Il male inverosimile

di Andrea Inglese

Fate attenzione alle reazioni delle persone di fronte alla vicenda del socialista francese Strauss-Kahn, uomo ricco e potente, direttore fino al giorno del suo arresto di una delle più prestigiose (e temibili) istituzioni mondiali, il Fondo Monetario Internazionale. Fate bene attenzione a come chi vi sta attorno, uomini e donne, reagisce alla notizia. Questo non vi farà scoprire anzitempo se Strauss-Kahn è realmente colpevole di violenza carnale e sequestro di persona, reato per il quale è sotto inchiesta negli Stati Uniti. Ma potrà illuminare in parte il nostro rapporto con le vittime di certe violenze. Molti e molte, ho scoperto, sono portati subito a formulare delle ipotesi difensive: complotto, partner in realtà consenziente, o consenziente quasi fino alla fine. Queste persone non ne sanno in genere molto più di me e di voi su quanto è successo nell’hotel Sofitel di New York tra la cameriera e Strauss-Kahn, ma mostrano di considerare, di primo acchito, inverosimile l’ipotesi di uno stupro che un grande personaggio dell’alta borghesia internazionale farebbe subire a una donna del popolo. È una situazione molto simile a quanto accade, quando un giovane membro di una famiglia denuncia apertamente di aver subito violenza da qualche membro più anziano e rispettato di quella stessa famiglia. Tutti fanno un’enorme fatica non tanto ad appurare i fatti, ma a considerare di primo acchito almeno verosimile una tale denuncia. Un altro caso analogo ricorre in occasioni di denunce nei confronti di uomini della chiesa, che hanno commesso violenze su minori, quando queste denunce provengono dalle giovani e giovanissime vittime. A questa casistica, potremmo aggiungere quella dei rappresentanti dell’istituzione, uomini e donne che dovrebbero garantire la sicurezza dei cittadini (poliziotti, carabinieri, vigili, ecc.), e che sono sospettati di violenze ingiustificate, a volte persino di assassinio. Anche qui, come in tutte le altre situazioni citate, non è in gioco primariamente l’esito di possibili indagini, la condanna o l’assoluzione dei presunti colpevoli, ma la verosimiglianza del male, dell’atto criminale.

Perché insisto su questo punto? Perché credo che vi sia una complicità nei confronti di certi crimini particolarmente odiosi, e tale complicità, seppure in gran parte inconsapevole, nasce proprio in funzione del carattere odioso dei crimini in questione. Tutti noi abbiamo bisogno di sicurezze. Tutti noi fondiamo i nostri comportamenti quotidiani su un atto di fiducia che precede ogni valutazione razionale. Tutti noi facciamo riposare le nostre critiche delle opinioni comuni su alcune credenze. Indipendentemente dalle nostre prese di posizioni politiche, la maggior parte di noi ha bisogno di credere che, seppure la famiglia non sia un’istituzione perfetta, almeno ci preserva dai lati più mostruosi della realtà. Allo stesso modo abbiamo bisogno di immaginare che se i preti non sono dei santi, non sono neppure, però, degli stupratori di bambini. Per lo stesso meccanismo psicologico, pensiamo che in una società democratica, coloro che fanno rispettare la legge non possano, nel contempo, realizzare crimini come la tortura o l’assassinio.

Ed è ugualmente difficile accettare il principio che la violenza carnale possa essere esercitata da un uomo colto, ricco, potente e, per di più, di sinistra. Per tutti, è maggiormente rassicurante una violenza carnale sottoproletaria, d’immigrato clandestino. C’è davvero qualcosa di perturbante nelle immagini di Strauss-Kahn in manette, qualcosa che ci può toccare molto da vicino, anche se siamo estranei alla vicenda o l’uomo ci è antipatico spontaneamente. Ciò che ci turba – o in ogni caso turba alcuni di noi – è l’idea che lo schifo della vita, che lo schifo umano, non si arresti fuori dalle favelas, fuori dalle bidonville, fuori dai quartieri popolari e malsani, fuori dalla povertà e dall’ignoranza, fuori dalle abitudini crudeli della malavita. Certo, per alcuni di noi, la ricchezza e il potere sono in qualche modo l’equivalente di un crimine, l’espressione di una violenza di classe. Ma nonostante tutto lo sono in una forma astratta, lo sono nell’ottica del funzionario di una macchina burocratica implacabile, che scatena disastri umani e sociali a migliaia di chilometri dal suo ufficio, e magari in un arco di tempo futuro. Misurarsi con il male dell’organizzazione capitalistica dell’economia significa misurarsi con un male diffuso, ubiquitario, impersonale, che difficilmente è condensabile in una sola persona e in un singolo atto. Il male che Strauss-Kahn potrebbe incarnare – se si verificasse la sua colpevolezza – è invece un male perfettamente evidente, ben riconoscibile, che l’immaginazione può circoscrivere a partire da scarne testimonianze.

Noi sappiamo bene che la violenza contro le donne non ha connotazioni di classe, in quanto viene esercitata ad ogni gradino della scala sociale. Eppure risulta a molti difficile infrangere il sogno infantile di un élite che, per quanto egoista, sia risparmiata dai lati più immediatamente barbari dell’essere umano. Presso i colletti bianchi è più tollerabile l’avidità o la corruzione, che la violenza ripugnante dello stupratore.

Vorremmo tutti credere, in fondo, che l’abito fa il monaco. Il mondo sarebbe molto meno inquietante, di quanto non sia in realtà. Questo meccanismo psicologico, però, costituisce una delle migliori precondizioni dell’omertà.

Print Friendly, PDF & Email

57 Commenti

  1. Andrea,

    Domenica, quando ho saputo la notizia, ho provato un choc. Ma pronto ho pensato- e me ne scuso- ” non sono sorpresa dalla parte di un uomo.”
    Non ho capito tutto l’emozione, le lacrime per “la povera vittime”: l’uomo potente decaduto. Provo un immensa colera: certo è “présumé innocent” secondo la formula francese. Ma c’è una vittime: una donna che ha provato paura, sentimento di identità persa, di repulsione per il corpo dell’uomo, sentimento di irrealtà. Nessuna parola per la vittime in Francia, eccetto ieri.
    Mi pare che si confonde volentieri seduzione e stupro.
    Invece non mi è piaciuto l’immagine dell’uomo incantenato, immagine violente,
    che forse spiega il concerto delle lamentazioni in favore dell’accusato
    Un film che consiglio : L’amour violé.
    Vedrai, caro Andrea, che tra pochi giorni, la donna sarà accusata di avere seduto “il povero maschio”, l’ha provocato …

  2. Sono tra quelli che si e’ chiesto se non sia stato “incastrato”.

    Il caso di Assange, anche lui stupratore (ma non ho capito bene come siano andate a finire le cose…) mi ha lasciato parimente perplesso.

