VISIONI in TRALICE [VIII] «… dimenticanze, e lunghi oblii.»
Le ho sempre tenuto le mani. Che belle carezze… che mani calde hai… Le scaldo le mani. Belle e morbide dei port de bras aggraziati.
– Portami un ago.
– Un ago?
– E del filo… molto filo…
– Che cosa devi cucire?
– Dobbiamo cucire, vieni, tutta questa tela bianca…
La vedi quanta tela…
Dobbiamo cucirla.
Tutta.
Aiutami a infilare l’ago…
Poi in questa visione di candore e di punti vicini e regolari si è assopita e se ne andata.
[ dove sei? ]
“L’Orfeo: favola in musica da Claudio Monteverdi” [1607]
III Sinfonia “Possente spirto e formidabil nume” Scena I
III Sinfonia “Ei dorme, e la mia cetra” Scena I
⇨ Meraviglia geotermica |
Dell’Eneide di Vergilio
del commendatore Annibal Caro
LIBRO VI
L’Antro delle Ninfe
XVIII
Sorgenti e fonti convengono allo stesso tempo alle Ninfe delle acque, e ancora più, alle Ninfe-anime che gli antichi chiamavano con nome specifico api, quali operatrici di piacere. Onde Sofocle poté senza sconvenienza dire delle anime:
Lo sciame dei morti ronza e ascende.
Gli antichi erano soliti chiamare api anche le sacerdotesse di Demeter, preposte come dee terrene alle iniziazioni, e la stessa Kore, Mellita. E ape chiamavano la Luna, quale protettrice della generazione, anche perché per altro aspetto la Luna è Toro, e esaltazione della Luna avviene [nel] Toro, e, in più, le api nascono dai buoi. E nate da buoi [chiamavano] le anime giunte nella generazione, e ladro di buoi il dio che ode nel secreto il divenire.
Già [in passato] è stato fatto del miele un simbolo della morte, – e perciò sacrificavano alle divinità sotterranee libagioni di miele, e del fiele quello della vita. Volendo certo dire che la vita [razionale] dell’anima viene a morte per il piacere, mentre rivive per l’amarezza: donde i sacrifici di fiele agli dèi; oppure che la morte libera dalle cure, mentre la vita in questo luogo è faticosa e amara.
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dicere udi’ mi: “Guarda come passi: |
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Platone Opere vol. II Laterza Bari [1967]
Repubblica “IL MITO DI ER”
J.S. Bach Canone 1 a 2 [ inverso * 1 ]
da Offerta musicale BWV 1079 [1747]
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⇨ VISIONI in TRALICE [I] I can’t hide you the rock cried out
⇨ VISIONI in TRALICE [II] But doth suffer a sea-change…
⇨ VISIONI in TRALICE [III] … e abito sempre nel mio sogno…
⇨ VISIONI in TRALICE [IV] Cum dederit dilectis suis somnum
⇨ VISIONI in TRALICE [V] Lascia ch’io pianga
⇨ VISIONI in TRALICE [VI] di perle e rospi
⇨ VISIONI in TRALICE [VII] di metafore [e altro]
- Il canone inverso o retrogrado, noto anche come cancrizzante, dal latino cancer gambero, come il gambero cammina all’indietro: la voce conseguente inizia dall’ultima nota della voce antecedente e prosegue all’indietro, terminando con quella iniziale.↩
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III, V e VI – le mie preferite. questa necessita molto più tempo.
non ti faccio complimenti perché già sai.
eh sì le visioni e il tralice si sono complicate nel frattempo….
è sempre più seducente questo zibaldone aleatorio e ipermediale, orsola, complimenti
Un capodòpera, direi.
forse anche un capospalla…
Bellissimo, Orsola. E’ come entrare in un sogno, cadere nell’acqua.
… e sempre riemergere e scordare come cura, a volte.
un vero tra-liccio di meraviglie . . .
a long time “ago”
magnifico
effeffe
“ago, filo e bottoni“
Un invito al viaggio. Stuzzicante ed ancestrale
(“Ibis, redibis, non morieris”)
*** eh apprezzo molto la virgola prima del non…
“Di Mnemosine è questo sepolcro. Quando ti toccherà di morire
andrai alle case ben costruite di Ade: c’è alla destra una fonte,
e accanto a essa un bianco cipresso dritto;
là scendendo si raffreddano le anime dei morti.
A questa fonte non andare neppure troppo vicino;
poi di fronte troverai fredda acqua che scorre
dalla palude di Mnemosine, e sopra stanno i custodi
che ti chiederanno con il loro spirito severo
cosa vai cercando nelle tenebre di Ade rovinoso.
Di’ loro: Sono figlio della Terra e del Cielo ricco di stelle,
sono arso dalla sete e muoio; ma datemi subito
la fredda acqua che scorre dalla palude di Mnemosine.
E si prenderanno pena di te per volere dei giudici di sotterra;
e sicuramente ti lasceranno bere le acque di Mnemosine;
e infine percorrerai una lunga strada, quella stessa sacra che altri
misti e iniziati a Bacco percorrono ricchi di gloria”.
(Laminetta trovata ad Ipponio; Colli, I, pp. 173-175)
La forza della bellezza… (Florenskij)
Sono sempre più convinta che non salverà nulla e nessuno, ma l’intermittenza della bellezza, del suo magnetismo, almeno un po’ consola.
https://www.youtube.com/watch?v=oB-RS000NLs
[ grazie ]
grazie a te per la quantità industriale di suggestioni e conoscenze che i tuoi “lavori” sanno sempre regalare
penso anch’io, come ha scritto qualcuno in un altro post, che stai contribuendo a definire il paradigma essenziale della scrittura in rete dei prossimi anni
un cordiale saluto
lc
grazie lc, ci si prova.
Scrocchia la nocca sul Crocchio mentre il grezzo Canapo filando tesse scoppietta nella Stufa d’ulivo la legna e fuori splendono la Luna e le Stelle squilla una Tromba ed una Tortora un incantevole Canto intona e quatto inizia il Gatto una Danza felpato un trillo di Merlo si unisce… fuori c’è neve ma una brace ardente alberga nel mio Cuore : il gelo non è parte di me e con il Cosmo siamo un tutt’uno.Te l’Astrolabio la Bussola il Sestante che indica la Rotta nella Burrasca al timone Nocchiera del mio guscio di Noce e le onde alte sono di Versi le Rime le raffiche del Vento le Note…
di nuovo, una meraviglia.
grazie di nuovo, allora!
[ cadono le foglie – per ora – e the cat is on the table ]
Bello (bello): sì, bello. :)
hai perdonato Annibal Caro, allora… è incredibile comunque come certe traduzioni di antica memoria restino a mo’ di imprinting, oltre filologia e ratio, questa versione del 1783, rilegata stile incunabolo, con le sue pagine, spesse, gialline e macchiate, girava per casa da tempi immemorabili.