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INTERVISTA A RADIO POPOLARE

di Franco Buffoni

Nelle scorse settimane un mio post su Outing e Coming Out ha suscitato molto interesse tra i lettori di Nazione Indiana. Più recentemente altrettanto interesse ha suscitato un post di Helena Janeczek sullo stesso argomento. Penso pertanto che qualche lettore possa essere incuriosito anche da una intervista trasmessa sull’argomento da Radio Popolare martedì scorso. Dura dieci minuti. La trovate qui:
http://www.francobuffoni.it/audio_radio_popolare_outing.aspx
e anche qui:
http://www.youtube.com/francobuffoni#p/a/u/0/fkgK0UXtfuM

Buon ascolto, se vi va.

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101 Commenti

  1. Gentile Buffoni,
    ho ascoltato con grande rispetto e attenzione, però non sono d’accordo quando lei afferma che l’analogia col metodo Boffo non sia ascrivibile a questo contesto. Non è propriamente così, l’outing è un atto di violenza psicologica nei confronti di un individuo o un gruppo di individui che, a torto o a ragione (nella fattispecie a torto, dico, per esser chiara), scelgono di non rivelare la propria identità sessuale. La pratica dell’outing che – come lei ben spiega – spesso si trasforma in coming out preventivo da parte dell’interessato (messo alle corde dal terrore dello sputtanamento), non è comunque una libera scelta, quindi mi stona come veramente ridicolo che lei dica, citando la Janeczeck, che “coloro che hanno redatto la lista dei dieci nomi cercano di combattere l’ipocrisia”, perché vede, mi viene da chiederle: l’ipocrisia di chi? La loro o quella di chi cela la propria verità personale? Mi spiego meglio, spero: sarebbe meno ipoctrita dire “il (nostro) fine giustifica il mezzo”, ovvero “siamo coscienti di esercitare un atto di violenza psicologica su determinate persone (bugiarde o indegne che siano), per combattare la nostra battaglia per i diritti del mondo omosessuale”, piuttosto che attribuirvi a vostra volta stendardi da ripulitori delle ipocrisie altrui.
    Per il resto una società che si ritenga pulita perché combatte l’ipocrisia in questo modo ipocrita e, me lo lasci dire, puritano, non credo sia esattamente un modello “avanti” necessariamente da perseguire.
    Per il resto, leggere quella lista non mi ha fatto alcuna impressione, forse proprio perché il problema per me non sussiste e su questo, solo su questo, con lei convengo.
    un caro saluto.
    nc

  2. Per quanto mi riguarda, l’interesse che sta suscitando in me questa continua apparizione sulla home page di NI di articoli a sostegno

    – in modo palese (Buffoni), o in modo dubbioso (Janeczek) –

    di una iniziativa anonima così violenta, vigliacca, fanatica, da cui ha responsabilmente preso le distanze (quando non l’ha condannata) la maggior parte delle associazioni della comunità lgbt, consiste nella tristezza che si prova nel vedere un blog letterario e politico (nel senso alto del termine) come NI trasformarsi in questo caso in uno strumento di amplificazione della peggiore mentalità puritana e delle peggiori tecniche di propaganda del berlusconismo.

  3. Lo volete capire si o no che il movimento (a-politico solo a parole) delle associazioni lgbt non ha alcuna credibilità per l’opinione pubblica? Ma come si fa a considerare un atto necessario la pubblicazione di una lista, sciatta e scevra di contenuti, da parte di un manipolo di hacker? Che credibilità può mai avere un’azione del genere? Un dispettuccio da troll è stato alla fin fine. E questa sarebbe la forza politica del movimento? Le uniche armi che ha per difendersi dagli “attacchi” omofobi (sic!)? State dicendo che politicamente siete dei soggetti nulli, irrilevanti, interessati più a mettere su circhi mediatici (a partire dal gaypride) che a muoversi in modo concreto. Toh, nel giro di un paio di mesi sono state raccolte più di un milione e duecentomila firma per cambiare la leggere elettorale. Ma queste fantomatiche associazioni che a nulla servono, perchè non hai mai pensato di agire alla stessa maniera? Perchè non partono dal referendum? Forse perchè non gli converebbe? Forse perchè sanno che nessun è interessato alle loro istanze? Le battaglie le state combattendo a vuoto, contro i mulini a vento. Invece di collaborare con altri partner sociali per giungere ad un obiettivo comune vi rinchiudete nel vostro ghetto aspettando che i diritti calino dall’alto. Vi sta bene il recinto? Godetevelo. E non ci ammorbate con l’omofobia, una parola che non significa niente e non indica niente di niente, usata per creare “l’altro” contro cui combattere. Io non sono assolutamente d’accordo con alcuna istanza del movimento glbt per il semplice motivo che questo ha perso già da tempo ogni credibilità, e con questa azione ha semplicemente raschiato il fondo.

    Non siete credibile e se l’opinione pubblica è sorda alle vostre richieste è soprattutto colpa vostra, perchè l’avete annoiata con le solite lamentele commiserate, perchè avete dimostrato ampiamente che vi interessano in realtà solo 2 cose: i comunicati stampa e gli eventi mondani, in una parola, pubblicità. Costruitevi una credibilità, poi magari possiamo parlare di giustizia sociale, in cui pure rientrare nonostante il vostro palese disinteresse mascherato in impegno.

  4. Leggo nell’intervento di LagunaBlu: “…un manipolo di hacker”.

    Scusate: non serve essere un hacker per aprire un blog sulla piattaforma WordPress, che è una delle più diffuse al mondo. Basta saper leggere e scrivere (o poco più).

    Continua a stupirmi l’immaginario piratesco che gira attorno a una delle operazioni più semplici del mondo (ne parlavo anche qui).

    Quanto alla retorica di tutta questa faccenda: mi è sembrata piuttosto interessante la rapidità con cui, dopo l’annuncio della pubblicazione della lista, il discorso si è polarizzato sull’inversione di ruoli tra vittima e carnefice.

  5. Vedo in alcuni commenti precedenti molta acrimonia e poca sostanza politica. Il che è un peccato, perché si potrebbe anche essere d’accordo con alcuni punti sollevati, primo tra tutti la presunta inutilità del movimento GLBT.

    Perché vero è che per molto tempo il movimento, con le associazioni che lo rappresentano, è stato usato da lugubri personaggi come trampolino di lancio per le loro carriere politiche, altrettanto lugubri e per di più inutili.

    Ed è vero che occorrerebbe a un integrale ripensamento e a uno svecchiamento di linguaggi e di strategie politiche e comunicative.

    Ma la giusta critica, anche aspra, cede troppo spesso il passo all’invettiva feroce, solo distruttiva e allora lì qualcosa non mi convince. Buttare il bambino con l’acqua sporca è sempre atto profondamente idiota. E liquidare tutto l’associazionismo per ridurlo a macchinario organizzativo di feste e “carnevalate” significa far torto a quelle molteplici realtà, soprattutto in provincia, che lavorano a stretto contatto con enti pubblici, scuole, partiti, sindacati (personalmente faccio parte di un’associazione siffatta) e che portano tematiche mai affrontate prima, se non dietro il filtro dell’ignoranza e del pregiudizio, tra le schiere dei cosiddetti “normali”.

    Purtroppo l’omofobia esiste e non serve ai milioni di gay italiani per cercarsi un nemico esterno al ghetto. Personalmente interagisco molto felicemente con la componente eterosessuale e non sento nessun bisogno di cercare in quella un possibile avversario.

    Se però a un certo punto arrivano ceffoni e insulti, come spesso accade, far finta che ciò non esiste per mettere a tacere coscienze incapaci di guardare con umiltà e limpidezza dentro loro stesse è un atto criminale e ipocrita (e mi riferisco al commento di tal LanternaBlu).

    Criminale perché si è più o meno inconsciamente complici di quella violenza.

    Ipocrita perché far finta che il problema non esista, accusando di vittimismo gli oggetti della violenza stessa – uno stratagemma ormai logoro ma pur sempre alla moda – significa non voler guardare a un fenomeno che, piaccia o meno, esiste. E che va combattuto, con ogni mezzo.

    Franco Buffoni per altro non ha mai esaltato la specifica azione con la sua metodologia, sicuramente discutibile (e lui sa che io per primo sono critico con questa operazione come ho scritto su http://elfobruno.wordpress.com/2011/09/23/piu-che-outing-sputtanamento-allamatriciana ), né ha operato una scelta settaria.

    Parla di un fenomeno, che indubbiamente c’è ed è stato il primo tentativo del suo genere – per me goffo e inutile, se non addirittura dannoso – e lo descrive con la lente dell’osservatore e dello storico militante.

    Credo che rientri nel diritto di chiunque esprimere giudizi e pareri, ma anche tentare valutazioni e edificare opinioni.

    Quello che però ho letto in alcuni dei commenti precedenti è solo il tentativo da parte di interlocutori guarda caso anonimi di mettere a tacere una forma di pensiero, la quale può anche non piacere, con un certo aggressivo qualunquismo, quello sì drammaticamente berlusconiano.

  6. Sulla questione ho già detto tanto; non ne ho più voglia. La lista si è dimostrata inutile, sotto tutti i punti di vista. Questo esito, da solo, dovrebbe dare da pensare.

    Sull’intervista di Buffoni, mi limito a rilevare l’infondatezza della sua base di partenza, quel sillogismo usato per sottolineare il valore dell’Outing: non è vero che nei paesi anglossassoni “la menzona è il peccato più grave”! Gli Usa e la Gb hanno mentito al mondo intero sulle armi di distruzione di massa; lo hanno fatto in sede Onu, ovvero nel luogo che più di ogni altro dovrebbe essere rispettato; lo hanno fatto e nessuno li ha puniti. Non li ha puniti la società americana, e non lo ha fatto neanche dopo che, sempre in sede Onu, la menzogna è stata candidamente ammessa; l’opinione pubblica ha sostenuto l’Amministrazione; e neanche il cambio di timoniere ha portato a sconfessare gli atti derivati da quella menzogna, tutt’altro!

    A parte che bisognerebbe avere dei dati più concreti sull’effettiva riuscita dell’Outing (nessuno ne fornisce di precisi, si sta sempre sul vago), continuare a ripetere il ritornello della società anglossassone come una “società dialetticamente sana” non ci permettere di cogliere proprio il contrario: la sua malattia contagiosa, quella stessa che ci sta esponendo alal catastrofe; e sì, perché è il modo con cui la società anglossassone ha determinato e sta dirigendo la crisi che sta trascinando tutto il mondo verso il baratro.

    Inoltre, la menzogna è la base della stessa politica di Obama, qui da noi ancora osannato: promettere qualcosa che si sa in partenza impossibile da mantenere è mentire. Quando riusciremo ad aprire gli occhi? Non basta, non può bastare che quella società sia più “aperta” della nostra rispetto all’omossessualità (ma è davvero così?); una società è anche altro.

    Per fortuna, laggiù, stanno cominciando a muoversi.

    Stan. L.

  7. Complimenti per i toni pacati, LanternaBlu, davvero esemplari.

    E comunque non sono io ad essere omofobo, è loro che sono ricchioni.

    (giusto?)

  8. Leggendo il post di Natàlia Castaldi, mi viene da pensare che la lunghissima discussione al post di Buffoni su Listaouting aveva prodotto almeno due idee importanti per capire la cosa:

    1. la divulgazione delle informazioni (nei dovuti modi) ha una finalità pubblica perché è pertinente all’attività pubblica dei politici outati e perché incide sull’immagine pubblica che pongono a base del loro potere.

    2. la funzione non è di coartare la volontà dei politici verso chissà quale turpe causa, ma è di difesa verso una situazione indecente e gravissima di discriminazione sistematica su persone omosessuali transessuali e intersessuali, di cui è responsabile non solo lo Stato tenuto ad assicurare l’uguaglianza sostanziale tra i cittadini, ma ogni cittadino che quotidianamente avalla la discriminazione con le parole o col silenzio, oppure pensa di non avere nessun dovere di opporsi perché si mantiene scrupolosamente in una condizione di ignoranza sulle pratiche discriminatorie.

  9. Sono assolutamente basito dai toni di alcuni post di commento, anzi indignato. Sono già intervenuto sulla faccenda, ma voglio ripetere che lo strumento dell’outing è, in primis, uno strumento politico che ricerca e difende il principio di trasparenza. In Italia manca in tutto e per tutto il senso di resistenza e sacrificio e “la cosa pubblica” è diventata unicamente un affare ad personam. Chi tende o perpetua la menzogna, chi è altro da ciò che ostenta di essere non può e non deve fare politica. Se davvero vogliamo cambiare dalle fondamenta questo principio, in quanto tale, è basilare, altrimenti non vi è democrazia.

  10. Mi riesce davvero difficile capire i toni (aspri, a volte eccessivamente animosi) in risposta ad una intervista. La politica delle minoranze, compresa quella relativa a gay e lesbiche dovrebbe riguardare tutto un paese. Così come la cultura lgbt è linfa per la cultura e la letteratura cosiddetta “universale”.
    Quanto alle reazioni relative all’outing mi pare invece queste evidenzino due aspetti non secondari dell’italico carattere. Il primo è la legge italica della doppia morale, per cui “il privato deve restare privato”, e questo riguarda gay, fedifraghe, puttanieri, evasori fiscali (che in pubblico condannano l’evasione e poi hanno il loro tesoretto in svizzera), ambientalisti che la domenica vanno a caccia. La seconda incide direttamente su quegli omosessuali che “si permettono” di rivelare le contraddizioni politiche/sessuali di chi legifera sulle LORO vite. “Tacer subendo” sembra il motto. Curioso. Se poi mi si dice che da noi le cose, finanche questa, vengono fatte rozzamente e malamente, posso essere d’accordo.
    Quanto alla comunità lgbt credo che, se l’Italia resta ancora al palo sulla questione dei diritti, la responsabilità non risiede solo nelle stanze vaticane o in una sinistra inerte, ma anche nelle dinamiche di soggett* non necessariamente o sempre ‘migliori’ (per cultura, intelligenza, humanitas, prassi) della classe politica con cui dovrebbero interloquire, purtroppo. Ovviamente ci sono eccellenti e tautologicamente frequenti eccezioni, che lavorano spesso in silenzio nelle comunità, ma questa è un’altra storia.
    Al di là delle opinioni di ognuno, ritenendo questi commentatori intelligenti, mi piacerebbe che i toni fossero/tornassero dialettici. I problemi di un paese, le sue spinte e controspinte sociali, le sue ferite, le richieste di gruppi o collettive, si risolvono tutti assieme. O, ahimé, non si risolvono affatto. Con nocumento per ciascuno.

  11. Carissimi Barbieri e Breda Minello,
    vi prego: rileggetevi le discussioni precedenti; fatelo per voi stessi, per uscire dal vostro funerale interiore; vi prego, fatelo: itinerate nell’altro, abbracciatelo e, soprattutto, sforzatevi di capirlo. L’eterna discussione sulla lista ha fatto emergere posizioni diverse, che voi state riducendo alle vostre certezze (alle vostre!). Per prima cosa, l’esistenza di una “finalità pubblica” è stata smentita a chiare lettere dal Garante per la Privacy, e presumibilmente lo sarà anche dalla magistratura. Allo stesso modo, in molti hanno fatto notare che la lista non “ricerca e difende il principio di trasparenza”, tutt’altro; intanto, perché decide di rendere trasparente qualcosa senza che l’interessato voglia farlo; in secondo ordine perché ciò che rende trasparente non è altro che un elenco di nomi, senza fornire alcuna spiegazione o prova; in terza istanza, il solo fatto di essere pubblicata anonimamente, e quindi completamente “di nascosto”, smentisce la volontà di trasparenza. Ma sono davvero stanco di questa totale incapacità di ascoltare l’altro. Meglio scrutare il vuoto e il buio. Ghost light, gosth nights, ghost graves, ghost … There are not other matters …

    Gentilissima Pinzuti,
    a lei che dire? Ripeto l’ennesimo capitombolo: i diritti delle minoranze mi riguardano; sono le minoranze, spesso, a chiedermi di tacere, qui e altrove. E allora può capitare che qualcuno reagisca tirandosi fuori, smettendo di sostenere, tacendo, per l’appunto; oppure che LanternaBlu ecceda nei toni. Vogliamo davvero che le minoranze abbiano gli stessi diritti degli altri? Bene, allora mettiamoci tutti sullo stesso piano. E, come ho scritto qui sopra, cominciamo col capirci. Altrimenti … Stare beyond through rift in dark to other dark …

  12. Caro Stan,
    mi scusi se mi permetto di non condividere totalmente l’assunto che i toni di “Lanterna blu” siano dovuti al fatto che le minoranze “chiedono spesso di tacere” (come mi pare di evincere, forse sbagliando, dalla sua sintassi). I toni di Lanterna blu sembrano avere altra eziologia e vanno a confermare tutto il lavoro che resta o resterebbe da fare. Quanto al “tacere” richiesto dalle minoranze agli straight, si tratta, quando avviene, in genere della richiesta di “sospensione” di giudizio intorno a realtà che, per loro fortuna, non hanno esperito. Vede caro Stan, benché “homo sum” (e conosce da sé il resto), dovremmo tutti avere anche presente (in seconda battuta, se vuole) che non di tutto si può parlare con la stessa esperienza (Muraro, recentemente). Io, forse perché partecipo di una minoranza, nonostante ritenga che l’antisemitismo mi riguardi, in genere vado enormemente cauta su questioni istoriate sulla loro pelle: sarà perché anche noi siamo passati dagli stessi camini. Dunque , sono d’accordo con lei sul “mettersi sullo stesso piano”, ma tenga presente (senza vittimismo ma con quel certo realismo che non deve mancare) che i nostri gradini sono – spero per poco – un po’ più scomodi dei vostri.

  13. Gentile Eleonora,
    d’accordo sui toni di LanternaBlu; d’accordo con lei. Sul resto, insisto: se dovessi applicare il suo ragionamento, dovrei tacere o sospendere il giudizio su tutto, giacché non sono palestinese, non sono operaio Fiat, non sono un migrante, non sono poeta, non sono scrittore, etc.; o dovrei dire solo di scuola … Se si tratta di partecipare, se si tratta di lavorare insieme per superare una situazione dove mancano diritti, allora la partecipazione è totale, non può che essere totale. E poi, come ho già scritto, il fatto che io non viva una certa esperienza non vuol dire che non possa capirla o, addiritura, descriverla meglio di chi la vive sulla propria pelle. Sulla scomodità, non faccio difficoltà a comprenderla; però, se permette una metafora, un clochard, per quanto *senta* meglio di me la vita di strada, non è detto, e non c’è alcuna scienza che può affermarlo, che riesca a esprimerla meglio di me. Dopodiché, non ho mai detto nulla sull’omosessualità o su questioni attinenti l’omossessualità; mi sono espresso sulla lista che, se anche qui mi permette, ha valenze politiche che vanno ben oltre l’omossessualità.

    Stan. L.

  14. Da quel che ho potuto vedere qui si è soliti fare i conti senza l’oste, mi meraviglio che molti commentatori siano trasaliti leggendo il mio post a causa dei toni “accesi”, elemento considerato più che sufficiente per imbastire un’aleatoria analisi politico/sociale, alla maniera degli archeologi di fine ‘800 che pretendevano di ricostruire il contesto sociale di una civiltà pre-storica partendo da una piccola serie di frammenti. Per non parlare della psicologia spicciola tirata in ballo, l’eziologia. Quanti -logos può scomodare un commento, tutti tranne il dialogo evidentemente. L’importante è che siate d’accordo con voi stessi, che non vi manchi l’autosoddisfazione. Dunque:
    @giuliomozzi: ti ringrazio per la retorica ma il “manipolo di hacker” non si riferiva certo all’aprire banalmente un blog wordpress (?!), siamo nel web 2.0 che diamine, certe cose dovrebbero essere considerate ovvie (vile fiducia nel prossimo!), ma si riferiva ai promotori dell’iniziativa, guarda caso anonimi, guarda caso – secondo Mancuso – “connessi su un server anonimo estero”, senza volto, senza l’intenzione di prendersi la responsabilità della proprie azioni, e tu come li chiameresti? Paladini della giustizia? No, semplicemente hacker. Ma ora che ci penso la parola vile è più calzante. La prossima volta occhio alla luna e non al dito.

