“… sono bestie da circo che saltano i meridiani.”

di Orsola Puecher

Frédéric-Louis SauserLa Chaux-de-Fonds, Svizzera, 1 settembre 1887 – Parigi, 21 gennaio 1961 – ritratto del fotografo A. Monbaron, Neuchâtel, rue de l’Hôpital, 17, Suisse, nella cartolina datata Estate 1907, con dedica “Alla mia profondamente amata Agnès, – la cognata – Freddy. Berna 5 Agosto 1908” ha 20 anni. Un viso ancora sottile, un vestito di velluto, il col cassé, un fiocco anarchico e un sorriso appena accennato.Les Clichés Sont Conservés – Sfuggito all’imposizione paterna di prosaici studi commerciali, dopo una specie di periplo dei continenti e dei mestieri più disparati, da apicoltore nei sobborghi di Parigi, a orologiaio a San Pietroburgo, giocoliere nei vaudeville londinesi con Charlie Chaplin, nel 1912 approda a New York, confuso fra gli emigranti del Nuovo Mondo, quasi un Karl Rossmann in carne e ossa. Raggiunge Féla Poznanska una studentessa polacca conosciuta a Berna, di cui anche l’amico Marc Chagall era innamorato, che poi sposerà nel 1914 e che sarà madre dei loro tre figli e compagna di una vita.

  
  

Il giorno di Pasqua del 1912, Domenica 7 aprile, esattamente cent’anni fa, Freddy entra in una chiesa di Manhattan e ascolta
La Creazione di Haydn


La notte nella sua stanza scrive Les Pâques di getto. Lapis su fogli a righe azzurrine, senza cancellature e ripensamenti. Ancora con la mano destra, quella che poi perderà nel 1915 in seguito all’amputazione del braccio per le ferite riportate nella Prima Guerra Mondiale. In quello stesso anno torna a Parigi e con il nom de plume di ⇨ Blaise Cendrars lo pubblica a sue spese con il titolo definitivo di Les Pâques a New York. Lo leggerà nel salotto letterario di Robert e Sonia Delaunay, pare ascoltato da Apollinaire, a occhi chiusi: in alcune sue poesie di Alcools del 1913 le tracce di quell’ascolto sono evidenti. A Parigi diventa parte integrante della vivace vita culturale di Montparnasse, amico di Modigliani (che gli fa dodici ritratti), di Soutine, Chagall, Léger, Cocteau, Max Jacob e di Arthur Cravan. Insieme ad Apollinaire progetta la rivista letteraria Zones, la cosa poi non andrà in porto, ma Apollinaire utilizzerà questo titolo per una sua opera. Come brace, Blaise, sotto la cenere, Cendrars, la poesia del giovane precursore di ogni on the road agisce con influenze sotterranee, e forse mai del tutto riconosciute, sul rinnovamento della poesia francese, annoverandolo di diritto fra la schiera, folta e sempre vitale, dei detonatori silenziosi di cambiamento.
Come diceva di lui William Carlos Williams :

Egli era sempre sul punto di partire, qui o la per lui non era importante. M’inquietava e non pensavo mai che potesse divenire adulto e scrivere una raccolta dei suoi poemi. La sua capacità di sopravvivere, viaggiare e continuare a scrivere mi stupiva.

Viaggiare e scrivere come totale sinergia.
 
Per il giovane Cendrars, che solo quattro anni più tardi là forse avrebbe potuto incontrare Picabia, Duchamp o Man Ray, il vagare solitario nei bassifondi di una New York ostile e oscura, dove regna la miseria, si sovrappone ai ricordi della Pasqua ortodossa a San Pietroburgo e al suo passato. In un incalzante dialogo con un Cristo che, sceso dai quadri appesi nei musei, gli cammina a fianco, il Calvario è assimilato a quello del poeta e a quello dell’umanità tutta: una lunga schiera di ultimi che lo accompagnano al Golgota. Dagli ospizi, dal ghetto, emigranti di tutte le razze, bestie da circo che saltano i meridiani, donne sfruttate, ladri, vagabondi, truffatori, suonatori ambulanti ciechi e monchi e

la cantante col cappello di paglia a rose di carta;
so che sono loro che canteranno per l’eternità.

Una preghiera interiore, invettiva e lauda medievale intersecata a un visionario flusso di coscienza, in cui il suono antico del ricordo delle campane ortodosse tintinna in una New York notturna silenziosa e minacciosa.
La città moderna e il suo deserto di solitudine irrompono nei versi con il tuono, il rumore immenso delle metropolitane gremite e dei treni che sfrecciano scuotendo i ponti di ferro, mentre l’alba scivola fredda come un sudario mettendo a nudo i grattacieli nell’aria. Il sole offuscato dai fumi è il volto coperto di sputi del Cristo.

JOHN SLOAN [1871-1951] Six O’Clock, Winter, 1912

Lo scintillio tenue delle lettere miniate d’oro del monaco, un evocato Andrej Rublëv che dipinge il volto di Cristo, si mescola al brillare profano delle insegne luminose delle banche, verso un finale dove nella solitudine della stanza tugurio tutto sembra sparire, anche il Cristo, nel vuoto dell’abbandono e nel dubbio.
Metafore e suggestioni pittoriche che spaziano dal fauvismo, al cubismo e all’espressionismo, con un marcato sottofondo chagalliano, immagini reali e allucinazioni si alternano nel contrappunto di un procedere cinematografico di montaggi incrociati, contrasti, dissolvenze, flashback, sovraimpressioni e multivisioni, che si possono ritrovare con identico taglio nella sua sceneggiatura e tradotti in fotogrammi in La roue di Abel Gance di cui Cendrars, con il suo eclettismo davvero unico, sarà anche assistente alla regia nel 1921.

da “La roue” [ 1921 ] di ABEL GANCE
A. HONEGGER dalla colonna sonora per La roue [1922]


 
  
  
  

 

BLAISE CENDRARS
Pasqua a New York
[1912]
Manoscritto originale autografo

Flecte ramos, arbor alta, tensa laxa viscera
Et rigor lentescat ille quem dedit nativitas
Ut superni membra Regis miti tendas stipite. 1
[Fortunate PANGE LINGUA ]

Seigneur, c’est aujourd’hui le jour de votre Nom,
J’ai lu dans un vieux livre la geste de votre Passion

Signore, è oggi il giorno in vostro Nome,
lessi in un vecchio libro della vostra Passione,

Et votre angoisse et vos efforts et vos bonnes paroles
Qui pleurent dans un livre, doucement monotones.

e la vostra angoscia e le vostre fatiche e le vostre buone parole
che piangono dentro un libro, dolcemente monotone.

Un moine d’un vieux temps me parle de votre mort.
Il traçait votre histoire avec des lettres d’or

Un monaco di tempi antichi mi parla della vostra morte.
Egli miniava la vostra storia a lettere dorate

Dans un missel, posé sur ses genoux,
Il travaillait pieusement en s’inspirant de Vous.

in un messale, posato in grembo,
s’ispirava a Voi, devoto lavorando.

À l’abri de l’autel, assis dans sa robe blanche,
Il travaillait lentement du lundi au dimanche.

Dietro l’altare, seduto nella sua veste candida
lavorando lentamente dal lunedì alla domenica.

Les heures s’arrêtaient au seuil de son retrait.
Lui, s’oubliait, penché sur votre portrait.

Le ore si arrestavano alla soglia del suo ritiro.
Lui se ne scordava, chino sul vostro profilo.

À vêpres, quand les cloches psalmodiaient dans la tour,
Le bon frère ne savait si c’était son amour

Al vespro, quando le campane salmodiavano sulla torre,
il buon frate non sapeva se fosse il suo amore

Ou si c’était le Vôtre, Seigneur, ou votre Père
Qui battait à grands coups les portes du monastère.

o se fosse il Vostro, Signore, o del Padre Vostro
che batteva a gran colpi alle porte del chiostro.

Je suis comme ce bon moine, ce soir, je suis inquiet.
Dans la chambre à côté, un être triste et muet

Sono come quel buon monaco, stasera, sono inquieto.
Nella stanza accanto, un essere triste e muto

Attend derrière la porte, attend que je l’appelle !
C’est Vous, c’est Dieu, c’est moi, – c’est l’Éternel.

attende dietro la porta, attende il mio appello!
Siete Voi, è Dio, sono io – è l’Eterno.

