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50 aforismi #4

Morte/Umanità/Amore/Suicidio

di Luca Ricci

Avere voglia di farla finita e temporeggiare per non bruciarsi l’ultima illusione.

Mary Poppins alle quattro del mattino: basterebbe un poco di veleno e non ci sarebbe più bisogno di nessuna pillola.

Quando neanche il desiderio di non avere più desideri rimane vivo.

– A chi va la sua ammirazione?
– A quanti abbiano scoraggiato gli altri a proseguire.

Ammazzarsi. L’ipotesi di barare con Dio, non sapeva, non poteva sapere, se più vile o più nobile.

Ogni vizio intrapreso porta con se il fascino del suicidio diluito.

– Perché vuole morire?
– Perché non mi emancipo da ciò di cui prendo coscienza.

Piuttosto che ammazzarmi mi ammazzo: non si dovrebbe parlare del suicidio senza riuscire ad esaltarlo e condannarlo contemporaneamente.
– Un rischio per chi pensa davvero?
Smetterla.

Certe mattine al risveglio si deve soltanto pensare che bisognerebbe abolirlo.

Suicidarsi è l’atto erudito per eccellenza.

– Io sono un iconoclasta.
– Si è tagliato le vene?

Scorciatoie che allungano il cammino: sull’orlo del suicidio non si può non tenerlo presente.

– Che cosa ha fatto per l’umanità?
– L’ho sollevata dal peso di sopportarmi.

Avere voglia, per riuscire nella vita, è fondamentale. Tanto per intendersi, anche per ammazzarsi bisogna avere voglia.

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124 Commenti

  1. Perché vuole morire?
    – Perché non mi emancipo da ciò di cui prendo coscienza.

    figuri come cossiga ci hanno una coscienza super emancipata? un coscienzione?

    mah!

    baci
    la fu

  2. – Susi lei ! si proprio lei..
    – i..io?
    – può premere qui, cortesemente?
    – ma.. ma è una rivoltella..
    – una 9 mm Parabellum per la precisione, semi automatica.. è per questo che ho bisogno di lei.
    – capisco ..è perché non è totalmente automatica..
    – esattamente
    – ma lei così morirà
    – questa è la speranza
    – oh
    – forza che aspetta?
    – l’autobus
    – cosa aspetta a premere il grilletto intendo
    – mi stà chiedendo di ucciderla..
    – non la metterei in questi termini, deve solo premere qui..
    – la posso tenere ?
    – certamente
    – grazie ho sempre desiderato possedere una rivoltella.
    – potrà farne quello che vuole; ora prema qui
    – ok

  3. piccolo omaggio a larry massimo :)

    “soltanto gli ottimisti si suicidano, gli ottimisti che non possono più esserlo
    gli altri, non avendo alcuna ragione per vivere, perchè dovrebbero averne una per morire

    veniamo al mondo con una tale capacità di stupirci che neppure dieci altri pianeti riuscirebbero a esaurirla – la terra vi riesce d’ufficio

    morire a sessanta o a ottant’anni è più duro che a dieci o a trenta
    l’assuefazione alla vita, ecco la difficoltà
    perchè la vita è un vizio
    il più grande che ci sia
    il che spiega perchè si faccia tanta fatica a sbarazzarsene

    passo il tempo a consigliare il suicidio con gli scritti e a sconsigliarlo con la parola
    il fatto è che nel primo caso si tratta di un esito filosofico
    nel secondo, di un essere, di una voce, di un lamento…”
    bacio
    la fu

    ps la conversazione è profonda soltanto fra spiriti dediti a consolidare le loro perplessità :)

  4. io molti anni fa mi volevo suicidiare poi però non lo feci perché riflessi che era sbagliato grazie a un special su canale5 sul suicidio di personaggi famosi in cui si spiegava che non solo si erano pentiti ma anche che era assurdo farlo senza essere famosi e quindi decidei che eventualmente mi suicidiavo dopo essere diventato famoso. al massimo potrei organizzare un tentato suicidio o un falso suicido

  5. @Fumambola cara,

    come essere umano temo solo i complimenti, ma nel suo caso mi senbra non si tratti di questo, anzi, le sue parole, che non ho capito, mi sembrano vagamente camzonatorie. Rimango perplesso circa scritti adolescenziali sul suicidio. Però sono abbastanza d’accordo con Gottfried Benn, il fatto che uno è venuto al mondo non significa che sia vivo.

    @immondizie

    i miei rispetti

  6. Il desiderio di morire fu il mio solo e unico pensiero; ad esso ho sacrificato tutto, anche la morte.

    Emil Cioran, Sillogismi dell’amarezza, 1952

    (@larry, e pure dovresti conoscerlo cioram …)

  7. Belgio: il kit eutanasico comprende tre dosi di un potente barbiturico, un paralizzante e qualche dose di sonnifero.

    – costo 80,00€ °_°

    E’ un po’ caro, ma è una spesa che fai una volta, poi non ci pensi più !

  8. caro larry massimo
    il mio omaggio era dettato da uno slancio di simpatia empatia nei suoi confronti
    slancio virtuale, giocoforza!
    si lasci contaminare dalla fiducia :)
    gli aforismi che le ho trascritto sono di cioran che pecca in effetti di straordinaria adolescenzialità
    del resto come dice lui “fra uno schiaffo e un’indelicatezza si sopporta meglio lo schiaffo” ma la mia era una carezza :)
    molti baci
    la fu

  9. ares

    caccia l’indirizzo per prenotare il kit
    ma ci ha una scadenza come lo iogurt?
    sono seria nè, meglio prevenire, sia mai…
    bacio
    la fu

    chi di kit colpisce di kit perisce (mio) :)

  10. Mah! (come dice Larry), mah.. (con due punti come dice ares). Lo ripetevo anch’io nella culla e da allora ho sempre il sospetto di venir frainteso.

  11. Il Kit lo trovi in qualunque farmacia del Belgio.. prova onlinee..agli 80,00€ dovrai aggiungere la spedizione..

    Tieni presente che vale la causola “soddisfatti o rimborsati”

  12. …se se
    è sempre colpa degli altri :)

    ripassarsi le tabelline a memoria è un eccellente antidoto contro la smania del suicidio rancoroso (mio)

  13. Sono due “mah” ben precisi.. uno ostenta perplessità irritata.. l’altro noia.. quasi una supplica eutanasica.. °-°

  14. @Ares

    la mia è perplessità semplice, senza ostentazioni e senza irritazioni (figuriamoci!)

    @Fumambola carissima

    non avevo capito perché si rivolgeva a me, tutto qui. L’adolescenziale si riferiva allo scritto che stiamo commentando, non a Cioran, del quale rispetto laqualunque.

  15. caro larry massimo
    ora sono tranquilla e posso andare a laurà
    mi consenta questa autocritica

    “si dovrebbe importunare qualcuno soltanto per annunciargli un cataclisma o per fargli un complimento che gli desse le vertigini” (non mio) :)

    in effetti il trapasso di quel figuro non valeva l’incomodo, era su tutti i giornali!
    molti baci
    la fu

    ps abbondo con i sorrisi, io vengo sempre, in pace :)

  16. Il suicidio troppo a lungo meditato tende a rarefarsi. Tuttavia se ares continua a usare solo due insani punti mi toccherà procedere a un suicidio per amore della grammatica (non Emma).

  17. Maurizio.. ce ne vogliono 3 “…” ? … ma che fai, ti attacchi al punto “.”?… dei verbi essere e avere che ne dici ?.. gli accenti ?… le virgole ?

    emh…quelli della “crusca” mi hanno già inviato, in busta chiusa, un proettile. ^__^

  18. °_° .. vengo sempre ?!?!?!

    laFu e Larry.. ci sono anche anime candide come me in rete.. . . . .. …. .

    emh… controllatevi

  19. È una sfida, quella che ogni scrittore riceve dalla morte, che non si può rifiutare

    —Il segreto sta nell’anticiparla di quel pelo che consente di poter dire di Lei il tanto che basta a sputtanarla per sempre— si disse, deciso a chiudere il conto con la nera signora, uno scrittore avanguardista d’assalto, uno di quelli che dava più credito ai fatti che alle vuote parole

    —Cinquanta ciccì di candeggina dovrebbero darmi il tempo di farlo—

    Fu così che se ne sparò sessanta di ciccì, in vena, con la siringona da veterinario rinvenuta nei pressi dell’Ippodromo vicino a casa sua, però disinfettata a dovere.
    Finito di iniettarsi l’avventura… iniziò a scrivere, correndo appresso alla morte che sopraggiungeva svelta.

