Incazzato “Noir” : Raul Montanari

Ricevo e volentieri pubblico questa nota di Raul Montanari (effeffe)

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Lettera aperta agli organizzatori del Premio Scerbanenco, nell’ambito del Festival Noir di Courmayeur.

Potevate dirlo prima, che era tutta una messinscena!
Mi sarei risparmiato la procedura macchinosa, grottesca, mortificante di dovermi iscrivere per votare al vostro malfatto sito, rimbalzare fra link impazziti, dover dare i miei dati personali inclusi addirittura gli estremi della carta d’identità (cosa che ho fatto con molta riluttanza, come tutti), perché così chiedevate per garantire la massima trasparenza e correttezza al voto della giuria popolare.
Risultato?

Seconda questa povera giuria popolare, la cinquina dei finalisti doveva essere:

1. Massimo Donati, Diario di spezie, Mondadori [222]
2. Fabrizio Canciani, Acqua che porta via, Todaro Editore [156]
3. Erica Arosio & Giorgio Maimone, Vertigine, Baldini & Castoldi [113]
4. Claudio Paglieri, L’enigma di Leonardo, Piemme [98]
5. Romano De Marco, A casa del diavolo, Fanucci [69]

Peccato che l’aggiunta dei voti “ponderati” della giuria tecnica abbia mandato all’aria la cinquina, confermando il solo Claudio Pagliari ed estromettendo gli altri quattro finalisti a vantaggio di Donato Carrisi, Simone Sarasso, Massimo Gardella e Marco Malvaldi.
Per dare un’idea di quanto poco contassero i voti della giuria popolare, si noti che il primo classificato della cinquina definitiva, Donato Carrisi, aveva avuto quattro, ripeto: QUATTRO voti dai giurati popolari e si ritrova in finale con 964 voti, mentre Donati (222 voti popolari), Canciani (156 voti popolari) e gli altri se ne vanno a casa! E che dire del mio amico Marco Malvaldi? I giurati popolari avevano dato quattro, ripeto: QUATTRO voti anche a lui, eppure eccolo nella finale con 484 voti totali.

Ma non vi vergognate almeno un po’? Non siete imbarazzati?
Abbiate coraggio, ditelo che tutta la strombazzata trasparenza richiesta al voto popolare conta quanto il letame, se alla fine l’unica cosa che vale sono i voti della giuria tecnica! Non state a far perdere tempo alla gente, non imbrogliate il popolo noir mettendo in scena una votazione ridicola che offende il festival e il suo legittimo orgoglio di essere il più grande evento italiano nella narrativa di genere!
In venticinque anni e passa di frequentazione da addetto ai lavori del mondo dei libri ho visto un bel numero di cialtronate, ma questa dello Scerbanenco 2013 passa in pole position con uno scatto degno di Vettel.

Bisogna però darvi atto di avere raggiunto due notevoli risultati:

1. Il ben noto complesso di inferiorità del noir non ha più ragione di esistere: avete dimostrato che nel mondo del noir ci si comporta esattamente come nelle liturgie dell’esecrata letteratura “alta”. L’allineamento è avvenuto al peggio e non certo al meglio, ma questo non deve preoccuparvi.
2. E quei poveri di spirito che mettono in dubbio che il noir sia lo specchio della società? Eccoli serviti da questa perfetta metafora dell’Italietta nostra: un popolo di caproni che votano, illusi che la loro volontà collettiva conti qualcosa, mentre questa volontà viene tranquillamente sovvertita.

Congratulazioni.
Raul Montanari

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22 Commenti

  1. che pulizia eh…(ed è per questo che,leggendo il brillante “Con la cultura si mangia”,mi sto preoccupando del fatto che l’ottimo Arpaia e il buon Greco ancora non abbiano fatto riferimento al fatto che le scarse risorse in circolazione nell’ambito artistico vengano spesso gestite con criteri persino più spaventosi delle trame di un noir scritto come gli dei comandano.Spero che nel corso dell’enumerazione sviscerino pure questo tema perché diversamente non andiamo da nessuna parte e tra 50 anni,magari senza neanche più essere nemmeno vivi,staremo ancora qui a discutere delle manfrine dei premi letterari o altre amenità )

  2. MAH!Ricordo che un mio romanzo fu iscritto allo Scerbanenco. Il termine di presentazione non lo ricordo esattamente, invece ricordo che meno di un mese dopo la chiusura c’era già la cinquina. Che velocità! Lettori Supermen? Mi ero ripromesso di inviare una lettera di chiarimenti/protesta, poi ho lasciato perdere. Lo faccio ora. Sarebbe il caso di chiudere tutti questi cosiddetti “premi”, no?

  3. Del mercimonio o della stanchezza di fatti già fin troppo noti. Guardare Alto, Altro, Altro v’è. Diventare fantasmi magari. Almeno fino al rifacimento del mondo. (Forse solo dell’italico mondo)

  4. aggiuornamento. Nel citato libro si affronta la questione che speravo affrontassero,facendo per esempio riferimento all’articolo di merlo che segue nel link e a una(surprise surprise)provocazione culturale di baricco che come animatore economico vale almeno 500 volte più dell’autore.Anche se la sostanza non cambia e ha ragione ilaria:sempre in attesa di sentirsi bene,converrà farsi eterei aspettando magari lo spirito santo,una transustanziazione laica o la fine del mondo come l’abbiamo sempre conosciuto

    http://www.repubblica.it/speciali/repubblica-delle-idee/edizione2012/2012/11/21/news/cultura_troppi_soldi_pubblici_uccidono_la_creativit_-47101370/

  5. Caro Giulio Mozzi da che mondo è mondo le risposte si ottengono, non si vanno mica a cercare, mi sembra. effeffe

  6. Caro Giulio Mozzi, che le risposte ci fossero, lo sapevo, ma non qui, mi sembra. Tu credi “che sarebbe sensato” mettere in calce al post la risposta degli organizzatori del festival, e aggiungi, poco dopo, segnalando i link, la replica di Raul e la controreplica. Tutto questo “sarebbe sensato” se il post in questione avesse avuto un altro titolo, tipo, indagine su un premio al di sopra di ogni sospetto”, e sicuramente un altro contenuto. Ho pubblicato (come ex redattore di nazione Indiana sai bene la differenza tra un post a firma redazione e un altro a firma di autore) l’invettiva di Raul su sua richiesta, come hanno fatto del resto altri autorevoli siti, perché questo suo scritto avesse la maggiore attenzione possibile. Questa attenzione c’è stata e la discussione è in atto, mi sembra. Se gli organizzatori del festival vogliono replicare anche su Nazione Indiana sono più che benvenuti, sia in questo thread, o attraverso un nuovo post inviando la risposta con preghiera di pubblicazione a me communistedandy@gmail.com o alla redazione tout court. Chiaro, no? effeffe

  7. Mi sembra evidente che il significato della lettera di Montanari si completa con la replica e la controreplica. Forse il significato per EffeEffe deve cedere di fronte a ciò che la lettera “fa”. Ma non mi pare una buona idea.

  8. Andrea
    è una questione di metodo non di principio. La modifica del post, con l’aggiornamento invocato da Giulio Mozzi avrebbe snaturato lo stesso. Era più naturale che repliche e contro repliche seguissero nel thread, sia per mano degli stessi autori, sia per suggerimenti e link per mano di terzi, come è avvenuto.
    Qui, solo per essere chiari, un esempio di come la vedo io.

    https://www.nazioneindiana.com/2013/02/12/ci-vuole-molta-lotta-nella-classe-una-lettera-aperta/

    • Appunto, la replica e la controreplica snaturano ciò che la lettera “fa”, è una questione pragmatica. Ed è vero, perché il dialogo toglie efficacia all’invettiva. D’altra parte il dialogo permette di capire meglio le cose. Allora l’idea diventa: non dare lo stesso rilievo alla lettera e alla replica/cotroreplica (lasciandole nei soli commenti per chi esegue letture precise di tutto il commentario).
      Continua a non sembrarmi una buona idea. Ma il titolo è simpatico: “incazzato noir” :-D

  9. Francesco, scrivi:

    La modifica del post, con l’aggiornamento invocato da Giulio Mozzi avrebbe snaturato lo stesso.

