Personaggi Precari 2013: Bau Seven
Giorgia
Tutto maggio tra pelucchi e smog sotto un sole bianco postnucleare gli occhi arrossati la tosse secca in piazza Indipendenza Giorgia legge.
Samuele
Capisce di essere, per così dire, arrivato, un giorno in cui si scopre a scaldare il caffè in padella per non sbattersi a lavare una tazza.
Alessia
– Perché è rotto? Perché gli amici del babbo sono degli stupidi, stupidi, stupidi pezzi di merda.
– Di cane?
– Ecco, sì, bravo, bravissimo: di uno stupido, stupido, stupido cane.
Laura
Assomiglia pur sempre a una persona davvero molto famosa.
Fabrizio
Abbiamo trentacinque trentasei trentasette anni, mogli carine, piccoli adorabili, camicie bianche alla sera, automobili che rispondono alle nostre esigenze, lavori discreti e famiglie che ci aiutano, e siamo
completamente confusi
su tutto.
Shane
“I’m offensive and I find this Irish.”
Arianne
– È un vero peccato che dei vandali abbiano fatto quelle scritte sulla sua opera; abbiamo provato a cancellarle ma il metallo arrugginito è molto poroso, e si rischia di…
– Era così.
– Mi scusi, forse lei stessa non ha ancora potuto vedere… Non parlo della scritta “Galaverne” a tempera fluorescente, parlo di quella, um, “SBIRRACCI ASSASSINI SUKATE LA SUPER-NERCHIA” a spray nero.
– Era così.
– Ma se è apparsa stanotte.
– No, no, era così, l’ho fatta così.
– Ma le pare che il comune l’avrebbe acquisita?!
– Era così.
…
Mauro
siccome ha scritto un libro pensa che
P.
ecco che entra adidas bianche sui piedi piccoli capelli ricci un po’ lunghi i rayban il jeans sulle gambette storte toste sfilacciato ad arte (ma è un’arte che si è persa nel ’98, nel ’99) giubbotto in pelle e la sua piccola corte
due ragazzi due donne, una la sua, l’altra amica o sorella di lei, due belle donne, ma piccole, scure
e lui, lui assomiglia a uno famoso, un cantante da mezza classifica da successo estivo, oppure lo è proprio e siamo noi ad averne scordato il nome, o ancora il proprietario di una marca di vestiti che qualche volta ha guadagnato il palco grande
abiti nuovi in effetti i due ragazzi, uno l’afro l’altro in paglietta, snelli soprattutto: modelli producer pr?
e tutti e cinque lenti e veloci insieme, tutto con sontuose occhiaie e una calma pacata appagata imburrata, da coca stemperata a roba
i ragazzi a loro agio, le due tipe fotteniente (si appollaierebbero su una testa mozza) lui però alla rosticceria indiana c’è mica troppo abituato, fa delle ironie per assestarsi
comunque guascone
…
eh, lo sgabello alto…
ed ecco il momento, ecco che si toglie il giubbotto di pelle
ed ecco l’epifania, il miracolo laico: sotto ha un altro giubbotto di pelle.
Tommaso
eccoci qua (puah)
soli e cappottati in città straniera
e l’unico appiglio l’unico appello
l’unico conforto
il ricordo di quando si poteva, quando
uscire significava: possibilità
Sienna
“Maledetti, vogliono far vedere a tutti che la loro relazione funziona.”
Fabiano
– … E insomma eravamo io, il Casprini, bin Laden, George Harrison e un’autostoppista mazateca che avevamo preso su al Salar de Uyuni…
– Ma il Casprini chi?
– Quello di Pontassieve.
–Ah, ok.
Aurelia
Periferia della periferia della periferia della periferia: schifo di idea venir qui a correre, niente di niente all’orizzonte, solo due gru e le lampare fosche del “monoblocco”; se ti fermi zanzare e allora correre, correre a testa bassa sull’asfalto, tra mucchi di rena sozza di merda di topo e laterizi spaccati finché, tra i forassiti e le spine, il mare a cinquecento chilometri, una conchiglia, e Aurelia che calca il passo e la sente sbriciolarsi sotto il suo piede.
