosofia classica non aveva dubbi in merito. Gli antichi greci parlavano di aletheia (αλήϑεια): “disvelamento”. Tolto il velo del pregiudizio la verità di dimostrava nella sua interezza. Il filosofo cercava la coerenza fra il dato di fatto, la realtà oggettiva e la sua rappresentazione. È il principio di non contraddizione, su cui si basa la logica classica.

Eppure, quasi a contraltare, da sempre l’arte è il luogo dell’inganno. La vita che viene rappresentata, che sia con una scultura, un dipinto, un poema, proprio perché rappresentata e non vissuta è intrinsecamente falsa. Contraddittoria.

Lo schermo che il filosofo ha tolto per il disvelamento, l’artista lo ripristina. Su quello schermo, su quell’inganno, costruisce la sua verità. Un mondo coerente solo dentro l’opera: che sia un romanzo, un film, una piece teatrale.

Perché solo attraverso l’inganno, solo attraverso la verosimiglianza, l’artista può dire la verità. Una verità che va oltre al dato oggettivo e diventa universale. Non possiamo credere a nulla di quello che ci viene raccontato e proprio per questo possiamo fidarci senza remore. Mettiamo fra parentesi l’incredulità e aderiamo al mondo dipinto sullo schermo. Che così si fa lente d’ingrandimento, per quanto deformante, del mondo.
Rappresentandocelo ce lo racconta più vero del vero. Le verità dell’inganno, le uniche ammesse dalla letteratura.

veritahome1-940x345

Giovedì 23 luglio

21.30 Il traduttore malinconico

Bruno Arpaia Conduce Vito Biolchini

23 Il canto dell’inganno. Dodici corti sulla meraviglia, lo stupore e la verità

A cura di Skepto International Film Festival Con Despina Economopoulou

 

Venerdì 24 luglio

19.30: La memoria presente 

Giulia Clarkson e Giulio Angioni Conduce Anna Rita Briganti

22 Notizie dal profondo Nord

Giorgio Fontana e Enrico Remmert Conduce Gianni Biondillo

23.30: Il canto dell’inganno. Dodici corti sulla meraviglia, lo stupore e la verità

A cura di Skepto International Film Festival Con Nicola Piovesan

 

Sabato 25 luglio

19.30: Resistere a vent’anni

Marco Rovelli Conduce Camilla Barone

22 Nero metropolitano

Gianni Biondillo e Maurizio De Giovanni

Conduce Anna Rita Briganti

23.30: Il canto dell’inganno. Dodici corti sulla meraviglia, lo stupore e la verità

A cura di Skepto International Film Festival Con Matt – Willis Jones

 

Domenica 26 luglio

21.00: Cantarle fuori dai denti

Daniele Sanzone e Luciana Parisi Conduce Gianni Biondillo

22.30: Verità rubate e bellezze dal profumo di passione e riscatto

Concerto dei: Lello Analfino & Tinturia in acustico

 

Il canto dell’inganno. Dodici corti sulla meraviglia, lo stupore e la verità
A cura di Skepto International Film Festival

  

Giovedì 23 luglio

Inganni a tempo determinato

I frutti sperati – 15′ – Italia

Debtfools – 9′ – Grecia/Spagna
L’homme qui en connaissait un rayon – 20′- Francia
Tuesday – 6′ – Svizzera

Venerdì 24 luglio

La verità nell’inganno: tra il surreale e l’imprevedibile (parte 1)

Deus in machina – 20′ – Italia
8 ay – 20′ – Turchia
Ehi muso giallo – 15′ – Italia

Sabato 25 luglio

La verità nell’inganno: tra il surreale e l’imprevedibile (parte 2)

Dos caras – 14′ – Argentina
A Short Film on Conformity – 10′ – Norvegia
Not funny – 15′ – Spagna
Hotel – 11′ – Spagna
A cura di Skepto International Film Festival

Print Friendly, PDF & Email

1 commento

  1. Il filosofo cercava la coerenza fra il dato di fatto, la realtà oggettiva e la sua rappresentazione. È il principio di non contraddizione, su cui si basa la logica classica.

    Stavo cercando qualche eufemismo, un modo elegante di esprimere un giudizio su questo pensiero, e purtroppo non ci sono riuscita. Certo, sarebbe facile bollare il tutto come un’incommensurabile sciocchezza, come un’ennesima dimostrazione del fallimento dell’insegnamento della filosofia ai licei. Però, mi domando: perché tirare in ballo tematiche di cui evidentemente non si hanno le competenze più basilari? Non è forse questo un lampante caso di ὕβρις?

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

Non chiamatela Banlieue

di Gianni Biondillo
Innanzitutto: non è una banlieue. Smettiamola di usare parole a sproposito, non aiuta a capire di cosa stiamo parlando. E, a ben vedere, non è neppure più una periferia. Dal Corvetto a Duomo ci vuole un quarto d'ora di metropolitana, siamo ormai nel cuore della metropoli lombarda.

Il venditore di via Broletto

di Romano A. Fiocchi
Sono trascorsi molti anni ma mi ricorderò sempre di quel giorno gelido di fine gennaio in cui lo incontrai. Lavoravo come fotoreporter da circa tre mesi, mi aveva assunto in prova l’agenzia Immaginazione.

Il cuore del mondo

di Luca Alerci
Vincenzo Consolo lo incontrai, viandante, nei miei paesi sui contrafforti dell’Appennino siciliano. Andava alla ricerca della Sicilia fredda, austera e progressista del Gran Lombardo, sulle tracce di quel mito rivoluzionario del Vittorini di "Conversazione in Sicilia".

Apnea

di Alessandro Gorza
Era stata una giornata particolarmente faticosa, il tribunale di Pavia l’aveva chiamata per una consulenza su un brutto caso. Non aveva più voglia di quegli incontri la dottoressa Statuto, psicologa infantile: la bambina abusata coi suoi giochi, i disegni, gli assistenti sociali e il PM, tutti assieme ad aspettare che lei confermasse quello che già si sapeva.

Spatriati

Gianni Biondillo intervista Mario Desiati
Leggevo "Spatriati" e pensavo al dittico di Boccioni: "Quelli che vanno", "Quelli che restano". Il tuo è un romanzo di stati d'animo?

La fuga di Anna

Gianni Biondillo intervista Mattia Corrente
Mi affascinava la vecchiaia, per antonomasia considerata il tramonto della vita, un tempo governato da reminiscenze, nostalgie e rimorsi. E se invece diventasse un momento di riscatto?
gianni biondillo
gianni biondillo
GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024). Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: