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Le Sorelle della San Francisco perpetua

di Silvia Pareschi

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Immagine tratta da sistersofperpetualindulgence.tumblr.com/

A chi fosse in cerca di un modo insolito per trascorrere la Pasqua a San Francisco, suggerirei di fare un giro a Dolores Park, oltrepassare gli hipster e le famigliole e dirigersi verso la zona dove si celebra la 35ma edizione dell’Easter Sunday in the Park, il festival che comprende il famigerato “Hunky Jesus Contest”, il concorso per l’elezione del Gesù più fico. Nell’edizione del 2011, al grido di “Perché Gesù aveva senso dell’umorismo”, lanciato dai due presentatori truccati come maschere kabuki in boa di piume rosa e minigonna, si sono susseguiti sul palco, fra gli altri, un Gesù masochista frustato da una suora (anche lei in minigonna), uno Stimulus-Package-Jesus con lo slip imbottito di dollari, uno Yoga-Jesus che si vantava di saper assumere svariate posizioni, un Fat-Drunk-Redneck-Jesus somigliante a John Belushi, un Jesus attraente e muscoloso che si è denudato ed è stato ripetutamente palpeggiato dalla maschera kabuki che fingeva di nasconderlo al pubblico ululante. Quest’ultimo Jesus è arrivato in finale, ma è stato battuto a suon di ululati dal più blasfemo di tutti, che portava legato sul davanti un pupazzo vestito come lui con il quale mimava mosse oscene: Jesus-F…-Christ.

Le due ideatrici e presentatrici dell’evento sono la barbuta Sister Dana Van Iquity e Sister Roma, quest’ultima nota come art director di uno studio cinematografico specializzato in pornografia gay, ma anche come infaticabile attivista/volontaria per una lunghissima lista di organizzazioni impegnate soprattutto nella lotta contro l’Aids. Sister Dana e Sister Roma sono membri di vecchia data delle Sisters of Perpetual Indulgence, l’ordine di “suore” travestite fondato a San Francisco nel 1979, con la missione di “aiutare gli emarginati e promuovere i diritti umani, il rispetto per la diversità e l’illuminazione spirituale”.

Le Sorelle della Perpetua Indulgenza vennero avvistate per la prima volta in Castro Street, nel cuore di quel Castro District che negli anni ’60, dopo l’apertura del primo locale gay, aveva cominciato ad abbandonare la sua identità di quartiere operaio abitato da cattolici irlandesi per diventare il centro della comunità gay di San Francisco e dell’intera nazione. Per questo nessuno si stupì quando, la domenica di Pasqua del 1979, tre uomini vestiti da suora comparvero in Castro Street. La leggenda vuole che gli abiti provenissero da un convento dell’Iowa, dove i tre se li erano procurati con la scusa di dover recitare la parte delle suore nel famoso musical The Sound of Music.

Il tipo di travestimento e il riferimento al musical fanno rientrare le Sisters, fin dagli inizi, nel cosiddetto high camp. Come aveva scritto Susan Sontag nelle Notes on Camp del 1964, “Il camp asserisce che il buon gusto non è semplicemente buon gusto; che esiste, infatti, un buon gusto del cattivo gusto”. “Il camp”, infatti, “incarna la vittoria dello stile sul contenuto, dell’estetica sulla morale, dell’ironia sulla tragedia”. All’interno del camp, lo high camp si distingue dal low camp perché l’oggetto della sua parodia è sempre qualcosa di socialmente e culturalmente rispettato: l’opera è high camp, la soap opera è low camp. Le Sisters, parodia di un’istituzione cattolica, sono rappresentanti di prim’ordine dello high camp, oltre che del genderfucking (o gender-bending), termine con cui si indica un travestitismo parziale e ostentato, spesso con connotazioni politico-sociali. L’etichetta di drag queen tuttavia viene rifiutata, perché, come spiega Sister Phyllis Stein the Fragrant Mistress of Sistory: “Noi non ci vestiamo da donna, ci vestiamo da suora… Provvediamo ai bisogni spirituali della nostra comunità, mentre le drag queen sono più concentrate sul camp e sul puro divertimento. Siamo due comunità molto diverse”. Qualunque etichetta si scelga per loro, un fatto rimane incontestabile: solo in una città come San Francisco le Sorelle della Perpetua Indulgenza potevano diventare parte integrante del tessuto culturale e politico, contribuendo a quell’iperpluralismo che ha consentito a gruppi disparatissimi di mantenere la propria identità individuale all’interno di una controcultura in continua evoluzione. Quella controcultura che è sempre stato l’elemento distintivo di San Francisco, e che oggi sta lottando per difendersi dall’implacabile omogeneizzazione portata dall’enorme quantità di denaro riversata sulla città dalle aziende tecnologiche della vicina Silicon Valley.

