Eronda

Traduzione in scazonti di Daniele Ventre

Mimiambo I

 

METRICHE – TRACIA  – GILLI 

 

 

 

METRICHE
Ehi, Tracia, bussano alla porta: non vuoi
vedere chi è venuto dalla campagna?
TRACIA
Chi c’è alla porta?
GILLI
Io!
TRACIA
Chi sèi? Hai paura
d’avvicinarti?
GILLI
Sono qui, come vedi.
TRACIA
E sèi…?
GILLI
La madre di Filenide, Gilli.
Sono arrivata: dillo a Metriche, dentro.
TRACIA
Ti chiama…
METRICHE
Chi c’è?
TRACIA
…Gilli.
METRICHE
Gilli, mammina!
–Un  po’ in là, serva. –Quale sorte a venire
da me t’ha spinta, dio fra gli uomini, Gilli?
Già cinque mesi, credo, sono trascorsi,
da che non ti si vede, Gilli, varcare
nemmeno in sogno, per le Moire, la porta!
GILLI
Lontano ho casa, figlia; poi fra le calli
fin sopra alle ginocchia sale la mota,
ed io ho la forza d’una mosca: vecchiaia
mi si trascina, come un’ombra mi segue.
METRICHE
<…> e basta, con la scusa degli anni!
[hai da] tirare il collo, Gilli, a ben altri!
GILLI
Sì, scherza: certe cose sono per voi
più giovani.
<METRICHE>
Su, adesso non ti scaldare!
GILLI
Piuttosto, figlia, quanto tempo da sola,
da vedova, tu premi vedovo letto!
Da quando Mandri fu spedito in Egitto,
son dieci mesi, non ti scrive una riga,
ma t’ha scordata, nuova coppa già beve.
È lì la casa della dea: tutto quello
Che esiste e nasce a questo mondo, è in Egitto:
palestre, soldi, forza, gioia, e poi fama,
spettacoli, filosofi, oro, ragazzi,
il tempio degli dèi gemelli, un re giusto,
e c’è il Museo, vino, e i beni che vuoi,
e donne, quante, per la Kore dell’Ade!,
nemmeno il cielo vanta averne, di stelle,
d’aspetto quali a Paride vennero un giorno
[le dee] a giudizio di beltà (sfugga loro
[quello che ho detto]; con che cuore, ah, infelice,
stai lì a scaldar la sedia? Non te ne accorgi
[che invecchi]: cenere prenderà il tuo bel fiore!
[Tu guarda] altrove: per due giorni o tre cambia
proponimento, devi startene allegra
<…> ad altri: mal s’ormeggia una nave
a una sola àncora; e se viene a noi quella
<…> non c’è chi ci riporti
in vita <…> una selvaggia tempesta
<…> e nessuno conosce
quel che ci [attende]: malsicuro è per l’uomo
<…> Non c’è proprio nessuno,
qui nei paraggi?
METRICHE
No, nessuno.
GILLI
Su, ascolta
che vengo a dirti qui sollecita: il figlio
di Matalina di Patecio, quel Grillo
che, bimbo, ha vinto a Pito cinque trofei,
due, fra i ragazzi al primo pelo, a Corinto,
e ha steso ai cesti ben due uomini a Pisa,
e ricco al bacio, che non muove uno stelo
da terra, gemma intatta per Citerea,
in un corteo di Misa vide te ed ebbe
d’amore gonfio il petto, l’estro nel cuore,
dalla mia casa né la notte né il giorno
si parte, figlia, ma mi copre di pianto
e mi solletica e mi muore di voglia.
Su, Metriche, piccina, dona alla dea
quest’unico peccato: datti da fare,
che a tua insaputa non ti colga vecchiaia!
Così otterrai due cose: [te la godrai]
e avrai ben più di quanto speri: rifletti,
da’ retta: io, per le Moire, sono tua amica!
METRICHE
T’oscurano la mente, Gilli, i capelli
canuti: in nome del ritorno di Mandri
e della mia Demetra, no, di buon cuore
da un’altra donna non l’avrei sopportato,
le avrei insegnato canti zoppi da zoppa,
e aver la soglia della porta nemica.
Un’altra volta non venirmeli a dare
questi consigli, amica; quel che le vecchie
conviene dicano alle giovani dimmi;
e lascia a Metriche di Pìteo scaldare
la sedia: che nessuno rida di Mandri!
ma non è l’ora, pare, Gilli, per questi
discorsi. Tracia, su, pulisci la tazza,
di vino pretto versaci le tre parti
e mesci l’acqua, offri da bere.
GILLI
Ben detto!
METRICHE
To’, Gilli, bevi!
GILLI
Fa’ vedere <…>
Non vengo a persuaderti, ma per la festa.
METRICHE
E per la festa, Gilli <…>
GILLI
Ne venga in abbondanza, figlia <…>
Che dolce! Per Demetra, Metriche, Gilli
non bevve vino mai più dolce di questo!
Con buona sorte stammi bene, abbi cura
di te, piccina; per me Mirtale e Sime
rimangan giovani finché Gilli respira!
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5 Commenti

  1. Curiosi i riferimenti a tanti comportamenti oggi consueti… ancora più solido il testo per merito delle lacune che accendono connessioni illuminanti… divertente la cedevolezza alla coppa di vino della cara mammina!

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Daniele Ventre (Napoli, 19 maggio 1974) insegna lingue classiche nei licei ed è autore di una traduzione isometra dell'Iliade, pubblicata nel 2010 per i tipi della casa editrice Mesogea (Messina).
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