    Mi domando dunque quale sia la “natura” di questo post. A me pare che sia: dare una notizia. La notizia è che Raul Montanari ha scritto e fatto circolare quell’intervento. E mi pare che quando si pubblica una notizia ci si assuma una certa responsabilità di seguirla.

    Evidentemente però tu ritieni che la “natura” di questo post sia un’altra. Quale?

    • Giulio qui ti sbagli. Raul mi ha mandato la lettera con “richiesta” di pubblicazione dunque la notizia non è il fatto che lui abbia scritto la lettera, ma la lettera, come si evince dal titolo, del resto. In ciò sta la “natura” e la logica del mio discorso. Se avessi voluto raccontare la vicenda, allora in quel caso avrei, certamente con un titolo differente, raccontato la vicenda come tu la enunci. La pertinenza delle mie osservazioni è confermata per esempio dal fatto che della lettera si sia parlato a Radio tre come pubblicata su Nazione Indiana, anche perchè, converrai, perchè un testo sia leggibile è normale che lo sia in un luogo, un giornale, un blog, una rivista su cui è possibile leggere il testo. effeffe

  10. Anche io consiglierei di inserire la replica della signora Fabbri che, impavida verso l’italiota marchetta editoriale (ma guai a dirlo, perché se no si è solo degli invidiosi, dei complottisti, dei rancorosi, dei frustrati ecc.), sostiene che: 1) il voto popolare è da sempre foriero di amicizie e piaggerie (toglietelo allora!) 2)la giuria tecnica è obiettiva e senza preferenze o simpatie di sorta (su questo non commento perché la barzelletta è buona e mi ha fatto ridere).

  11. Be’, Francesco, la lettera di Raul è stata pubblicata un po’ dovunque. Il fatto che Rai3 la citi come pubblicata in Nazione indiana significa solo che quelli di Rai3 leggono Nazione indiana e non altri siti.

    La notizia è la lettera, dunque. La lettera è un fatto. Questo fatto ha avuto delle conseguenze: ad esempio, la risposta. Continuo a non capire. Ma vabbè.

  12. […] La polemica di un lettore/scrittore come Raul Montanari contro il Noir in festival di Courmayeur, che organizza da oltre un ventennio il Premio Giorgio Scerbanenco-La Stampa per il miglior romanzo noir italiano dell’anno, per noi non è particolarmente nuova. E’ difficile far accettare alla mentalità italiana, così incline alle consorterie e alle dietrologie, che qualcuno cerchi invece un metodo trasparente per combattere intrallazzi e favoritismi su valori immateriali come quelli della cultura e dei libri. […]

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Sono musicista, quando si studia un brano si considera che anche il silenzio, la pausa sia musica. Compositori come Beethoven ne hanno fatto uso per sorprendere, catturare, ritardare le emozioni del pubblico, il silenzio parte della bellezza. Il silenzio qui però non è la bellezza. Il silenzio che c’è qui, da più di dieci mesi, è anti musicale, è solo vuoto.
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Vivo e lavoro a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman . Attualmente direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Spettacoli teatrali: Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet, Miss Take. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Métromorphoses, Autoreverse, Blu di Prussia, Manifesto del Comunista Dandy, Le Chat Noir, Manhattan Experiment, 1997 Fuga da New York, edizioni La Camera Verde, Chiunque cerca chiunque, Il peso del Ciao, Parigi, senza passare dal via, Il manifesto del comunista dandy, Peli, Penultimi, Par-delà la forêt. , L'estate corsa   Traduttore dal francese, L'insegnamento dell'ignoranza di Jean-Claude Michéa, Immediatamente di Dominique De Roux
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