Ettore
– Ti ricordi che roba, eh Ettore.
– Che roba?
– Quegli anni.
– Um, quali anni?
– I nostri! Ogni quartiere una casa, ogni casa una singola in affitto, ogni singola in affitto un lettuccio caldo, ogni lettuccio una ragazza che ci aspettava. Anche al pomeriggio o a notte fonda. Ma come facevamo?
– Per cominciare, avevamo tempo. Ed eravamo meno difficili. Dico nella scelta delle ragazze. Ma soprattutto avevamo tempo.
– Avevamo tempo, eh?
– Avevamo tantissimo tempo.
Eligio
– Intendi a parte i dolori atroci, la morfina insufficiente, la costante angoscia, la perdita di dignità e il cattivo odore che si è annidato in queste stanze come un prodromo della mia putrefazione? A parte questo, sì, tutto bene. Pensa che mi hanno finalmente installato la linea veloce.
Elisabetta
– Dovete capire!
– Cosa?
– Le cose che io capisco!
Samantha
A una festa, la stagista Samantha detta Samy (mezzosoprano), da poco lasciatasi, fa amicizia con la padrona di casa Erika (contralto); il giro di karaoke di Gessica (soprano), sorella di Erika, le ricorda i tempi del liceo. Quando Samantha sta per cantare a sua volta, viene annunziata la visita del vicino di pianerottolo Maicol (tenore), aspirante alla mano di Erika, accompagnato dall’amico Patrick detto Er Panetta (baritono). La figura inusuale dell’ospite incuriosisce Samantha.
Aldo
– E tu, dov’eri quando c’è stata la spartizione del mondo?
– Al bar, signore. Ero al bar.
David
Ha sognato le terre doppie.
Tania
– Com’è andata? Dici con Arsène? Mah, ci siamo conosciuti a una festa goa, sai proprio in quel momento in cui, come faccio a spiegartelo, tutto è uno, no? E niente, lì per lì andare a stare insieme su uno di quei monti, subito, ci era sembrata una buona idea, e giù progetti, figli. No, no, poi non ha funzionato niente. Ma va bene così, dai.
Tiziana
O, il balisong di Occam.
Giuliano
– Ehilà, guarda quanta gente! E sì che non è mai abbastanza. Ehi. Ehi. Sì, lo so. Lo sgomento. L’imbarazzo. Ciao zia! Sorellina… Oh, c’è anche Piero! E gli Anselmi: siete venuti fin da Terontola? Non dovevate. Sì. Lo so. Lo so. Pensate che sia una trovata di pessimo gusto aver fatto installare un registratore nella mia salma. Chissà cosa penserete allora quando si attiverà il meccanismo che mi farà muovere la mandibola come un – AW AW AW AW AW AW AW AW AW AW AW AW AW
Rodolfo
Non ridimensiona le proprie ambizioni.
Daniel
– ¿A quién recuerdas de ese periodo?
– El Mamito, El Vera, El Amarillo, El Efra, El Erótico, El Winnie Pooh, El Alvin, El Colchón, El Cañas, El Traca, El Guerra, El Mellado, El Cuije, El Chocotorro, El Taliban, El Lucky, El Tlapa, El Chuta, El Chavita, El Kelín…
– ¿El Kelín sería Z–2?
– Sí.
– Y Z–3, ¿lo recuerdas?
– Sí. Una vez me regaló una botella de vino italiano.
Maurizio
Non contento di aver creato la propria pagina su Wikipedia, crea anche quella su Wikiquote, ove si riportano certe sue pregnanti affermazioni pronunciate la sera del 31 ottobre 2009, presso il Bar Lerici (di Picchianti Adamo).
Smashie
Brutha Fez feat. Goggly Gogol – Frankie Wilde remix
Pietro
“Ho provato a tenermi aggiornato, ma era impossibile.”
Giancarlo
– Brujas! Te e le tue amiche… Brujas! Hai capito? Brujas!
Vieri
Cerca su Internet informazioni su un libro che ha nell’altra stanza.
Elsa
Mette i dati veri.
Diletta
– Ma te, ce l’hai qualcuno che ti sopporta? No, perché, per dire, io ce l’ho… Nulla di che, eh, ma c’ho questo ragazzo a Viterbo, un paio di amiche, una cugina che ogni tanto vedo… E te? No, per capire…
Alessio
C’ha una.
Luigi
Aveva bisogno di nuovi stimoli
(o, di alimentare il forno insaziabile della sua vanità)
Ofelia
Vorrebbe proprio farsi un giro (quant’è che non si fa un giro?), un giro col suo zaino e il suo taccuino, leggere vecchi romanzi sul treno e vedere qualcosa di strano in una città poco nota, e finir chiavata da qualcuno di casuale ma non meno che straordinario, il quale poi, pur dandosi ben da fare per mantenere un distante legame di poetica affezione, non scassi più di tanto le palle.
Cristiana
– Lea! Che piacere! Sei venuta a leccare qualche culo, eh? Hai fatto proprio bene.
Salvador
“Vedi, mio giovane amico,” disse allora il Maestro, “la saggezza non è saper vedere il cielo stellato, ma saperlo vedere senza far cadere il bacile che tieni sul capo.”
Fu lì che Salvador gli fracassò la bottiglia di Cuervo in quella sua testaccia bozzuta
Lavinia
Quanta dignità!
Cibele
Sogna i morti per acqua, fa colazione con lo yogurt e i semi di lino, di canapa, di sesamo, legge venti pagine di un libro in francese prima di realizzare che è in francese, mette in borsa un taglierino per incidere sigle nel legno dei banchi della scuola dove oggi dovrà lavorare.
Kion
“Maledetti, hanno adesivi migliori dei nostri!”
Iacopo
È che,
se l’idea sarebbe quella
di rilassarsi,
cosa meglio di questa casa
di *********** –
quale “vacanza” può avere l’eco
di questo posto
dove si condensa,
nella sovrapposizione di mille oggetti,
nel solco tracciato da troppe consuetudini
tutte buone
un modo d’essere
che è il nostro;
(la beffa è che lo distingui bene
quando è vuota)
un tessuto di compromessi
tutti, diciamo, avveduti, e tuttavia
senza l’ombra di una morale,
di un moralismo;
un precipitato di abitudini e scelte
(e anche grazia: diciamolo;
e cultura, diciamo pure quello)
che va ben oltre
porcate quali famiglia focolare Heimat:
è quello che io sono.
Ottavio
Ci sono delle mattine in cui si sveglia e per qualche secondo, a volte fin quando non entra nella doccia, pensa che è stato tutto un sogno. Sono belle, quelle mattine.
Vincenzo
– Lei sarà al corrente del fatto che qui non accettiamo ragazzi provenienti da subculture buffe…
Roberto
Gente che ha addirittura la pretesa di lavorare.
Nerina
Mai spiegare il gesto.
Enrico (II)
– …la fede in Dio quale summum bonum è impossibile a una coscienza che riflette: questa non si sente quindi assolutamente liberata dal timore di Dio e si chiede inevitabilmente cosa Cristo rappresenti per lei. La mia domanda è infatti questa: Cristo può ancora venir interpretato? O ci si deve accontentare dell’interpretazione storica?
– Carlo, te ci vai alla messa?
– E io che perdo pure tempo a parlarti… Vai, Enrico, vai a fare cosa c’hai da fare
Francesca
– Mi dispiace, amore, ma a giro ci sono dei ragazzi, guarda, troppo ganzi.
Alberto
– E ricorda, figliolo: il segreto è sembrare grulli.
Niccolò
Ecco! Una roba non
di droghe strane
ma: di sportivi
tipo ora non è che il personaggio vomita
ma! vince
ok?
Tratto da Vanni Santoni, Personaggi precari, Roma, Voland, 2013, p. 160, postfazione di Raoul Bruni.
micro romanzi che stanno su una sola frase
bravo Vanni
effeffe
*inchino*
skate ma non Schettino, m’arracumanne
effeffe
ps
al libro ci ha lavorato il giovane e talentuoso Paolo Valloppi. abbine cura
era in effetti bravo assai & preciso.
Il problema canonico di questa scrittura, seppur brillante e certo al di sopra della media delle consimili, e’ il mimetismo sotteso che restituisce (volutamente? esageratamente? indifferentemente?) un mondo inerte. Non staro’ a barbogiare sul fatto che la letteratura e’ altro (da Spoon River a De Andre’), dico solo che l’interesse rischia di finire subito perche’ non c’e’ ignizione e che la generazione infinita di caratteri potenziali -come scrive Forlani: di romanzi in una riga- rimane nella mente (generosa) di chi legge. Sarebbe interessante sapere da Santoni quanto hanno venduto, i suoi Personaggi Precari. Saluti. GiusCo
ciao GiusCo,
difficile dirlo dato che il libro esce *oggi*
:)
se ti riferisci al libro del 2007, che però contiene giusto gli inizi del progetto, beh fu edito da RGB, casa editrice minuscola e misconosciuta, la quale morì TRE MESI dopo la pubblicazione. Il libro vendette 749 copie se non ricordo male, che visto tutto questo non fu male :) adesso vediamo questa edizione Voland, che oltre che più ampia è anche migliore (il progetto credo abbia raggiunto una sua maturità nel 2009-2010) come va…
Si quello, grazie. Effettivamente cifra inattendibile rispetto al mercato potenziale, che immagino avrete stimato in qualche migliaio di copie (almeno 5k e se va bene 20k) con questa nuova e rinnovata edizione. Ciao ed in bocca al lupo! GiusCo
Sì, il libro uscì subito di distribuzione e le rimanenti 300 circa le comprai io a un’euro e le detti via quando uscì Gli interessi in comune. Per una casa come RGB e 3 mesi di vita 749 non era neanche male :)
Crepi il lupo!
Una cosa: con questo settimo “installment” e l’uscita del libro, si compie e chiude il ciclo vitale dei Personaggi precari.
Un ringraziamento particolare va a Andrea Raos, che con queste selezioni annuali pubblicate su NI mi ha sempre stimolato a seguire il progetto, vagliarlo, lavorarci, e ha quindi un ruolo non men che di padrino, oggi, del medesimo e del libro da esso tratto.
per non parlare dei titoletti ^_^
grazie a te vanni, di cuore.
per non!
call me Ofelia, thanx Santoni
Ho letto qualcosa di tal genere e (infatti?) non ricordo in che occasione. Un sorriso o una una mini-riflessione la strappa, talvolta. Ma, scusandomi, continuo a trovarlo un po’ futile e fastidioso. Occorre, suppongo, un lettore più giovane. In bocca al lupo!
non credo di essere “un lettore più giovane”, ma mi sono divertita molto la prima volta che ho letto i Personaggi, e continuo a divertirmi ogni volta che apro il libro: ogni riga può diventare un intero romanzo, ad avere fantasia e immaginazione. Non so quanto venderemo, mi auguro tanto, ovviamente, ma non è solo questo il senso. Mi sembra che la vita sia questa, oggi: parcellizzata, incapace di veri dialoghi,pronta a rifugiarsi nell’assurdo.
Comunque, per tornare al “quanto si venderà”, posso solo dire che ho fatto una tiratura tripla rispetto ai prenotati delle librerie: questo per sottolineare quanto credo nel libro.
Incrociate le dita, e poi fra tre mesi ci risentiamo e vi dico le vendite.
Daniela
Ho bisogno di contattare Raos per questi testi, o lo stesso Vanni.. Se qualcuno può aiutarmi..
ti ho scritto
Auguro un accolto vasto.
I personaggi precari entrano nella stanza,
poi si allontano come nella vita in stazione, in aeroporto.
Parole, gesti nell’attimo si riassume la vita
La loro vita. La nostra.
Perché dietro la breve apparizione
riconosciamo un tratto, un gesto, una parola.
*inchino*
[…] Su Nazione Indiana, estratto da Personaggi precari. […]