Je ne Vous ai pas connu alors, – ni maintenant.
Je n’ai jamais prié quand j’étais un petit enfant.

Non vi ho riconosciuto allora, – adesso nemmeno.
Non ho mai pregato quando ero un piccolo bambino.

Ce soir pourtant je pense à Vous avec effroi.
Mon âme est une veuve en deuil au pied de votre Croix ;

Stasera tuttavia penso a Voi con timore.
La mia anima è una vedova ai piedi della Croce nel dolore;

Mon âme est une veuve en noir, – c’est votre Mère
Sans larme et sans espoir, comme l’a peinte ⇨ Carrière.

la mia anima è una vedova in nero – è vostra Madre
senza lacrime e senza speranza, come l’ha dipinta Carrière.

Je connais tous les Christs qui pensent dans les musées ;
Mais Vous marchez, Seigneur, ce soir à mes côtés.

Conosco tutti i Cristi, appesi nei musei;
ma stasera i vostri passi, Signore, sono di fianco ai miei.

Je descends à grands pas vers le bas de la ville,
Le dos voûté, le coeur ridé, l’esprit fébrile.

Scendo verso i bassifondi di buon passo,
schiena curva, spirito febbrile, cuore come uno straccio

Votre flanc grand-ouvert est comme un grand soleil
Et vos mains tout autour palpitent d’étincelles.

Il Vostro costato squarciato è come una grande stella
e le Vostre mani attorno palpitano di scintille.

Les vitres des maisons sont toutes pleines de sang
Et les femmes, derrière, sont comme des fleurs de sang,

I vetri delle case sono tutti pieni di sangue
e le donne, dietro, sono come fiori di sangue,

D’étranges mauvaises fleurs flétries, des orchidées,
Calices renversés ouverts sous vos trois plaies.

delle orchidee, degli strani avvizziti fiori del male,
calici rovesciati aperti sulle vostre tre piaghe.

Votre sang recueilli, elles ne l’ont jamais bu.
Elles ont du rouge aux lèvres et des dentelles au cul.

Il Vostro sangue raccolto, loro non l’hanno mai bevuto.
Hanno del rosso sulle labbra e dei merletti sul culo.

Les fleurs de la Passion sont blanches comme des cierges,
Ce sont les plus douces fleurs au Jardin de la Bonne Vierge.

I fiori della Passione sono bianchi, come candele,
sono i fiori più dolci nel Giardino della Beata Vergine.

c ‘est à cette heure-ci 2, c’est vers la neuvième heure,
Que votre tête, Seigneur, tomba sur votre Coeur.

È a quest’ora, è verso la nona ora, Signore
che la Vostra testa vi ricadde sul Cuore.

Je suis assis au bord de l’océan
Et je me remémore un cantique allemand,

Sono seduto in riva all’Atlantico
e mi viene in mente in tedesco un cantico,

Où il est dit, avec des mots très doux, très simples, très purs,
La beauté de votre Face dans la torture.

dove si dice, con parole dolcissime, assai semplici e pure,
la bellezza del vostro Volto durante le torture.

Dans une église, à Sienne, dans un caveau,
J’ai vu la même Face, au mur, sous un rideau.

In una chiesa, dentro una cripta, a Siena,
ho visto lo stesso Volto, sul muro, dietro una tenda.

Et dans un ermitage, à Bourrié-Wladislasz,
Elle est bossuée d’or dans une châsse.

E a Bourrié-Wladislasz in un ritiro
è sbalzato in oro in uno scrigno.

De troubles cabochons sont à la place des yeux
Et des paysans baisent à genoux Vos yeux.

Delle gemme offuscate sono al posto degli occhi
e contadini baciano in ginocchio i Vostri occhi.

Sur le mouchoir de Véronique Elle est empreinte
Et c’est pourquoi Sainte Véronique est votre sainte.

Sul velo della Veronica Lui si stampa
e perciò Santa Veronica è la Vostra santa.

C’est la meilleure relique promenée par les champs,
Elle guérit tous les malades, tous les méchants.

E’ la migliore reliquia portata per per le campagne,
guarisce tutti i malati, tutte le carogne.

Elle fait encore mille et mille autres miracles,
Mais je n’ai jamais assisté à ce spectacle.

Fa ancora mille e mille altri miracoli,
ma non ho mai assistito a questi spettacoli.

Peut-être que la foi me manque, Seigneur, et la bonté
Pour voir ce rayonnement de votre Beauté.

Forse la fede mi manca, Signore, e la purezza
per vedere questo irraggiamento della vostra Bellezza.

Pourtant, Seigneur, j’ai fait un périlleux voyage
Pour contempler dans un béryl l’intaille de votre image.

Eppure, Signore, ho fatto un pericoloso viaggio
per contemplare in un berillo l’incisione della vostra effigie.

Faites, Seigneur, que mon visage appuyé dans les mains
Y laisse tomber le masque d’angoisse qui m’étreint.

Fate, Signore, che il mio volto premuto fra le dita
lasci cadere la maschera d’angoscia che mi ha ghermito.

Faites, Seigneur, que mes deux mains appuyées sur ma bouche
N’y lèchent pas l’écume d’un désespoir farouche.

Fate, Signore, che le mie mani appoggiate sulla bocca,
non lecchino la schiuma di una disperazione feroce.

Je suis triste et malade. Peut-être à cause de Vous,
Peut-être à cause d’un autre. Peut-être à cause de Vous.

Sono triste e malato. Forse a causa Vostra,
forse a causa di un altro. Forse a causa Vostra.

Seigneur, la foule des pauvres pour qui vous fîtes le Sacrifice
Est ici, parquée tassée, comme du bétail, dans les hospices.

Signore, la folla dei poveri per cui è il vostro Sacrifizio,
è qui, ammassata, stipata, come bestiame, in un ospizio.

D’immenses bateaux noirs viennent des horizons
Et les débarquent, pêle-mêle, sur les pontons.

Immense navi nere vengono dagli orizzonti
e li sbarcano, alla rinfusa, sui ponti.

Il y a des Italiens, des Grecs, des Espagnols,
Des Russes, des Bulgares, des Persans, des Mongols.

Vi sono Italiani, Greci, Spagnoli,
Russi, Bulgari, Persiani e Mongoli.

Ce sont des bêtes de cirque qui sautent les méridiens.
On leur jette un morceau de viande noire, comme à des chiens.

Sono bestie da circo che saltano i meridiani.
Si getta loro un pezzo di carne nera, come a dei cani.

C’est leur bonheur à eux que cette sale pitance.
Seigneur, ayez pitié des peuples en souffrance.

È tutta la loro felicità questo schifosa pietanza.
Signore, pietà per tutti i popoli nella sofferenza.

Seigneur dans les ghettos grouille la tourbe des Juifs
Ils viennent de Pologne et sont tous fugitifs.

Signore la turba dei Giudei brulica nei ghetti
vengono dalla Polonia e sono tutti fuggiti.

Je le sais bien, ils ont fait ton Procès ;
Mais je t’assure, ils ne sont pas tout à fait mauvais.

Io lo so bene, vi hanno fatto il Processo;
ma loro non sono affatto malvagi, siatene certo.

Ils sont dans des boutiques sous des lampes de cuivre,
Vendent des vieux habits, des armes et des livres.

Se ne stanno nelle loro botteghe sotto lampade di ottone,
Vendono dei vecchi abiti, delle armi e qualche tomo.

Rembrandt aimait beaucoup les peindre dans leurs défroques.
Moi, j’ai, ce soir, marchandé un microscope.

Rembrandt amava molto dipingerli con il loro vestiario.
lo, ho, stasera, contrattato per un microscopio.

Hélas! Seigneur, Vous ne serez plus là, après Pâques !
Seigneur, ayez pitié des Juifs dans les baraques.

Ahimè! Signore, Voi non ci sarete più, dopo Pasqua
Signore, abbiate pietà per i Giudei nelle baracche.

Seigneur, les humbles femmes qui vous accompagnèrent à Golgotha
Se cachent. Au fond des bouges, sur d’immondes sophas,

Signore, le umili donne che vi accompagneranno al Golgota,
si nascondono. In fondo ai tuguri, su di un’immonda alcova,

Elles sont polluées de la misère des hommes.
Des chiens leur ont rongé les os, et dans le rhum

Sono inquinate dalla miseria degli uomini.
e dal rum, le loro ossa i cani le rosicchiano.

