La bambina pugile
Chandra Livia Candiani
È passato un anno.
Ora è prima o dopo?
In cappella si pregava
un Dio a tempo.
Venivo convocata,
non eri ben caricato,
non morivi secondo l’orologeria.
Troppa fame
troppo sonno
troppa voglia di conversare
troppe scuse per restare.
Quando l’assistente sociale
ha chiesto il nome
del tuo male
ho detto solo: “Fratello.”
“Cosa?” ha chiesto lei.
“Mio” ho risposto io.
Che ne ho fatto di me?
La poesia sanguinaria
dell’infanzia
il puma tatuato nel sangue?
Nel presto della corrente
sono pentolino di latte
che bolle e trabocca
fuori c’è cielo
c’è acqua
cielo inquieto
sopra terra arsa
movimento sull’acqua
e mirabolante fuoco
che fa tutto insigne
e incendiato,
nello spazio tra le costole
fluttuanti
un martello sfascia
ogni silenzio modesto.
Dillo forte
fortissimo gridalo
l’urto del mondo
alle porte dei sensi.
“Sono qui
sono qui” con sguardi
come laghi
semino il grazie
più piccolo che c’è.
*
Da Chandra Livia Candiani, La bambina pugile ovvero La precisione dell’amore (Einaudi, 2014).
L’immagine è di Sam Harris, Postcards from Home (via burnmagazine.org).
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La voce di Livia inconfondibile.
Inconfondibile e alta! E l’immagine superba! Grazie, Renata!
bellissime.
Finalmente una poesia che strappa la vita in un senso violento.
La poesia è questa: l’avventura dell’infanzia.
Mi riconosco in questo puma, in questo incendio.
Eravamo tutte bambine pugili.
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