    —Cara Morte oggi ti fotto io, stronza!— iniziò, un po’ frastornato dall’essere stato costretto dagli eventi a dover dimostrare al mondo che un avanguardista non scherza un cazzo

    —Fatti avanti e facciamola finita, ora racconterò a tutti cosa si prova a morire—

    La Morte, dall’alto della sua indiscutibile esperienza aveva le sue necessità, e le sembrava che quei sessanta ciccì non fossero sufficienti, dunque si limitò a torcergli le budella e a farlo svenire nel vomito, ma prima si accertò che l’avanguardista non potesse dire più del lecito e gli paralizzò le mani.

    Lo scrittore, determinato come non mai, prima di lasciarsi afferrare alle caviglie fece in tempo a digitare, con il mento, una parolaccia irripetibile.

    Si svegliò, fradicio di sudore e acidi della digestione, che gli incollavano spaghetti mal digeriti e vino ad alto tasso di metanolo sulla canottiera. Allungò quindi il braccio, con attaccata la mano semi paralizzata, riuscendo a trascinarsi la tastiera vicino al mento e poi, con la lingua attaccaticcia prese a battere, leccando e sputacchiando, tra conati e fili di bava fetida, sui tasti:

    —Molile è come vivele, ‘na melda— e si riaddormentò, nello stesso pallore che aveva anche il giorno prima.

  20. Complimenti Massimo vay, stavolta intervento notevole. Già che le muse gonfiano le sue vele dia magari una strapazzata alla funambola quando dice: “… cioran (che) pecca in effetti di straordinaria adolescenzialità”. Una scemenza del genere andrebbe redarguita.

  21. Mediocre è la pulsione a svilire i grandi, riducendoli alla propria umana misura fatta per lo più di istanze biologiche e automatismi, e pulsioni appunto . Per ottenere qualche ragguaglio su cosa essi siano e quale senso possa aver mai il loro transito di ombre, saccheggiano i Maestri, vivono letteralmente a loro spese, quanto a necessità materiali e immateriali, poi defecano un’opinione a casaccio e Cioran deve passare per ragazzino. A tredici anni Cioran è già Cioran, questo è il fatto! I grandi come lui non sono soggetti a certe generalizzazioni psicologiche e comportamentali. Soprattutto LA SUA OPERA non lo può essere. Nessuna opera riuscita soffre mai di limiti soggettivi di questo tipo (la gobba di Leopardi insegna). funambola, scendi dalla corda, inginocchiati e (tre punti) implora perdono

  22. …ti amo perchè ami cioran “transfuga dell’ordine, della norma e dell’impostura esistenziale e sociale, eretico e mistico, picconatore instancabile di ogni mediazione, di ogni residuo di apparenza…un nostalgico della freschezza barbarica…”
    …ti amo perchè ami “un fanatico senza credo, un eroe dell’ondeggiamento”
    …ti amo perchè ti indigni a ragione per un mio pensiero ironico che non hai “potuto” contestualizzare
    …ti amo…

    …fisicamente come sei messo ?…:)))

    molti baci
    la fu

  23. Cioran è una truffa male organizzata all’intelligenza meno che mediocre. Aprite un articolo con frasi di Cioran e io ve le demolisco una per una con circospezione avvalorata da principi spiegati con pignoleria animale. È una promessa.

  24. Qelli che seguono sono tre esempi:
    Cioran: Soffrire è produrre conoscenza

    Se la conoscenza si fondasse solo sulla sofferenza ogni corsia di reparti oncologici sarebbe fucina di santi e saggi.

    Cioran: Mi piacerebbe essere libero, perdutamente libero. Libero come un nato morto
    Cioran: La vera, unica sfortuna: quella di venire alla luce. Risale all’aggressività, al principio di espansione e di rabbia annidato nelle origini, allo slancio verso il peggio che le squassò

    Associare la libertà all’estinzione è un errore dato dal non capire che la Non esistenza è superiore all’esistenza in quanto la precede, sia ontologicamente che logicamente. Anche nella realtà relativa ogni causa non partecipa ai suoi propri effetti, analogamente la causa dell’esistenza non partecipa all’esistenza e dall’esistenza non può essere modificata, allo stesso modo e per la stessa legge che impedisce al fuoco di bruciare il calore che l’ha generato. È per questo che è detto che l’Assoluto non esiste. La realtà che nominiamo Dio è, per lo stesso principio, superiore all’esistere. Se Dio esistesse non sarebbe più assoluto, rappresentando l’esistenza un’affermazione e, in quanto affermazione, ogni realtà subisce l’ingerenza limitativa di un contorno, anche quando questo è ideale o ipotetico.

