da Il Diario di Nanda Woodman
di Fernanda Woodman
I RAGNI
sono una rara specie di conchiglia
incastonata tra ere di lenzuola
e se poggi l’orecchio sul mio ventre
tra le cabine di una Rimini spettrale
comparirà, in abito da tennis, l’estate 1965.
lo senti il tempo?
questo grosso soriano che si ostina a farsi le unghie
sulla tappezzeria di una camera d’albergo?
dalla finestra scricchiola un po’ di polvere
e i ragni?
i ragni fanno merenda
con i sette nei che mi piantonano lo sterno
***
SOPHIE MARCEAU
era il tram numero uno che stanotte
partiva per Atlantide distribuendo ai passeggeri
fette di pane nero spalmato di Marmite?
a Milano lo aspettavamo alla fermata
stretti in montgomery blu dagli alamari slabbrati.
ed era autunno, come sempre.
le foglie cadevano.
credendole patatine cadute da un sacchetto
ne raccolsi una manciata dal marciapiede.
sognavo di essere la nebbia
di venire attraversata dal traffico delle sei e trenta
in Piazzale Loreto:
Sophie Marceau era su tutti i cartelloni
e l’orologio segnava l’Era dell’Acquario
***
AUTUNNALE
me ne vado.
prendo il notturno Ventimiglia – Nice.
e su questi vagoni di serie B
confido di incontrare una ragazza complicata
per una partita a scala quaranta e un melograno
come nella scena scartata
di un qualsiasi film del primo Bertolucci.
tutto questo è autunnale
mi dirà mentre beviamo tè nero da un thermos.
e degli spettri di mille bugiardi
non ci sarà più traccia.
***
NATALE
come sono belli questi tossici
che nella notte puntano il cielo
aspettando il guaito del Cane Minore
sognano tutti la stessa stella
con le sembianze di una bambina thailandese
nel cortile un filippino organizza il traffico dei tricicli
e lei lava le scale e abita all’ultimo piano
***
PIGIAMA PARTY
Il contrario del decoro abita qui
la stanza è una festa di scimmie e ergastolani
in pigiama a righe
e
le bucce di mandarino le hai annusate
in tutte queste sere che non esistono
alla luce azzurrata della tv
la lampada-medusa crede di essere nel mare
si muove dal muro alla finestra
e la notte la aspetta dappertutto:
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Queste poesie sono di una bellezza e di una intensità sbalordente, dal primo all’ultimo verso, si sente sempre il bisogno di averne un altro.
La prima volta che legga qualcosa di Fernanda Woodman.
E ne voglio ancora.
E internet non ne sa niente, né di Fernanda Woodman né del suo diario…
Mi sto perdendo (in) qualcosa?
Sanno di pseudonimo lontano un miglio.
pseudonimo o meno, sono bellissime
infatti. I love nanda, chiunque sia.
Insomma, tirate fuori questo diario!
Caro Antonio, penso che il diario si stia “tirando fuori” da solo, un po’ alla volta, proprio come il diario di carta su cui ci si appunta a cadenza irregolare. Concordo con gli entusiasmi!
Il mio urlo da hooligan proviene direttamente dalla compulsività accontentata da un mercato editoriale che, varcate le porte digitali, ti garantisce sempre di farti trovare quel che cerchi, dopo averne fatto circolare la promozione iniziale, con estratto o senza.
Quindi se siamo alle prese con un/a poeta che sceglie da sé i tempi e le apparizioni, se questa è una operazione estetica e non immediatamente commerciale, sono finito.
vero: belle e vivide e percorse da una vena di follia
bellissime
davvero eccezionali
tra la Pivano e la Woodman qui parla – bene – un autore maschile direi
Tra De Gregori e Sandro Penna l’imbarco è promettente se parte ora.
bellissime complimenti