Ciao Valter

valter-a-cerviniaHo conosciuto Valter Binaghi 7 anni fa, in Toscana (quella sera era venuto a trovarmi Marco Rovelli per un bicchiere, si fece baldoria), per uno dei tanti inutili premi letterari dello Stivale. Che però se poi ti fanno incontrare belle persone in fondo non sono così inutili. Il giorno appresso tornammo a Milano in macchina – guidava lui – come due amici di vecchia data. Gli chiesi un pezzo per Nazione Indiana.

Sapevo che non stava bene, da tempo. Ci siamo scritti la scorsa settimana (mi ha regalato un suo testo che voleva leggessero solo gli amici) e con Franz Krauspenhaar eravamo pronti ad organizzare una rimpatriata. Oggi Giulio Mozzi mi ha dato la notizia della sua scomparsa.

Non so cosa dire.

Solo questo. Domani, alle 10.30, nella chiesa di Busto Garolfo ci sarà il suo funerale.

Ciao Valter.

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16 Commenti

  1. Forse e mi ricordo “avere incontro” Valter Binaghi attraverso commenti su Nazione Indiana. Forse ho avuto posizione opposta.

    Ma è sempre una grande tristezza sapere che una voce viva di Nazione Indiana è scomparsa.

    Quando uno scittore lascia il mondo, la natura sente una mancanza. Qualcosa della terra diventa più cupa.

    Bella foto: vince la morte.

  2. Un ultimo saluto a Valter. Anch’io ho il pdf, che lui chiamò “Il lavoro di una vita”. Litiganno con toni molto accesi sul web, poi diventammo amici. Era uno sincero. E anche generoso.

    Mauro

  3. Ho ricevuto ieri la notizia inaspettata con un sms. Discussioni spesso animate. Poi un breve scambio privato in cui mi raccontò di certi suoi problemi di salute. Non immaginavo però che la situazione precipitasse. Mi unisco al cordoglio per un bravo scrittore e per la bella persona che ho percepito pur conoscendolo poco. Luminamenti.

  4. in un ormai lontanissimo commento gli scrissi:
     
    […] una specie di sotterranea sensibilità a quello che ci scorre intorno, un disincanto meravigliato, un modo di guardare il mondo e i suoi abitanti, una tenerezza di fondo che si legge lampante fra le tue righe. E cha fa piacere risentire. E che resta il sottotesto delle nostre vite. Volenti o nolenti.
     

    Come la cerva anela ai corsi d’acqua,
    così l’ anima mia anela a te, o Dio.

     

     
    R.I.P.

    ,\\’

  5. Ero in chiesa stamattina. Piena fino all’inverosimile. Moltissimi i giovani, probabilmente suoi studenti o exstudenti. Gli volevano bene. A modo suo è stato rincuorante.

  6. Consola – non molto, ma almeno un po’ – sapere che a salutarlo non erano pochi intimi. Un abbraccio anche a te, Gianni.

  7. vorrei poter dire qualcosa, ma mi limito a salutare uno spirito libero dicendogli Ciao Valter effeffe

  8. L’ho conosciuto solo nel mondo dei blog, ma ero un assiduo frequentatore del suo, perchè Valter era davvero un pensatore libero, raro e prezioso nel suo sapere resistere alla corrente del pensiero dominante (il che naturalmente non implica che la pensassi come lui).
    Sapevo della sua malattia quando, avendogli mandato una copia del mio libro, avevo chiesto notizie in proposito, ed egli mi aveva confessato senza inutili ritrosie il suo precario stato di salute.
    Tuttavia, volevo ancora credere che si trattasse di una fase transitoria e che ne sarebbe venuto fuori più forte che pria: vi confesso che sapere della sua morte mi ha traumatizzato perchè sono certo che mi mancherà la sua lucidità ed originalità di giudizio, doti che ormai in questa società latitano.

  9. Ciao Valter, grandissimo
    non dimenticherò mai la tua capacità di sintetizzare i concetti e la tua meravigliosa sensibilità ben nascosta negli occhi
    forse non lo sai, ma mi hai insegnato molto.

    arrivederci

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GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024). Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
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