Elles cachent leur vice endurci qui s’écaille.
Seigneur, quand une de ces femmes me parle, je défaille.

nascondono il vizio incallito che si squama.
Signore, io sto male, se una di queste donne mi parla.

Je voudrais être Vous pour aimer les prostituées.
Seigneur, ayez pitié des prostituées.

Vorrei essere Voi per amare le prostitute.
Signore, abbiate pietà delle prostitute.

Seigneur, je suis dans le quartier des bons voleurs,
Des vagabonds, des va-nu-pieds, des recéleurs.

Signore, sono nel quartiere dei ladri provetti,
dei vagabondi, dei ricettatori, dei reietti

Je pense aux deux larrons qui étaient avec vous à la Potence,
Je sais que vous daignez sourire à leur malchance.

Penso ai due ladroni che erano con voi al Supplizio,
so che vi degnaste di sorridere alla loro disgrazia.

Seigneur, l’un voudrait une corde avec un noeud au bout,
Mais ça n’est pas gratis, la corde, ça coûte vingt sous.

Signore, uno vorrebbe una corda con un nodo in cima,
ma non è gratis, la corda, costa un ventino.

Il raisonnait comme un philosophe, ce vieux bandit.
Je lui ai donné de l’opium pour qu’il aille plus vite en paradis.

Ragionava come un filosofo, quel vecchio bandito.
Gli ho dato un po’ d’oppio perché vada più veloce in paradiso.

Je pense aussi aux musiciens des rues,
Au violoniste aveugle, au manchot qui tourne l’orgue de Barbarie,

Penso anche ai musicisti che stanno sulla via,
al violinista cieco, al monco che suona l’organetto di Barberia,

A la chanteuse au chapeau de paille avec des roses de papier ;
Je sais que ce sont eux qui chantent durant l’éternité.

alla cantante col cappello di paglia a rose di carta;
so che sono loro che canteranno per l’eternità.

Seigneur, faites-leur l’aumône, autre que de la lueur des becs de gaz,
Seigneur, faites-leur l’aumône de gros sus ici-bas.

Signore, fate loro l’elemosina, non solo la luce dei fanali a gas,
Signore, fate loro un po’ di elemosina qui in basso.

Seigneur, quand vous mourûtes, le rideau se fendit,
Ce qu’on vit derrière, personne ne l’a dit.

Signore, quando moriste, il velo si è strappato,
di ciò che si vide dietro, nessuno ha parlato.

La rue est dans la nuit comme une déchirure
Pleine d’or et de sang, de feu et d’épluchures.

La strada è nella notte come uno squarcio,
piena d’oro e sangue, fuoco e marcio.

Ceux que vous avez chassé du temple avec votre fouet,
Flagellent les passants d’une poignée de méfaits.

Quelli che avevate cacciati dal tempio con la vostra frusta,
flagellano i passanti con un pugno di misfatti.

L’Étoile qui disparut alors du tabernacle,
Brûle sur les murs dans la lumière crue des spectacles.

La Stella che sparì allora dai tabernacoli,
brucia sui muri nella luce cruda degli spettacoli.

Seigneur, la Banque illuminée est comme un coffre-fort,
Où s’est coagulé le Sang de votre mort.

Signore, la Banca illuminata è come una cassaforte,
dove si è coagulato il Sangue della vostra morte.

Les rues se font désertes et deviennent plus noires.
Je chancelle comme un homme ivre sur les trottoirs.

Le strade si fanno deserte e diventano più nere.
Io vacillo come un ubriaco sul marciapiede.

J’ai peur des grands pans d’ombre que les maisons projettent.
J’ai peur. Quelqu’un me suit. Je n’ose tourner la tête.

Ho paura dei grandi lembi d’ombra che proiettano i palazzi.
Ho paura. Qualcuno mi segue. Non oso voltarmi.

Un pas clopin-clopant saute de plus en plus près.
J’ai peur. J’ai le vertige. Et je m’arrête exprès.