    @dario accolla: con tutto il rispetto ma per quanto mi riguarda omofobia è solo una parola che da quando è stata “coniata” viene sistematicamente usata in modo indistinto per:
    a) Indicare tutte quelle persone che usano violenza nei confronti dei gay
    b) Indicare tutte quelle persone che non sono d’accordo o condividono solo in parte le istanze della comunità gay (legge ad hoc, matrimoni, uteri in affitto)
    Quando, per quanto mi riguarda, l’omofobo non è nient’altro che colui che si sente a disagio in un contesto dove sono presenti gay. Se è davvero una fobia non si può/vuole aver a che fare con ciò che ci crea disagio. Né tantomeno si può arrivare a pensare di avere opinioni in merito ad una cosa che crea disagio, né immaginarsi ad usare violenza contro quella “cosa” che la sola vicinanza fa sentire fuori luogo. Questo è l’omofobo puro e semplice, mentre invece tale parola è stata messa tra virgolette, estratta dal proprio contesto “scientifico” e viene utilizzata per indicare in modo indistinto quei 2 punti sopra. Vengono equiparati insomma, usando la stessa parolina magica, chi commette un reato (la violenza, che esista o meno l’aggravante “omofoba” è sempre reato) e chi esprime un’opinione in merito ad una questione di cui si sta discutendo da 40 anni. Io questa impostazione non l’accetto, men che meno tale riduzione. Per questo dico che la parola omofobia non è null’altro che una invenzione, un lascia passare che è servito solo a creare più distanza, a crearsi un comodo esercito avversario entro cui inserire a piacimento criminali, persone con opinioni critiche e classici fobici. A voi vi sta bene? A me no. Di fatti anche lei sottolinea come chi non sia d’accordo con le istanze della comunità gay di conseguenza diventa complice (!) della violenza nei confronti dei gay. Io non accuso il movimento gay di vittimismo ma bensì di lassismo, di essere grossolano nei modi di agire sia politicamente che apoliticamente, di essere superficiale nelle questioni serie e di essere perentorio in quelle mediatiche. Io non voglio mettere a tacere nulla, anzi mi fa piacere che si discuta in maniera critica di ogni aspetto della faccenda, ma in modo davvero critico, di ripensamento. Perché il mio non essere d’accordo con le richieste dei diritti della comunità gay, che reputo in parte legittime, non dipende da alcuna idea pregressa ma è il prodotto della mancanza totale di credibilità politica del movimento gay. Perché fino ad ora non ho visto nessuna parte in causa interessata a voler promuovere politicamente le proprie richieste. In questi ultimi 4 anni c’è stato a mobilitarsi, tralasciando i movimenti sindacalisti, il popolo di grillo, il popolo viola degli studenti, le donne del “se non ora quando”, la popolazione che ha firmato per non uno ma ben 2 referendum. E come si è mobilitato il popolo gay a parte la solita, stantia marcia al gaypride? Il micropride…la TOP 10 dei gay omofobi parlamentari, pubblicata anche da anonimi tra l’altro. Un lettore attento qual io mi reputo, vedendo una differenza di azione così netta rispetto alle altre parti sociali che idea può mai farsi? Una cattiva idea.

    @gianni biondillo: retorica da 4 soldi pt. II. Perché la gente capisce quello che gli è più comodo capire? Almeno non hai cambiato posizione sulla poltrona.

    @Andrea Breda: ti basisco? Son contento, ne guadagni in mimica facciale. Il tuo post ha senso in un regime teorico ma come vedi la pratica è stata meno nobile di quanto vogliano farci credere. La Top 10 fosse stata postata su dago spia avrebbe avuto più credito.

    @Eleneora: ti rispondo alla domanda indiretta, una parola: assuefazione. Quando si parla sempre delle stesse cose è lecito che sopraggiunga insofferenza, soprattutto se si gira a vuoto su un argomento nullo. Hai detto bene, la questione glbt dovrebbe interessare l’intero paese ma a quanto pare se pure ti interessi finisci per far rimanere basiti gli interlocutori che poi interloquiscono ma molto sentenziano. Quindi diciamo che la questione deve interessare premettendo un comportamento e un tono deciso a priori, sarebbe più onesto dir così. Ha ragione quando dice che “non di tutto si può parlare con la stessa esperienza”, bontà di Muraro c’arrivava già Aristotele nel I libro della Retorica ed è proprio qui il punto, io parlo da spettatore, partecipo all’esperienza come astante e guardando da fuori sono giunto a determinate conclusioni e tali stati d’animo. Che il commento di un testimone e null’altro possa essere d’aiuto al movimento glbt è interesse solo di questo, ma io intanto continuerò a guardare. Mi spiace.

    Ciao stan

  15. Quando, per quanto mi riguarda, l’omofobo non è nient’altro che colui che si sente a disagio in un contesto dove sono presenti gay. Se è davvero una fobia non si può/vuole aver a che fare con ciò che ci crea disagio. Né tantomeno si può arrivare a pensare di avere opinioni in merito ad una cosa che crea disagio, né immaginarsi ad usare violenza contro quella “cosa” che la sola vicinanza fa sentire fuori luogo. Questo è l’omofobo puro e semplice.

    Premesso che le fobie si manifestano in diversi modi, nello specifico l’omofobia non gode di nessuna classificazione clinica, quale idiozia. Certo, il termine pseudo-scientifico si presta a qualche fraintendimento… L’omofobia comunque ha a che fare con la discriminazione in base all’orientamento sessuale, solitamente all’interno di strutture sociali sessiste e tendenzialmente razziste. Non c’e’ nessun altro significato possibile. E l’omofobia esiste come esiste la xenofobia. Inutile negare la cosa con gargarismi.

    Un paese democratico e civile ha il dovere di combattere le discriminazioni, di qualunque natura siano. Anche per la sua coesione sociale. L’Italia dovrebbe solo essere meno autistica e aggiornare – fuori tempo massimo – la sua legislazione in materia.

  16. …chi fa la spia non è figlio di maria :)
    spiare è brutta cosa, spiare uno come “te”, poi, è anche poco solidale.
    la lista che non conosco ma presumo, serve a confermarmi l’opinione, che sta diventando certezza, riguardo gli uomini tutti, al di là dei loro orientamenti sessuali.
    che infinita tristezza infinita mi coglie!
    per il resto mi sento di convenire con stan e lanternablu ( suggestivo nic)
    :)

    molti baci
    la funambola

  17. La lista anonima alla fine mi pare sia stata una cagata. Forse un’operazione del genere non poteva essere condotta diversamente in Italia, per diverse ragioni che magari approfondiremo in un altro momento. Ma difendo a spada tratta i principi che muovono l’Outing, principi che forse dovreste approfondire per risultare meno emotivi e piu’ credibili nel criticarlo, perfino accostandolo erroneamente al Metodo Boffo. Poi, certo, si puo’ essere dei fieri difensori della Doppia Morale, no?

  18. E’ legittimo non condividere l’iniziativa, ci mancherebbe. Le opinioni sono diverse anche all’interno della comunità gay.
    Sono molte dellle argomentazioni che non mi convincono e mi laciano un po’ perplesso.
    Spero che almeno tutti siano d’accordo su due punti:
    1) che l’omosessualità non deve e non puo’ essere oggetto di discriminazione di nessunissimo genere.
    Io posso sentirmi a disagio in presenza di uomini con la barba, ma non per questo devo essere intollerente con quelle persone per il sol ofatto che hanno la barba.

    2) che l’omosessualità e i diritti civili degli omosessuali, sono oggetto in Italia di discriminazione, violenza fisica e psicologica.

    3) chiunque abbia a cuore in questo paese la democrazia e i diritti civili dovrebbe denunciare questa situazione e adoperarsi (in quanto persona e in quanto cittadino) affinchè quei diritti vengano affermati, sanciti e condivisi.

    —-
    Non capisco la violenza di alcuni interventi al limite della intolleranza: da fastidio che questo blog ospiti articoli sull’omosessualità. Se non è intolleranza cos’altro è ?

    Si tuona contro la violazione della privacy. Anche quando “la divulgazione delle informazioni (nei dovuti modi) ha una finalità pubblica perché è pertinente all’attività pubblica dei politici outati e perché incide sull’immagine pubblica che pongono a base del loro potere”.
    Se una donna ferocemente antiabortista fautrice di sanzioni penali per chi commette quello che lei pubblicamente considera reato, se questa donan abortisce, chiedo: questo comportamento ipocrita e incoerente non deve esere denunciato (perfino in forma anonima) ?
    se i difensori della famiglia privatamente commettono attii che contraddicono tutta questa retorica retorica, è un atto illecito denunciarne l’incoerenza ?
    Ho paura che si corra il rischio di legittimare la cultura ipocrita della doppia morale di questo paese.
    Il potere reprime ferocemente comportamenti ritenuti “contronatura”, ma tollera gli stessi comportamenti se adottati privatamente dai potenti.
    Insomma la chiesa e ferocemente contro l’omosessualità, ma guarda caso ha tollerato e protetto per decenni i pedofili.

    Si continua ad argomentare partendo dal presupposto che dare dell’omosessuale a uno sia un insulto (presupposto degli omofobi e del metodo boffo).
    ma in questo caso non si intende insultare qualcuno di essere omosessuale, ma semplicemente denunciare un omosessuale di essere incoerente (sul piano politico e quindi pubblico).
    Il fatto che le persone che hanno pubblicato la lista siano considerate infami etc etc
    dimostra semplicemente che in questo paese così viene vissuta l’omosessualità.

    la soluzione al problema in fondo è semplice:
    garantire alla comunità omosessuali tutti i diritti di cui già godono negli altri paesi occidentali.

  19. “Un lettore attento qual io mi reputo, vedendo una differenza di azione così netta rispetto alle altre parti sociali che idea può mai farsi? Una cattiva idea.” – LanternaBlu

    E’ la stessa cosa chiedere una firma per abrogare il legittimo impedimento, e chiedere una firma per abrogare l’istituto civilistico del matrimonio?

    E’ la stessa cosa chiedere pari opportunita tra maschi e femmine, e chiederle tra maschi/femmine e persone transgender?

  20. Qualcuno ci faccia la grazia. Che la funambola si riprenda presto. L’Outing resta una cosa seria che non puo’ essere ridicolizzata con tanta leggerezza.

  21. sei sempre gentile alessandro:)
    ma sto bene davvero e a volte sto anche meglio
    io però non ridevo, sorridevo
    e sorrido :) perchè, anche se tu sei sgarbato con me, io non ti farei mai la spia, ricordatelo e stampatelo.

    molti baci :)
    la fu

  22. “perchè, anche se tu sei sgarbato con me, io non ti farei mai la spia, ricordatelo e stampatelo.”

    Ma povera grulla, sara’ per questo che mi chiami per nome?

  23. povera grulla per davvero!
    c’è chi ci nasce grullo e chi non ci diverrà mai, grullo!
    questione non di stile ma bensì d’intuito e un po’ di cuore e un po’ d’ ammooorrree :)
    tanti baci
    la fu ( carla)

  24. Non si discute circa la fondatezza delle posizioni di Franco Buffoni relativamente all’opportunità dell’outing e mi meraviglio che la cosa crei ancora delle spaccature perfino all’interno della comunità omosessuale, sembra che, dietro questa bislacca ostinazione a difendere l’ipocrisia diffusa di politici e presuli gay – gay ma pubblicamente omofobi – si celi un certo serpeggiante timore di dover rinunciare (finalmente direi) al “velo” relazionale, il “velo” di circostanza, questo stupido sudario di offese e vergogne in cui ancora in tanti, in troppi, si bendano quotidianamente. A prescindere dalle motivazioni psicologiche e d’opportunità che potrebbero spingere i detrattori dell’outing, a me la situazione sembra più semplice e ragionevole del solito: l’outing colpisce personaggi che hanno visibilità e potere, che si schierano pubblicamente contro la comunità gay, che rendono più difficile la realizzazione della mia felicità, che pretendono di lordare con le loro zanne ferine i miei affetti, le mie fantasie ed i miei desideri, dunque perchè non dovrei difendermi? Quest’Italia del politically correct, quest’Italia della privacy a tutti i costi, sta commettendo il grande ed ecumenico errore di salvare – in nome di un malinteso senso del privato – lo sfruttamento della prostituzione e le trame dei massoni al governo, l’immunità di politici in odore di mafia e l’intrinseca violenza eterosessista di omosessuali omofobi che – forti dei loro privilegi e dei loro stipendi – calpestano impunemente la vita ed il futuro di tanti omosessuali che vivono onestamente e dignitosamente la propria condizione.
    E, come diceva Franco, se proprio ci costringete…outing sia!

  25. Gentilissima Signora Castaldi,

    Quella lista non e’ credibile per niente. Qui pero’ stiamo difendendo l’Outing. La sua storia. La sua efficacia. La cosa le e’ chiara? Credo proprio di no! In fondo lei aveva duramente attaccato lo strumento dell’Outing ancor prima che fosse cosi’ svilito in Italia da un gruppetto anonimo.

  26. AMA: è vero, so quello che dico, solitamente. grazie per la risposta, quando ti trovi d’accordo con me, mi chiami per nome, sarei felice che tu volessi continuare a farlo.
    natàlia

  27. Quindi, Natalia mi stai forse dicendo che scarichi allegramente almeno 30 anni di Outing invocando il Metodo Boffo? E con quale diritto? Qui non si tratta di essere in accordo o meno con te. Quindi immutata stima, ma…

  28. Ama, non ho scaricato allegramente nulla, ho sempre motivato le mie ragioni, qui come nel precedente post, quindi a questo punto possiamo solo non essere d’accordo riguardo a tale metodologia di lotta, non vedo come motivarti ulteriormente quello per cui mi sono già spesa, il che non significa che non mi interessino le ragioni altrui o ascoltare le tue, diversamente non sarei stata qui a parlarne, civilmente, credo e spero.
    ciao.

  29. LanternaBlu:
    “Quando, per quanto mi riguarda, l’omofobo non è nient’altro che colui che si sente a disagio in un contesto dove sono presenti gay.”

    Esattamente come l’antisemita non è nient’altro che colui che si sente a disagio in un contesto dove sono presenti ebrei.

    Ma mica è discriminazione, noooo, ma che dici?

  30. @ Ama
    visto che sei un interlocutore interessante, e visto che ora, a differenza di prima, difendi non tanto la lista in sé, ma l’Outing, ti chiedo ciò: puoi fornirci elementi concreti della sua utilità? Dove per “sua utilità” non intendo che qualcuno, prelato o politico, si sia svelato; quanto se lo svelamento ha prodotto miglioramenti nel campo dei diritti. Che Tremonti, poniamo, si sveli in quanto omossessuale, a me non frega assolutamente niente; che modifichi il suo atteggiamento e voti a favore di una legge sull’omofobia sì. Ecco, quanto ha influito l’Outing sul cambiamento di una posizione?

    Tra l’altro, la legge sull’omofobia è stata bocciata con ben 83 voti di differenza! Se dieci sono i parlamentari gay di centro-destra, nessun Outing potrebbe mai modificare la situazione. E si torna alla necessità, espressa più volte in precedenza, di agire culturalmente … E qui mi ripeto: se l’Outing allontana – e allontana – allora è politicamente controproducente …

    @ LanternaBlu
    ecco – finalmente! – delle argomentazioni nuove. Ma ho l’impressione che la scelta di calmare i toni e di argomentare non produrrà grandi aperture. In ogni caso, per quello che può servire, sul concetto di “omofobia” hai ragione; anche Wikipedia lo rapporta alla paura e all’avversione irrazionale nei confronti dell’omossessualità, senza però essere una vera e propria “fobia”; dopodiché, le definizioni si sprecano … Io bandirei, almeno nelle discussioni, il termine, soprattutto quando, con una leggerezza francamente idiota, non si esita a sbatterlo in faccia a qualcuno solo perché manifesta dubbi su questa o quella azione politica della comunità Lgbt. Resta la discriminazione; e la questione di come superarla. Ma qui le cose si complicano … Ricambio il saluto.

    @ Carmelo
    è inutile, di fronte a certe insistenze non resta altro che l’ironia. Stai tessendo trame a vuoto; anch’io lo faccio, talvolta. Solo che tu non dai l’impressione di divertirti: sei così serioso! Suvvia!, Carmelo: distruggi il computer e ridi a crepapelle! Oppure, se lo vuoi tenere in vita, apri le precedenti pagine di NI dedicate alla questione e rileggi con calma il carteggio: scoprirai, e senza la mediazione di Lévinas, la presenza dell’Altro; scoprirai l’altrui soggettività, fatta di idee proprie e diverse dalle tue. E scoprirai, con un po’ di pazienza, che nessuno – nessuno, ma proprio nessuno – ha criticato la lista “partendo dal presupposto che dare dell’omossessuale a uno sia un insulto”; e tante altre cose, scoprirai. Io, se accetti un consiglio, ti direi: tessi altre trame, magari intreccia fili da un albero all’altro sino a dare vita a un’amaca e stai lì, sospeso per aria scoreggiando in faccia agli insetti; vedrai: il godimento è assicurato …

    Stan. L.

  31. Natalia, a presto. Spero su altri temi. Ciao.

    Biondillo, :-)))

    Mica fanno niente di male! In fondo si sentono solo a disagio, no? E chi non lo sarebbe?

  32. Guarda, AMA, sai come sono ‘sti ricchioni: educati e gentili, ma appena ti giri: TAK! Te lo picchiano in culo!

    E se poi mi piace? Meglio evitare.

    ;-)))

  33. @stan

    In Italia l’Outing non ha mai avuto una storia. Come avrebbe potuto? Siamo tutti bravi ad usare la rete, no? Il link a wikipedia lo vuoi in italiano o in inglese? Comunque l’Outing ha 20 anni, come gia’ accennai altrove, non 30, mi scuso per l’errore di battitura.

    Io ho sempre difeso fin da subito l’ormai ventennale uso dell’Outing nei paesi non solo ma soprattutto anglofoni. Ho sostenuto il principio, non la lista, come avrei potuto difenderla se non avevo idea di cosa sarebbe stata?

    Ovviamente siete liberi di non condividerlo. Ma l’Outing ha ottenuto risultati giganteschi altrove. Forse anche grazie ad una giurisprudenza diversa. E ad una coscienza morale e sociale diversa.

    Non ho alcuna difficolta’ ad ammettere che la prima listarella italiana, osteggiata e disinnescata preventivamente dalla cultura dominante, si sia rivelata alla fine poca cosa, ma questo non intacca il principio che la sottende.

  34. @ andrea barbieri. Insomma mi stai dicendo “o ti becchi questa minestra…”. Insomma il fantomatico movimento gay mette in lista 10 nomi ma non è in grado di mettere in lista 10 azioni POLITICHE da compiere a scadenza da qui a 5 anni? Assumente un ingegnere gestionale, investite in nuove figure professionali, lasciate un po’ da parte l’ufficio marketing. Se si vuole qualcosa verrà fuori, ma mi pare che non si voglia.

    @AMA
    Quindi ama seguendo il tuo ragionamento la parola chiave è discriminazione. Allora se io non sono d’accordo con le istanze del movimento gay per la motivazione della loro intrinseca scarsa credibilità allora sono un omofobo giusto? E sono equiparato a chi nella vita pubblica e privata schernisce i gay, preferisce non assumerli e di tanto in tanto va a pestarli fuori al gay village con 4 amici, una birra e spranghe? Abbiamo esattamente le stesse “colpe”. Tu mi stai dicendo questo? Insomma hai ripetuto quello che ho detto io solo che c’hai aggiunto la discriminazione. Cambia qualcosa nel mio ragionamento? Vi fa piacere usare la parola omofobia come capello per ogni tipo di discriminazione (= riducendo ogni opinione avversa come una manifestazione discriminatoria)? A me piace considerare questo utilizzo una ipocrisia perchè in questo modo, con l’asso nella manica dell’omofobia, si stroncano sul nascere tutte quelle discussioni che possono nascere attorno la questione glbt. Non vi interessa parlarne allora? Ecco, perchè a chicchessia dovrebbe interessare ascoltare cosa avete da chiedere allora? Siete disinteressati al confronto? Bella notizia, tempo in più per far altro. Con questo atteggiamento grossolano il movimento glbt s’è guadagnato solo indifferenza e distanza, tanto comunque la pensi sono omofobo.

