Articolo precedente
Articolo successivo

Borghesiana, Giardinetti, Alessandrino, Tomba di Nerone

di Alessandro De Santis

Borghesiana
Ore 20,50. Nella folla. Spaurito. Pericoloso
Cammina senza sosta, Claudio
sempre la stessa musica
a cui hanno tolto l’audio
Grugnisce l’emozione, Claudio
anche le sue sillabe puzzano
mesi che non si lava
anni che non mangia dentro a un piatto
Suo padre ha scelto sua sorella
e sua sorella il padre
Sua madre invece non ha scelto proprio nulla
La pioggia su Claudio quando
picchia forte, pesa, fa male
bussa con nocche robuste
alla porta di chi si dovrebbe vergognare.

Giardinetti
Ore 16,30. Al sole tra polvere e zanzare
Su una panchina
nel parco a pochi passi
c’è la signora Ida
seduta, ferma immobile
Lenta come un pavone
muove l’unghia pittata ad indicare
com’è che vuole il taglio
allegra la romena
le apparecchia intorno al collo
le guance un po’ arrossate
La gita fuori porta è cominciata
la tavola imbandita, anche stirata
Si gioca a fare i ricchi, pomeriggio
ché appena cala il sole
il gioco finisce
le donne vanno a casa
in ritirata,
attente a attraversare sulle strisce.

Alessandrino
Ore 23,48. Sbeffeggiare Jonkind lo sciocco.
Profumi sofferti
La lingua lastricata di stazioni di carne
muta e da brodo
salate le lacrime, avvolte nello spago
spesso, vinto nel nodo
nell’abbaglio del fitto
che assale una rinvenuta
frontiera di punte di spillo e mosche.

Tomba di Nerone
Ore 08,20. Saliscendi. Velleità pensionabili
Al monte dei pegni
la fila esce dal muro
la conta non ha primi
ma ultimi a decine
Si passa per la porta
nel chiuso, uno alla volta
ciascuno col suo groppo
ciascuno il suo rancore
e Walter con la polo
macchiata di sudore.

(Quattro poesie tratte da Alessandro De Santis, Metro C, Manni editore, 2013)

Print Friendly, PDF & Email

4 Commenti

  1. Ho appena finito di leggere per intero “Metro C”, che è un viaggio senza esclusioni di colpi, una via crucis laica, un giro in metropolitana tout simplement (?) alla ricerca di un senso che non si trova, se non nell’affiorare di parole che sono vera poesia.

  2. Molte grazie a Daniele e Lorenzo per aver letto, ancor prima che per aver apprezzato le mie poesie.

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

Giallo

di Franco Santucci
Giallo, come argomentazione sterile, come il ridicolo di emozioni in un trascorso indenne, giallo narciso di sconforto e inettitudine, nervi a pezzi di un giallo inutile. Mi rifugiai sul primo treno in partenza, uno qualunque (giallo borghese di una medesima ribellione), per sfuggire alla persecuzione

Non premiatemi, sono un poeta

di Max Mauro
Sono un poeta. Negli ultimi dodici anni ho partecipato a 128 concorsi letterari. Tengo il conto di tutti perché sono un tipo preciso. In camera, in una cartellina dentro il cassetto dei documenti, conservo le ricevute delle raccomandate di ogni singola spedizione...

Gaza: Warfare

di Flavio Torba
Si scambiano dichiarazioni di guerra con gli occhi. Il viso di Pastore è un campo minato dall'acne. La vita all'aria aperta non deve fargli un granché bene. Si tormenta un bubbone, mentre sibila un flusso ininterrotto su chi ucciderà chi

Epigrafi a Nordest

di Anna Toscano
Sin da piccola sono stata abituata a frequentare i cimiteri, andare in visita da parenti defunti, accompagnarli nel loro ultimo viaggio, attraversare camposanti pieni delle stesse fototessere: anziani coi capelli grigi, occhiali, sfondo chiaro, abiti scuri. Mia madre e mia nonna, tuttavia, hanno iniziato a pensare alla loro morte anzitempo, ogni due anni eleggevano una foto come quella per la tomba e per l’epigrafe

Lo senti

di Stefano Ficagna
Cominciarono a sparire in primavera. Dissero che era colpa di un batterio, l'eredità genetica della guerra: certe persone diventavano trasparenti, poche per la verità ma abbastanza da poterlo notare coi tuoi occhi, perché succedeva ovunque. Fu una trasformazione graduale, tutt'altro che piacevole

Addio addio, dottore mio

di Paola Ivaldi
Nel considerare, per un attimo, il processo di inarrestabile sgretolamento della Sanità pubblica, quella fondata nel lontano 1978 sui nobili principi di universalità, gratuità ed equità, senza avere più né la forza né la voglia né tanto meno la capacità di additare gli innumerevoli responsabili di tale sfacelo, inizio a giocare di immaginazione
davide orecchio
davide orecchio
Vivo e lavoro a Roma. Libri: Lettere a una fanciulla che non risponde (romanzo, Bompiani, 2024), Qualcosa sulla terra (racconto, Industria&Letteratura, 2022), Storia aperta (romanzo, Bompiani, 2021), L'isola di Kalief (con Mara Cerri, Orecchio Acerbo 2021), Il regno dei fossili (romanzo, il Saggiatore 2019), Mio padre la rivoluzione (racconti, minimum fax 2017. Premio Campiello-Selezione giuria dei Letterati 2018), Stati di grazia (romanzo, il Saggiatore 2014), Città distrutte. Sei biografie infedeli (racconti, Gaffi 2012. Nuova edizione: il Saggiatore 2018. Premio SuperMondello e Mondello Opera Italiana 2012).   Testi inviati per la pubblicazione su Nazione Indiana: scrivetemi a d.orecchio.nazioneindiana@gmail.com. Non sono un editor e svolgo qui un'attività, per così dire, di "volontariato culturale". Provo a leggere tutto il materiale che mi arriva, ma deve essere inedito, salvo eccezioni motivate. I testi che mi piacciono li pubblico, avvisando in anticipo l'autore. Riguardo ai testi che non pubblico: non sono in grado di rispondere per mail, mi dispiace. Mi raccomando, non offendetevi. Il mio giudizio, positivo o negativo che sia, è strettamente personale e non professionale.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: