Due anni con un ebook reader
[Fabrizio ha pubblicato un bilancio della sua esperienza di lettore di ebook, sul suo blog e sul forum di Simplicissimus: lo riporto qui per i lettori che si chiedono se dotarsi di un ereader. Jan]
di Fabrizio Venerandi
Nel dicembre 2008 ho preso il mio primo ebook reader, che è poi quello che utilizzo quotidianamente. Nel frattempo sono cambiate tante cose, e avere un eReader ha cambiato anche il mio approccio alla lettura e all’informazione. Alcune note sparse di cosa significa usare oggi un eReader.
1) Leggo di più
La prima cosa è che leggo di più. Ma non ebook, leggo di più in generale. L’avere un device nato per leggere off-line, non solo mi ha permesso di infilarci dentro tutta una serie di non-libri presi da internet (documentazioni tecniche, sorgenti in latino, saggistica letteraria fuori catalogo) e di diventare un regolare lettore di quotidiani e periodici in formato ebook; ma anche di ravvivare la mia lettura tradizionale. Un device che nasce per farti leggere tiene vivo il tuo amore e la tua passione per ogni tipo di lettura, che sia un ebook o un testo settecentesco preso ad un mercatino dell’usato.
2) Uso meno il computer (per leggere e scrivere)Un tempo non uscivo di casa senza avere con me il mio fidato powerbook. Perché non si sa mai, magari poteva scapparmi l’occasione per scrivere qualcosa o connettermi, o leggere qualche cosa scaricata da internet. Adesso mi sento nudo se non ho con me il mio eReader: ho sostituto la fame cieca del “fare qualcosa con il computer” con una fame più tranquilla. Se sono in giro ho una piccola biblioteca informativa che mi segue.
3) Non posso fare a meno dell’e-ink
C’è una grande disputa se sia meglio il kindle o l’iPad o se ci sia da attendere una nuova tecnologia che supererà le attuali, con il colore, l’accesso a internet, i video e uno schermo senza luce. Quello che posso dire, parafrasando Churcill, è che l’e-ink -oggi- è la peggiore tecnologia possibile per leggere, se si escludono tutte le altre. Leggere testi digitali su e-ink è una benedizione.
4) Ho una device che fa poco o niente (deo gratias)
Legata al punto precedente è la capacità di avere un device che fa poco o niente: mi fa leggere testi digitali, in maniera digitale. Niente pop up, niente francobolli che saltellano, niente feed che mi avvertono in tempo reale di risposte da fare sul tal forum e nessuna ansia da prestazione per thread persi su friendfeed. Un eReader oggi è uno strumento per leggere e non un fascio di nervi pronto a farmi sentire in colpa perché il mondo sta andando avanti mentre io leggo. Stop. Fatemi leggere, così poi posso anche capire meglio *dove* sta andando il mondo.
5) Ho materiali
Il mercato è incredibilmente cambiato in soli due anni. Due anni fa mi impaginavo da solo i libri fuori dai diritti di autore. Oggi leggo quotidiani, periodici, romanzi e manualistica di grandi e piccole case editrici. Ieri sera mi sono ficcato sotto le coperte con il mio eReader, ho letto due articoli di alfabeta2, poi sono andato a cercarmi alcuni comandi di XQuery in una guida informatica e alla fine ho letto un capitolo dell’ultimo romanzo di Eco. Un eReader diventa un ‘luogo di lettura’ sofisticato ma non totalizzante, che crea nessi con il mondo reale e che non ha il side-effect compulsivo e un po’ rimbecillente del computing portato avanti per forza d’inerzia.
6) Considero il pericolo
Adoro il mio eReader, ma è fallito. In meno di due anni la casa che lo produceva è andata a gambe all’aria. Questo significa che non legge il formato ePub, che difetti hardware non sono riparabili e che nel momento che si guasterà potrò solo buttarlo via. La supposta “durabilità” del libro liquido si scontra con hardware e mercati fallibili, con formati ed ebook concepiti e realizzati in maniera mediocre e strumenti di lettura e manipolazione dei contenuti ancora primitivi e grossolani. Sono dentro alla lettura digitale ma cammino sulle pietre per non finire in acqua. E le pietre sono: formati aperti, nessun drm, possibilità di conversione.
