Carles Riba – Elegies de Bierville

traduzione in distici elegiaci di

Daniele Ventre

I
 
Era secret el camí fabulós de tristeses divines
fins a les aigües vivents que em recordaren un nom,
oh inefable!i una callada manera senzilla
d’amorosir el pensament per una gracia tenaç.
Lliures al cel, les tofes havien donat a la terra
llur primavera d’antany flonja i daurada humilment.
El meu pas bandejat de tants ahirs d’alegría
hi ha conortat l’afany que de l’hivern abaltit
em llançava a un abril incert. Ah!, com si tinguessin
tots els homes la pau i només jo fos errant.
Somnis per a mi sol en averany i en figura,
l’ànima s’hi coneix, ja no es sola a esperar
en el parc estremit on sembla estar per reneixer
jo no sé quin déu mort fill de la font i del verd.

 

I.

 

Era segreta la via favolosa d’angosce divine,

all’acqua viva che un nome al mio ricordo evocò,

ah, inesprimibile, e una silente maniera pacata,

d’innamorare il pensiero a una tenace beltà.

Libere al cielo le foglie alla terra avevano offerta,

molle e dorata umiltà, la primavera che fu;

allontanato il mio passo da tanti e tanti ieri di gioia,

in questi luoghi sopì l’ansia che mi proiettò

dal pigro inverno a un aprile indeciso, ah!, quasi che avesse

pace ogni uomo e nessun esule errasse oltre me.

Sogni soltanto per me in premonizione e in figura!

L’anima è conscia e non più sola ad attendere, qui;

sembra nel parco fremente che stia per tornare alla vita,

nato alla fonte ed al verde, un morto iddio che non so.

 

II

Súnion! T’evocaré de lluny amb un crit d’alegria,
tu i el teu sol lleial, rei de la mar i del vent:
pel teu record, que em dreça, feliç de sal exaltada,
amb el teu marbre absolut, noble i antic jo com ell.
Temple mutilat, desdenyós de les altres columnes
que en el fons del teu salt, sota l’onada rient,
dormen l’eternitat! Tu vetlles, blanc a l’altura,
pel mariner, que per tu veu ben girat el seu rumb;
per l’embriac del teu nom, que a través de la nua garriga
ve a cercar-te, extrem com la certesa dels déus;
per l’exiliat que entre arbredes fosques t’albira
súbitament, oh precís, oh fantasmal! i coneix
per ta força la força que el salva als cops de fortuna,
ric del que ha donat, i en sa ruïna tan pur.

 

II.

Sunio! Te e il sole fedele ch’è tuo, re del mare e del vento,

in una voce di gioia, io vi rievocherò,

al tuo ricordo che insieme al marmo assoluto solleva,

lieto dell’onda esaltata, e chiaro, e antico, anche me.

Tu, mutilato sacrario, sdegnoso delle altre colonne,

che nel ridente sciacquio dormono un’eternità

al fondo, giù, del tuo abisso! Tu vigili, bianco, dall’alto,

sul marinaio che per te bene il suo corso drizzò;

su chi si inebria al tuo nome, e di fra la nuda sterpaglia

viene a cercarti, certezza ultima delle deità;

sull’esiliato che in mezzo a penombre arboree ti mira

subitamente, o preciso, o fantasmatico! E sa

dalla tua forza la forza che ai colpi del fato lo salva,

puro di calamità, forte di quel che donò.

 

* Delle Elegies de Bierville del poeta catalano Carles Riba (1893-1959), composte durante l’esilio francese dell’autore in séguito all’avvento della dittatura franchista, si propongono qui le traduzioni isometre di due componimenti. In italiano l’unica traduzione completa esistente è la versione alineare di Giuseppe E. Sansone, Einaudi, Torino, 1977.

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2 Commenti

  1. Sono molto felice di vedere un pezzo della letteratura catalana in una pagina come Nazione Indiana!!

    Grazie!!!

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Daniele Ventre (Napoli, 19 maggio 1974) insegna lingue classiche nei licei ed è autore di una traduzione isometra dell'Iliade, pubblicata nel 2010 per i tipi della casa editrice Mesogea (Messina).
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