La storia di Genji
Poco prima di partire per il cammino a piedi della Stella d’Italia ho avuto la gioia di ricevere un regalo meraviglioso e ben augurale, una grossa busta dell’Einaudi con dentro uno dei romanzi che amo di più, scritto dalla più grande scrittrice di tutti i tempi: La storia di Genji di Murasaki Shikibu, appena uscito nella traduzione italiana di Maria Teresa Orsi, per la prima volta direttamente dal giapponese antico.
Su questo libro giapponese dell’anno Mille ho già scritto molte volte e chi conosce i miei libri conosce anche l’intensità del mio trasporto per questo impareggiabile romanzo e il mio amore fisico per la sua misteriosa autrice.
Diversi anni fa, quando io e gli altri amici del Primo amore eravamo ancora in Nazione Indiana, abbiamo organizzato al Teatro I una serata su questo libro ancora in cantiere, con la presenza tra gli altri della sua traduttrice, di Andrea Raos e di altri.
Ringrazio e abbraccio Maria Teresa Orsi e – attraverso di lei – anche il corpo o il corpicino di Murasaki avvolto negli strati sovrapposti delle sue vesti.
non uno degli scrittori (che io sappia non hanno sesso,) e nemmeno una delle ma perentoriamente la più grande scrittrice di tutti i tempi.
Ma Moresco non è un critico ma uno scrittore, uno scrittore di qualità (che ho avuto la fortuna di leggere grazie ai consigli di un amico poeta di n.i.) ed ha il diritto dovere di esprimere giudizi così perentori.
Correrò il rischio di acquistare il libro di un autore per me sconosciuto.
muchas gracias
@carmelo vedrai che ti troverai bene… correre il rischio comprando il genji monogatari (cosa che farò anch’io, tipo, oggi – lo avevo letto in un pdf inglese che si trova in giro online) è un po’come correre il rischio comprando la Divina Commedia :)
beh non chiedo di meglio!!!!!
Delicato omaggio a una poetessa, a una tradutrice, a un poeta che amo particolarmente: Andrea Raos.
Destino: lo scrittore (Antonio Moresco) è sulla partenza, legge la poesia di
una poetessa di corte.
Penso a un corpo nell’ombra di una stanza o nel giardino interiore, dove la natura si manifesta con piccoli tratti di luce, con una carezza, un lento passo, quasi contro visibile. Lo scrittore parte nel cuore del cielo, di una natura rigogliosa, nella luce verticale: cammina, osserva, annusa, fermo nel movimento. Ma è come la poetessa alla ricerca di una linea che pochi osservano.
cammini in crocciati.