  25. “Cioran è una truffa male organizzata all’intelligenza meno che mediocre”

    comincia a significarmi questo tuo pensierino “con circospezione avvalorata da principi spiegati con pignoleria animale”

    definiscimi:
    truffa
    organizzata male
    intelligenza
    mediocre anche meno

    cioran non è un filosofo, non è uno scrittore, non è un poeta, non è un saggista, non è un piensatore (tre punti) cioran è un uomo “Onesto”

    demoliscimi con la tua prosa ronf ronf l’infinito di leopardi, madonnina bella! :)

    con simpatia
    la fu

    ps maurizio, come me la metti ora? :)

  26. Onestà non è sinonimo di verità o, almeno, lo è di verità individuale che, come quasi tutti sanno… non è quasi mai sovrapponibile a quella principiale (di principio). È onesto un uomo il cui comportamento aderisce, con rigore, ai valori che reputa fondamentali. In questo modo persino un delinquente può definirsi onesto, ma generalmente sono gli stupidi che si fregiano di quest’attributo. Il vero onesto non ha bisogno di dichiararsi integerrimo a parole, lo fa attraverso i fatti. Onestà indica anche rispetto dei valori morali che un individuo si è dato, ma morale significa sentimentale, essendo la morale generata dall’intrusione indebita del sentimentalismo nei principi che, dovendo la loro stabilità non a condizioni dovute alla latitudine alla quale sono nati, ma alla loro applicabilità universale… morali e dipendenti dalle differenze culturali non possono essere. In definitiva onesto significa, molto relativamente, adatto a poter scoprire o meglio, poter essere notato… dalla Verità che sola deciderà se farsi anche comprendere. Saluti

  27. Il vero onesto non ha bisogno di dichiararsi integerrimo a parole, lo fa attraverso i fatti.

    la vita di cioran è testimonianza di Onestà
    i suoi pensieri sono testimonianza di Onestà
    in parole semplici semplici: “predicava” “bene” e “razzolava” altrettanto “bene”
    cioran non si è mai fregiato dell’ aggettivo “onesto”
    come avrebbe potuto? :)
    sarebbe stato in contraddizione con il suo sguardo, appunto “onesto”
    io, lo riconocsco tale…
    però, viste le tue premesse e il tuo argomentare credo “onestamente” che sia inutile confrontarci
    altrettanti baci attè
    la fu

  28. Leopardi sbaglia a definire “interminati” gli spazi.
    Lo spazio, quindi l’estensione che ne caratterizza l’ampiezza l’elevazione e la profondità, ha necessariamente un termine, anche se indefinito, dal momento che l’Infinito è ciò che esclude ogni limite e non è composto da parti che relazionino tra loro. L’Infinito è unico e indiviso, e non è da confondere con l’indefinito. Quest’ultimo indica la stessa irraggiungibilità tipica dell’orizzonte che, come quasi tutti sospettano… ha un inizio e una fine, irraggiungibili fintanto che la sfera che li ospita sussisterà. Saluti educati, nonostante tutto, nella speranza che riuscirai a perdonare una modalità espressiva geometrica, non adatta a chi si accontenta di emozioni… ;)

  29. Guarda che io non mi sto confrontando, ma soltanto espongo conseguenze logiche a principi che, pur oltrepassando la logica… non la contraddicono. La metafisica non si presta a discussioni, o se ne intuisce l’essenza o si ride di lei. Occasionalmente la si potrebbe pure stravolgere, se se ne tratta senza essere competenti, ma la competenza è necessariamente l’effetto di una qualificazione che non può essere costituita artificialmente. Stai serena ;)

  30. grazie massimo
    è un augurio molto bello quello che mi fai
    na parola! :)

    però chi si accontenta…gode :)
    baci
    la fu

    La metafisica non si presta a discussioni

  31. Chi si accontenta gode solo se si “accontenta” dell’Infinito e delle possibilità, infinite anch’esse, che da Quello scaturiscono. Altrimenti gode di noia… o anche di qualcosa di peggio… e non è quello che ti auguro e consiglio con la parola “serena”. ;)