Dei passi zoppicanti saltellano sempre più vicini.
Ho paura. Mi fermo apposta. Ho le vertigini.

Un effroyable drôle m’a jeté un regard
Aigu, puis a passé, mauvais, comme un poignard.

Uno spaventoso balordo mi ha gettato un’occhiata
acuto, poi è passato oltre, malvagio, come una pugnalata.

Seigneur, rien n’a changé depuis que vous n’êtes plus Roi.
Le Mal s’est fait une béquille de votre Croix.

Niente è cambiato da quando non siete più Re, Signore.
Il Male si è fatto una stampella con la vostra Croce.

Je descends les mauvaises marches d’un café
Et me voici, assis, devant un verre de thé.

Scendo i gradini consunti di un caffè
ed eccomi seduto dinanzi a un bicchiere di tè.

Je suis chez des Chinois, qui comme avec le dos
Sourient, se penchent et sont polis comme des magots.

Sono da dei Cinesi, che con la schiena
sorridono, e cerimoniosi come scimmie si inchinano.

La boutique est petite, badigeonnée de rouge
Et de curieux chromos sont encadrés dans du bambou.

La bottega è piccola, intonacata di rosso,
E curiose fotografie sono incorniciate di giunco.

Hokusai a peint les cent aspects d’une montagne.
Que serait votre Face peinte par un Chinois ?…

Hokusai ha dipinto i cento profili di una montagna,
come sarebbe dipinta da un Cinese la vostra Faccia ?…

Cette dernière idée, Seigneur, m’a d’abord fait sourire.
Je vous voyais en raccourci dans votre martyre.

Quest’ultima idea, Signore, prima mi ha fatto sorridere.
Vi vedevo di scorcio nel vostro soffrire.

Mais le peintre, pourtant, aurait peint votre tourment
Avec plus de cruauté que nos peintres d’Occident.

Ma tuttavia il pittore avrebbe dipinto il vostro tormento
con più crudeltà dei nostri pittori d’Occidente.

Des lames contournées auraient scié vos chairs,
Des pinces et des peignes auraient strié vos nerfs,

Lame ondulate avrebbero segato le vostre carni,
pettini e pinze avrebbero striato i vostri nervi,

On vous aurait passé le col dans un carcan,
On vous aurait arraché les ongles et les dents,

vi avrebbero fatto passare il collo in una cappio,
le unghie e i denti vi avrebbero strappato,

D’immenses dragons noirs se seraient jetés sur Vous,
Et vous auraient soufflé des flammes dans le cou,

immensi dragoni neri si sarebbero gettati su di Voi,
e vi avrebbero soffiato fiamme sul collo,

On vous aurait arraché la langue et et les yeux,
On vous aurait empalé sur un pieu.

vi avrebbero strappato la lingua e gli occhi,
vi avrebbero impalato su di un piolo.

Ainsi, Seigneur, vous auriez souffert toute l’infamie,
Car il n’y a pas plus cruelle posture.

Così, Signore, avreste sofferto ogni profanazione,
poiché non esiste più crudele posizione.

Ensuite, on vous aurait forjeté aux pourceaux
Qui vous auraient rongé le ventre et les boyaux.

In seguito, vi avrebbero gettato ai porci
che vi avrebbero divorato il ventre e le viscere.

Je suis seul à présent, les autres sont sortis,
Je suis étendu sur un banc contre le mur.

Adesso sono solo, gli altri sono fuori,
mi sono disteso su una panca lungo il muro.

J’aurais voulu entrer, Seigneur, dans une église;
Mais il n’y a pas de cloches, Seigneur, dans cette ville.

Avrei voluto entrare, Signore, in una cattedrale;
ma, Signore, in questa città non ci sono campane.

Je pense aux cloches tues: – où sont les cloches anciennes?
Où sont les litanies et les douces antiennes?

Penso alle campane uccise: – dove sono le antiche campane?
Dove sono le litanie e le dolcissime antifone?

Où sont les longs offices et où les beaux cantiques?
Où sont les liturgies et les musiques?

Dove sono i lunghi uffizi e dove i bei cantici?
Dove sono le liturgie e dove le musiche?

Où sont les fiers prélats, Seigneur, où tes nonnains ?
Où l’aube blanche, l’amict des Saintes et des Saints ?