    @gianni biondillo: sei qui per provocare, mica ti interessa la discussione no. Dall’alto del tuo browser c’avrai eoni di schede da consultare. Ora, ad esempio cosa c’entra l’antisemitismo? L’omofobia io non la equiparo mica all’antisemitismo, che è una questione più culturale, di cattiva cultura, ma l’equiparo a quello stuolo di fobie che solo uno psicologo può diagnosticare: agorafobia, claustrofobia, xenofobia, un qualcosa che riguarda la stretta individualità, la forma patologica di un malessere. Se il movimento glbt si sceglie le parole ad minchiam, le definisce in modo ad minchiam e le usa in modo altrettanto…ad minchiam il problema è di chi le ha coniate ste paroline o dei destinatari delle stesse? Le funzioni di Jakobson si fanno in prima media, mi sa che la tua nipotina possa risponderti in maniera più adeguata.

  35. @LanternaBlu

    Ci sono delle convenzioni internazionali che definiscono cosa sia e quindi cosa significhi l’Omofobia. Puoi sbattere i pugnetti sul tavolo quanto vuoi per la nascita di una nuova “parola” – concetto – con tutto quello che si porta dietro.

  36. Insomma ipse dixit. Non c’è dialogo. Vai a chiedere i diritti alle convenzioni internazionali, forse loro sono più ferrati e ve li concederanno convenzionalmente. E cmq il fatto che esistano queste integerrime “convenzioni internazionali” che decidono cosa è omofobia e cosa non è non significa che tale termine venga utilizzato in maniera degenere. Dov’è la conseguenzialità? Non c’è conseguenzialità tra le 2 cose. In più non vuoi rispondermi, la mia domanda è sempre quella:

    “Quindi ama seguendo il tuo ragionamento la parola chiave è discriminazione. Allora se io non sono d’accordo con le istanze del movimento gay per la motivazione della loro intrinseca scarsa credibilità allora sono un omofobo giusto? E sono equiparato a chi nella vita pubblica e privata schernisce i gay, preferisce non assumerli e di tanto in tanto va a pestarli fuori al gay village con 4 amici, una birra e spranghe? Abbiamo esattamente le stesse “colpe”. Tu mi stai dicendo questo?”

    Ho posto delle domande precise, tu vuoi girarci attorno. Puoi continuare a scervellarti a trovare il modo per non rispondere (il diniego è già di per se una risposta, per cui) io intanto mi metto a far altro, se non c’è dialogo perchè sprecar tempo ad ascoltare? Che inconveniente. E non sbatto mica i pugnetti, mi limito semplicemente a sbattere i polpastrelli sulla tastiera. Buona battaglia contro i mulini a vento.

  37. Siamo nel 2011 e siamo ancora qui a discutere di “diritti fondamentali” che dovevano essere riconosciuti il secolo scorso.

    E c’è chi se la sente di mettere in discussione una lista, pur affermando che i diritti sono sacrosanti, che non serve a nulla.

    In questi anni avremmo dovuto sorridere i questa lista e di queste discussioni… trovate casualmente in internet.

    Siamo totalmente asincroni e fuori dal tempo, rispetto all’Italia che dovrebbe essere. °_°

  38. Innanzi tutto, buongiorno a tutti.
    Ho letto con interesse le vostre posizioni e mi fa piacere vedere che l’argomento susciti un bel dibattito, segno evidente che ancora non siamo completamente mitridatizzati dalla società-sentina che ci circonda e che tende ad ottundere le nostre menti.
    Con la mia modesta esperienza militante posso dare un piccolo contributo al dibattito e ringrazio Franco per questa possibilità.
    Alcune brevi considerazioni:
    1) la pratica dell’outing è in vita da molti anni e senza alcun intento delatorio (nel senso più prosaico del termine, ovviamente): basta dare un’occhiata a questo link: http://it.wikipedia.org/wiki/Outing
    2) tutte le posizioni sono ragionevoli ma dato che a pensar male difficilmente si sbaglia, se la gran parte della comunità lgbt si è dissociata dalla lista incriminata, probabilmente ha fatto i suoi bei calcoli politici; se però a farlo è un politico, nessuno dice nulla (appunto, vedasi l’esempio dell’on. Concia sulla Yourcenar)
    3) senza atteggiamenti maccartisti, se una persona mi offende o preclude la mia dignità, io ho il dovere di difendermi anche con metodi poco ortodossi, credo che il politacally correct sia auspicabile ma non sempre praticabile: la libertà se non ce la danno, occorre prendercela!
    4) e concludo, per non tediarvi oltre, se una persona rappresenta un’istituzione, oltre ai privilegi deve avere anche gli oneri e la perdita parziale della propria privacy è uno di questi oneri. Renato Zero che afferma di non essere gay è una delusione ma non per questo lo vorrei all’interno della lista outing, ma se Tremonti fa parte di questo governo che boccia la pur blanda ed incompleta legge sulla omofobia e poi paga in nero l’affitto di un appartamento al compagno, bè questo merita un’adeguata risposta.
    un caro saluto a tutti.

  39. Per chi non l’avesse ancora capito, ogni post di Buffoni sul tema dell’omosessualità produce dei commenti (da parte dei soliti commentatori) in cui verrà bollato di omofobia chinque non condivida tutte le istanze della comunità lgbt. Ormai sono decine i post con la stessa, identica dinamica. Potrei scriverci un saggio su come tutto si ripete sempre uguale. E poi fa niente se le istanze della comunità lgbt non sono soddisfatte completamente in 4/5 (a occhio) dei paesi della terra e nemmeno in metà dei paesi occidentali. Fa niente. Comunità lgbt contro resto del mondo. O stai con loro al 100%, o sei un omofobo. Non ci sono vie di mezzo. Isteria, nient’altro. E a questa isteria risponde quella di lanterna blu. Che purtroppo ha ragione su un punto: in questo modo la comunità lgbt italiana non raggiungerà molti obiettivi concreti sui loro diritti.
    Ma tanto chi se frega (sembra), l’importante è dare dell’omofobo il più possibile.

  40. Invece bollare di isterica (da hustéra, utero) la comunità lgbt – con quel bel termine ottocentesco che additava le donne di buona famiglia prese da turbamenti uterini – mi sembra davvero un bel passo avanti.

  41. Senti, Lanterna, se non ci mettiamo d’accordo sul significato delle parole non possiamo dialogare, perche’ parliamo evidentemente lingue diverse. Prenditi un dizionario serio e cerca la definizione univoca di “omofobia”. Prendine atto e lavora su te stesso, non sul significato della parola. Da gay ho tollerato piu’ del dovuto il tuo esercizio verboso.

  42. Scusa, Galbiati, non vorrei che il tuo esercizio retorico avesse cambiato i connotati alla geografia occidentale…

    :-)))

  43. Ovviamente per significato univoco intendo quello universalmente condiviso che non li racchiude tutti. Dovremmo partire da li’.

  44. Caro AMA, ancora una volta prendi il discorso per la tangente, prima erano le fantomatiche convenzioni internazionali, ora scomodiamo anche il vocabolario, per il prossimo post che ti inventerai per evitare di rispondere? Ti rendi conto di quanto sia ridicolo tutto ciò? E’ proprio questo il problema di cui parlavo prima, ovvero si parla *del bel niente*. Insisto, è vero o no che viene considerato omofobo sia il criminale, il reo, sia colui che non è semplicemente d’accordo con i modi e le istanze della comunità gay? Che ogni opinione avversa viene considerata espressione di una discriminazione?

    E’ così o non è così? Perchè non vuoi rispondere? Sei stanco in quanto gay? Ecco, io sono stanco – pensa te – come essere umano. Vogliamo parlare anche del fallimento della comunità gay nel volersi costruire una cultura a sè stante, cercando in tutti i modi di dissociare l’aspetto sessuale da quello affettivo? Vogliamo parlare delle fantomatiche distinzione, ad minchiam, per cui la parolina “omosessuale” indica colui che vive la propria condizione come patologica e peccaminosa mentre la parolina “gay” indica l’emancipato, il culturalmente avanzato che vive alla luce del sole? Ho letto queste fregnacce da uno come Sciltian Gastaldi, star lì, a cercare di dare un senso alla propria condizione convincendosi che quello convenzionato sia quello più giusto. Auguri.

  45. Oggi mi sento molto Giulio Mozzi, anche se non ne ho la caratura, quindi probabilmente forzero’ la manina monca…

    omofobia
    s.f.
    Avversione ossessiva per gli omosessuali e l’omosessualità
    ossessione
    s.f. (pl. -ni)
    Turbamento mentale per il quale il malato è afflitto da un’idea fissa che provoca timori e angosce
    avversione
    s.f. (pl. -ni)
    Disposizione d’animo avversa a qualcuno o a qualcosa; ostilità, antipatia, ripugnanza: avere, sentire, provare, nutrire a. a, per, contro qualcosa; avere, prendere in a.; essere in a. a qualcuno

    Da quello che ho potuto capire io quindi, almeno stando al Dizionario Hoepli online, per citare il primo che ho trovato e a cui mi sono affidato… Se sei ostile verso l’omosessualita’, quindi evidentemente anche verso il processo della sua legittimazione sociale; se hai antipatia per gli omosessuli, in quanto singoli ma anche probabilmente per la comunita’ in cui si esprimono; se ti ripugnano innocenti effusioni fra persone dello stesso sesso in pubblico; se tutto questo supera il limite della ragionevolezza e sfocia in un’ossessione in cui proiettare i propri timori e le proprie angosce (fine del mondo, estinzione della specie, solo per fare i primi due esempi che mi vengono in mente), allora hai qualche problema di omofobia.

    E come si esprime l’omofobia. Con quali atteggiamenti? Ne vogliamo parlare?

  46. Insisto, è vero o no che viene considerato omofobo sia il criminale, il reo, sia colui che non è semplicemente d’accordo con i modi e le istanze della comunità gay? Che ogni opinione avversa viene considerata espressione di una discriminazione?

