Trova le differenze

di Helena Janeczek

Grazie al pendolarismo, l’altro giorno sono riuscita a sbirciare le testate vicine al partito in grado di esercitare la pressione più forte sul governo. Salgo sul treno con sullo stomaco “Grazie ai nostri sacrifici, IL DIO SPREAD E’ SAZIO” de Il Giornale ostentato nell’edicola della stazione, ma resto incredula quando mi capita sotto il naso una copia abbandonata di Libero: GLI EVASORI RINGRAZIANO. Il titolo del giorno prima – GOVERNO CHE CHIAGNE E FOTTE – sembrava copiato dai commenti in rete con cui i contribuenti di sinistra e reddito medio-basso sintetizzavano la loro rabbia. Il rebus Trova le differenze si risolve un po’ meglio leggendo gli editoriali.
Belpietro narra di un dipendente che gli ha chiesto come fa a portare i soldi in Svizzera, tuonando che Monti non punisce gli evasori e quanti hanno già spostato i grandi capitali all’estero, mentre costringe alla fuga anche i piccoli risparmiatori. Sallusti parla di macelleria sparando sui palloni gonfiati di Francia, ma si consola che la gente ha già capito l’errore di concedere a Monti ciò che stato negato a Berlusconi. “Senza qualcuno che ci difenda da poteri oscuri e lontani ci sentiamo meno sicuri.”
In realtà è storia vecchia – riporta a quegli anni ’20-’30, con cui le analogie si fanno sempre più inquietanti. Scagliandosi contro il capitalismo mondiale, l’ideologia fascista neutralizza i conflitti in un nazional-populismo tutto a vantaggio della classe dominante. Ha funzionato allora, per funzionare oggi non deve reinventarsi.
Le alternative di sinistra, invece, sono costrette a guardare oltre i confini per cercare di acciuffare l’evanescente Moloch del capitale finanziario. Per questo sono ancora deboli, sia quelle riformiste, sia quelle più radicali. Solo le divisioni sembrano, come allora, forti e inevitabili.

pubblicato su L’Unità, 8.12.2011.

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17 Commenti

  1. Sono d’accordo. E’ interessante (anche se contestualmente spaventoso) come i bollettini demagogico-populisti-disinformatori della destra estrema sembrino fanzines degli Indignati. Non hanno alcuna ideologia, (dire “ideale” sarebbe grottesco), solo la conquista e il mantenimento del potere. Per questo sono disposti a dire tutto e il suo contrario. E hanno fiuto. Sentono l’odore del sangue da molto lontano. Così, individuato un malcontento popolare, si buttano sulla preda e rivoltano la merda. C’è da dire che i media italiani sono un unico enorme amplificatore che non fa che ripetere che Monti va bene, ci sono i sacrifici, sì, e potrebbe essere “un pochino” più equo, ma è la salvezza nazionale ecc ecc. E’ un vero e proprio lavaggio del cervello di massa. Chi sostiene idee diverse, e propone contromisure, è escluso da qualunque spazio (secondo le mie osservazioni, l’unica eccezione è Gad Lerner e talvolta Santoro). I cosiddetti giornalisti/presentatori/entertainer televisivi classificati, chissà perché, nell’area di centro sinistra, invitano politici del pdl, o del centro, che continuano a martellare, con toni diversi (Lucia Annunziata, Fazio, spesso Corradino Mineo). Va da sé che in un paese dove la stragrande maggioranza della popolaziione guarda unicamente la televisione il lavaggio del cervello di massa procede spedito. Con la benedizione del PD, che sogna misure “un pochino” più eque, e non riesce a dire, o non vuole farlo (non può?) che Monti sta facendo quello che il Sultano, troppo impegnato a gestire il furto organizzato del paese, e le sue pippe private, non ha fatto (e per questo è stato cacciato dal potere).

  2. Anch’io mi trovo d’accordo e l’inquietudine si fa ancora più grande, se penso che oggi come ieri, alla classe dirigente di sinistra manca lo spunto per appropriarsi di una linea politica alternativa e coraggiosa. Nonostante dal basso i segnali di una capacità di leggere la crisi più e meglio di quanto facciano le correnti di partito sono chiari. Il PD deve trovare la forza di far cadere il governo subito dopo aver votato (sotto costrizione e senza alternativa) questa manovra infame.

  3. Certo che i poteri forti non sono più quelli di una volta… quando mai si facevano sbattere così impunemente in prima pagina? sarà l’età. ci vorrebbe un riciclo generazionale, quello auspicato da Renzi, una lavatrice dei poteri forti vecchi, in favore dei poteri forti giovani… penso che quelli del Giornale e di Libero stavolta rischiano di prendere il Pulitzer al coraggio… Occhio pure al ridente Paolo Barnard che sta cacando da quella parte da un po’.

    http://ilpontelunare.blogspot.com/2011/11/gli-antieuropeisti.html

  4. E’ chiaro che Libero e Giornale non fanno giornalismo ma squadrismo su carta, sono dei semplici fogli di diffusione di disinformazione e violenza di ogni tipo. Avevano più dignità i militanti dell’MSI che menavano le mani.

    Nello specifico, se Monti avesse rilevato un capo del governo di centrosinistra, non avrebbero detto tutto questo del capitale mondiale.
    Tutto per loro si riduce a una battaglia contro chiunque non sia sostenitore di Berlusconi, che solo per questo è reo di lesa maestà. Fa niente se Monti è tenuto in vita proprio da Berlusconi, loro sono più berlusconiani di berlusconi.

    Una considerazione.
    “Le alternative di sinistra, invece, sono costrette a guardare oltre i confini per cercare di acciuffare l’evanescente Moloch del capitale finanziario. Per questo sono ancora deboli, sia quelle riformiste, sia quelle più radicali. Solo le divisioni sembrano, come allora, forti e inevitabili.”

    Quali sono le alternative di sinistra riformisti? Non sarà mica il PD, vero? Un partito che per tre anni ha rifiutato di allearsi con un liberal-qualunquista-carabiniere come Di Pietro (che pure gli sta molto più a sinistra su quasi tutti i fronti) e un neo-riformista moderato come Vendola. Un partito che non sta facendo altro che rimarcare l’allontanamento da Monti, e quindi da se stesso, dei due ex possibili alleati suddetti in modo da sperare di arrivare ad allearsi con un terzo polo costituito da integralisti cattolici ed ex fascisti che vorrebbero essere una destra europea.

    Non sto facendo un discorso estremista, ma semplicemente logico: possiamo davvero considerare ancora il PD un partito di sinistra o di centrosinistra riformista? Possiamo davvero considerare ancora Vendola come un rappresentante della sinistra radicale?
    Perché stante ai fatti, no, non si può più.
    Ci sono ormai solo due alternative in Italia: una di destra populistico-aziendale(o meglio criminale)-localistica, una di centrodestra (PD-Terzo Polo). Il resto, è tentativo di liberaldemocrazia legalitaria moderatamente riformista (Di Pietro) e sinistra riformista (Vendola, Verdi e in parte la Federazione di sinistra). La sinistra radicale è ancora più in là.

  5. il Pd ha in sacco di problemi: non solo quello di aver voluto far coesistere “culture” come quella liberal-liberista (maggioritaria nel suo establishment) e quella riformista. Cosa che non funziona, come si dimostra quando il gioco si fa duro, ossia oggi.
    Detto tra parentesi, la fascinazione per le immense praterie del libero mercato l’hanno condiviso tutte le sinistre di governo del mondo occidentale – con forse un eccesso di zelo da parte dei nostri tipicamente italiano, magari anche causato dal fatto di doversi riposizionare rispetto a un origine non socialista/ socialdemocratica, ma comunista.
    Ma non sottovaluterei che, al tempo stesso, è la quintessenza dell’arrocamento della propria nomenclatura. Il fatto che l’unico esponente nuovo a emergere sia stato Renzi, è come l’esempio che chiude il circuito tra a e b.
    Qualcuno dice che potrebbe spaccarsi. Forse anche questo è inevitabile. Credo che il sostegno a Monti, il Pd lo pagherà carissimo, e proprio per questo dovrebbe darsi una mossa enorme verso una qualsiasi direzione, anche quella della rottura.
    Sennò la vedo molto, ma molto nero-bruno- azzurro- verde (magari con appoggio esterno involontario di Grillo).
    Sel, sì certo che è riformista, nel senso stretto del termine.

  6. A proposito di ritorno agli anni ’30, davanti a St. Paul a Londra, tra gli indignados c’era (c’e’?) tutto un filone complottista, antimassonico e leggermente antisemita in salsa anticapitalista.
    Anche se gia’ il fatto che si mettano davanti a una chiesa mi sembra li qualifichi a sufficienza.