7) Voglio di più
Usando un eReader da due anni mi aspetto di più dal futuro. Non mi interessa avere un iReader, ovvero un multigadget con cui fare tutto. Ci sono già, c’è iPad, Android e sono una cosa diversa, che personalmente non mi interessa. Voglio device in cui si legga *ancora meglio*, con maggiore contrasto; voglio device che abbiano più strumenti per leggere, che permettano di interrogare, aggiornare, condividere e relazionare le cose che sto leggendo. E voglio standard informatici dignitosi per leggere e per fare letteratura nativa digitale. Li voglio perché sono una naturale evoluzione del percorso di scrittura digitale iniziato decenni fa e che non ha niente a che fare con un iReader che mi faccia vedere filmati flash on-line.
Concludendo. Due anni fa ho preso quello che poteva essere un curioso gadget tecnologico per fichetti. Si è dimostrato essere ben poco fichetto; è invece uno strumento culturale e informativo determinante. Un eReader, oggi ancora di più, è un paradigma di un modo nuovo di intendere la lettura digitale, di sganciarla dalla lettura frammentata e impulsiva del web, per dargli una dignità letteraria ad ampio respiro. E ancora: di accedere a testi che in una editoria tradizionale si perderebbero nella distribuzione e non vedremmo mai.
Quelli che ne hanno uno e lo usano lo sanno. Il mercato forse meno.
sto usando, per leggere, un palmare ormai da due/tre anni. appena i prezzi si abbasseranno passerò ad uno dei nuovi device. però, in effetti, mi sa che mi orienterò più verso cose tipo ipad, cioè general purpose, e non reader dedicati.
in parte perché avere a disposizione un browser, per dire, o un software per la scrittura mi sembra completi perfettamente la mia attività di lettura (e sia adeguato ad un rapporto con la cultura sempre più social). in parte, ma questo credo sia una mia perversione privata, perché preferisco avere un video retroilluminato e quindi e-ink no grazie.
tra i motivi per cui mi prenderò un device diverso dal palmare e dal pc c’è anche la quantità di .pdf che finisco per leggere, tra articoli, testi, manuali, etc. etc.. sul palmare non è possibile e sul pc è snervante.
un’ultima nota, circa il tipo di testi che leggo sul palmare: principalmente leggo romanzi di fantascienza. ho provato anche a leggere saggi ma ho trovato una specie di difficoltà a far “sedimentare” il testo saggistico.
non so come altro spiegare il fenomeno: l’impressione è che essendo la porzione di testo troppo ristretta e inserita in un’esperienza di flusso (la successione della simulazione delle pagine e non la staticità delle pagine reali) non mi riesca veramente di “fissare” quello che leggo. se nel caso della prosa romanzesca questo aumenta il livello di fantasmagoria, nel caso del saggio mi dà la sensazione di una comprensione instabile.
Uso un ereader da oltre un anno e leggo prevalentemente narrativa ed articoli di riviste (alfabeta2). Mi piace la sua semplicità, serve solo a leggere e ci si legge bene, in casa ed all’aperto con ogni tipo di luce. Ci ho letto libri che non avrei mai letto altrimenti, pubblicati in forma elettronica all’estero, classici che non avrei mai comprato e di cui è difficile trovare edizioni integrali (Dumas, Sue, Salgari), romanzi che possiedo già rilegati e che mi sono portato in montagna come biblioteca estiva.
Di solito separo i momenti della lettura, che per me è immersione nella narrazione, dai momenti di lavoro, produzione e comunicazione che avvengono sul computer. Anche per questo trovo che l’ereader mi rilassi e mi faccia concentrare esattamente come un libro, mentre sul compurer adotto uno stile di lettura a scatti, con brevi picchi di concentrazione e repentini cambiamenti di attività, flussi improvvisi di comunicazione, immersione nella risoluzione di problemi (dipende anche dalla natura del mio lavoro).