  3. Mi pare in effetti che il caso Assange fosse molto diverso, probabilmente per il nostro sistema giudiziario nullo. Due donne consenzienti lo hanno denunciato perché si è rotto il preservativo durante l’atto….

  4. C’è anche chi si chiede se non possa essere un complotto semplicemente perché questi “potenti” ci dimostrano in continuazione che tale pratica è tra loro abituale. Io non faccio alcuna fatica a credere alla versione dello stupro, anzi; ma non mi stupirebbe affatto neanche quella del complotto per farlo cadere. Dietrologia?

  5. boh io ho i pregiudizi inversi, che non son buoni neanche quelli: la prima cosa che penso quando un rispettabile e potente figuro combina qualcosa, mi pare poco verosimile che sia innocente e non il contrario.

  6. io, invece, non vedo tutta questa gente, probabilmente non la trovo sempre ma voi sì,
    che afferma questo maschilimo, in questo caso, persino unito ad applausi inespressi per la borghesia;
    fino a ora, le persone che ho sentite erano schifate, tutte quante, dal porco potente che si butta sulla cameriera indifesa.

    b!

    Nunzio Festa

  7. La teoria del complotto non la credo … E’ una manera di non affrontare un fatto scomodo: un uomo, in questo caso potente, impone a una donna un atto sessuale. PER LA FORZA. Mi fa schiffo la linea di difensa: oggi ( come c’è tracci di sperma, scusi per il detaglio) gli avvocati parlano di atto consentito. Domani, sarà la vittime l’origine dell’atto: è entrata nella camera deliberamente, è sotto “l’incanto” di questo vecchio sedutore. Non dico “maiale”, perché non amo mettere qualcuno alla gogna, ma spero nella giustizia americana, anche se ha molti difetti.Saluto il coraggio della cameriera che ha denunciato un uomo che non rispetta le donne.
    Non mi piace il coro sgradevole di chi difende un uomo, perché in nostra civilisazione: seduzione, stupro, conquista: finalmente è la stessa cosa.
    Dobbiamo, noi, le donne, tornare agli anni 1970 per afre capire a qualche uomo che NON VOGLIO è NON VOGLIO?

  8. Non se avete notato che Strauss si è difeso dicendo che lei era consenziente, si è difeso proprio come fa uno stupratore, non tanto negando il fatto, ma dicendo che la donna ci stava!
    Non regge nemmeno l’ipotesi del complotto perchè allora la cameriera avrebbe detto il falso, oppure si pensa che una si fa struprare per avere qualche favore successivamete?
    Io penso molto semplicemente che questa volta quel bestione non sia riuscita a farla franca, capita a tutti, anche ai potenti!

    maria

  9. in Francia, ma non solo, diverse persone considerano possibile la tesi del complotto; anche alcuni commenti qui sopra non la escludono; per me queste tesi rientrano nel caso della non verosimiglianza dello stupro; in realtà a me pare, di primo acchito, inverosimile la tesi del complotto. Complotto di chi e perchè? Quali elementi evidenti abbiamo per dirigerci subito su una tale pista? (Perché quando un poveraccio è sospetatto di stupro, non sorge mai l’ipotesi di un complotto?) L’ipotesi del complotto, nel caso di Assange, date le circostanze in cui è emersa, era in qualche modo almeno altrettanto verosimile della ipotesi di una sua colpevolezza. Era un personaggio pubblico fuorilegge, che aveva già destato attacchi feroci da parte dell’amministrazione USA niente di meno.

    a Nunzio,
    la questione che ho cercato di toccare è più sottile di una semplice denuncia del maschilismo. Nè penso che ci sia, come tu giustamente dici, un applauso inespresso per la borghesia. Ma che un politico o un uomo potente sia un porco, non è cosa che ci sorprenda (sopratutto in Italia). Che sia uno stupratore è qualcosa di diverso. La violenza sui minori, le famiglie la immaginano sempre venire dall’esterno, e non dall’interno della cerchia familiare, come invece dicono le statistiche. Allo stesso modo è più facile immaginarsi un complotto che un atto efferato da parte di un uomo politico in vista.

    La radice di questa reticenza a riconoscere il male in determinati contesti non è secondo me legata a maschilismo, in quanto tocca anche molte donne. E’ legata piuttosto a un’esigenza psicologica diffusa di storcere lo sguardo da ciò che è insopportabile. Proprio perché quella cosa è particolarmente odiosa, mi è tanto difficile guardarla in faccia.

  10. Una cosa è certa: negli ultimi decenni è crollata l’immagine del maschio, la sua sessualità appare ormai, sempre e comunque, sospetta, insondabile, imprevedibile. Una volta non si parlava di pedofilia e lo stupro era visto, più che altro, come una prova di salute virile. E il maschio borghese, poi, elegante, benestante e magari colto, era ancora all’apice della sua parabola, quella iniziata nel corso del XVIII secolo. Tutto questo è finito. Corrono tempi duri per il maschio, per la stima e la credibilità di cui una volta godeva senza se e senza ma. E’ un vero e proprio trauma antropologico.

  11. In Francia i commenti che ho sentito sono di questo tono: Tout le monde sait qu’il est un obsédé. Tout le monde, chi? chiedo io. E tutti, o quasi: ben, tout le monde, tout le monde. Che un complotto possa esserci stato viene in mente a molti, ma a nessuno viene in mente di negare l’accaduto: DSK ha davvero stuprato la cameriera, ma DSK è davvero caduto in un complotto. C’è gente che farebbe qualsiasi cosa per liberarsi di avversari troppo potenti, compreso il lasciare stuprare una donna per poi utilizzare il delitto come arma verso lo stupratore. Insomma, credo in quello che dice Inglese, ma credo anche che l’inverosimiglianza del complotto sia in ogni caso una forma di sottomissione ad un potere becero e burocratico, in grado di utilizzare gli uomini come topi. L’Uomo Ricco e Potente non stupra e non complotta. Per il popolo l’Uomo Ricco e Potente è.

  12. Nessun Potente, lo dice la parola stessa, è innocente. Né personalmente mai mi precipiterei a tirarlo su quando cade nella polvere. Semmai aspetto la caduta del prossimo. Detto questo, nell’affaire Strauss-Kahn ci vedo molti lati oscuri, almeno per il buon senso. Un tizio così, aveva altri mezzi, altre disponibilità, per placare “lecitamente” le sue pulsioni. O forse la complicità di cui aveva goduto fino ad allora per le sue molestie e violenze sessuali lo ha fatto credere protetto, intoccabile. Allora se un Potente viene fregato per una ipotetica manovra complottista, la cosa mi fa meno piacere, perché ciò vuol dire che altri più potenti di lui si sono messi a fare il gioco sporco. E non penso si debba sottovaluttare il buon Sarko’, il quale in questo momento farebbe carte false per risorgere nel consenso popolare, che lo vede in picchiata, e risolvere i suoi problemi elettorali con la Le Pen e con la Aubry. E carte false pare ne abbia già fatte (vedi Cirenaica).