  7. Mi trovo in linea con le visioni più pessimistiche, ed è per questo che accetto la stangata dei tecnici.
    Perché se crolla il pur criticabile esperimento decennale dell’Euro, se un Paese come l’Italia arriva all’insolvenza, allora sì potremo trovarci in una situazione che chiunque avrebbe giudicato ridicolmente impossibile sino a pochissimi anni fa.
    Possiamo criticare i meccanismi finanziari finché vogliamo ma tutte le nostre incazzature avranno lo stesso effetto delle bestemmie dei passeggeri mentre il Runaway Train sta per schiantarsi (qualcuno in questi giorni ha usato il parallelo con la bellissima storia di Konchalovsky, non ricordo più chi).
    La Sinistra di classe non esiste più, ciò che ne resta porta avanti una stanca rappresentazione di sé, senza quasi più un referente, ed è chiaramente esposta a mutazioni già viste: i soggetti descritti da Jacopo Galimberti sono solo un seme, ben pronto a germogliare. I partiti di maggioranza relativa, votati alla difesa di interessi particolari, senza alcun progetto di società, tentano maldestramente di rivolgersi alle folle (perché stiamo tornando rapidamente al soggetto primitivo, la folla). In questo momento il contatto è già perso, siamo al punto di non ritorno. Se Monti fallisce e se, più in generale, l’Eurozona collassa, allora conosceremo finalmente, a nostre spese, il significato di parole che abbiamo usato spesso a vanvera. Io preferisco rimanere nell’ignoranza, francamente.

  8. Io credo che falliremo se vorremo fallire (anche e come Europa), cioè se effettivamente (non come dicono gli squadristi e i neo-fascisti) si deciderà, cogli altri paesi dell’eurozona, di sfasciare la moneta e smantellare l’Europa, oppure di revisionare il progetto europeo. Voglio dire che li sordi ci stanno, in italia, ma dormono sotto la mattonella, cioè i risparmi. Le misure finora adottate da Monti vogliono evitare la patrimoniale intera, ma se ce ne sarà bisogno questa patrimoniale dovremo farla. Io credo che l’Italia non andrà a picco, a meno di andarci programmaticamente e scientificamente.

  9. Molto è nelle mani della Merkel che tiene alto il prezzo dell’adesione tedesca alle prossime trattative per nuovi accordi nell’eurozona (ridotta ormai a 17+6). La Gran Bretagna è fuori e forse è meglio sotto il profilo contrattuale (più facile trovare accordi) anche se il costo dell’operazione salvataggio sarà più alto. Non credo si arrivi alla catastrofe, non conviene neppure alla Germania. Si parte unificando il sistema tributario ma non basta perchè i paesi con debito elevato, a parità di tassazione, dovranno reperire risorse dal welfare, dal territorio (cementificazione) e dal costo del lavoro. Negli accordi per la riforma del fondo salva stati e prestiti al FMI, la Germania imporrà condizioni a sé più favorevoli, in modo che quando si tornerà a discutere dell’emissione di eurobond, il quadro economico finanziario risulterà parzialmente mutato con esigenze di liquidità più ridotte (certo, è solo una speranza). A mio parere il vero problema viene ancora una volta evitato: cessione di quote di sovranità ad un organismo sovranazionale eletto dai cittadini europei . Solo in questo modo potremo sperare di avere un popolo europeo, un parlamento europeo che lo rappresenti e che legiferi (almeno in talune materie di forte sensibilità sociale). Una banca europea che sostenga la moneta ed una camera di compensazione dei debiti pubblici in modo che i debiti interni alla zona euro non influenzino i mercati (metodo suggerito dal giovane economista Luca Fantacci http://www.alfabeta2.it/2011/11/01/insostenibilita-del-debito-intervista-a-luca-fantacci/ ). Dovrebbe essere questo lo scenario di riferimento della sinistra europea per dare voce alle rivendicazioni dei cittadini-lavoratori che sembrano non avere più controparti in un sistema a politiche e rappresentanti locali in un mercato globale dove le aziende si spostano come l’orsacchiotto del luna park e tutti si rimane col colpo in canna inesploso o col cerino acceso fra le mani. Agli speculatori va benissimo un sistema a due dimensioni che polverizza il consenso fra gli stati europei e la rappresentanza pubblica mettendo in competizione stati contro stati i quali gareggiano a chi meglio riesce a sottrarre diritti all’uomo e all’ambiente per creare l’habitat più favorevole agli investitori. In periodi di crisi i sistemi competitivi risultano perdenti mentre i collaborativi riducono gli sprechi e uniscono gli sforzi per l’obiettivo comune. Ciò accade soprattutto in natura. Non c’è specie vivente che non segua questa regola primordiale pur di salvare se stessa.

  10. Come ho scritto nel pezzo più lungo di qualche settimana fa intitolato “Depressione”, penso anch’io che si dovrebbe cercare a costruire uno spazio comune politico europeo alternativo a quello attuale.
    Tra l’altro, i partiti di sinistra per esempio tedeschi sono tutti assai più aperti alle ragioni del mutuo sostegno tra gli stati della Merkel. Così come il Labour ha subito criticato la decisione di Cameron.
    Il problema è che l’emergenza è ora, ed è in mano a chi sappiamo.

  11. una volta a taranto in un bar pizzeria in cui si poteva vedere la partita ho assistito a una scena in cui due avventori si inventarono un litigio contro un gruppo di ignari presenti col solo scopo di creare abbastanza confusione per riuscire a scappare senza pagare il conto.Ecco,i giornali che sostengono il centro-destra mi ricordano questi giorni molto da vicino quell’episodio(fermo restando che per colpa di tanto ormai non si fa credito nemmeno a blasonati professori universitari)

    http://flymusic.co.uk/wp-content/uploads/2007/09/02-steely-dan-kid-charlemagne-champion.mp3

  12. Subito prima del vertice, ho scritto questo post:

    http://ideologiaverde.blogspot.com/2011/12/sarkozy-e-merkel-tentano-il-golpe.html

    Purtroppo, i risultati confermano le più fosche previsioni.
    Ciò che andava fatto subito per tagliare le unghie ai cosiddetti mercati, non è stato fatto, e il fondo salvastati, avendo a disposizione solo pochi punti percentuali del totale dei debiti sovrani che dovrebbe difendere, è del tutto inefficace negli scopi che si prefigge e costituisce un inutile stillicidio di risorse preziose che si potrebbero impiegare altrimenti.

    Apparentemente, visto che l’unica strada lungo cui si è deciso di procedere è la modifica in senso antidemocratico del funzionamento della coimunità europea, sembrerebbe che un certo establishment mondiale non si contenta di barattare soldi con democrazia ma invece li vuole entrambi, e tutto avviene di fronte agli occhi non sisa quanto sbarrati e quanto comlici di una classe politica europea al di sotto della decenza.
    Purtroppo, mi pare anche di fronte a cittadini del tutto sostanzialmente distratti e visibilmente frastornati che non si rendono minimamente conto della palese incapacità dei governanti europei ad assumere decisioni all’altezza della gravità del momento.

    Di fronte a questo, vorrei lanciare un appello per suscitare un movimento europeo che si ponga come obiettivo appunto di ricostruire un progetto federale europeo con una procedura democratica sulle ceneri dell’Europa dell’euro che finisce per imporre una triste alternativa tra una rinascita dei nazionalismi e la distruzione di ogni residua parvenza di democrazia all’interno delle strutture istituzionali europee.
    Sarebbe per me di sommo interesse sapere se su un obiettivo delimitato ma chiaro come questo, c’è una volontà di adesione abbastanza ampia da giustificare un impegno in questa direzione.

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Helena Janeczek è nata na Monaco di Baviera in una famiglia ebreo-polacca, vive in Italia da trentacinque anni. Dopo aver esordito con un libro di poesie edito da Suhrkamp, ha scelto l’italiano come lingua letteraria per opere di narrativa che spesso indagano il rapporto con la memoria storica del secolo passato. È autrice di Lezioni di tenebra (Mondadori, 1997, Guanda, 2011), Cibo (Mondadori, 2002), Le rondini di Montecassino (Guanda, 2010), che hanno vinto numerosi premi come il Premio Bagutta Opera Prima e il Premio Napoli. Co-organizza il festival letterario “SI-Scrittrici Insieme” a Somma Lombardo (VA). Il suo ultimo romanzo, La ragazza con la Leica (2017, Guanda) è stato finalista al Premio Campiello e ha vinto il Premio Bagutta e il Premio Strega 2018. Sin dalla nascita del blog, fa parte di Nazione Indiana.
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