Storie (quattro inediti)
di Damiano Sinfonico
Mi telefona nei momenti sbagliati.
Sempre, chiunque.
Non rispondo più. Lo faccio apposta.
Appare il numero sul display, e mi secca.
Lascio correre gli squilli, me ne infischio.
Richiamerà più tardi, nel pomeriggio, o alla sera.
Chiamerà quando ci sarà qualcuno in casa, non io.
La casa diventa una conchiglia.
Squilla, squilla, come fosse disabitata.
Io mi avvolgo nelle sue pareti bianche, e resto in ascolto.
A volte ho la tentazione di staccare la corrente.
*
Ci tocca questa trafila di vetrine, di manichini spogliati.
Allungano la mano, con borse e foulard sgargianti.
Dal magazzino scendono e salgono come fiocchi di neve.
Sorridono, scintillano, oscillano, bevendo la luce del mattino.
*
In libreria, si presentano due poeti.
Hanno l’aria tranquilla.
Parlano di dolore, impudicamente.
Resto perplesso.
Il cielo è grigio, si sta bene fuori.
Lascerò questa grotta sanguinante.
Il brillio di una postuma adolescenza.
*
alla P.
Che stupida !
Sì sì proprio stupida !
Ah ah mi dicevo.
Ma poi la tua insipienza si trasformava.
E usciva la farfalla della perspicacia.