  13. a bugliani
    “Un tizio così, aveva altri mezzi, altre disponibilità, per placare “lecitamente” le sue pulsioni.”

    Questa è un’altra di quelle frasi sentite spesso, e che per me confermano il carattere “inverosimile” che viene attribuito al potente e ricco, che stupra.

    In realtà, per quello che sappiamo dello stupro, nulla ci dice che chi si può pagare (profumatamente) una puttana, per ciò stesso è al riparo dalla possibilità di commettere violenza carnale.

    a Slashtubitch,

    Di questo signore si diceva, all’interno del ceto politico, che era un “seduttore”. Primo eufemismo e prima omertà di classe politica prevalentemente maschile. Quest’uomo “molestava” le donne, non le seduceva. C’è un certa differenza. Ed esistevano già testimonianze in tal senso. Seconda più grave omertà: alcuni anni fa lo stesso signore avrebbe tentato di fare violenza sessuale a una giovane scrittrice e giornalista, figlia di una deputata del PS. La madre contribuì a coprire la cosa. Più tardi la figlia ne parlò in TV, ma ciò non sollecitò nessun interessa, nessuna indagine. Nessuno di questi elementi costituisce di per sé una prova dell’attuale colpevolezza del signore. Resta il fatto che è stato denunciato da una donna che sostiene di essere stata violentata e sequestrata.

    A questo punto chiedo alla legione di sostenitori del complotto: che cosa vi fa pensare che la tesi del complotto sia più verosimile di quella dello stupro?

    Non sapete quante donne non denunciano la violenza subita? lo sapete quanto un uomo potente, un datore di lavoro, può ricattare una donna, e costringerla a sopportare molestie, anche senza arrivare per forza allo stupro?

    Sulla Tv francese attualmente, Strauss-Kahn è presentato sopratutto come una vittima, un uomo distrutto, che è stato dato in pasto alla gogna mediatica, che è stato mostrato ammanettato, messo in una prigione delle più malfamate di New York, ecc.

    Solo una settimana fa, nella cittadina in cui vivo, poco distante da Parigi, ho visto un giovane che avrà avuto 22 anni, in piedi, amanettato, con le mani dietro la schiena, di fronte a tre energumeni della polizia che ridevano, e lo perquisivano. Sono rimasto incazzato tutta l’ora successiva. Che bisogno avevano quegli stronzi di ammanettare un giovane, a cui avranno trovato tre grammi di fumo (e forse nemmeno quelli)?

    Si, i privilegi di classe esistono di fatto, ma raramente essi sono esibiti, difesi, richiesti come in tale situazione, e proprio da uomini e donne che appartengono a un partito di sinistra.

  14. In tutta sincerità, le mie reazioni a caldo l’altra sera, quando il tg ha detto che Strauss-Kahn sarebbe rimasto in carcere e perciò non avrebbe potuto tornare nella sua suite da 3000 euro a notte sono state:
    – a uno che dorme in una suite da 3000 euro fa molto bene passare alcune notti in carcere
    – come sono messi male i francesi, che avrebbero messo a capo dei socialisti un tipo da suite da 3000 euro a notte, che lavora per il FMI, e che molesta pure le sue impiegate: e noi reclamiamo di Craxi!

  15. a lorenzo

    – come sono messi male i francesi, che avrebbero messo a capo dei socialisti un tipo da suite da 3000 euro a notte, che lavora per il FMI, e che molesta pure le sue impiegate: e noi reclamiamo di Craxi!

    io riformulerei la frase così: come sono messi male i SOCIALISTI francesi, ecc.
    si veda l’articolo sul libro di Todd, che di queste miserie socialiste parla molto nel suo libro “Après la démocratie”…

  16. Ho letto anch’io, con una certa sosrpresa in verità, che in Francia la tesi del complotto gode di un grande successo.
    A differenza di Andrea però, io non credo che ciò derivi da inverosomiglianza, no, credo che piuttosto derivi da una solidarietà, che può essere di genere, di opinione politica, di generico ossequio al potere.

    Rischio però di essere smentito qui stesso da alcuni commenti, del tipo:

    “Un tizio così, aveva altri mezzi, altre disponibilità, per placare “lecitamente” le sue pulsioni”

    Non so che sessualità vivete voi, ma il punto è che quelle pulsioni, quelle specifiche, non v’era altro modo di placarle, l’oggetto del desiderio non è generico, e neanche l’attimo in verità.
    Ciò che ci dovremmo aspettare da chi vive in un consorzio civile, non è di sostituire una pulsione con una che non sarà mai altrettanto forte, ma semplicemente di rinunciarvi.
    Da questo specifico punto di vista, io ritengo al contrario assolutamente verosimile che un uomo di potere non vi rinunci: in fondo, chi sceglie il potere, è perchè le sue pulsioni, non soltanto sessuali, sono particolarmente intense, e il potere serve proprio per soddisfarle più agevolmente.

  17. A me Travaglio non piace quasi mai, troppo forcaiolo.
    E’ stato uno dei più accaniti avversari dell’indulto, e in modo feroce, sapendo bene le condizioni incredibili, vicino alla tortura, in cui si vive in carcere e questo per me lo qualifica in modo definitivo, insieme per esempio a Di Pietro.

    L’ultima esibizione poi l’ho trovata tutt’altro che esilarante, molto forzata e inutilmente faziosa, paragonare strauss a berlusconi in quel caso è stato abbastanza improprio. Non credo sia vero che in italia uno anche potente colto sul fatto di un reato così grave come lo stupro possa continuare a girare tranquillamente come se nulla fosse. Ci voleva quanto meno un esempio.

    Osservo poi che Strauss a conferma che esistono ancora le classi, e che la Giustizia sia pure in modo occulto ne tiene di conto , si è potuto permettere di pagare una cifra astronomica per uscire.

    Non condivido quindi tutto l’entusiasmo manifestato ieri da santoro per la giustizia americana, e del resto qui si è ricordato come i grandi potenti passati i primi tempi in cui vengono perseguiti, ma fino a un certo punto, come gli altri cittadini, poi se la cavano. Senza parlare della pena di morte che colpisce in genere proprio i più disgraziati anche se colpevoli.