  32. Strano Massimo, non riesco a conciliare il tuo divertente testo sul tipo che sfiora maldestramente la morte con questi pistolotti. Non tanto perché contengono sciocchezze, ma la scelta di diffonderti in rete sui Principi. Peraltro, ti fermi a una logica discorsiva che arriva poco lontano, per esempio quando dici che Dio non esiste, ma resta il problema che infatti, ben per questo, è. Non mi metto a puntualizzare! Nessun ragionamento in questo campo vale un peto se non viene corroborato da esperienze decisive e concrete. L’insegnamento della dottrina, come diceva Bruno nella Cena deve essere COMPLETO e non è accessibile a chicchessia. I tuoi flash su N.I. a cosa dovrebbero servire? Chi volesse avvicinasi allo spermaceti dei nostri Santi (vedi che se voglio sbarello anch’io) sarebbe molto facilitato dalla lettura di tutti i libri di René Guenon, Alain Danielou, Coomaraswami, Julius Evola, compreso le note e le indicazioni di lettura ivi contenute. Sono necessari alcuni anni di studio per iniziare ad afferrare la perfezione e la completezza dell’assunto e del linguaggio; e non si riesce ad apprezzare il concetto fino a quando non appare tutta la potenza e coerenza interna del discorso. Con questo, tuttavia, ancora non si sarebbe fatto un cacchio di utile se mancassero le Qualificazioni (come dici giustam.) e le Iniziazioni del caso (non solo virtuali, vere!). Dunque ribadisco che su N.I. queste cose stanno come i famosi cavoli. Però è possibile interessare i nostri simili alla vita dello spirito (vita si fa per dire) appassionarli forse al cazzeggio cinematografico delle anime alla riscossa (chi deve capire capirà) con tutte quelle cose che stanno oltre il linguaggio discorsivo di cui sopra. Infatti appena la parola (la mente) si condensa nella (cir)concisione dei rabdomanti, nella sbornia di Dioniso, e si placa, s’aprono davvero quelle aporie che evidenziano e scoprono l’illusione dei sette veli (se preferisci: la minchia dei sensi). Colui che si avvicina a questi studi passando dall’Advaita di Nisargadatta Maharishi e dei suoi Maestri, Ramana Maharsi su su fino al Vedanda medievale di Sancaracharia (si trova moltissimo e benissimo editato in italiano in Asram Vidia con i commenti di Raphael), se non è scemo, (sempre colui) ha occasione di divertirsi alquanto proprio per i meccanismi paradossali che mettono in crisi ogni logica formalizzata. In questo senso è strepitosa la capacità di Cioran di afferrare a volo il cuore delle cose, di inventare per noi un sesto senso che non conoscevamo. Massimo credimi la metafisica di cui tu parli Cioran l’aveva già mandata a memoria all’asilo.

  33. La conoscenza iniziatica non è conseguenza culturale, ma esperienza diretta e sovra individuale. Una persona intelligente dovrebbe chiedere dei princìpi universali, andare dunque al centro della questione, ma questa è attitudine che qualificherebbe al conoscere o, meglio, a essere accettati dalla Verità. Evola con Guénon non c’entra nulla, così come lo studio erudito niente ha a che vedere con l’esperire direttamente il Mistero. Se tu sapessi cosa si deve intendere per principio universale scopriresti quanto Cioran sia in contraddizione con la metafisica. Tu portami una qualsiasi considerazione o scritto di Cioran e io, come già promesso, te lo smonto punto per punto attraverso i principi metafisici. Fai, per una volta, i fatti al posto delle vuote parole. La logica si mostra da sé, senza bisogno di ipotizzare, quando i principi dai quali procede sono stabili e universali. Solo il fatto che tu confonda Evola con Guénon mi dice del piano intellettuale su cui ti poni. Un paradosso è una contraddizione ai principi universali e, di conseguenza, rappresenta un’assurdità irrisolvibile. Cioran ha letto, senza tema di dubbio, scritti tradizionali di persone con conoscenza dei princìpi, ma non li ha compresi perché non è qualificato a capirne l’essenza, incomunicabile perché non relativa. Leggere di metafisica non aiuta a capire la metafisica, perché ciò che può essere esposto della metafisica non è il suo Centro e non potrebbe esserlo. Il Mistero si difende da sé attraverso l’incomunicabilità, dovuta al fatto che il non relativo non sta nel relativo, così come il più non può essere estratto dal meno. È comunque utile conoscerne lo svolgimento logico anche se non s’intuiscono i principi, a patto di non trarne conseguenze che può trarre solo chi i princìpi li conosce in modo assolutamente certo e non per averne letto.

