Queste ingiustizie continuamente perpetrate sotto il nostro cielo, questi dileggi cruenti della nostra etica e della nostra identità civica e, per chi ci crede, anche del proprio cristianesimo vissuto, queste iniquità non sono anonime; in Italia hanno un nome e cognome. Sappiamo bene che ci sono partiti che fanno dell’istinto del rifiuto e della diffidenza la propria ragion d’essere e la propria fortuna. La destra governativa ha semplificato a tal punto la questione dell’immigrazione da ridefinire radicalmente il concetto di prossimo, relegando nel buio della dignità chi sia nato fuori dai nostri confini o, se nato qui, abbia genitori stranieri. Grazie ad una propaganda massiccia e subdola è diventato normale ed accettabile che una persona diventi un delinquente solo perché dopo sei mesi un suo documento scade. Legare la sua rispettabilità all’esistenza di un lavoro ci è sembrato giusto e ovvio. Le espulsioni di massa, perfino da chi blatera di difesa della propria cultura democratica e liberale, vengono considerate come la conseguenza logica della necessità, che ha ogni associazione umana, di liberarsi dell’inutile e del dannoso, se non del pattume maleodorante. Ci stiamo abituando, i veri eversori della nostra etica civica e democratica sono al potere, efficaci imbonitori di un allarme sempre ripetuto e sovradimensionato, e il tanfo dei loro proclami falsi e aggressivi non puzza più. Affannosi difensori di una legge e di un ordine che valgono solo quando calpestano la vita dei loro odiati scarti umani e non valgono più quando devono consentire gli abusi di potere delle loro oligarchie, riescono a far sembrare il loro detabuizzato razzismo classista una questione di sicurezza.
Ebbene il partito della Sicurezza appalta ad un dittatore acclarato la ri-soluzione finale del problema immigrati, ossia la loro morte o tortura o pena continua nei deserti libici. Possono dirsi ancora innocenti? Un giorno ci sarà un tribunale per i loro crimini?
Quando si diffonderà un sacrosanto antileghismo, irrinunciabile prolungamento dell’antifascismo?
la paura è una merce che si vende bene sul mercato politico;
la paura acceca gli uomini, impedisce loro di capire e governare i cambiamenti
la paura rende gli uomini preda del bassoventre.
la paura è una arma distruttiva di massa che bisogna disinnescare al piu’ presto.
di Maria Noemi Grandi
Zio apre il recinto e chiama Pasqua a sé – Andiamo, bella. Andiamo – quella si avvicina placida, pensa le abbia portato da mangiare i soliti resti. Pure Pasquetta si accoda ma zio la spinge indietro e chiude il cancello. Insieme ci allontaniamo di qualche passo sul prato.
di Romano A. Fiocchi
il 15 marzo, per i tipi della nuova, piccola e agguerrita Qed, è uscito "Il violinista Igor Brodskij", il nuovo libro di Romano Augusto Fiocchi, nostro amico e collaboratore. Ve ne anticipiamo l'incipit, sperando di incuriosirvi.
di Romano A. Fiocchi
Il titolo è un ossimoro affascinante: "La vecchiaia del bambino Matteo". Non basta, il libro si apre con un’immagine che non poteva essere concepita se non da un poeta, qual era Angelo Lumelli: un vagone merci fermo in mezzo alle risaie, da solo, sulla linea ferroviaria Mortara-Pavia.
di Gianluca Veltri
Quando arriva sul palco, il 25 luglio 1965, Dylan sembra un alieno piombato sulla terra. È vestito come un rocker, tutti gli strumenti della band sono elettrici: due chitarre, basso, organo e batteria. Altro che menestrello di Duluth.
di Gianni Biondillo
Fra opere di maggior o minore qualità, fra grandi cantieri e cantieri smisurati, ecco spuntare fuori il Bosco Verticale. Progetto vincente, inutile negarlo, a partire dalla sua comunicazione. Architettura che si fa claim, slogan, motto.
di Romano A. Fiocchi
«La geografia aveva complottato con la storia e ne era uscito il capolavoro di un paradosso». "La signora Meraviglia", di Saba Anglana, è una sorta di autobiografia di famiglia con l’atmosfera di "Cent’anni di solitudine", proiettata non in Colombia bensì tra il Corno d’Africa e l’Italia.
GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024). Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
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Queste ingiustizie continuamente perpetrate sotto il nostro cielo, questi dileggi cruenti della nostra etica e della nostra identità civica e, per chi ci crede, anche del proprio cristianesimo vissuto, queste iniquità non sono anonime; in Italia hanno un nome e cognome. Sappiamo bene che ci sono partiti che fanno dell’istinto del rifiuto e della diffidenza la propria ragion d’essere e la propria fortuna. La destra governativa ha semplificato a tal punto la questione dell’immigrazione da ridefinire radicalmente il concetto di prossimo, relegando nel buio della dignità chi sia nato fuori dai nostri confini o, se nato qui, abbia genitori stranieri. Grazie ad una propaganda massiccia e subdola è diventato normale ed accettabile che una persona diventi un delinquente solo perché dopo sei mesi un suo documento scade. Legare la sua rispettabilità all’esistenza di un lavoro ci è sembrato giusto e ovvio. Le espulsioni di massa, perfino da chi blatera di difesa della propria cultura democratica e liberale, vengono considerate come la conseguenza logica della necessità, che ha ogni associazione umana, di liberarsi dell’inutile e del dannoso, se non del pattume maleodorante. Ci stiamo abituando, i veri eversori della nostra etica civica e democratica sono al potere, efficaci imbonitori di un allarme sempre ripetuto e sovradimensionato, e il tanfo dei loro proclami falsi e aggressivi non puzza più. Affannosi difensori di una legge e di un ordine che valgono solo quando calpestano la vita dei loro odiati scarti umani e non valgono più quando devono consentire gli abusi di potere delle loro oligarchie, riescono a far sembrare il loro detabuizzato razzismo classista una questione di sicurezza.
Ebbene il partito della Sicurezza appalta ad un dittatore acclarato la ri-soluzione finale del problema immigrati, ossia la loro morte o tortura o pena continua nei deserti libici. Possono dirsi ancora innocenti? Un giorno ci sarà un tribunale per i loro crimini?
Quando si diffonderà un sacrosanto antileghismo, irrinunciabile prolungamento dell’antifascismo?
la paura è una merce che si vende bene sul mercato politico;
la paura acceca gli uomini, impedisce loro di capire e governare i cambiamenti
la paura rende gli uomini preda del bassoventre.
la paura è una arma distruttiva di massa che bisogna disinnescare al piu’ presto.
http://www.youtube.com/watch?v=B_oqEShxICQ&feature=player_embedded