I poeti appartati: Antonella Bukovaz
Dalla luce del mio sepolcro
canto la parola armata
di Antonella Bukovaz
dedicato a Hanna Preuss
Soltanto solo,/sperduto,/muto, a piedi/riesco a riconoscere le cose.
Pier Paolo Pasolini
(voci fuori scena – inglese, sloveno, italiano)
Ho sognato che ero un uomo
un uomo perso nella terra
ho fatto un sogno che mi perdeva nella terra
ero un uomo
dovevo andare andare
attraversare la montagna
raggiungere… nel sogno, sono un uomo
raggiungere arrivare – andare andare…
Vani, scavati nella roccia
sono umidi e bui, entro
esco, per entrare in altri cunicoli
più piccoli più grandi… sono solo
perso
nella terra
… sono uomo
(Antigona)
guardami
sono lo specchio del corpo insepolto
riflessa, capovolta
la legge divina dimora e scorre
mentre viva, sepolta, mi divora
nel corpo acceso
sua dimora
guardami
tu sei in me
non per fusione ma per riduzione
ridotto a me
dico di me e di te
del tradimento e della legge
dico che sono sola
integra, incarnata
sola con te dentro di me
ora nasco alla storia
aspettavo da molto tempo
sola nella violenza del silenzio
in questo vuoto
in bilico
tra amore e conoscenza
(voci fuori scena – inglese, sloveno, italiano)
Ho sognato che ero un uomo
un uomo perso nella terra
ho fatto un sogno che mi perdeva nella terra
ero un uomo…
sono un uomo che parla alla terra
con la voce della terra… ho sognato… sono perso…
un uomo nel sogno… nella terra…
Quali parole? Dov’è la mia parola… la mia voce…
…
la parola di superficie
non corrisponde ai luoghi dentro la terra
non conosco i miei passi… le mie mani…
i miei occhi vedono ciò che non riconosco…
ma sono certo della prossima luce
stupito! del buio dopo altro buio
mai uguale ma altro e altro ancora…
guardami
qui dove ho posato il mio cuore, nasco
nasco dalla legge prima
dal diritto alla pietà, alla solidarietà
sono il diritto alla morte
sono la debolezza
la carezza del dolore
guardami
sono il tempo della resistenza
sono tutti gli antenati
e tutta la discendenza
la carne
innestata alla carne
un lupo affamato è il peccato di mio padre
in me, riflesso capovolto
che veglio sul dio disarmato
guardami
io dico che l’aria aperta dal flusso del cuore
porta in sé una forma di rivoluzione
degli spazi
può rivoltare i margini una corrente così
porta venti che arrossano
le nuvole all’orizzonte, disorienta
gli occhi dei tronchi dei faggi
(voci fuori scena – inglese, sloveno italiano)
Qualcuno mi aspetta e io sono un uomo, un uomo
perso nelle viscere della terra
un uomo, un uomo calmo e smarrito
di cunicolo in cunicolo… abito nel passaggio
nella frattura, nella frana…
Io partorisco qui il mio seme
lo rilascio intero alla terra e alla pietra
all’aria ai muschi al buio
alla corrente e al tempo.
guardami
muove verso la soglia la vita
non c’è luogo migliore per la rivolta
e sarà amore per l’ultima parola
e sarà parola-fondamento
sarà amore che genera metamorfosi
sarà civiltà, sarà diritto
parlerà la legge della creazione
intrecciata all’ultimo mio respiro
e tu? per chi? ricopri di splendore
il tuo potere cieco
dalla luce del mio sepolcro
canto la parola armata
nella sfida ti sfido e creo
sto nella cerimonia
col mio canto ti tengo, proteggo
tra le braccia della mia debolezza
la tua parola è muro senza salvezza
solo sangue senza rito
che uomini dopo di te tradiranno
moriranno i tuoi figli
io alzo la polvere – ricopro la pena
tra le mie dita scorre l’acqua
rigenera la vita, dà vita alla terra
saranno poi uomini nuovi
saranno donne con le figlie sulle spalle
i figli al fianco
(voci fuori scena – inglese, sloveno, italiano)
… nel buio della terra
nella commozione dell’ascesa
nelle braccia e nella forza
nell’oscurità
ho ancora mani per cercare il pane
dalla voragine apertasi alla mia ombra, risalgo
aggrappandomi ai sassi e alle radici che viscide
il vuoto della terra ha scoperte
mi aggrappo e risalgo intero, colmo, roteando, rilascio
odori di marcescenza e in questo, la vita
risuono e sono in me
spargo la mia voce nel tutto
e nel niente della storia
del buio trasudo la vita
seguo dentro me il dio sconosciuto
e non temo memoria
rallento, risalgo al fondo
mi attende un ritorno
lungo i sentieri della montagna
m’incammino con il pensiero ancora dentro
dove mi ero quasi perso l’animo
e nel buio dopo altro buio
mai uguale ma altro e altro ancora
che appartiene anche alla superficie
qualcuno mi aspetta e io sono l’uomo
l’uomo
e torno
…
“e nevi e piogge cadono su lei che si dissolve goccia a goccia”