Da “Wasurenamu”
di Valeria Ferraro
.
bisogna considerare
chi ti ha manovrato
assemblato ispezionato
curato levigato
con assoluta pietà
tutta la gente che vedi
ha stigmate
profonde come le tue
– è sopravvissuta –
*
«non preoccuparti –
nemmeno per noi
è chiara questa commistione
di nuova e vecchia vita –
non vergognarti
della tua logica imitativa»
«noi vorremmo talvolta
seguirti, nella tua sparizione»
«la sera è finita, ci resta
un po’ di quiete dispersiva
e i bambini da addormentare»
*
a volte ci hanno utilizzato
come depositi di scorie
inattive ma dotate
di inesplicabile potenza,
raccolte vive
di materiale contaminato:
memorie –
*
la finestra spalancata
alle mie spalle
posso immaginare
tutto ciò che avviene
lì dietro
piove
lo scorso inverno
eravamo in due?
da tempo non pioveva –
ogni cosa che torna
a intervalli
mi commuove
*
in quanto tempo
si raffredda una stanza
a quale velocità
ha viaggiato il mio sonno
in quanto tempo
guarisce un corpo
allenato a cadere
di quanta acqua
ha bisogno il crisantemo
a quali ordini
ubbidisce
chi mi dà ordini
in quanto tempo
si consuma il piacere
di camminare nel tempo
*
«si cercano volontari…
lo sapevi? esseri viventi
alla prova di una nuova dimensione
esperimenti garantiti,
massimo un quaranta per cento
di feriti…»
sembri un monaco
nel suo saio
sai che non posso accompagnarti
(né spegnere
questo primo gennaio
duemilanovecentosettanta)
cercano esseri viventi
cosa credevi? impazienti
di lasciare la lotta
mercenari già condannati
a una rotta ignota
soluzioni spettacolari
per popolare i deserti
di nuovi smarriti
*
come per un rito
come un’adolescente al debutto
ho voglia di vendermi –
cedere la mente fossile
che gli anni non hanno addolcito
*
la zona è stata risanata
solo io ne soffro
torniamo nel mondo
e nella storia –
incolonnati nel silenzio,
senza memoria d’altre mete
che è la felicità massima
in cui vi esprimete
.
Da Wasurenamu, Trento, Forme Libere, 2011
Molto belle, complimenti!
splendida sospensione in queste poesie. qualcosa che viene dal futuro remoto, a conti fatti e ad apocalisse compiuta, dove consumare un pasto freddo di memorie atemporali
Altre Buone Letture, grazie a voi.
Interessanti immagini evocate.
Alla Salute!Alla Salute!
P.N.
Molto belle.
Sarei contento se l’autrice volesse dire qualcosa sul titolo.
Gentile Andrea,
come ultimo testo del libro un trafiletto in prosa dice: “Il 30 agosto 2997 vennero trovati alcuni circuiti funzionanti sul corpo dilaniato di un’androide dell’ultima generazione, pulsanti nell’oscurità. Contenevano testi scritti in una lingua morta, l’italiano, preceduti da una parola isolata, wasurenamu, che in giapponese significa voglio dimenticare. Nonostante la bizzarria del contenuto e la loro evidente scarsa importanza, i dati furono archiviati come memorie di un’androide. Ora riposano muti nel ventre di uno dei tanti Centri Computazionali Periferici e sono attraversati da rari impulsi elettrici che li tengono ancora in vita”.
Wasurenamu è il primo verso di una poesia di Fujiwara no Teika:
Voglio dimenticare.
Non dirmi che magari
mi stanno aspettando,
vento d’autunno che soffi sulle vette
dei monti di Inaba
Grazie
Valeria
“wasurenamu” come immagino saprai è un verso molto importante nella poesia classica, e l’uso che ne fa teika nella poesia che citi ne è senz’altro uno dei picchi. per questo semplicemente mi chiedevo come ci sei arrivata :) grazie a te!
Io sono arrivata a questo verso, wasurenamu, che suona come un bel quinario, grazie alla lettura delle poesie di Fujiwara no Teika splendidamente curate e tradotte da Pierantonio Zanotti in “Il ponte sospeso dei sogni”, Edizioni Ariele, 2006, dove si rende conto dei tanti meccanismi di recupero e rielaborazione degli stessi versi all’interno della poesia giapponese. Mi sembrava poi potesse andar bene come titolo di queste memorie ambientate in un lontano futuro, come uno dei tanti relitti del passato custoditi in una mente artificiale
v.
[…] *Parola giapponese che vuol dire “voglio dimenticare”, è il titolo di una bella raccolta poetica di Valeria Ferraro, edita per Forme Libere, Trento, 2011, vedi qui. […]