    Ma tu perche’ dovresti avere delle opinioni avverse?
    Perche’ invece non dai il tuo consenso alle istanze della comunita’ gay? Sui modi si puo’ invece discutere, credo…
    Perche’ giudichi cosi’ negativamente il mondo omosessuale? Hai forse avuto delle brutte esperienze? O i tuoi sono solo luoghi comuni e preconcetti? Parliamone.

  47. LanternaBlu, riporto per comodità il passo nel quale ti rivolgi a me: “@giuliomozzi: ti ringrazio per la retorica ma il “manipolo di hacker” non si riferiva certo all’aprire banalmente un blog wordpress (?!), siamo nel web 2.0 che diamine, certe cose dovrebbero essere considerate ovvie (vile fiducia nel prossimo!), ma si riferiva ai promotori dell’iniziativa, guarda caso anonimi, guarda caso – secondo Mancuso – “connessi su un server anonimo estero”, senza volto, senza l’intenzione di prendersi la responsabilità della proprie azioni, e tu come li chiameresti? Paladini della giustizia? No, semplicemente hacker. Ma ora che ci penso la parola vile è più calzante. La prossima volta occhio alla luna e non al dito.”

    Domando: che cos’è http://listaouting.wordpress.com se non un blog in wordpress? Quanto ci vuole a fare una cosa da anonimi in rete? Si va in un internet point (possibilmente in un posto dove non ti chiedano la carta d’identità), si crea un indirizzo presso un qualunque servizio di posta, con quello ci si fa un account WordPress, e la cosa è fatta.
    Se si vuol fare qualcosa di più chic, si può prelevare dalla rete un qualsiasi programmino gratuito che aiuti a navigare anonimamente (tipo Multiproxy). Magari si può avere l’accortezza banale di prelevare il suddetto programmino con una macchina, e installarlo su di un’altra, possibilmente un po’ lontana.
    Sono cose alla portata di tutti. Non serve essere un hacker per farle.
    Definizione di hacker, da Wikipedia: “persona che si impegna nell’affrontare sfide intellettuali per aggirare o superare creativamente le limitazioni che gli vengono imposte, non limitatamente ai suoi ambiti d’interesse (che di solito comprendono l’informatica o l’ingegneria elettronica), ma in tutti gli aspetti della sua vita”.
    Se vuoi dire che costoro nascondono la propria identità, chiamali “anonimi”. Chiamarli “hacker” è un’improprietà. Un’improprietà sul piano denotativo, non priva di conseguenze sul piano connotativo: considerato che – cito sempre Wikipedia, medesima voce – “esiste un luogo comune, usato soprattutto dai mass media (a partire dagli anni Ottanta), per cui il termine hacker viene associato ai criminali informatici”.

  48. Perliamone ?!?!?!?!?
    AMA, dai ti prego non vorrai fare sostegno pricologico anche qui, guarda che l’omofobia mica si cura così, con due parole.

  49. Perliamone ?!?!?!?!?
    AMA, dai ti prego non vorrai fare sostegno pricologico anche qui, guarda che l’omofobia mica si cura così, con due parole.

    Ares, io so che in Italia (e non solo) si cura l’omosessualita’, non l’omofobia (non e’ mica una malattia!)…

    :-)))

  50. Ma quanta ipocrisia c’è in chi afferma:

    “Per il resto, leggere quella lista non mi ha fatto alcuna impressione, forse proprio perché il problema per me non sussiste”

    e poco prima afferma che l’Outing è una pratica violenta ?

    Che violenza possiede quella pratica se poi nessuno s’impressiona… bah!!

  51. @AMA
    Partiamo dalle definizioni che hai trovato ed arriviamo ad un punto. Quella che hai delineato già chiarifica il tutto, l’omofobo quindi non è semplicemente ostile nei confronti di una categoria di persone, non è questione di dissenso o antipatia fine a sè stessa ma la sua avversione è di tipo patologico, di natura irrazionale. Di conseguenza chi esprime dissenso con tanto di motivazione sulla questione dei diritti civili, in modo ragionevole non può essere considerato un omofobo. Su questo ci siamo?

    Il perchè io non sia d’accordo è stato già detto, fino ad ora non ho percepito dal movimento-comunità-associazionismo glbt o come lo volete chiamare il reale interesse nel voler vedere promosse ed attuate quelle istanze che a gran voce richiede. Perchè, come ho già detto, fino a questo momento tutte le azione intraprese per la questione “diritti” sono state tutte di tipo mediatico/culturale/di intrattenimento. Si è andati avanti a botte di comunicati stampa e gay pride, che serviranno anche a tenere unita la falange dei militanti nella convinzione che prima o poi questi diritti scenderanno dal cielo come le tavole della legge di Mosè ma che praticamente non hanno portato a nulla. A parte qualche citazione sul Vanity Fair. Quello che biasimo alla “comunità” è la mancanza di progettualità politica, concreta, e come posso appoggiare le istanze di costoro se all’orizzonte non c’è niente? Non c’è alcun programma di realizzazione? Mi stai semplicemente dicento che il movimento gay è solo un movimento d’opinione ma che non ha obiettivi concreti, a questo punto perchè appoggiarli?

    La mancanza di progettualità dell’attività “politica” glbt non riguarda solo l’assenza di un programma ma anche l’assenza dell’interesse ad unirsi ad altre parti sociali. Ad esempio, per i pacs, si poteva pensare di fare un fronte unico sia con le coppie etero lontane dal vaticano, sia con i divorziati che non vogliono contrarre seconde nozze ma vorrebbero una legislazione che tuteli le relazioni post-divorzio. Pensare insomma ad una macro legge che riguardasse tutte queste parte sociali e nel particolare cucirla addosso alle esigenze di ognuna di queste. E’ un inizio, è un’apertura verso altre realtà per concorrere al medesimo obiettivo. E invece il gruppo glbt preferisce isolarsi e considerare i propri diritti come esclusiva.
    Stesso discorso per le coppie sterili. Una volta fatte le famiglie glbt si deve pur pensare alla procreazione o no? E su questo fronte i problemi sono 2, adozioni a parte, per le coppie omo il problema è l’utero da affittare (legislazione assente), per le coppie lesbo il problema è la donazione eterologa (vietata in italia). Ecco, pensare di entrare in contatto con quelle associazioni di mamme e papà che vogliono riconosciuta legalmente la donazione eterologa? Con le femministe, save the children non saprei per quanto riguarda il diritto della mamma affittuaria?

    Quando si parla di diritti: legge anti-omofobia (con cui non sono d’accordo), matrimonio civile (con cui sarei d’accordo), adozioni-procreazione (con cui sono d’accordo solo in parte) il movimento-comunità come la chiamate ne parla sempre in maniera astratta e a me dell’astrazione frega una ceppa. Quindi o ne parliamo in maniera concreta punto per punto o non ne parliamo proprio.

    I motivi basilari per cui sono ostile in modo non ossessivo ma sistematico rispetto alle istanze della comunità glbt sono così riassunti: mancanza di progettualità politica, disinteresse nell’entrare in contatto con le altre categorie sociali, interesse rivolto più all’aspetto mediatico/organizzativo che civile, parlare dei diritti senza avere idea di cosa effettivamente si sta chiedendo, mancanza di credibilità su tutta la linea. In breve ho i miei motivi per non essere d’accordo.

  52. Ares: se ti rivolgi a me ho nome e cognome e nessun emoticon che mi accompagni. purtroppo vado di fretta per l’allenamento di calcetto, quindi non posso soffermarmi a risponderti. E a dire il vero, impegni a parte, non so quanto possa essere utile farlo.
    nc

  53. Siamo sicuri che questo LanternaBlu non sia in realtà Galbiati travestito…
    Ueh!! Galbiati, non ti sarai dato al travestitismo ?… ci mancherebbe, non c’è nulla di male ^__+

  54. @gianni
    ma la comunità lgbt è tutt’altro che isterica, nel suo complesso: per es. la maggior parte dei suoi rappresentanti ha preso le distanze o condannato la lista outing, e non mi pare che sia propensa a dare senza distinzioni dell’omofobo a chiunque non sia d’accordo a concedere matrimonio e adozioni e coppie dello stesso sesso.
    Io mi riferisco a quanto compare nei commenti dei post di Buffoni, e a volte anche negli articoli suoi o di altri da lui postati: in questo caso c’è fanatismo e isteria. E ribadisco la mia tristezza di vedere fanatismo e isteria veicolati in rete dalla home page di NI.

  55. Che Tremonti, poniamo, si sveli in quanto omossessuale, a me non frega assolutamente niente; che modifichi il suo atteggiamento e voti a favore di una legge sull’omofobia sì

    il “puareto” tremonti non era presente al voto (era in misisone) però, stan, dì la verità, che questo orientamento di tremonti che ci viene svelato da Statera, tutto sommato è molto più piccante e interessante della rivelazione di chi si sia o meno scelto come compagno ;-)

  56. “”Insomma mi stai dicendo “o ti becchi questa minestra…”. Insomma il fantomatico movimento gay mette in lista 10 nomi ma non è in grado di mettere in lista 10 azioni POLITICHE da compiere a scadenza da qui a 5 anni? Assumente un ingegnere gestionale, investite in nuove figure professionali, lasciate un po’ da parte l’ufficio marketing. Se si vuole qualcosa verrà fuori, ma mi pare che non si voglia.”” Lanterna Blu

    Lanterna blu, sei tu che hai domandato “Ma queste fantomatiche associazioni che a nulla servono, perchè non hai mai pensato di agire alla stessa maniera? Perchè non partono dal referendum?”

    E io ho semplicemente posto la domanda:
    “E’ la stessa cosa chiedere una firma per abrogare il legittimo impedimento, e chiedere una firma per abrogare l’istituto civilistico del matrimonio?”

    Evidentemente no, e non ha senso ricorrere al referendum nel secondo caso.

    Tu dai anche per scontato che io faccia parte del movimento glbt, non è così. Sono semplicemente una persona che si pone un certo tipo di domande che riguardano il genere, per esempio:
    – Perché scienziati sicuramente capaci, quando fanno ricerche sulla differenza sessuale compiono errori grossolani?
    – Perché un ragazzo viene assassinato da un gruppo di pari per il suo modo di camminare effeminato?
    – Perché per legge il nome di una persona è vincolato ai caratteri sessuali maschili o femminili, quando la Corte Costituzionale dagli anni ottanta ha introdotto una nozione di identità di genere che tiene conto del dato psichico?
    – Perché i protocolli medici relativi agli interventi precoci su corpi intersessuali non rispettano le elementari regole deontologiche?

  57. @LanternaBlu

    Guarda che non sfondi una porta ma un portone. Spalancato. Occhio a non cadere col culo a terra proprio nell’androne.

    La vicenda della Lista e’ stata esemplare. L’associazionismo non ha convinto. Nonostante in Italia dare dell’omosessuale a qualcuno equivalga sempre e comunque a calunniarlo, che la cosa abbia un fondamento o meno, una strada per supportare questa legittima azione di Outing andava trovata. Tutti i principali esponenti del mondo Lgbt invece hanno usato toni grevi solo per attaccare direttamente o indirettamente Mancuso, difendere la propria storia politica fallimentare e ritagliarsi un piccolo spazio mediatico, rassicurando il palazzo, e solo per meri interessi personali, circa la loro estraneita’ all’operazione.

    Il gruppetto degli outer era stato disinnescato ancor prima che potesse concretizzare qualcosa. Ma per principio ormai quei nomi andavano fatti.

    La stampa non ha potuto piu’ di tanto dare rilievo alla notizia e nemmeno avrebbe dovuto, viste le modalita’ e gli sviluppi della vicenda.

    Gli outed per nessuna ragione al mondo avrebbero dovuto sporgere querela. Sarebbero stati degli idioti a farlo. Tutto caduto nel dimenticatoio insomma, senza minimamente intaccare i privilegi della partitocrozia, collusa e ipocrita, a tradire l’assetto democratico delle nostre istituzioni.

    Il movimento Lgbt si mostra debole e frammentato e spesso non sa cosa vuole e come ottenerlo. Certo, probabilmente per gli attivisti non deve essere facile muoversi in uno scenario inquietante, dove il parlamento non riesce a fare neanche una legge sull’omofobia che io approverei in pieno se fosse redatta nel modo giusto. Magari senza la Binetti col cilicio il Governo Prodi non sarebbe caduto sui Dico. Non sono comunque i gay ad aver snervato con le loro richieste regolarmente disattese. Il dibattito si e’ ormai logorato, protrattosi sterilmente per anni, ma le istanze che lo sottendono restano sempre attuali. Questo evidenzia, al di la’ della capacita’ o meno dell’associazionismo di fare alleanze politiche, che l’Italia banalizza, almeno fino a quando tira, qualsiasi discussione, usando il linguaggio chiassoso dei media nazionali senza avere al suo interno il seme della laicita’. Il dibattito sui diritti civili comunque in nessun paese e’ mai stato cosi’ dibattuto in tv, dato in pasto a personaggi discutibili.

    Circa la definizione di omofobia… Per me, ma qui stiamo cercando una definizione condivisa, l’omofobia non ha necessariamente manifestazioni patologiche. Resta strisciante, si avvale di esercizi retorici a volte condivisibili che hanno come unico obiettivo quello di negare agli omosessuali la piena legittimita’ sociale, spesso per pregiudizio o per difendere con l’integralismo una certa idea di mondo. Si fa tanto leva anche su paure ataviche…

  58. @georgia

    Ti prego, tutti a punzecchiare Tremonti da quando si vocifera che sia gay, in un clima deprimente da impiegati durante la pausa caffe’ davanti al distributore automatico. Ammiccamenti, occhiolini, battutine piu’ o meno intelligenti senza pero’ andare al sodo. Esperienza che hanno vissuto tutti i gay italiani al liceo come al lavoro.

  59. vedo che la lista sta producendo i suoi begli effettini.
    non ricordo davvero, ma AMA era favorevole o contrastante?
    io torno a tirare lo sciacquone come suggeritomi.

    complimenti a Buffoni per la sfilza di cliché sull’omosessualità e sul trofeo della menzogna da consegnare all’Italia, per contrappasso ai paesi anglofoni. Complimenti quindi anche per la pronuncia inglese- impeccabile e beffarda.
    saluti

    ds

  60. amaaaaaaaa, ma … hai aperto il link? guarda che parla di finanziarie e di una mega evasione fiscale e … a me interessa solo quello di tremonti;-).
    Tra l’altro tremonti NON è nella lista ma (e la cosa forse è sospetta) è quello di cui tutti parlano di più.

  61. Ero e resto favorevole alla lista, perche’ qualche mio commento recente ha smentito la cosa? Resto favorevole al principio che l’ha ispirata. Probabilmente in Italia non ci saranno altre liste del genere. Ma altrove, qualora ce ne fosse ancora bisogno, non mancheranno.

  62. @georgia

    Ho aperto e letto il link. Ma ce lo hai presentato con un doppio senso sull’orientamento, o no?

    Perche’ Tremonti sarebbe dovuto stare nella lista? Ha votato contro la legge sull’omofobia? Ha fatto recenti sparate omofobe? Mi sono perso qualche cosa?

  63. no tremonti non è omofobo, e forse è anche sotto attacco (interno), ma a me non basta, è ugualmente pericoloso come politico.
    E’ questo che volevo mettere in evidenza con l’articolo sul condono tombale.
    Perchè non è nella lista? perchè era in missione al momento del voto, ok, ma questo varrebbe anche per altri che sono invece nella lista, o no?
    In base a cosa è stata costruita la prima lista? per mettere qualcuno in guardia su una seconda lista? Perchè il nome tremonti è stato fatto subito prima ancora che la lista fosse on line? Sei sicuro che simile lista sia stata stilata solo a fin di bene e di legittimi diritti? Io sinceramente incomincio a nutrire molti dubbi.
    Io detesto politicamente il destrissimo tremonti e non l’ho mai stimato neppure quando molti dicevano che fosse un buon ministro, però detesto anche questa maniera di far politica a suon di intimidazioni trasversali.

  64. Senti, io difendo a spada tratta il metodo della lista ma in Italia quel primo e forse unico elenco si e’ rivelato una volta pubblicato ambiguo e con molti punti di domanda anche sui criteri di inclusione ed esclusione, fra le altre tante cose. A questo punto non so piu’ cosa pensare. Ma tengo solo a precisare che mi dispiacerebbe che qualcuno si fosse preso gioco di una forma di lotta che invece in altri paesi ritengo sia stata fondamentale. Forse la mia ingenuita’ sta nel fatto che non vivo in Italia ma in UK.

    Tremonti non mi e’ mai piaciuto politicamente. Trovo che abbia fatto molti danni e continua a farli. Io non ho mai avuto forti dubbi circa il suo reale orientamento sessuale che non dovrebbe pero’ essere rivelato se l’interessato non si mostra apertamente omofobo. A meno che certi giornalisti berlusconiani non usino il Metodo Boffo per eliminarlo o ci siano scandali sessuali che come tali vanno al di la’ dell’orientamento e delle logiche di potere. Neanche a me piace vivere in un clima intimidatorio. E il metodo dell’outing nello scenario politico attuale mi sembra alla fine troppo esposto a fraintendimenti. E strumentalizzazioni. Meglio evitare.

  65. Alla luce di quello che e’ successo, direi che in Italia l’outing sembra quasi impossibile, visto anche il contesto socio-culturale in cui operano perfino gli stessi attivisti gay. Non solo il clima politico dunque. Allora forse avevate ragione voi. Ma l’Outing non ha nulla a che fare col Metodo Boffo e non ha matrice berlusconiana. Questa sarebbe una sciocchezza affermarlo.

  66. Se persino su Nazione Indiana fatica a essere compresa un’idea fondamentale come la funzione pubblica dell’informazione, cosa puoi fare? In questo paese non si può fare un bel niente. Tra un po’ ci levano persino wikipedia. E’ un paese di sfigati.

  67. è vero l’outing non ha matrice berlusconiana, e spesso, ad esempio in germania e nei paesi anglosassoni ha funzionato. Ma erano 20 anni fa … un altro mondo, chissà forse avrebbe potuto funzionare anche in italia allora, non so.
    Oggi berlusconi, con le sue tv, i suoi metodi immorali, la sua non-politica i suoi avvocati azzeccagarbugli, ha sporcato e contagiato tutto.
    E’ vero che l’outing di per sé non avrebbe nulla a che fare con il metodo boffo, ma sei sicuro che dopo il metodo boffo in italia si possa usare un qualcosa che gli somigli?
    Berlusconi con il suo metodo politico ha trangugiato e mantrugiato tutto, destra e sinistra e ha fatto una marmellata disgustosa di tutto.
    Non è vero che destra e sinistra siano la stessa cosa. NON è assolutamente vero, ma certo è vero che berlusconi ha usato per la sua politica di destra di merda anche il linguaggio di sinistra, le lotte storiche della sinistra e ne ha fatto stracci. Anche le cose migliori, passate dal tritacarne berlusconiano, ci sono tornate indietro disgustose e insopportabili.
    Non è vero che destra e sinistra siano uguali, non è neppure vero che de benedetti e berlusconi siano uguali, che repubblica e il giornale si somiglino, che prodi non abbia fatto nulla e berlusconi abbia governato, NON è vero, perlomeno NON è vero nel mondo della realtà e della cultura, ma la realtà e la cultura non la vede e le vuole più nessuno perché le trovano noiose. E vero invece nel mondo dello strapotere della comunicazione che, questo messaggio, ce lo costruisce e ce lo manda ossessivamente ovunque e noi più gassoso è e più lo assorbiamo senza neppure rendercene conto.
    La lotta politica forse passa oggi soprattutto dal riappropriarci della funzione Politica e dal pretendere parole e dei metodi r.i.g.o.r.o.s.i per esprimerla ed attuarla

  68. La “funzione politica” produce discorsi come questi:

    “Il desiderio di maternità e di paternità un omosessuale se lo deve scordare, è meglio che un bambino cresca in Africa piuttosto che con due uomini o due donne“. [Rosy Bindi, 2007]

    “I trans non sono donne all’ennesima potenza, sono moderni ircocervi, uomini con finte tette di silicone che fanno solo tristezza… w le mogli” [Adinolfi, 2011]

    Forse ciò di cui è bene riappropriarsi è la “funzione V”.

