Articolo precedente
Articolo successivo

Le bianche braccia della signora Sorgedhal

di Gianni Biondillo

Lars Gustafsson, Le bianche braccia della signora Sorgedhal, 231 pag., Iperborea, trad. Carmen Giorgetti Cima

La signora Sorgedahl “veniva da quella parte della Svizzera dove si parla italiano”, aveva la pelle chiara e i capelli rossi. E il doppio degli anni del gruppo di adolescenti che, nei pomeriggi dopo la scuola, andava a trovarla a casa, per ascoltare musica classica e discutere di filosofia. Moglie di un noioso ingegnere svedese, riempiva l’aria di un profumo misterioso.

Era il 1954 e sarebbe sparita per sempre dalla memoria del mondo se il suo ricordo acuto e doloroso non fosse riapparso come una epifania nella memoria di un ormai vecchio professore di Oxford ad un passo dalla pensione. Di uno, cioè, dei ragazzi di oltre cinquant’anni fa, che oggi, incredulo, viene investito dalla potenza dei ricordi. Di lei, il narratore, s’era completamente dimenticato. Ora, sempre più consapevole della sua vita in discesa, verso un baratro incomprensibile, impossibile da decrittare, il ricordo di quella donna, di quella estate dove un giovane studente oltrepassa la sua linea d’ombra, diventa l’occasione per perdersi fra la reviviscenza della memoria (alcuni passaggi del romanzo sono “maledettamente” proustiani) e la digressione dotta e fantastica di ascendenza borgesiana.

Il Narratore, per quanto personaggio di fantasia, assomiglia, per biografia, al suo autore, Lars Gustafsson, filosofo, matematico, poeta e narratore svedese fra i più tradotti al mondo. Le bianche braccia della signora Sorgedhal è un romanzo anomalo, colmo di tensioni erotiche giovanili e di dolenti riflessioni senili, che cerca di ricostruire il mondo di un uomo raggrumando in un preciso punto del tempo e dello spazio – in un paese della Svezia, in un anno particolare – il significato stesso della sua esistenza. Il tempo non ha senso, tutto accade “contemporaneamente”, filosoficamente ognuno di noi, dice Gustafsson, vive dentro una bolla che non ha esterno. Vive un eterno presente, eternamente, impossibilitato a comprendere mai cosa c’è “dopo”, oltre le rapide del fiume, oltre l’orizzonte.

(pubblicato su Cooperazione n. 17 del 24 aprile 2012)

Print Friendly, PDF & Email

2 Commenti

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

Attorno a un completo sconosciuto

di Gianluca Veltri
Quando arriva sul palco, il 25 luglio 1965, Dylan sembra un alieno piombato sulla terra. È vestito come un rocker, tutti gli strumenti della band sono elettrici: due chitarre, basso, organo e batteria. Altro che menestrello di Duluth.

Babilonia

di Gianni Biondillo
Fra opere di maggior o minore qualità, fra grandi cantieri e cantieri smisurati, ecco spuntare fuori il Bosco Verticale. Progetto vincente, inutile negarlo, a partire dalla sua comunicazione. Architettura che si fa claim, slogan, motto.

Sangue mio, corri!

di Romano A. Fiocchi
«La geografia aveva complottato con la storia e ne era uscito il capolavoro di un paradosso». "La signora Meraviglia", di Saba Anglana, è una sorta di autobiografia di famiglia con l’atmosfera di "Cent’anni di solitudine", proiettata non in Colombia bensì tra il Corno d’Africa e l’Italia.

Non chiamatela Banlieue

di Gianni Biondillo
Innanzitutto: non è una banlieue. Smettiamola di usare parole a sproposito, non aiuta a capire di cosa stiamo parlando. E, a ben vedere, non è neppure più una periferia. Dal Corvetto a Duomo ci vuole un quarto d'ora di metropolitana, siamo ormai nel cuore della metropoli lombarda.

Il venditore di via Broletto

di Romano A. Fiocchi
Sono trascorsi molti anni ma mi ricorderò sempre di quel giorno gelido di fine gennaio in cui lo incontrai. Lavoravo come fotoreporter da circa tre mesi, mi aveva assunto in prova l’agenzia Immaginazione.

Il cuore del mondo

di Luca Alerci
Vincenzo Consolo lo incontrai, viandante, nei miei paesi sui contrafforti dell’Appennino siciliano. Andava alla ricerca della Sicilia fredda, austera e progressista del Gran Lombardo, sulle tracce di quel mito rivoluzionario del Vittorini di "Conversazione in Sicilia".
gianni biondillo
gianni biondillo
GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024). Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: