Due poesie
di Antonella Anedda
Lezione
Oggi guardando la città al mattino e i palazzi tremanti di vapore
ho pensato al Giappone, alla casa di Basho vista l’anno scorso ad aprile
alle sue mappe con le descrizioni dei luoghi
al suo cappello di canne e al suo mantello dentro una bacheca.
Nel cortile minuscolo con il banano da cui prende il nome
c’è una rana di pietra – uno stagno –
un suono di acqua mossa che ricorda i suoi versi.
Tutto era breve dal tetto alla fontana fino alla stanza
dove le sue poesie stanno modestamente in mezzo a quelle di altri
senza nessun rilievo tranne quel soprannome: basho
Allora non sapevo, non sapeva il custode,
né i vecchi poeti raccolti nel giardino
quanto si accatastava sul destino
nessuno in quel momento ricordava
quanti diversi tipi di tremore siamo costretti ad imparare.
***
La paura ci rende più forti?
Siamo mortali mortalmente spaventati
tremiamo come volpi e cani
diventando la muta di noi stessi.
Basta un sogno sbagliato e la luce rode dove non c’e’ riparo.
Sbandiamo tra gli oggetti sperando siano veri.
Stringiamo gli occhi provando a dormire in pieno giorno
dicendo: qui e pensando là
offrendo sacrifici mentre spostiamo i mobili
e tronchiamo con le forbici i gerani.
La sera allunghiamo i tavoli per gli ospiti
e dal legno cominciamo ad appassire.
Posiamo con cura i tovaglioli e dal lino si sollevano demoni.
Voltando la testa qui, pensiamo: là
come succede davvero a ogni inseguito.
Spalanchiamo finestre con la scusa del fumo. Il vento sa d’immondizia
ma è una tregua. Lo stesso vento nella bellezza è una rovina.
La saggezza ci confonde come cera.
Stentiamo a respirare.
Restiamo immobili
il sangue scatta tra la nuca e la schiena
torniamo serpi, ci puliamo intrecciandoci.
belle belle. grazie.
cara aa, che scrittura… grazie!
la seconda, soprattutto, mi sembra necessaria, impensabile e bellissima.
bellissima, da leggere e rileggere, da portare sul cuscino stanotte, per metterla accanto al luogo del sogno
cc
AA per me è sempre una tregua.
Voce spendidamente misurata.
Grazie.
Belle. Oggi mi sveglio con il sorriso e la possibilità di leggerle in pieno relax, zenza rubar tempo al tempo che sfugge. Sono d’accordo sul desiderio di leggerle e rileggerle. Ecco adesso lo rifaccio. Le rileggo lentamente.