disillabari
mischiando le voci di dentro passavamo il respiro
ingoiavamo la terra e la polvere in controluce,
il canto tesseva le fila e dentro al discanto
i nodi dei sogni scioglievano all’alba cuciti
la strada sapeva di ferro e di sabbia con le prime piogge
e si correva coprendoci il capo con un fazzoletto
le macchine andavano lente come sopra a uno specchio
su cui vedevamo dipinto oltre al cielo le ombre risorte
del mondo e la corsa finiva al crepuscolo,
restavano solo le tracce della battaglia,
il sale sapeva di cose mai viste e il sudore
cambiava il colore alla maglia indossata da prima
pareva dovesse durare per sempre e così ci sembrava più viva
la timida sera che faceva da bàlia a ragazzi e ragazze per strada
finiva che a cena era gara a restare in silenzio a non fare parola
di brame che i corpi rinati ogni volta tacevano urlando
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volevo sapere se questa poesia fa parte di una raccolta in corso di pubblicazione
mi piace, soprattutto i versi ultimi quattro.
complimenti, Effeffe
il problema dei libri di poesia è che sono difficilmente reperibili nelle libreria, persino qui a roma è difficile per ch inon è addentro all’ambiente; ci sara’ una libreria che ha a cura la diffusione della poesia?
Controluce, c’est si beau,
si legge,
d’improvviso la pioggia,
la lentezza emergere
del pensiero dentro,
Francesco,
“la strada sapeva di ferro e di sabbia”
La pista, il cammino, la strada
il fuggitivo e il tempo
quello rimane, quello se ne va
ferro e sabbia, due poli dove il sole
non sa scegliere.
Con la poesia, d’improvviso
la bellezza.
aspetti il vento
prima di lucidarti le scarpe.
aspetti il bacio
prima di dragare il sogno.
aspetti il sale
per insaporire la serata sciapita.
aspetti i passi delle ombre
per vederne baluginare le nitide orme.
aspetti lo scivolare delle lacrime
ma non sai piangere da oltre mille anni;
aspetti la pioggia per bagnarti l’anima,
ma non hai vestiti di ricambio;
aspetti di volare in alto nel cielo,
ma hai il sangue di cemento armato.
e, stringhe di bugie,
il rosario double face della tua coscienza.
aspetti di lucidare le ossa
prima di coricarti e far l’amore.
aspetti il bicchiere adatto
prima di mandare giù
la parte dolce dell’amaro.
bella.
//centocinquantasette parole //
//un accento//
//un apostrofo//
//tre virgole//
// 39 puntini sugli i//
//quattro strofe//
on location il paysage ( bellissimo) di queste emozioni
molto molto bella.
bella…molto pavesiana…
Sì, bella molto bella. Lo sapevo che sotto la scorza un po’ dandy e performativa c’era una liricità così bella e priva di fronzoli. (Ed avere Pavose come riferimento – ma non il solo- è un complimento, u punto di forza).
“dentro al discanto
i nodi dei sogni scioglievano all’alba cuciti”
“le macchine andavano lente come sopra a uno specchio
su cui vedevamo dipinto oltre al cielo le ombre risorte
del mondo”
“pareva dovesse durare per sempre e così ci sembrava più viva
la timida sera che faceva da bàlia a ragazzi e ragazze per strada
finiva che a cena era gara a restare in silenzio a non fare parola
di brame che i corpi rinati ogni volta tacevano urlando”
COSE BELLISSIME. France’, chapeau!