Les inédites: Ilaria Seclì
Poesie inedite
di
L’abilità a riprendersi gli effetti personali
svuotare case e poi riempirle, varcare soglie
entrare e uscire dall’uscio, uscire/entrare
portare i minimi resti di una storia e certi odori,
incensi, candele, l’angelo di Laura. Altri,
stranieri, cuciono trame di disagi nuovi.
È vero, non ci sono più le mezze stagioni
le chiavi seguono mappe di morti desideri
infilate a toppe di meccanica sopravvivenza
resta la parola ripudiata dai vocabolari
ora postuma nella panchina del giorno
data in eccesso e sconosciuta ai calendari.
***
Se la profondità non ha letto per l’acqua
resta richiamo d’inferno e pietre, occhi di bambino
prestati a voglie adulte, il gioco è strada secca
coi morti che arrivano e uomini in ray-ban
acconciati di nero mentre il sensale
comanda di aspettare feretro e campane
segnano le ore dell’antistoria, disappartenuto
mondo e infuocate panchine per i fatti del reale
con occhi e bocche protesi all’estranea
portata da elementi sconosciuti a interrogare
la poca misura d’acqua tra il mare e il male.
***
Le antenne dalla finestra sono le stesse ovunque
e i nomi delle vie fatti lama a ogni incrocio
chiavi alterne di memorie a nascondino, vi ho viste città
vi ho camminate -ora fatemi passare- i petali, le mappe,
disonesto amore per il perso mentre viene vita nuova
col bianco non ancora bianco e ancora esilio e ancora
l’avvicinarmi a te per non averti, la conta di distanze
certe, mala sutura tra questo e quello il tuo volere e il mio
la forma che alla nuvola manca all’acqua alla vita
è tutta qui in carne e ossa, passi respiri insonnia.
***
per esempio se ti dico che ritorna il nono mese
da Monte Nero a Settembrini le animate solitudini
e sfocato torna a testa bassa un comizio di paese
un lenzuolo sbandierato sono, un popolato nulla, e un po’ ci credo
l’acqua è vecchia e il box nuovo, il viale l’ha ingoiato un rubinetto,
strade nuove sotto i passi, l’abat-jour sul lato inverso
meridiani e paralleli coi respiri che rinascono da scatole
scocciate e poi riaperte -a che vale- chi teneva il numero dei pacchi
stava inerme e niente è nuovo, ma quel rumore morso
lo schianto lento appena sopra l’ombelico
cosa dice cosa dice cosa dice
I commenti a questo post sono chiusi
pervenute emozioni,per interposta persona(au diable les conséquences)
http://www.youtube.com/watch?v=Yhwejip5gd0
bel bel
Molto belle anche le prose che ho letto sul blog dell’autrice.
Grazie a tutti, per le pervenute emozioni (diamonds chi sei?), il bel e, Jacopo, per essere anche passato dalla mia casa d’acqua.
Alla grazia di Effeffe