In casa ne abbiamo due, perché il mio mi è stato sequestrato dopo pochi mesi (me lo fai leggere? lì? uhmf… no aspetta, fammene leggere un altro) ed per riottenerlo ne ho dovuto regalare un altro in cambio.
Ne scrive anche Maria Cecilia qui:
http://mariaceciliaaverame.wordpress.com/2010/12/30/ma-tu-che-tanto-parli-di-concretezza-che-ci-fai-con-un-ereader/
(avvertenza: lei e Fabrizio sono Quintadicopertina)
Jan: non è bello mettere in piazza le nostre vicende private. E poi l’avevo solo preso in prestito…
anch’io ho avuto / ho la stessa esperienza di Gherardo. lettura principalmente attraverso palmare. quindi schermo illuminato (quindi sono un probabile futuro ‘utente’ di ipad o altri marchingegni simili).
per me essenziale anche la scrittura su palmare. per annotare dei testi, selezionare segmenti da riportare, ecc.
(uno dei primi testi scritti è del marzo 2006, ma quella che rintraccio è una data del penultimo palmare. ce n’è stato uno, precedente, che ho fritto abbastanza presto. quindi non so datare a quando risale la prima lettura e scrittura extra muros et extra computer).
questo post mi è piaciuto molto. Ma sul punto 4 le nostre strade divergono. tu non vuoi un reader con i superpoteri. Vuoi un reader semplice. ma quanti strumenti possiamo/dobbiamo portare con noi? il reader + il laptop + lo smartphone? è da impazzire. la semplicità è anche uno strumento che ci consenta di leggere, scrivere e interagire senza diventare schiavi di troppi device. il protezionismo della apple impedirà all’iPad di essere quello strumento (su un iPad non potremo mai aprire o modificare un file .odt, temo). Urge un oggetto altrettanto versatile, ma aperto.
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Ovviamente io non ho la verità in tasca; per me l’uso di un device che non manda luce e che mostra le scritte a più di 150ppi è oggi un sine qua non. Passare da leggere iLiad a lavorare con un lcd è come infilare la faccia in una piscina piena di cloro, ma -ripeto- è un mio punto di vista personale.
Sono d’accordo invece per la device che fa poche cose e coerenti: il fatto di avere device che possono fare di tutto ci ha dato device che fanno un sacco di cose peggio di come potrebbero se ne facessero meno. Personalmente oggi vorrei device che facciano una sola cosa (fare scrittura e lettura ad esempio), e che mi tengano lontane le altre cose.
prima di decidermi a comprare un e-reader ci ho messo parecchio.
Mi interessava un dispositivo che mi consentisse di leggere nella massima comodità e senza affaticare gli occhi i libri durante i viaggi, le attese, le file, insomma i tempi morti. Un dispositivo in grado di darmi la possibilità di consultare i libri in lingua spagnola che ho solo in formato digitale. Un libro che mi consentisse di poter leggere i classici che si possono scaricare da liber liber (che consiglio vivamente), anche in formato epub.
http://www.liberliber.it/home/index.php
Per questo ho scartato l’ipad:
il display retroilluminato non fatto per una lettura prolungata, perchè stanca e affatica gli occhi.
la tecnologia i-ink permette di avere uno schermo non retroilluminato, quindi una lettura prolungata, che stanca meno della lettura dei libri di carta e una durata eccezionale della batteria.
La lettura richiede concentrazione, un giocattolo come l’ipod distrae e finisce per indurti a s-vagare per internet….la lettura è un’altra cosa esige un adeguato grado di “disconnessione” dal mondo altrimenti degrada
alla fine ho scelto l’e-reader della sony e praticamente ho recuperato alla lettura piu’ di due ore al giorno.
[…] e non vedremmo mai. Quelli che ne hanno uno e lo usano lo sanno. Il mercato forse meno. Fonte Rispondi citando + Rispondi alla discussione « Discussione […]