    Ma tornando a Strauss io non credo al complotto, esiste anche la casualità come sappiamo, non tutto può essere programmato PRIMA del reato, casomai dopo, come si sta accadendo. E ripeto la sua prima ammissione sul consenso della donna per me è una sorta di confessione.

    maria

  18. Signori, gli Stati Uniti non sono la Francia. Da quelle parti non ti appellano con un eufemismo (vedi “seduttore”) se molesti o tenti di molestare una donna, tutto qui. Nessun complotto dunque, solo violenza recidiva di uno sprovveduto assai potente.

  19. @Andrea Inglese

    Appunto. Fino a poco tempo fa, persino la madre PS della scrittrice aveva contribuito a mettere tutto sotto silenzio, e altri casi si raccontano a bassa voce. E quello che si dice di SDK è proprio che è un ossesso. Fatto sta che ora, di colpo, l’omertà è caduta. Per me le due teorie possono coesistere: ha stuprato e lo hanno voluto beccare.

  20. Sono francese e dunque mi riguarda questa vicenda: ho un posto di osservazione da come reagiscono gli uomini influenti del mio paese: silenzio o addirituramente solidarietà.

    E’ strano come la compassione va a un uomo accusato di violenza. Spero un processo giusto, perché DSK è un uomo potente in capacità di distruggere l’accusazione. Spero
    un aiuto della parte delle femministe.

    E’ tutto altro mostrare un uomo decaduto. Non ho la TV per fortuna e ho potuto scappare al voyeurismo. Finalmente si puo qualifiare di violenza fatta all’identità di un uomo, alla sua sofferanza, sofferenza intima. Non compatisco a questo dolore, ma non voglio essere testimone di una brutale decadenza.

    Penso che c’è un machilismo-non condivido il punto di vista di Andrea Inglese- in questo caso- Si sente una solidarietà a un uomo che reagisce come lo dice Maria, come uno stupratore: 1 Immaginare che la vittima avrà troppo paura per denunciare lo stupro . 2 negare la violenza 3 Fare credere che lui è una vittima 4 Dire finalmente che erano d’accordo per avere un atto sessuale 5 Pretendere che la ragazza l’ha provocato 6 utilizzare denaro, influenza per tornare tutto al suo vantaggio.

    Direi anche qualcosa di più grave: credo che se il caso fosse accaduto in Francia, lo scandalo non avrebbe scoppiato. Omertà.

  21. Invece non mi è piaciuto l’immagine dell’uomo incantenato, immagine violente,

    maria
    sono d’accordo veronique, questo mostrare l’uomo vinto e tanto più se potente è una sorta di pedagogia malata che non accetto per nessuno.

    Tra i più vecchi molti ricorderanno Enzo Tortora che viene preso in pieno giorno e mostrato in manette ai giornalisti accorsi senza pietà e ritegno alcuno, sapendo di trovare terreno fertile nell’opinione pubblica che spesso trova sollievo per i propri patimenti in quelli altrui al di là della colpevolezza e innocenza.

    Trovare il giusto equilibrio tra le esigenze di informazioni e lo spettacolo e la dignità delle persone è molto difficile e tuttavia bisogna esigerlo sempre io credo.

  22. Bisogna per forza esprimere subito un’opinione, farsi subito un’idea, costruirsi un giudizio su elementi scarsi, su ciò che si è letto e detto, sul sentito dire? È necessario mettere subito in comunicazione il concetto di potere con quello di depravazione? Quello di ricchezza con l’ingiustizia e l’abuso? E soprattutto è proprio opportuno farlo in questo caso? Non sarà invece meglio sospendere ogni giudizio, al di là della propensione a dare per innocente il ricco-borghese-potente, il prete, eccetera? Questa propensione esiste, è pregiudiziale e «di destra», così com’è pregiudiziale la propensione opposta e «di sinistra». Meglio sottrarsi a questa logica, tenere a bada l’ira, non cadere nella trappola di farsi un’opinione, maledetta e subito. Attendere l’accertamento dei fatti, se mai ci sarà.

  23. @VV

    Credo che tu abbia ragione. In Francia avrebbero insabbiato tutto, come fanno spesso. Nei paesi anglofoni questo non pare possibile. Nessun complotto comunque. Scetticismo di alcuni sulla veridicita’ dell’accaduto solo per maschilismo ed ossequio verso il signore padrone. Nessuna rimozione psicologica dunque.

    E nessun trauma antropologico come accennava maldestramente nel suo inquietante commento un certo “paolod”.

  24. AMA,

    Credevo che Paolod usava l’ironia. Se parla sul serio è inquietante, vergognoso. E’ molto grave della parte di uomini che prentendono essere intelligenti.

  25. @ Inglese, piccola precisazione: quella frase l’ho fatta precedere da un richiamo al comune buon senso (non necessariamente il mio), non già da una analisi psicoanalitica sulle pulsioni umane, e l’ho fatta seguire da una possibile spiegazione relativa al senso di impunità che hanno i potenti. Quanto alla “democrazia” e alla “giustizia” statunitense, preferisco la sostanza delle cose alla loro superficie, e per me l’immagne di un Strauss-Kahn in manette non pareggia nemmeno una delle bombe che gli Usa sono avvezzi a sganciare sulla testa di popolazioni lontane da loro in nome del loro stile di vita non contrattabile, né nemmeno una delle menzogne che hanno orchestrato nel corso della loro storia, dall'”incidente” del Golfo del Tonchino alle armi di distruzione di massa attribuite a Saddam, per restare a tempi recenti. E quanto poi al successore possibile di Strauss-Kahn, la ministra francese del governo Sarkozy, mi pare che ci sia un tentativo di ingabbiare ancor più il FMI rispetto alla gestione Strauss-Kahn, il quale FMI, vorrei ricordare a scanso di equivoci, è lo stesso organismo monetario che ha falcidiato, con i suoi ajustes estructurales imposti ai governi, il welfare di molti paesi latinoamericani, e che adesso sta mettendo lo zampino anche in Europa (vedi Grecia e Portogallo)

  26. Signori, nei paesi anglofoni ammanettano chiunque, anche gli sbronzi che litigano a casa loro. Mi rendo conto che in Francia come in Italia possa essere uno shock.

  27. a pecoraro

    l’opinione o meno sulla colpevolezza di Strauss-Kahn non è il punto che ha suscitato il mio interesse; non ho espresso un’opinione sul fatto in sé, ma mi hanno interessato le reazioni a questo fatto; reazioni che secondo me rinviano a diversi contesti (le violenze più odiose all’interno di istituzioni, di situazioni che di per sé dovrebbero essere protette); in Francia la tesi del complotto è sostenuta da una larga fetta dell’elettorato del PS; questo è un punto che c’entra, invece, con la mia riflessione, e ahimé la rende pertinente…

    trovo ancora più interessanti delle reazioni del tipo: vi sono entrambe le cose, probabilmente, “lui è un porco e proprio per quello l’hanno incastrato”; ciò suggerisce una strana visione del porco e dello stupro; infatti, qui si vorrebbe dire una cosa di questo tipo: quel signore ha tendenza a stuprare le donne che incontra, appena le circostanze lo rendono possibile; chi l’ha incastrato, ha semplicemente messo una donna in quelle circostanze….in tal modo, si trasforma strauss-kahn in uno stupratore seriale, ma in questo modo si banalizza il suo presunto crimine, a mio parere…

    infine, la mia osservazione sull’inverosimiglianza del male ha poco a che vedere con una posizione di destra o di sinistra, con il disprezzo o meno per i ceti dirigenti e privilegiati; ripeto: le violenze sulle donne come quelle sui bambini possono incontrare la stessa reticenza, incredulità, e in definitiva omertà, tanto a destra quanto a sinistra.

