Quattro poesie
di Maxime Cella
……………………………………….… ma ancor più chiama
a invidia per calchi inverosimili
………………………………………………..chi riesca
a ogni ora non chiamarsi a nuova fede
…………………………………………………………..o quelli
che per scarso o avverso senso
o altra – direbbero – carenza, incuranti
mancano il bersaglio…
..
_________________________
..
Torrette recinzioni un gran latrare
specchi ustori spinaglie il levatoio:
…………………………………………………….sei tu che
boicotti la riforma – rinfocoli
la fede…..opzioni i ranghi…..smitragli
al messo:
………………tu bello ardire da miracoli a
miraggi, perenne scolpa io-disguido io-non c’ero
pallottoliere-io non decimo:
……………………………………………arrotondo
e si risulta nel gran chiasso in innocenza
..
_____________________________
..
… come di scollatura e sua rassegna
………………………………………………………….«e
poi…?»
……………..come imbeccante maestra
sberciante da sotto gli occhiali e i risolini
delle altre d’attorno compiaciute di mia
……………………………………………di-già di-nuovo?
incipiente insapienza
Ma tant’è già non so più – grumo di me dal sé
sbiviato al prendersi parola, al raro
ottenersi un’udienza.
……………………………………..E già ricava la luna gli occhielli
alle foglie e ricombaciano ai vetri
le aureole dei fanali
(… finché di nuovo in me tornammo)
______
_____________________________
..
From too much liberty, my Lucio, liberty
William Shakespeare
… ma il posto che più merito è l’oblio
punito a un banco da cui non cola il tempo;
……………………………………………………………………….io
non valgo il fondo di clessidra
che s’inspalla almeno dello scorrere
e al rovescio ritrova la vertigine:
……………………………………………………il posto che mi indica
sia una croce
……………………….sìlice
brucata agli angoli dal vento
rissosa alle quietudini infelici
che la insediano un’ora in più nel tempo
I commenti a questo post sono chiusi
quattro gioielli. strabuzzo gli occhi, felice.
silice…il sapore di una sabbia (desertica sottile) che si infila tra le labbra…
poesia e forma in simbiosi anche visiva.
complimenti per la scelta.
è un autore che conosco da poco ma il cui lavoro mi è parso subito importante (si veda anche “dieci poesie”, ed. del tavolo rosso, con preziosa nota di rodolfo zucco).
un saluto,
alessandro
Piaciuto assai.
Poeta raffinato, subodoro letterato di gran razza non disturbante di “gnanà rétro”.
Qui cesella una forma per il proprio “cosa” attraverso un “come” la cui cifra si evidenzia in compattezza, ritmo, musicalità, metro appropriato.
O mi sbaglio ?
@domenico pinto
Ricevuto tre giorni fa il terzo volume della Collana Murene. Di sicuro non è colpa vostra, ma devo dire che non ho mai ricevuto il secondo, quello di Ingo Schultze.
@ Salvatore
Mi dispiace. Mi comunicheresti l’indirizzo a cui spedire, qui sulla posta di NI?
nazioneindiana@gmail.com
@ Salvatore
La tua mailbolx è piena. Farò spedire il volume all’indirizzo che hai segnalato.