Dove sono i tuoi fieri prelati, Signore, dove le tue monache?
Dove l’abito bianco, l’amitto dei Santi e delle Sante?

La joie du Paradis se noie dans la poussière,
Les feux mystiques ne rutilent plus dans les verrières.

La gioia del Paradiso scompare nella polvere,
I mistici fuochi non rosseggiano più sulle vetrate.

L’aube tarde à venir, et dans le bouge étroit
Des ombres crucifiées agonisent aux parois.

L’alba tarda a venire, e nello stretto tugurio
delle ombre crocefisse agonizzano sul muro.

C’est comme un Golgotha de nuit dans un miroir
Que l’on voit trembloter en rouge sur du noir.

È come un Golgota notturno in uno specchio
dove si vede tremolare rosso su nero.

La fumée, sous la lampe, est comme un linge déteint
Qui tourne, entortillé, tout autour de vos reins.

Il fumo sotto la lampada è come un panno stinto
che intorno ai fianchi ti ha cinto.

Par au-dessus, la lampe pâle est suspendue,
Comme votre Tête, triste et morte et exsangue.

Al di sopra la lampada fioca è sospesa,
come la vostra Testa, triste e morta e cerea.

Des reflets insolites palpitent sur les vitres …
J’ai peur, – et je suis triste, Seigneur, d’être si triste.

Dei riflessi insoliti palpitano sulle finestre…
Ho paura, – e sono triste, Signore, d’essere così triste.

“Dic nobis, Maria, quid vidisti in via ?”
– La lumière frissonner, humble dans le matin.

«Dic nobis, Maria, quid vidisti in via?»
– La luce tremare, umile nel mattino.

“Dic nobis, Maria, quid vidisti in via ?”
– Des blancheurs éperdues palpiter comme des mains.

«Dic nobis, Maria, quid vidisti in via?»
– Dei biancori sperduti palpitare come mani.

“Dic nobis, Maria, quid vidisti in via ?”
– L’augure du printemps tressaillir dans mon sein.

«Dic nobis, Maria, quid vidisti in via? »
– Il presagio della primavera trasalirmi in seno.

Seigneur, l’aube a glissé froide comme un suaire
Et a mis tout à nu les gratte-ciel dans les airs.

Signore, l’alba è scivolata fredda come un sudario
e ha messo a nudo i grattacieli nell’aria.

Déjà un bruit immense retenti sur la ville.
Déjà les trains bondissent, grondent et défilent.

Di già un rumore immenso risuona sulla metropoli.
Già scattano i treni, rombano e passano.

Les métropolitains roulent et tonnent sous terre.
Les ponts sont secoués par les chemins de fer.

La metropolitana corre e tuona nei sotterranei.
I ponti sono scossi dal passare dei treni.

La cité tremble. Des cris, du feu et des fumées,
Des sirènes à vapeur rauquent comme des huées.

La città trema. Grida, fuoco e fumi,
delle sirene a vapore rauche come urli.

Une foule enfiévrée par les sueurs de l’or
Se bouscule et s’engouffre dans de longs corridors.

Una folla febbricitante per il sudore dell’oro
si pigia e sprofonda in un lungo corridoio.

Trouble, dans le fouillis empanaché de toits,
Le soleil, c’est votre Face souillée par les crachats.

Offuscato, nell’intrico fumante dei tetti,
il sole, è il vostro Volto lordato dagli sputi.

Seigneur, je rentre fatigué, seul et très morne …
Ma chambre est nue comme un tombeau …

Signore, rincaso stanco, solo, così malinconico.
La mia camera è spoglia come un sepolcro…

Seigneur, je suis tout seul et j’ai la fièvre …
Mon lit est froid comme un cercueil …

Signore, ho la febbre e sono solo…
il mio letto è gelato come un loculo.

Seigneur, je ferme les yeux et je claque des dents …
Je suis trop seul. J’ai froid. Je vous appelle …

Signore, chiudo gli occhi e batto i denti…
Sono troppo solo. Ho freddo. Vi invoco…

Cent mille toupies tournoient devant mes yeux …
Non, cent mille femmes … Non, cent mille violoncelles …

Centomila trottole vorticano davanti ai miei occhi…
No, centomila donne… No, centomila violoncelli…

Je pense, Seigneur, à mes heures malheureuses …
Je pense, Seigneur, à mes heures en allées …

Penso, Signore, alle mie ore disgraziate…
Penso, Signore, alle mie ore per le strade…

Je ne pense plus à Vous. Je ne pense plus à Vous.

