Miti Moderni/6: movimento fuori
di: Francesca Fiorletta
tutto intorno è movimento, tutto è suono, spari di clacson, luci intermittenti del bistrot, tutto si tollera a voce alta, il vento e il pulviscolo, e quel prurito ghiacciato sulle mani, come grattano le dita, una per una, negli spazi intolleranti dell’attesa.
intorno tutto è in movimento, gli abbracci dei congiunti per la strada, le telefonate anonime alle tre del pomeriggio, gli altarini della patria, le bandiere strappate della pace, l’odore esiguo dei fumogeni e il calcare sui fornelli, quella bava di sapone al mentolo che non tradisce aspettative.
tutto, intorno a noi, è ombra lenta, è acido sbiancante per i denti e monossido di carbonio per le pareti accese, i quadri fissi, l’intonaco riverniciato, una passata in più, il verde acrilico e le finestre lontane, le stelle non le vediamo ancora, prima devono tramontare le antenne, sui tetti, e la tv.
intorno, tutto si muove nell’assenza, restiamo fermi a guardare, quello che capita, la scorpacciata di merendine, l’astuccio buono coi colori a tempera per l’asilo, le matite spuntate quando arriva la tata, nessuna locazione, nessuna conduzione del medico curante, dice il certificato.
dice il certificato che non lavori, che non risiedi, che non hai l’asfissia, che non hai il cancro, che non vegeti allo stadio terminale, che non sei domiciliato, che non sei occupato, che non studi, che manca il contratto d’affitto, manca il contratto per le larghe intese, manca l’abat jour e l’angolino speziato del tè.
intorno tutto è luce e tutto è statico, tu ti muovi su una giostra elettrica, il cavalluccio marino l’hai scordato, il soldatino della fiera non l’hai vinto, si è bloccata la manovella dello zucchero filato, le macchinine per gli scontri, quelle no, vengono i lividi al cervello.
il circo intorno è in movimento, l’elefante è salito sul trapezio, si spengono i faretti davanti alla gabbia della giraffa, un fidanzato geloso ha deciso di farsi rinchiudere allo zoo, sta passando la maschera per il pop corn e tu non hai ancora preso le tue medicine.
intorno, tutto è buio e rumore, l’alito pesante quando hai chiuso la valigia, le manopole epilettiche del gas, una donna incinta entra dentro alla sua smart e resta ferma, nel parcheggio, appoggia la testa al vetro e guarda come cammina la gente, fuori.
tutto, fuori, è vita che scorre, è paura del tempo, è inerzia del futuro, nessuno si preoccupa dei vetri rotti, nessuno chiama aiuto, c’è una perdita di gas, si sente il fumo e l’orrore, tutti si concentrano per trovare un aggettivo.
dentro, nessunissimo movimento.
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bello,ossessivo ed inquietante come un lampeggiante puntato negli occhi in una stanza buia, dentro e fuori che ti torturano gli occhi con flussi ininterrotti di segnali che portano all’asfissia, grazie
mdp
grazie a te, Marco, davvero, della bella lettura.