  34. Anche lei Massino? Chi l’avrebbe detto! In che reparto stava? Avevo un’amica al padiglione 3, alle Recalcitranti, ma i tosti stavano al sesto piano, reparto Incontrovertibili.

  35. Essere irrisi è la normalità, per me, ma ciò che avete trovato divertente non è conoscenza che ho inventato né supposto. Non mi appartiene e, dunque, non me ne posso neppure dolere. Neanche mi dispiace né mi meraviglia che ne ridiate, ancora prima di avermi chiesto cosa si debba intendere per principio universale. Se l’aveste chiesto sì che mi sarei stupito, perché l’intelligenza altrui, quando rivela di avere la stessa natura di quella universale, fonte delle nostre individuali, meraviglia sempre.

  36. L’hanno già spiegato da mo’ il P.P. Uno fra i tanti Plotino. …e dovremmo chiederlo a te? Riacchiappati, vai in India, prendi provvedimenti. P.S. E anche qualsiasi annegato, dopo i primi otto nove minuti, ne sa abbastanza.

  37. Oh, ecco: dopo i Beatles che copiavano dai Beach Boys (il Foglio) e Audrey Hepburn=una carina che non sapeva recitare (Emma Thompson), Cioran=truffa male organizzata all’intelligenza men che mediocre.
    Avanti un altro, ma in fretta, che tra breve il solleone smette di picchiare e torna l’autunno.

  38. Bene signori, visto che lo sapete sarò io a chiedervi cos’è un principio universale, e pure di farmi qualche esempio nell’ordine gerarchico in cui questi principi stanno tra loro, secondo il loro grado di prossimità al Centro… Vi siete tirati una zappata sulle ginocchia fantastica :D :D :D
    So che non potete rispondermi, non è cosa da wikipedia… eheheheh…

  39. Grazie a Luca Ricci dei suoi interessanti aforismi, speriamo che ci scusi per aver vampirizzato il suo spazio coi nostri bisticci. Sarebbe bello leggere altri testi brevi a tema libero o, per esempio, sulla scrittura, sul lavoro ecc.
    Caro Massimo, ti sembrerò pedante, ma sarebbe preferibile partire dal buon vecchio Principio Primo, Causa Prima se vuoi, da quel nulla senza contesto. Nella definizione Principio Universale vedo una crepa sottilmente tautologica nel senso che Universale dovrebbe essere ciò che già tende all’Uno, dirigendosi con moto retrogrado o contrazione, dunque tutte le cose Universali rientrerebbero fra le cause seconde e non si può partir da lì. Questo modo di metterla però, coverrai spero, non si addice al poeta. Come mai da cinquanta secoli ci si lavora (almeno cinquanta ma di sicuro molti di più) e sempre s’è avuta la delicatezza di parlare di queste cose trasfigurandole attraverso la poesia delle cosmogonie, che tutte si riferiscono allo stesso oggetto, ma con grazia e varietà di espressione? Persino i più autorevoli filosofi antichi, di solito si adeguavano esteriormente a quella specie di morale pubblica che era costituita da una mitologia accettata e condivisa. Ammesso che il pudore consenta di illustrare una dottrina esoterica a chiare lettere, immediatamente quella dottrina smetterebbe di essere esoterica. Ti pare. Non dirmi che i filosofi erano tutti dei bischeri, ho capito come la pensi. Ti suggerirei di informarti però, per quanto possibile, circa gli insegnamenti non scritti di Platone. Tieni presente che non ho mai scritto che tu saresti su una strada errata. Con tutto il dilettantismo di cui sono colpevole, ti chiedo comunque di rileggere con più attenzione quello che ho scritto. Esiste anche una deriva esoterica e può divenire una forma di autismo pericolosa.

  40. Cos’è la tua? l’Arte di dire nulla senza giustificarsi? È ovvio che universale indichi valido ‘per tutto l’universo” e, dunque, sia riferibile all’unico centro che l’universo, nella sua accezione generale e totale può avere. È altrettanto scontato che essendo i princìpi universali già, in quanto princìpi, una pluralità, non possano essere nel contempo anche assoluti, dato per scontato che assoluto significa privo di relazioni e unico. Se ti ho chiesto di definirmi uno o più princìpi universali nel rapporto gerarchico in cui stanno tra loro mi pare evidente che una relazione esclude l’assolutezza. Credi forse di parlare a un ragazzino?

