Lucrezio – De rerum natura I, 62-101
traduzione isometra di Daniele Ventre
Humana ante oculos foede cum uita iaceret in terris oppressa graui sub religione, quae caput a coeli regionibus ostendebat terribili super aspectu mortalibus instans, primum Graius homo mortalis tollere contra est oculos ausus primusque obsistere contra, quem nec fama deum nec fulmina, nec minitanti murmure compressit coelum, sed eo magis acrem inritat animi uirtutem, effringere ut arta naturae primum portarum claustra cupiret. Ergo uiuida uis animi peruicit et extra processit longe flammantia moenia mundi, unde refert nobis uictor quid possit oriri, quid nequeat finita potestas denique cuique quanam sit ratione atque alte terminus haerens. Quare religio, pedibus subiecta, uicissim obteritur, nos exaequat uictoria coelo.* * *
Quando l’umana esistenza agli occhi appariva vilmente
vinta, soggetta com’era in terra a una fede oppressiva,
che dagli spazi del cielo veniva ostentando il suo volto
e sui mortali incombeva con terrificante sembianza,
ecco che un Greco da prima osò sollevarle di contro
gli occhi mortali e così per primo resisterle contro,
l’uomo che né diceria sugli dèi, né fulmini o cielo
dal mormorio minaccioso oppressero -e tanto più l’aspra
forza dell’animo accesero in lui, sì che volle per primo
frangere i saldi serrami alle porte della natura.
Dunque per vivo vigore dell’animo ha vinto, e più oltre
anzi s’è spinto, al di là delle fiammee mura del mondo,
e ne riporta per noi, vittorioso, quel che può darsi,
quel che non può, come infine ha per suo criterio ogni cosa
sia potestà definita sia termini ben ancorati.
La religione, perciò, sotto i nostri piedi, a sua volta
giace abbatutta e ci fa pari al cielo tanta vittoria.
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Complimenti!
:-)
l’elogio di Epicuro.
Grazie mille della traduzione Daniele!