Morte del blog?
di Jan Reister
Massimo Mantellini scrive dello spostamento su Facebook e Twitter di molte attività di socializzazione che qualche tempo fa avvenivano sui blog personali: Dalla blogosfera alla statusfera. Interessanti anche i commenti.
Le sue considerazioni sul valore dei commenti attraverso il tempo sono molto interessanti, mentre non condivido il suo pessimismo sul calo dei lettori negli ultimi 3 anni: come fa notare Marco Cilia, i dati sul numero di visite ricevute sono probabilmente in leggera crescita.
Qui sotto riporto il grafico delle visite su Nazione Indiana negli ultimi 3 anni, su base mensile (fai clic sull’immagine per ingrandirla).
e per un confronto coi dati giornalieri di Mantellini, su base giornaliera:
(fai clic sull’immagine per ingrandirla)
Come si può notare sono dati in leggera costante crescita e dipendono secondo me da una cosa semplice: un blog è un fantastico sistema editoriale per pubblicare agilmente ed a basso costo. Un progetto culturale pubblicato in semplice sequenza temporale, senza i vincoli di un processo editoriale tradizionale e senza la preoccupazioni di dover soddisfare complesse architetture delle informazioni, permette di concentrarsi sul progetto e produrre cultura (o qualsiasi cosa sia quel che c’è qui) con continuità nel tempo. Questo vale per manteblog, Nazione Indiana, Carmilla e tanti altri.
dell’articolo di mantellini mi è sembrato interessante soprattutto l’appunto circa la dispersione dei commenti attorno allo stesso contenuto su varie piattaforme (post su wordpress, per dire, e commenti su facebook, friendfeed, twitter…). ma immagino che siano già pronti i meta-servizi per gestire tutto questo.
sui social network mi colpisce la banalizzazione del commento, l’appiattimento dell’argomentare, la semplificazione dei concetti, spesso addirittura un mi piace mezzo secondo dopo la pubblicazione, giusto il tempo per leggere il titolo e dire “ci sono”.
per fortuna non sempre.
I social sono un buon metodo per alfabetizzarsi con gli strumenti della rete. Le statistiche, per quel che valgono, ci dicono che si sta avvicinando all’uso del mouse anche la generazione più anziana. Finalmente da un bel po’ di tempo non mi capita più di sentir dire «no, a me il computer non piace… » come dire non mi piacciono la carta, gli occhiali o le forchette. Ma certo i social sono anche molto superficiali. I blog sono propri di un uso avanzato della rete e per avanzare occorre tempo e applicazione. Ma chi si convince ad acquistare un portatile per andare su facebook può avere l’opportunità di finire su Nazione Indiana, prima o poi. Il contrario è molto più difficile…
D’accordo con Sir Robin sulla funzione alfabetizzatrice dei media sociali, la loro soglia di ingresso è molto bassa e facilitano quindi la confidenza con il mezzo digitale/la rete.
[…] (dalla blogosfera alla statusfera) che parla di blog e facebook. Nazione Indiana a sua volta lo ha ripreso (e lì ho pure commentato): io la penso come Flavio Pintarelli del quale, spero non me ne voglia, […]
[…] Nazione Indiana, in un post dal titolo ‘Morte del blog?’, Jan Reister segnalava però anche alcuni dati che testimoniano invece una leggera costante […]