L’amico degli eroi

Un romanzo e uno spettacolo teatrale di Giulio Cavalli liberamente ispirato alla vita di Marcello Dell’Utri. Le musiche dello spettacolo (eseguite dal vivo) sono di Cisco Bellotti

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Marcello è un giovane e intraprendente siciliano nato da una famiglia borghese ma decadente del centro di Palermo. Marcello e il fratello Alberto vivono in simbiosi una giovinezza di lusso apparente mentre subiscono le difficoltà economiche di un padre che si ritrova professionalmente fuori gioco negli ambienti che contano in città per l’arresto di alcuni elementi a cui faceva riferimento. Per questo Marcello cresce con un insito odio nei confronti della magistratura vista sin da piccolo come la causa della decadenza famigliare.

Silvio è uno studente prepotente, egocentrico e scaltro che è stato educato dal padre ad una continua ossessiva ricerca delle scorciatoie ad ogni costo. Vive in paese di provincia del milanese ma lo stesso giorno che ha l’occasione di accompagnare il padre nella banca in cui lavora, nel cuore della Milano bene, si innamora di questa città di eleganza, soldi e affari e decide di diventare, da adulto, un uomo a cui tutti sognano di stringere la mano. Silvio capisce subito che negli ambienti degli affari conta dare un’esagerata proiezione di sé stessi sforzandosi di galleggiare al di sopra delle proprie possibilità in attesa dell’occasione della vita.

Vittorio è mafioso figlio di mafiosi. Senza giri di parole e senza nascondenti anzi: con una venerazione assoluta per i codici medievali che gestiscono i meccanismi sociali e imprenditoriali di Cosa Nostra in Sicilia. E’ conosciuto tra gli amici per la sua abilità nell’esercizio della prepotenza che sia vocale, manesca o armata. Frequenta poco e male una scuola palermitana che utilizza più per arruolare guappi del suo “esercito” che per attitudini di studio. Si diletta in missioni di prepotenza che lo rendono temuto e affascinante per molti e sviluppa un astio per la borghesia siciliana a cui aspira. Come la volpe con l’uva.

Tutti e tre amano il calcio.

 

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1 commento

  1. famiglia borghese ma decadente….si diletta in missioni di prepotenza….insomma un florilegio ininterrotto di espressioni altamente imprecise. così raffazzonate da lasciare sbalorditi…Ma forse questo è l’andazzo?

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GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024). Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
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