Non penso più a Voi. Non penso più a Voi.

[ trad. Orsola Puecher ]

 

[ Un moderno rap tratto da Pâques à New York rap di Ekoué e il gruppo La Rumeur – Antidote 2008 ]

 


 
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NOTE
  1. Piega i tuoi rami, immenso albero, distendi le tese fibre /e allenta la rigidità che ti diede la natura /e le membra del Re Supremo accogli su morbido tronco… [Remy de Gourmont, Le Latin Mystique]
  2.   Arthur Honegger [ 1892 – 1955 ] scrive nel 1920 Tre frammenti per Quartetto d’Archi e Soprano da Les Pâques à New York di Cendrars. A legarli sono, non solo una salda amicizia e la comune vicenda di emigrazione dalla Svizzera alla Francia, ma una affinità e una sensibilità artistica simile di convivenza e sintesi di stili diversi. Sua è anche la colonna sonora di La roue di Gance. Vasicomunicanti fra artisti ora sempre più rari.

6 Commenti

  1. bravissima Orsola: un hommage all’altezza – estrema – di questo testo centenario che, come ha detto un mio carissimo amico, “andrebbe letto nelle chiese..e poi smettere di scrivere”

  2. “Sur la robe elle a un corps”, diceva BC per parlare dei vestiti simultanei di Sonia Delaunay – allo stesso modo direi che non sotto ma SOPRA questo post c’è un mondo, e come vibra poi… Un lavoro importante per un personaggio che adoro, grazie Orsola.
    Un saluto caro,
    r

  3. Ne ho subito fatto tesoro del testo di Blaise Cendrars di “Pasqua a New York” allorquando ho potuto leggerlo e meditarlo per intero nella sua profonda ed intensa stesura: una vera passione nel tempo moderno, con la squisita sensibilità dell’uomo a cui nulla sfugge di ciò che lo circonda.
    Ne ho fatto una esposizione dei tratti più salienti ed adatti ad un recital pasquale inserendola in forma recitata sulla scena della crocifissione rappresentata la sera della domenica delle Palme nella Parrocchia S. Bernardino Realino di Lecce. Vi posso testimoniare che lo stesso sforzo di declamare il testo mi è costato un’emozione fortissima, come, daltronde, potente è il linguaggio di Cendrars in questo poemetto, intriso dell’energia propria di chi descrive verità con parole semplici.

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Colfiorito
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orsola puecher
orsola puecherhttps://www.nazioneindiana.com/author/orsola-puecher/
,\\' Nasce [ in un giorno di rose e bandiere ] Scrive. [ con molta calma ] Nulla ha maggior fascino dei documenti antichi sepolti per centinaia d’anni negli archivi. Nella corrispondenza epistolare, negli scritti vergati tanto tempo addietro, forse, sono le sole voci che da evi lontani possono tornare a farsi vive, a parlare, più di ogni altra cosa, più di ogni racconto. Perché ciò ch’era in loro, la sostanza segreta e cristallina dell’umano è anche e ancora profondamente sepolta in noi nell’oggi. E nulla più della verità agogna alla finzione dell’immaginazione, all’intuizione, che ne estragga frammenti di visioni. Il pensiero cammina a ritroso lungo le parole scritte nel momento in cui i fatti avvenivano, accendendosi di supposizioni, di scene probabilmente accadute. Le immagini traboccano di suggestioni sempre diverse, di particolari inquieti che accendono percorsi non lineari, come se nel passato ci fossero scordati sprazzi di futuro anteriore ancora da decodificare, ansiosi di essere narrati. Cosa avrà provato… che cosa avrà detto… avrà sofferto… pensato. Si affollano fatti ancora in cerca di un palcoscenico, di dialoghi, luoghi e personaggi che tornano in rilievo dalla carta muta, miracolosamente, per piccoli indizi e molliche di Pollicino nel bosco.
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