  28. “Una larga fetta dell’elettorato dell’ PS”, sopratutto della parte degli uomini!!!

  29. Concordo con Maria sul giudizio nei confronti di Travaglio. Anch’io ho trovato l’accostamento di DSK a Berlusconi molto forzato e persino di cattivo gusto.
    Per quanto riguarda il caso DSK in generale, la cosa che più di tutte mi ha colpito della vicenda è questa sorta di necessità sentita negli Usa di mostrare che la legge è uguale per tutti, come un’ostentazione di democrazia dettata da una concezione di giustizia a mio avviso troppo draconiana.
    Che poi trovo contraddetta dalla successiva scarcerazione per cauzione.
    Perché mostrare un uomo ancora da giudicare in manette (per giunta un uomo che ricopre un ruolo di primo livello, con una immagine quindi) e poi ammettere per un reato di una tale gravità la possibilità di una cauzione?

  30. Non capisco cosa c’era di inquietante nel mio commento. Ho affermato che stiamo vivendo un grande trauma antropologico, tutti, uomini e donne: abbiamo cioè preso coscienza che la sessualità del maschio, soprattutto del maschio eterosessuale, è inaffidabile, irrisolta, imprevedibile. Una grande delusione, dunque, soprattutto per le donne e i gay, che magari si illudevano sulla sua natura, sulla sua capacità di amare, sulla sua eventuale grandezza. E’ crollato qualcosa, per sempre, senza possibilità di recupero. E’ davvero la fine del patriarcato o, semplicemente, la fine del maschio?

  31. Scusa, paolod, ma il maschio omosessuale se ne infischia della sessualita’ di quello eterosessuale senza pruriti. Le donne poi non credo abbiano subito nessuna delusione, eventualmente delle conferme. Certo, i media hanno contribuito a rappresentare la sessualita’ del mondo dello spettacolo e della politica come scambio violento e mercenario. Nulla di nuovo. La fine del patriarcato la auspico vivamente, ma al momento i segnali sono timidi, soprattutto in certi paesi solo in apparenza piu’ evoluti. La tesi della fine del maschio invece fa molto librettino d’appendice anni ’90.

    Confermo che trovo i tuoi commenti inquietanti.

  32. Non capisco, a me sembra di pensarla proprio come te. Semplicemente, una volte ci si illudeva molto di più sul maschio in genere. Fino agli anni ’70 il discorso sulla pedofilia, ad esempio, non emergeva. Io penso che siamo davvero ad una svolta storica senza precedenti, dopo millenni di patriarcato. Tanti veli sono caduti. E’ un trauma, certo, ma potrebbe preludere ad una fase migliore, sempre che i maschi eterosessuali, finalmente, si interroghino a fondo. Il provlema, in fondo, è soprattutto loro.

  33. @ paolod

    Sono d’accordo con te. Siamo in una fase di indebolimento dell’omertà e dei meccanismi psicologici che la sostengono, e quindi di indebolimento dei miti maschili (e familiari, ecc.). Il caso della pedofilia è azzeccato: non è che ora, nella Chiesa, tutti i pedofili vengano al pettine; è che il pettine, finalmente, ha i denti più stretti, e i pedofili vi bazzicano meno tranquilli, meno al riparo.

    Ma proprio per questo, su queste faccende bisognerebbe essere molto vigili. Faccio un esempio concreto: in alcuni paesi europei è già attiva una legge che prevede una sanzione penale per i genitori che usano violenza fisica sui figli. Inizialmente, ho considerato con condiscendenza questa soluzione legale. Oggi mi sono convinto del contrario. Una legge del genere non ha senso tanto in quanto legge, ma in quanto “cultura”. Essa sancisce la superiorità di una certa cultura educativa su di un’altra. (Forse sono andato OT io stesso, non so.)

    @ Veronique,

    da quanto scrive Libé, anche molti militanti donne difendono Strauss-Kahn o in ogni caso sostengono la tesi del complotto.

  34. Ma non c’è già anche in italia una sanzione penale per chi usa violenza sui figli qualora essa emerga?

    maria

  35. Sono d’accordo con Paolod e Inglese: c’è una mutazione nel porsi della donna e il maschio classico non lo condivide; lo stuprio è essenzialmente potere…quanti stupri ci sono stati nella guerra jugoslava, solo pochi anni fa e nessuno se ne ricorda ora? per quanto riguarda il supposto puritanesimo dell’America, mi pare davvero strano che ci sia un meccanismo giudiziario così inesorabile rispetto a questi reati gravi certo ma non da 70 anni di galera e un’industria del porno fiorente con concorsi di bellezza per bambine…è un messaggio molto contraddittorio che proviene dall’America, quanto alla vecchia Europa aveva già sèiegato tutto Visconti con la caduta degli dei…Comunque lo stupro è uinaccettabile e va perseguito ma la mentalità che vi sottende qual è? Ho visto un conduttore del Tg3 che rideva sotto i baffi a questa notizia di DSK e la sua corte di amici, fra cui Bernard Levy, che stimo molto, lo difende a spada tratta…ma del resto è l’inverosimile che rende ovunque simile il potere, compreso il bunga bunga di Berlusconi (con minorenni poi)!

  36. @ Andrea Inglese

    “trovo ancora più interessanti delle reazioni del tipo: vi sono entrambe le cose, probabilmente, “lui è un porco e proprio per quello l’hanno incastrato”; ciò suggerisce una strana visione del porco e dello stupro; infatti, qui si vorrebbe dire una cosa di questo tipo: quel signore ha tendenza a stuprare le donne che incontra, appena le circostanze lo rendono possibile; chi l’ha incastrato, ha semplicemente messo una donna in quelle circostanze….in tal modo, si trasforma strauss-kahn in uno stupratore seriale, ma in questo modo si banalizza il suo presunto crimine, a mio parere…”

    Non è una strana visione né del porco, né dello stupro. Non è nemmeno detto che la donna sia stata messa volutamente da qualcuno. Magari si è aspettata l’occasione giusta, ecco tutto.
    Il potere, a certi livelli, banalizza ogni tipo di crimine, dall’omicidio al genocidio… per chi manovra le cose lassù, tra uno stupro e uno sbadiglio, non c’è praticamente nessuna differenza.
    Non commettere l’errore, Inglese, che sia chi esprime un’opinione di commistione tra complotto e reato, a banalizzare lo stupro.
    Fare il moralista di fronte ai meccanismi del potere, non serve a nulla per comprendere il potere.
    A meno che non si voglia ancora continuare con la manfrina del potere maschile e bla bla bla e i buoni e i cattivi e le vittime e i carnefici.
    Noi continuiamo a chiacchierare, loro continuano a dominarci, usando ogni sistema lecito e illecito.