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Per entrare nell’Ordine della Perpetua Indulgenza occorre passare attraverso una serie di fasi, modellate su quelle di un autentico ordine monastico. Nel colloquio iniziale con la Maestra delle Novizie, l’aspirante Sorella viene informata sui compiti di quello che viene definito un “ministero della presenza”: istruzione (sul sesso sicuro e sulle conseguenze dell’abuso di droghe), intrattenimento, raccolta fondi (per cause che vanno dalla ricerca su Aids e cancro al finanziamento della storica clinica gratuita nel quartiere di Haight Ashbury, al sostegno di iniziative per la legalizzazione della marijuana medica), visite ad anziani e malati. L’appartenenza all’Ordine – composto di una trentina di persone, perlopiù uomini gay, ma anche donne e transessuali: la prima Sorella “biologicamente femmina”, Sister Mystie of the Broken Hymen, è morta nel 2011 dopo trent’anni di onorato servizio alla comunità – è una vocazione che viene presa molto sul serio. L’apprendistato dura almeno un anno, ed è diviso in quattro fasi: Aspirante, Postulante (in cui non è ancora permesso truccarsi con il cerone bianco o indossare il soggolo, ma si può adottare una tenuta consona all’Ordine, come per esempio l’uniforme di una scuola femminile cattolica), Novizia (con faccia bianca e soggolo, ma con velo esclusivamente bianco), e infine Monaca Professa (che può indossare il velo nero e vestirsi come le detta l’immaginazione).

Da San Francisco le Sorelle si diffusero rapidamente nel resto degli Stati Uniti e del mondo, trasformandosi in una rete internazionale di associazioni di beneficenza no-profit. Attualmente l’Ordine conta tredici sedi e sei missioni negli Usa, e altre in Australia, Canada, Colombia, Francia, Germania, Scozia, Svizzera, Regno Unito e Uruguay, per un totale di circa seicento membri. La sede di San Francisco, che rimane la più attiva, ha raccolto più di un milione di dollari per diverse cause fra il 1979 e il 2007.

L’Ordine della Perpetua Indulgenza, con la sua blasfema parodia del cattolicesimo, ha suscitato molte critiche e controversie. Nel 1987, durante la visita di Giovanni Paolo II a San Francisco, le Sorelle si definirono “Comitato ufficiale per l’accoglienza papale” e organizzarono un finto esorcismo che prendeva di mira proprio il papa. Nel 1992 Sister Bufadora e Sister Flatulina Grande guidarono la formazione di un Queer Army, dichiarando una Guerra Santa contro l’omofobia nella chiesa e nel governo. Una delle prime azioni dell’esercito in mimetica rosa fu la distribuzione di preservativi nei campus dell’Università di San Francisco, compreso quello del Catholic College, che fece intervenire la polizia. Nel 1999 il sovrintendente Tom Ammiano (attivista per i diritti degli omosessuali nonché stand-up comedian, attualmente deputato del parlamento della California. Ammiano, fra l’altro, è noto per essere il destinatario di un “memorandum acrostico” inviatogli nel 2009 dall’allora governatore Schwarzenegger: dopo un diverbio nel quale Ammiano si allontanò gridando a Schwarzenegger “kiss my gay ass”, il governatore mise il veto a un progetto di legge del sovrintendente, inviandogli poi un memorandum esplicativo in cui le prime lettere di ogni riga, lette di seguito, componevano le parole “Fuck You”) entrò in conflitto con la comunità cattolica cittadina quando convinse il Board of Supervisors a concedere il permesso di chiudere Castro Street la domenica di Pasqua per le celebrazioni del ventennale della fondazione dell’Ordine, che comprendevano il concorso per l’elezione di Hunky Jesus. Il giornale dell’Arcidiocesi scrisse che era come concedere a un gruppo neonazista di festeggiare la Pasqua ebraica. In segno di gratitudine per il suo appoggio, Tom Ammiano venne inserito dalle Sorelle nella loro lista di “santi” canonizzati, tra cui figurano anche Harvey Milk, l’ex sindaco Gavin Newsom, lo scrittore Armistead Maupin, l’attrice Ethel Merman, l’attivista per la legalizzazione della marijuana medica Brownie Mary, il regista Derek Jarman.

Alla politica e all’Aids sono legati due degli episodi più noti che ebbero come protagoniste le Sorelle della Perpetua Indulgenza. Nel 1982 Jack Fertig, meglio noto come Sister Boom Boom, si candidò alle elezioni per il Board of Supervisors. Sul poster della campagna elettorale Sister Boom Boom, in abito monastico, sorvolava la cupola del municipio a cavallo di una scopa, formando la scritta “Surrender Diane”. La Diane a cui veniva intimata la resa era il sindaco Dianne Feinstein, che aveva sostituito l’assassinato George Moscone. Feinstein, una donna forte che aiutò a risollevare la città dal periodo cupo seguito all’assassinio di Milk e Moscone, era un facile bersaglio di drag queen e affini, con la sua educazione cattolica e il suo atteggiamento da signora perbene. Sister Boom Boom fu una vera spina nel fianco per Feinstein durante la campagna per la sua rielezione a sindaco: la Sorella, infatti, si presentava a tutti gli eventi elettorali in abito monastico, stuzzicando la rigida Dianne con battute che la mettevano in terribile imbarazzo. Alla fine Sister Boom Boom raccolse più di 23.000 voti, e oggi che ha “attraversato il velo” (cioè è defunta, secondo la dicitura ufficiale dell’Ordine) viene ricordata da una legge che porta il suo nome: la cosiddetta “Sister Boom Boom Law”, promulgata poco dopo le elezioni dell’’82, che impone a tutti i candidati a cariche pubbliche di presentarsi con il loro vero nome.

La fondazione dell’Ordine era avvenuta in concomitanza con la comparsa dei primi casi di Aids. All’inizio degli anni ’80, quando quella malattia sconosciuta cominciò a diffondersi, i membri dell’Ordine furono tra i primi ad attirare l’attenzione sulla gravità di quanto stava accadendo (in seguito, sotto il sindaco Feinstein, San Francisco organizzò la più aggressiva campagna della nazione per combattere la crisi sanitaria. Come racconta David Talbot nel libro Season of the Witch, in un solo anno, il 1984, la città spese 7.6 milioni di dollari in programmi per la lotta all’Aids, mentre New York, molto più ricca e con il triplo dei malati, spendeva poco più di un milione. A metà degli anni ’80, la città di San Francisco aveva speso di più, per la lotta all’Aids, dell’intero governo federale sotto il presidente Reagan, il quale si ostinava colpevolmente a ignorare l’esistenza della pandemia. Quando il sovrintendente Harry Britt sottopose a Feinstein la prima proposta di finanziamento pubblico per la lotta all’Aids in città, il sindaco gli rispose: “Finanziate tutto”. Si trattò di un caso unico in tutti gli Stati Uniti, con la città che si strinse intorno ai suoi malati e ritrovò quel senso di unità che aveva perso nei momenti cupi degli anni precedenti). L’infermiere Bobbi Campbell, membro dell’Ordine con il nome di Sister Florence Nightmare, fu uno dei primissimi abitanti di San Francisco a ricevere la diagnosi di sarcoma di Kaposi, nel settembre del 1981 (sarebbe morto tre anni dopo, nell’agosto del 1984). Campbell rese immediatamente pubblica la propria diagnosi, scrivendo un articolo per il giornale gay “The Sentinel”. Nell’agosto del 1983 apparve sulla copertina di “Newsweek” insieme al suo partner, guadagnandosi il soprannome di “Aids Poster Boy”: era la prima volta che una rivista a tiratura nazionale si occupava della pandemia. In quegli anni terribili, le Sisters lavorarono come vere e proprie suore, assistendo i malati e raccogliendo soldi con tombolate e concorsi canini. Il primo evento mondiale di raccolta fondi per la lotta all’Aids fu infatti un concorso canino che si tenne in Castro Street, con il cantante Sylvester come giudice. Le presentatrici della seconda edizione furono Sister Boom Boom e Shirley MacLaine.

Le Sorelle cadute vittime dell’Aids sono ricordate nel grandioso progetto NAMES Project AIDS Memorial Quilt, la famosissima “coperta dei nomi” ideata da Cleve Jones, braccio destro di Harvey Milk, che a tutt’oggi è considerata la più grande opera artistica collettiva al mondo. Nel 2012 la città di San Francisco ha inaugurato il primo monumento commemorativo a tutte le Sorelle che hanno “attraversato il velo”. Lo troverete, se vorrete proseguire le vostra passeggiata pasquale oltre Dolores Park e l’allegria di Hunky Jesus, nell’Aids Memorial Grove di Golden Gate Park.

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Vivo e lavoro a Roma. Libri: Lettere a una fanciulla che non risponde (romanzo, Bompiani, 2024), Qualcosa sulla terra (racconto, Industria&Letteratura, 2022), Storia aperta (romanzo, Bompiani, 2021), L'isola di Kalief (con Mara Cerri, Orecchio Acerbo 2021), Il regno dei fossili (romanzo, il Saggiatore 2019), Mio padre la rivoluzione (racconti, minimum fax 2017. Premio Campiello-Selezione giuria dei Letterati 2018), Stati di grazia (romanzo, il Saggiatore 2014), Città distrutte. Sei biografie infedeli (racconti, Gaffi 2012. Nuova edizione: il Saggiatore 2018. Premio SuperMondello e Mondello Opera Italiana 2012).   Testi inviati per la pubblicazione su Nazione Indiana: scrivetemi a d.orecchio.nazioneindiana@gmail.com. Non sono un editor e svolgo qui un'attività, per così dire, di "volontariato culturale". Provo a leggere tutto il materiale che mi arriva, ma deve essere inedito, salvo eccezioni motivate. I testi che mi piacciono li pubblico, avvisando in anticipo l'autore. Riguardo ai testi che non pubblico: non sono in grado di rispondere per mail, mi dispiace. Mi raccomando, non offendetevi. Il mio giudizio, positivo o negativo che sia, è strettamente personale e non professionale.
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