Scrivere
Dovrei dire della prossimità. Tenermi tutto assieme nella vicinanza. Pressare intorno a me la vicinanza, come in posizione di presa, di adesione, là dove si posano le dita, dove raccolgono le pupille, in una tersa visuale, il pullulare. Tutto e puntuale nelle abitudini. Cercare il baricentro da cui si diramano come cerchi irregolari le abitudini. Dire senza allontanarsi. Ma con una tremenda, fanatica pazienza, come uno scrutatore di parti rovesciate, di dorsi, di fodere. Nel movimento complesso dello sporgersi e del lanciare su di sé il peso, a frenare. Con un procedere cauto, nel movimentato gruppo dell’elencabile, lo sguardo frontale, ma tenendosi una visuale di spalle, che comprenda l’intero moto, il soggetto che traccia la figura oltre al fronte del figurato. Ma al primo movimento, si dipanano da ogni lato lontananze. La descrizione dello scrivente deraglia in premonizioni, amnesie, qualcuno fugge in avanti, cercando di ritrovarsi alla proprie spalle. Se diventa un sembiante avulso, è più semplice prenderlo per buono, senza parentela, uno sfondo sfuocato, per intero assunto in un’abitudine, diciamola vecchia, un pentolino in mano, la piastra elettrica, versa del liquido, nero se è caffè, e siamo allora di mattina, e potrebbe accadergli qualcosa, oltre a quanto, a tutto quanto, gli è accaduto, poco visibile per ora, come avvolto dal suo torace, smistato tra gambe e braccia, ma c’è sicuramente dell’altro, stiamo a vedere. E basterà questo, una prima, contenuta segnalazione. Nei limiti in cui è stata proposta, non può neppure essere smentita. Non cerchiamo più qui, ma altrove.
°
[Foto dell’autore in foggia acquatico-equestre]
Molto bello! Il corpo dello scrittore dentro il suo spazio.
Sensi in agguato.
Il corpo dello scrittore entra nel bosco o nell’acqua.
Immersione con gridi splendidi.
O silenzio.
Andrea, la poesia è giungla acquatica nella narrazione.
Forse la paura attraversa la scrittura: gli oggetti della casa diventano minaccia.
La piasta elettrica, il pentolino, il caffè.
La scomparsa del corpo accaturato dagli oggetti.
L’ho letto in questa direzione.
dalle prime righe avverto il polso e le arterie di Andrea. Questo dono di scrivere così non lo perdere, coltivalo appassionatamente, medear.
…I watched the c-beams glitter in the dark near the Tannhäuser Gates…
mi piace il realismo ddell’inglese, l’andrealismo magico
effeffe
…All those moments will be lost in time…
like tears in rain.
bella l’immagine del pupillulare
: )
e condivisibile pure l’esortazione a non cercare più qui: in effetti, come suggerisce il vecchio adagio “chi cerca altrova”.
: ))
…làik tìrs inderèn
andiamo
http://www.youtube.com/watch?v=zGc61HIg6bQ
vabbe’ l’hai voluto tu…
http://www.youtube.com/watch?v=d27gTrPPAyk
bellissimo