  69. Adinolfi mi pare in contrasto con Marrazzo che invece afferma che le trans sonodonne all’ennesima potenza. °_°

  70. non condivido nè la bindi nè adinolfi, e dei bisogni impellenti di marrazzo non mi importa una cippa.
    Ogni bisogno di paternità o maternità è un fatto a se, però tutto ‘sto bisogno egoistico di bambini quando sul pianeta siamo miliardi e miliardi è cosa che non mi scalda più di tanto … ma si sa che in occidente se nasce un desiderio bisogna andare subito al super mercato o al centro commerciale a comprarselo altrimenti si va fuori di matto e un bambino sembra diventato uno dei tanti oggetti in vendita, e questo non lo dico certo per gli omosessuali ma per tutti: In america (non so se in tutti gli stati) alcune donne singol, superano la depressione andando a costruirsi un bambino su misura (alla banca del seme si può scegliere anche la razza e in alcuni casi anche il quoziente di intelligenza del donatore) se permetti la cosa NON mi piace molto, mi ricorda cose poco simpatiche (poi può essere che qualcuno mi convinca della bonta della cosa ma …), l’adozione naturalmente è tutta un’altra cosa e conosco coppie omosessuali con bambini adottati. Se fossi un parlamentare voterei qualsiasi legge che permetta l’adozione a singoli e a coppie.
    Non conosco il problema dei trans, quindi non ne parlo, ma le poppe esagerate al silicone e le labbra a canotto le detesto ovunque … il chirurgo estetico è uno dei principali operatori culturali di oggi.
    poi anche lì ogni poppa e ogni labbro è un caso a sè. La mia avversione è generica e forse antiliberista e non certo individuale. Ogni individuo è un caso a se e va rispettato.

  71. Ares, non ci avevo pensato… in effetti…. :-D
    Comunque V sta per verità, ‘funzione di verità’ significa chiedersi se l’asserzione è vera o no. Si utilizza il linguaggio in modalità di scetticismo, cosa che di solito non facciamo. Se ci fai caso Mozzi si appella continuamente alla funzione V.
    Il linguaggio prodotto dalle organizzazioni politiche è nemico dello scetticismo, è fondato sulla determinazione di alcune verità e alcuni criteri per stabilire la verità.

  72. Scusate correggo una mia frase scritta male:
    E:Forse ciò di cui è bene riappropriarsi è la “funzione V”.
    C:Forse ciò che è bene è riappropriarsi della “funzione V”.

  73. certo, ares, è una sacrosanta verità, ma nessuno è costretto ad apprezzare la tecnologia a tutti i costi, compreso quella estetica. Essere donne e anche essere trans non vuol dire essere obbligati ad avere super misure al silicone e labbroni da diporto, se permetti, visto che sono scelte costruite dal chirurgo a pagamento, è del tutto legittimo criticare questo abuso del consumismo.
    Se la domanda (tipo marrazzo) è questo che vuole e che paga profumatamente, vada pure tranquillamente all’inferno. Non è possibile che un essere umano sia costretto ad adeguarsi al mercato persino nella costruzione del suo corpo, semmai dovrebbe essere vero il contrario.

  74. Georgia senti, perché scrivi “Non conosco il problema dei trans [casomai del transessualismo], quindi non ne parlo”, e poi ne parli?
    Dovresti padroneggiare dei concetti che non possiedi nemmeno lontanamente, nemmeno per sbaglio. Disattiva per favore la funzione politica, il mondo ne avrebbe un certo vantaggio.

  75. non ho parlato dei trans, ho parlato della costruzione iperbolica del proprio corpo fatta da alcuni umani in seguito ai dettami del mercato, fenomeno che non riguarda certo solo i trans, ma anche molte donne ad esempio alcune delle “bambine” di berlusconi ;-). Le labbrone a canotto sono un loro stigma di scuderia.

  76. Grande Georgia. Credo che tu abbia centrato il segno con la tua analisi. Cosa vuoi che ti dica? Io non so piu’ in che razza di mondo viviamo. Tutto questo discutere per giorni qui su NI per me e’ stato fondamentale. E ringrazio chi ci ha ospitato e tutti quelli che si sono spesi nell’esporre il loro grado di consapevolezza.

    Capisco benissimo anche cosa dici circa le poppe e i labbroni a canotto. Anche se i diritti civili non passano per forza dal liberismo che invece segna la mia pelle tutti i giorni anche se non sono una trans. Poi bisognerebbe ragionare su cosa sia il liberismo in Italia. Vero anche che i diritti civili si siano affermati piu’ facilmente laddove vige un liberALismo piu’ avanzato…

  77. Georgia, riesci a scrivere: “non ho parlato dei trans”

    pochi minuti dopo aver scritto:

    “essere trans non vuol dire essere obbligati ad avere super misure al silicone e labbroni da diporto”.

    Per scrivere di queste cose dovresti padroneggiare concetti come il “passing” e tanto altro. Ma non sei in grado di farlo.

    Tu non sei nemmeno in grado di renderti conto che in lingua italiana la forma maschile non marcata “i transessuali” si riferisce indistintamente a mtf e ftm, quindi che cazzo c’entra il discorso della mastoplastica additiva con un ftm…

    Tu parli senza sapere ciò che dici, e questa è la funzione politica.

  78. Comunque quel pensierino sulla funzione di verità non è una provocazione, penso davvero che si dovrebbe partire da lì.

  79. Senti, Barbieri, allora dillo che mi vuoi provocare! Di quello che ha scritto Georgia non hai capito una emerita mazza, perche’ forse hai scarsa sensibilita’ (cultura?) letteraria che Georgia invece sprizza da tutti i pori. E tieniti pure il Mozzi del De_Bendetti_e_Berlusconi_sono_uguali.

    Quasi quasi adesso per parlare di trans ci vuole un Master Specialistico in Tecniche da Riporto. Ma falla finita tu e i trans. Che intervengano loro, se leggono NI, a difendersi da noi somari.

    Sempre con grande stima e rispetto. In fondi siamo in accordo su tante altre cose…

  80. O mio Dio, ovviamente ho scritto i trans perche’ mi riferisco a tutti loro, non solo alle trans. Anche perche’ fui il primo a far notare ai commentatori di NI che Brenda era unA trans. Sapete, con Barbieri non si sa mai!

  81. veramente per la precisione ho scritto: “Essere donne e anche essere trans non vuol dire essere obbligati ad avere super misure al silicone e labbroni da diporto” che è obbiettivamente un po’ diverso, ad ogni modo parlo un po’ in libertà solo perché sono rilassata dal sapere che in lista c’è un superesperto che correggerà ogni mia inesattezza e inoltre avrà l’occasione per spiegarci come mai un umano debba essere obbligato dalla società a diventare una iperbole ;-)
    geo

  82. AMA, infatti mi rivolgevo a Georgia, era lei a parlare di mastoplastica addittiva circa “i transessuali”.

    Georgia, non sono un “superesperto”, cederei volentieri la parola a chi lo è davvero. Ti dico la verità, non vorrei sentirmi obbligato a diventare un esperto solo perché intorno a me sento dire sciocchezze e so che queste sciocchezze spingono alcune persone verso la sofferenza, e altre a sentirsi legittimate nella violenza verbale e fisica.

    Per il resto non vedo differenza tra una persona che diventa uno stereotipo nel corpo, o che si iperbolizza nella figura di intellettuale. Per alcuni/e è così. Cerco di non giudicare.

  83. “Hai scarsa sensibilita’ (cultura?) letteraria” AMA

    Ti ringrazio, è uno dei complimenti più belli che abbia mai ricevuto. Effettivamente ho scarso rincoglionimento letterario. Ma non è stato sempre così, ho un passato in cui mi credevo una gran persona e in me c’era più letteratura che azoto nell’aria. Fortunatamente è passato.

  84. Georgia, pure tu. I trans ricorrono alla mastoplastica sottrattiva.

    Cosa ci vuole a capire che Amanda Lepore e’ unA transessuale e Chaz Bono un transessuale? Boh!

    Che poi amanda Lepore sia effettivamente una iperbole e’ un altro discorso. Ma ci sono tante transessuali meno esaGGerate. Vedi Vladimir Luxuria ad esempio.

  85. AMA so che hai demolito barbieri con affetto, lo so!!!… ma non merita di esere trattato così. Devi ammetterlo è puntiglioso fino all’esasperazione, ma io non riesco nemmeno ad immaginare queste discussioni senza il suo contributo fondamentale; e anche senza il tuo ovviamente !!!!!!!!!.

    … Ah certo non riesco neanche ad immaginare queste discussioni senza georgia… altrimenti con chi potremmo accanirci con così tanta dedizione ^__+…. georgiaaaaaaaaaaaaaaa smakkete !!!!

  86. Barbieri resta una delle colonne portanti. Senza la sua puntigliosita’ io e te non saremmo credibili… Ma Andrea credo sappia benissimo che sono Mozzofobo, quindi non rispondo delle mie azioni quando mi prude…

  87. “Cosa ci vuole a capire che…” [AMA] potrebbe essere il titolo di un articolo in cui si mostra come certi usi linguistici sono tutt’altro che errori grossolani sui quali intervenire con una correzione ortografica. Le apparenti sviste sono invece ‘atti linguistici’, sono parole intese a fare cose: ribadire più o meno scientemente una certa idea di ordine sessuale e marginalizzare chi non è conforme.

  88. Diciamo Ares e AMA che mi fa piacere – lo dico senza ironia – che la mia eccentricità sia accettata. Più vado avanti e più mi sento folle. Ho tutto del folle, persino una vocina che dice: tu devi.

  89. Ringrazio tutti gli intervenuti. E’ stato davvero interessante per me – in queste settimane – vedere interagire un antico istituto di lotta della gay community nord europea e nord americana con la mentalità e il costume italiani (comunità gay inclusa). Molto istruttivo. Grazie. fb

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franco buffoni
franco buffonihttp://www.francobuffoni.it/
Franco Buffoni ha pubblicato raccolte di poesia per Guanda, Mondadori e Donzelli. Per Mondadori ha tradotto Poeti romantici inglesi (2005). L’ultimo suo romanzo è Zamel (Marcos y Marcos 2009). Sito personale: www.francobuffoni.it
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