  37. Grazie Maria Teresa per la qualità del commento. Non sto ancora in grado di commentare ( ho avuto ancora una crisi questa notte di asma).

    Andrea, grazie per la risposta. Davanti a questo scandalo, mi sento solidale della donna offesa, violentata.
    La giustizia accerterà la realtà del atto o no.

    Nello stesso tempo mi sento umiliata come francese. Non accetto come Dominique Strauss Khann è stato esibito. E’ una vergogna.

    A Paolod, scuso ma il tuo commento mi irrita. Non è il momento di piangere su la sessualità maschile messa a male a nostra epoca .

    In ogni modo, oggi non abbiamo gli elementi per conoscere la verità.
    Ma è vero che questa vicende scuote molte cose in noi.

  38. Paolod: scuso ho mal interpretato il tuo commento. Non offende in niente le donne. Non sto bene e ho mal letto.

  39. Inglese, le sue argomentazioni sono valide per carità ma valide per interpretare le eccezioni, non la regola.
    Ok, è vero, l’uomo è uomo e la sua meschina miseria è connaturata a tutte le classi sociali, ce mancherebbo arto.
    Però, ci sono condizioni e condizioni.
    Se domani mentre aspetto il metrò alla banchina come tutte le mattine saltasse fuori un dinamitardo a volto e panza scoperte che inizia un orrido conto alla rovescia, mbè non ci sarebbero cazzi: barboni colletti bianchi io le nonne i cani le lucertole i macchinisti le suore li preti faremmo a gara per arrivare alle uscite, senza alcun patema a schiacciare teste di bambini o dentiere di pensionati.
    Più si è vicini allo stato di natura più schemi e lombosciatalgie morali guariscono.
    Però, come già diceva qualcuno, nessuno soffre più dei poveri. E non c’è cosa peggiore per una casa di quando non gira sufficiente contante.
    Oppure se gira (ma sempre poco) a forza di salassarsi la vita.
    Una famiglia povera è più esposta a essere violenta al suo interno (non necessariamente di sberle e cazzottoni), ad avere tensioni pesanti al suo interno. Parlo sempre in generale.
    Una famiglia benestante vive una vita disinfettata al 90 % dei casi, da questo punto di vista. Ha meno riflussi e le si presentano meno occasioni di fare quelle porcate. Ne fanno altre, per contro, di cui tutti i poveri come me e come altri sanno e vedono bene la consistenza. E ci potremmo sbizzarrire a dirne.

    Comunque, nulla poi obbliga che il mio ragionamento valga per tutte le famiglie ricche e quelle povere, anzi fortunatamente ci sono eccezioni a iosa.
    Nel caso del banchiere qua si tratta di uno con un bel po’ di fregola e non so poi se ben viziato e rotto a certi praticantati.

  40. a massimo e daniz

    è interessante mettere a confronto i vostro commenti, perché forzandoli un po’ potrebbero rappresentare due posizioni abbastanza condivise: una dice, laddove c’è molto potere (economico, di prestigio sociale, professionale, ecc.), la violenza è di casa, e quindi, nel caso degli uomini, anche la violenza sessuale sulle donne – i rapporti di produzione “preparano” gli stupri; l’altra dice, la violenza abita invece, per forza, dove c’è miseria: qui la violenza è di casa…

    qui si radica il discorso sulla verosimiglianza, su queste aspettative cognitive, per usare un parolone…. entrambi avete ragione, ma nessuno, da solo, dei vostri punti di vista è sufficiente per dare conto di un certo tipo di violenze…

    i meccanismi del potere e della violenza mica li ha inventati il capitalismo né la borghesia predatrici; attraversano in modo capillare la società da cima a fondo, dal momento che eiste sempre qualcuno più debole di me, su cui posso sfogare le mie frustrazioni o su cui posso soddisfare la mia libido, senza riconoscere la sua

  41. Ma io sono stradaccordo con Massimo, il mio commento era per non permettere a qualcuno di pensare che ci sia un’isola sociale felice e che la vita è un si salvi chi può davanti ad un dinamitardo che danza coi minuti della gente.

    tu dici: “i meccanismi del potere e della violenza mica li ha inventati il capitalismo né la borghesia predatrici”

    infatti è propriamente il contrario: il capitalismo è il sistema economico più naturale et umano (è il potere che inventa, non Dio, che è uno dei sui figlioli biondi); proprio per questo è il peggiore.
    In mezzo al marasma, il capitalismo è perfettamente in grado di assicurare le migliori tavolate all’odio e alla violenza, in una maniera nella grande società, in un’altra nella piccola; ma laddove la violenza dei poveri suoi poveri è frequente ma anche frequentemente punita, quella dei ricchi è tollerata e naturale sui subalterni, e la quasi totalità dei casi impunita.
    Basta intendersi, secondo me, sul tipo di violenza, perché anche se possono coincidere, hanno moventi e scongiuri diversi.

  42. En passant.

    Che salto di qualità passare dall’analisi di cosa avviene nelle mutande di Berlusconi all’analisi di quanto avviene nelle mutande di
    Strauss-Kahn!
    Ed io che pensavo che molti di NI non avessero una visione globale
    delle cose!

  43. La notizia è che un uomo potente, anzi potentissimo, sia stato incarcerato con l’accusa di violenza carnale.
    A me non pare che le reazioni emotive dell’opinione pubblica italiana possano essere spiegate utilizzando le tue categorie Andrea
    tu dici:
    “Ed è ugualmente difficile accettare il principio che la violenza carnale possa essere esercitata da un uomo colto, ricco, potente e, per di più, di sinistra.”
    Io direi prafrasando la tua affermazione:
    e’ difficile accettare il principio che la violenza carnale esercitata da un uomo colto, ricco, potente, di sinistra o di destra possa essere perseguita.
    in questo paese c’è un sentire comune secondo il quale i potenti la fanno sempre franca. Mi viene in mente l’episodio del Circeo.

