La foglia ha due metà
di Giampaolo de Pietro
Non possiamo affermare che il tempo funzioni esattamente come funziona un orologio
*
È giusto il tempo
che trovi. Lo
aggiusto con te.
Non c’è un secolo
da perdere. Guaio
ad orologeria che –
o gioia che ti celerei –
disinnescando
un’impressione falsata
se ne va via
da sé, da me da te.
*
Ci sono parti del
nostro corpo che
apprendono,
attendono
ancora. Anidride.
Acqua sulla
luna, carbonica.
Ah le nuvole! Le
forbici. Lo spazio
da ritagliarsi. E a
non riconoscere i
sassi, nome per
nome. Ah, le pure
paure povere. E
noi neanche ai
proverbi
considerati leggi.
Noi concessi a
precipizi o
sorrisi. Le care
paurine.
*
eccetera
eccedere
*
cartonare giorno/e/notte
o libro o voglio
cadere in un sonno a
rispostiglio
/cascare in buona trappola/
*
Ieri/Oggi mi sono sentito spoglio
Domani/ spero in una veste di accenni che
Dopodomani/ mi ricopra di foglie
nuovamente/e/ per sempre.
*
eccedere eccetera
Parlarti
Capovolgere questo
Precipizio del senso
E abbattere il leggero contrasto
Cioè farlo cadere lì dov’è, sul posto
Di me e te, al centro, trasparente tanto
Da lasciarci avvicinare le voci e ancora
I loro tuoni morbidi
*
(se) So precipitare in una fila di immagini
so canticchiare a testa in radio
ho una stazione privata, tutta suonata
so interrompere una fila sbagliata di ‘pensa te!’
magari per avere pasticciato sulla carta
per non avere il minimo senso del disegno, ma
un senso figurato del bisogno di respiro e di concerto
tra matita segno e forma indefinita forse me lo so
inventare non proprio a caso, forse a specchio di quello che
osservo intorno alle coscienti e incoscienti cose che scorgo e
talvolta scopro senza nominare senza chi mi si siano volontariamente
presentate davanti la porta di casa, ma la porta di casa io
forse la ho dove non si bussa, dove aspetta una sola foglia
*
I giorni della
tua settimana
hanno i capelli
lungo la mia schiena
*
vorrei io
essere
fotografato
con uno
straccio di carta
in due mani, come
fosse un gran peso,
un autoritratto sostenuto
oppure s’una mensola
com’eravamo a posto, al
posto giusto di due asterischi
e la polvere
anno
dato
minuto
anno
dato
giorno
anno
dato
ramo
anno
dato
tronco
*
Guardare i
palazzi di notte
e invertebrarli.
Con quelle fronti
lisce e quegli
aspetti davvero
imponenti,
sembrano
dormire
sull’attenti, in
piedi come
cavalli.
*
[Le immagini sono di Giampaolo De Pietro.
I testi sono tratti da Giampaolo De Pietro, La foglia è due metà, buonesiepi, 2012.
Sotto l’indicazione dell’editore trovo Gertrude Stein: “Dopo tutto, osservò, abbiamo bisogno di farci stampare. Uno scrive sì, per sé e per gli sconosciuti, ma se manca un editore spregiudicato, come si può venire a contatto con questi sconosciuti?”]
*
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Libro in cui quasi ci si perde e che corre via leggero e intenso. Tutto vi risuona. Un piacere ritrovare qui questi testi.
grazie Renata, grazie Nadia.
e nazione indiana.
se qualcuno volesse saperne di più sul progetto Buonesiepi (http://buonesiepilibri.tumblr.com/), o acquistare il libro, scriva a: buonesiepi@gmail.com – saluti,
Giampaolo Dippì
il libro è denso di grazia e di spessa umanità quotidiana. quasi un mio piccolo vangelo quotidiano. DoraMite