  41. Intanto la metafisica non è filosofia, avendo la prima carattere di universalità mentre la seconda solo quella di insieme di ipotesi individuali. Solo l’essenza è incomunicabile, a causa della sua non relatività. Per questo, è chiamata “Mistero iniziatico”, ed è l’unica cosa della quale non si può dire. Tutto il resto, princìpi compresi, è appartenente al dominio delle relazioni ed è comunicabile, anche se capirne il senso è altra cosa, dal momento che è un tipo di comprensione che richiede speciali qualificazioni che non sono riferibili né al grado d’intelligenza individuale, e neppure alle opere compiute. È l’Assoluto che scosta il velo, non la volontà. Non è una semplice “vocazione” individuale, la conoscenza dei princìpi. Qui non si tratta di svelare a parole, cosa d’altronde impossibile, ma di usare la logica con rigore, anche se, occorre ricordare, la logica non esaurisce l’esistente e il non manifestato, perché essendo effetto della verità non può contenerla interamente.

  42. caro massimo vai, io ti ringrazio perché grazie a te sto facendo un ripasso di una materia che non ho mai capito cioè la filosofia. sto imparando molte cose che non sapevo come i misteri iniziatici e sono convinto che un personaggio come te è sprecato in un paese come l’italia in cui gli uomini provano interesse solo per gli organi femminili e le donne per quelli maschili o i soldi ma nessuno comunque per la metafisica che secondo me è stupenda. io da oggi in poi leggerò sempre il tuo blog sperando che spiegherai piano piano tutte quelle parole che usi e magari darai anche qualche consiglio pratico su come sfruttare la metafisica per cose pratiche come conquistare le donne, il lavoro, il successo eccedera. per favore fammi sapere se te ne vai dall’italia. grazie

  43. Io non ho l’onere né la funzione di spiegare nulla. Per sorte. E per fortuna, anche, perché sai… pure io amo l’ironia ma, a differenza di te, la amo perché ne conosco l’ampiezza e le applicazioni, e mai la uso per riempire dei vuoti incolmabili o sostituirli. L’ironia, nel tuo caso il flebile tentativo sarcastico, è prerogativa dell’intelligenza, ci si potrebbe addirittura avventurare, osando dire che l’ironia e, a maggior ragione il sarcasmo che ne costituisce l’amplificazione debole, sia necessaria solo a partire dalla ragione dimostrabile con la logica. Significa, ma dubito che se ancora non hai capito che la metafisica non è la filosofia tu possa cogliere il senso di ciò che sto per proporti, significa dunque che solo quando si ha la capacità e la conoscenza per dimostrare la validità dei princìpi che si sono riconosciuti essere veri, convenga utilizzare l’ironia, e i suoi succedanei cattivelli, per sottolineare l’incapacità altrui a fare altrettanto. Naturalmente anche l’atteggiamento ironico ha i suoi difetti. Sono quelli che compongono un ciclico circolo vizioso nel quale all’ironia si oppone il sarcasmo che suscita ironia sarcastica e via dicendo, senza soluzione di continuità, in un fervore egocentrico e demenziale che ha l’obbligo di trascurare l’unica, e forse l’ultima, possibilità di approfondire la consapevolezza di un tassello mancante, angolare per giunta, di quella costruzione illusoria che l’uomo, ma anche le bestie che la rigettano, chiama “ragione”. La prima ed essenziale qualificazione necessaria a comprendere il senso della realtà è riposta nella capacità di scansare il proprio ego, per dare accesso alla verità. Cosa impossibile quando l’ego è l’unica e sovrastante verità che ci caratterizza. Questo non voler scansare la propria stupidità egotica la chiamiamo necessità ineludibile di aver ragione, anche a costo della possibilità di incontrare, almeno una volta nella propria vita, la Verità, col riconoscere la propria inadeguatezza a sostenerne l’occhiataccia malevola che ci invia, mentre ci allontana con un bastone elttrico per squali.

  44. Perché dovrei andarmene dall’Italia? È, il nostro, il peggiore paese al mondo, nel quale alla magnificenza geografica aderisce, come un’enorme zecca, una popolazione di bambini che diventano vecchi prima di aver sperimentato cosa significhi essere adulti. