Kobiety Rubensa ― Le donne di Rubens «il Seicento non ha nulla per chi è piatto»
di Wisława Szymborska
(non resisto al fascino, pieno e debordante, pur in traduzione, di questa poesia della poetessa polacca di recente scomparsa, e ve la offro insieme con qualche immagine, molto in tema. Qui, per chi può fruirne, il testo originale a.s.)
Ercolesse, fauna femminile,
nude come il fragore di botti.
Fanno il nido in letti calpestati,
nel sonno la bocca si apre al chicchirichì.
Le pupille rovesciate all’indietro
Penetrano dentro le ghiandole da cui i lieviti stillano nel sangue.
Figlie del barocco, l’impasto si gonfia,
vaporano i bagni, s’arrossano i vini,
nel cielo galoppano porcelli di nuvole,
le trombe nitriscono l’allarme carnale.
O cucurbitose, o esorbitanti,
e raddoppiate dal cader dei veli
e triplicate dalla violenza della posa,
grasse pietanze d’amore!
Le loro magre sorelle si alzarono presto,
prima che nel quadro facesse giorno.
E nessuno le vide incamminarsi in fila
dal lato non dipinto della tela.
Esiliate dello stile. Costole contate,
mani e piedi d’uccello.
Provano a volare sulle scapole sporgenti.
Il Duecento gli avrebbe dato un fondo d’oro.
Il Novecento – uno schermo d’argento.
Ma il Seicento non ha nulla per chi è piatto.
Giacché perfino il cielo è convesso
convessi gli angeli e convesso il dio ―
Febo baffuto che su un destriero
sudato irrompe nell’alcova ribollente.
[da Wisława Szymborska, La gioia di scrivere ― tutte le poesie (1945―2009), traduzione e cura di Pietro Marchesani, Adelphi, Milano 2009, p.142-143]
E tutto ciò malgrado il padre Dante nostro dica, nel capitolo VII del primo trattato del suo mirabile Convivio le seguenti parole:
E però sappia ciascuno che nulla cosa per legame musaico armonizzata si può de la sua loquela in altra transmutare sanza rompere tutta sua dolcezza e armonia. E questa è la cagione per che Omero non si mutò di greco in latino come l’altre scritture che avemo da loro.