    Riguardo alla questione sessuale, a prescindere dal censo sociale e dagli orientamenti politici, perdura ancora un maschilismo strisciante da “basso ventre” (basta ascoltare una discussione da bar, che poi è lo specchio del’ideologia berlusconiana), secondo il quale, le donne sono sempre e comunque colpevoli, o complici per non usare termini più forti.
    Da buoni cattolici poi fino a qualche tempo fa, abusi e violenze venivano tollerati, purchè confinati dentro le mura di casa, perpretati con discrezione leggasi ipocrisia.
    Invero le statistiche parlano molto chiaro. Non c’e’ nessuna, ma proprio nessuna correlazione, tra violenze e abusi e condizione sociale o di censo: sono egualmente ripartiti tra i ricchi e i poveri, le persone colte e meno colte, il nord e il sud etc.. E soprattutto oltre il 905 dei casi no viene denunciato.

    Perchè taluni comportamenti miserabili di berlusconi (prostituzione, scambio sesso cariche pubbliche ed elettive etc) che sono riconosciuti come tali, sono stati fin ora tollerati ?
    Mah secondo me anche perchè rassicurano il potere dei maschi che in questo paese è fortissimo.

  44. Oggi a Parigi, alle 5, ci sarà una manifestazione contro il sessismo promosso da diverse associazioni e gruppi femministi; incollo qui sotto il testo che invita alla mobilitazione non contro Strauss-Kahn, ma appunto contro le reazioni dei tanti uomini politici e giornalisti e opinionisti che, in questi giorni, hanno utilizzato espressioni spesso odiose e misogine. E’ quindi ben chiaro, per molte donne francesi, che il caso Strauss-Kahn è un reagente, capace ancora una volta di far emergere in modo palese una mentalità sessista ben radicata. E tutto ciò non è prerogativa solo del berlusconismo, ma anche di un paese come la Francia, tendenzialmente più egualitario che l’Italia.

    Rdv dimanche 22 mai à 17h

    Place Igor Stravinsky, près de Beaubourg à Paris.

    Participez nombreuses et nombreux à ce rassemblement festif contre le sexisme et faites circuler l’information autour de vous, notamment via l’événement Facebook créé à cet effet.
    Sexisme : ils se lâchent, les femmes trinquent

    Depuis une semaine, nous sommes abasourdies par le déferlement quotidien de propos misogynes tenus par des personnalités publiques, largement relayés sur nos écrans, postes de radios, lieux de travail comme sur les réseaux sociaux. Nous avons eu droit à un florilège de remarques sexistes, du « il n’y a pas mort d’homme » au « troussage de domestique » en passant par « c’est un tort d’aimer les femmes ? » ou les commentaires établissant un lien entre l’apparence physique des femmes, leur tenue vestimentaire et le comportement des hommes qu’elles croisent.

    Nous sommes en colère, révoltées et révoltés, indignées et indignés.

    Nous ne savons pas ce qui s’est passé à New York samedi dernier mais nous savons ce qui se passe en France depuis une semaine. Nous assistons à une fulgurante remontée à la surface de réflexes sexistes et réactionnaires, si prompts à surgir chez une partie des élites françaises.

    Ces propos illustrent l’impunité qui règne dans notre pays quant à l’expression publique d’un sexisme décomplexé. Autant de tolérance ne serait acceptée dans nul autre cas de discrimination.

    Ces propos tendent à minimiser la gravité du viol, tendent à en faire une situation aux frontières floues, plus ou moins acceptable, une sorte de dérapage. Ils envoient un message simple aux victimes présentes et futures : « ne portez pas plainte ». Nous le rappelons : le viol et la tentative de viol sont des crimes.

    Ces propos prouvent à quel point la réalité des violences faites aux femmes est méconnue. De la part d’élites qui prétendent diriger notre société, c’est particulièrement inquiétant. 75 000 femmes sont violées chaque année dans notre pays, de toutes catégories sociales, de tous âges. Leur seul point commun est d’être des femmes. Le seul point commun des agresseurs, c’est d’être des hommes.

    Enfin, ces propos font apparaître une confusion intolérable entre liberté sexuelle et violence faite aux femmes. Les actes violents, viol, tentative de viol, harcèlement sont la marque d’une volonté de domination des hommes sur le corps des femmes. Faire ce parallèle est dangereux et malhonnête : ils ouvrent la voie aux partisans d’un retour à l’ordre moral qui freine l’émancipation des femmes et des hommes.

    Les personnalités publiques qui véhiculent des stéréotypes qu’on croyait d’un autre siècle insultent toutes les femmes ainsi que toutes celles et ceux qui tiennent à la dignité humaine et luttent au quotidien pour faire avancer l’égalité femmes – hommes.

  45. a carmelo
    “Ed è ugualmente difficile accettare il principio che la violenza carnale possa essere esercitata da un uomo colto, ricco, potente e, per di più, di sinistra.”
    Io direi prafrasando la tua affermazione:
    e’ difficile accettare il principio che la violenza carnale esercitata da un uomo colto, ricco, potente, di sinistra o di destra possa essere perseguita.”

    Certo, ma non è solo questione di impunità. Nel caso Strauss-Kahn ci sono due tipologie di omertà che tendono ad emergere: la prima è di classe, la seconda è di genere. Ripeto, che in Francia – ma anche in Italia – molti non prendono neanche in considerazione la possibilità che SK possa essere uno stupratore. Il complotto spiega tutto.

    “Invero le statistiche parlano molto chiaro. Non c’e’ nessuna, ma proprio nessuna correlazione, tra violenze e abusi e condizione sociale o di censo: sono egualmente ripartiti tra i ricchi e i poveri, le persone colte e meno colte, il nord e il sud etc.. E soprattutto oltre il 905 dei casi no viene denunciato.”
    Immagino volessi scrivere 90% dei casi….
    E’ proprio per questo motivo, per questo dato che tu citi, che nel caso Strauss-Kahn l’eventualità dello stupro dovrebbe essere verosimile. Ma verosimile non significa scontata, che è un’altra idiozia (“Tutti gli uomini potenti sono stupratori”). Invece, lo ripeto, c’è chi usa questo argomento assurdo: uno come lui si può permettere qualsiasi cosa, pagando… perché dovrebbe cercarlo con la violenza? (Già, e perché, ad esempio, esistono i sadici?)

  46. Ieri ho letto sullla “Sueddeutsche Zeitung” – quotidiano di centro-sinistra – un lungo reportage sullo scossone Strauss-Kahn in Francia. C’era il direttore del giornale online “Mediapart” che a un certo punto pronuncia la frase: “somigliamo sempre più all’Italia”. Intendendo l’autoreferenzialità di un ceto politico-economico-giornalistico (e giornali troppo poco liberi di fare inchiesta), vecchi uomini al potere, sottocultura maschilista…Da quel che scrive Andrea, non mi pare – ahimé- tanto un’iperbole.

  47. @andrea
    non saprei dire della francia ma in italia negli ambienti che frequento, sentendo per strada nei bar o in metro non ho avuto questa impressione.
    E’ vero come tu dici che c’e’ una specie di “complicità omertosa” più che di classe, ideologica che nasce dal bisogno di fondare
    i nostri comportamenti quotidiani su un atto di fiducia che precede ogni valutazione razionale
    E’ il caso dei cattolici praticanti e “fondamentalisti” ubbidienti e fedeli alle gerarchie. Solo dopo l’ammissione della chiesa e l’atto di costrizione del papa è stato “accettata” l’esistenza di preti pedofili
    e l’omertà delle gerarchie credo che siia stata giustificata da questa esigenza di preservare l’immagine del clero.
    Forse anche nel caso di Berlusconi all’inizio c’e’ stata la stessa reazione.
    Dopo gli ultimi episodi, non c’e’ nessuno di destra o di sinsitra che non sia convinto dei fatti che gli vengono addebitati.
    Ma qui hai ragione, nessuno vuole ammettere che questo signore abbia una sessualità malata. (chi abusa di una donna, ha una sessualità malata, deviata, immatura e persino criminale).
    C’e’ una parte che regisce in senso moralistico, un’altra che trova in ciò conferma della sua impunità e una terza parte (il suo elettoratro bassoventrino) che in fondo lo invidia e ammicca e vorrebbe essere al suo posto, e vede rispecchiate in questo povero e miserabile uomo, le sue pulsioni maschiliste, piu’ inconfessate e nascoste.

    Un ultima cosa. penso che ormai sia uno strumento di lotta politica comune quello di scavare nel passato e nella vita privata degl iavversari per screditarli.
    Il vizietto del farncese era ben conosciuto e non è escluso che sia stato utilizzato per tendergli una trappola.

  48. Andrea,

    Leggo solo oggi il tuo commento. Ho avuto una malattia e non ho potuto andare a Parigi. Ho mancanto la scuola anche; torno solo oggi. Ma ho firmato la petizione PAROLES DE FEMMES. Se un commentatore si sente come me concernato, puo farlo.

    Dunque GRAZIE A TE! E’ andato alla manifestazione? Mi pare una buone cosa che le donne abbiano reagito. Mi sento meno sola da pensare la stessa cosa.
    Sono ancora sotto il colpo dell’indignazione.

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

Voci della diaspora: Anna Foa e Judith Butler

di Andrea Inglese
Perché continuare a parlare invece di tacere? Perché usare o meno la parola "genocidio"? Perché un racconto vale mille immagini e mille cifre? Continuare a pensare quello che sta accadendo, attraverso due voci della diaspora ebraica: Anna Foa e Judith Butler

Da “Ogni cosa fuori posto”

di Andrea Accardi
C’è adesso come un vuoto nella planimetria, un buco da cui passa l’aria fredda, e su quel niente di un interno al quinto piano converge e poi s’increspa tutta la pianta del condominio. Il corpo della ragazza (il salto, il volo) resta per aria come una parte che manca (nondimeno è lì in salotto, ricomposta, e l’appartamento intero la costeggia).

Wirz

di Maria La Tela
Quando fu il nostro turno ci alzammo da terra. Eravamo rimasti seduti a guardare le ragazze che ballavano con le magliette arrotolate sotto l’elastico del reggiseno per scoprire l’ombelico.

Le precarie e i precari dell’università in piazza il 29 novembre

Comunicato stampa 29 Novembre Contro tagli e precarietà, blocchiamo l'Università! – L'Assemblea Precaria Universitaria di Pisa scende in piazza contro...

“Tales from the Loop”: una tragedia non riconosciuta

di Lorenzo Graziani
Qualsiasi sia la piattaforma, la regola aurea che orienta la scelta è sempre la stessa: se sei in dubbio, scegli fantascienza. Non è infallibile, ma sicuramente rodata: mi conosco abbastanza bene da sapere che preferisco un mediocre show di fantascienza a un mediocre show di qualsiasi altro tipo.

“Sì”#3 Lettura a più voci

di Laura Di Corcia
È un libro, in fondo, sul desiderio; un libro che pare costituito da risposte, più che da domande. Un libro di esercizi di centratura. Ma anche un libro che mira a un’ecologia della mente e della scrittura "Sì" di Alessandro Broggi...
andrea inglese
andrea inglese
Andrea Inglese (1967) originario di Milano, vive nei pressi di Parigi. È uno scrittore e traduttore. È stato docente di filosofia e storia al liceo e ha insegnato per alcuni anni letteratura e lingua italiana all’Università di Paris III. Ora insegna in scuole d’architettura a Parigi e Versailles. Poesia Prove d’inconsistenza, in VI Quaderno italiano, Marcos y Marcos, 1998. Inventari, Zona 2001; finalista Premio Delfini 2001. La distrazione, Luca Sossella, 2008; premio Montano 2009. Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato, Italic Pequod, 2013. La grande anitra, Oèdipus, 2013. Un’autoantologia Poesie e prose 1998-2016, collana Autoriale, Dot.Com Press, 2017. Il rumore è il messaggio, Diaforia, 2023. Prose Prati, in Prosa in prosa, volume collettivo, Le Lettere, 2009; Tic edizioni, 2020. Quando Kubrick inventò la fantascienza. 4 capricci su 2001, Camera Verde, 2011. Commiato da Andromeda, Valigie Rosse, 2011 (Premio Ciampi, 2011). I miei pezzi, in Ex.it Materiali fuori contesto, volume collettivo, La Colornese – Tielleci, 2013. Ollivud, Prufrock spa, 2018. Stralunati, Italo Svevo, 2022. Romanzi Parigi è un desiderio, Ponte Alle Grazie, 2016; finalista Premio Napoli 2017, Premio Bridge 2017. La vita adulta, Ponte Alle Grazie, 2021. Saggistica L’eroe segreto. Il personaggio nella modernità dalla confessione al solipsismo, Dipartimento di Linguistica e Letterature comparate, Università di Cassino, 2003. La confusione è ancella della menzogna, edizione digitale, Quintadicopertina, 2012. La civiltà idiota. Saggi militanti, Valigie Rosse, 2018. Con Paolo Giovannetti ha curato il volume collettivo Teoria & poesia, Biblion, 2018. Traduzioni Jean-Jacques Viton, Il commento definitivo. Poesie 1984-2008, Metauro, 2009. È stato redattore delle riviste “Manocometa”, “Allegoria”, del sito GAMMM, della rivista e del sito “Alfabeta2”. È uno dei membri fondatori del blog Nazione Indiana e il curatore del progetto Descrizione del mondo (www.descrizionedelmondo.it), per un’installazione collettiva di testi, suoni & immagini.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: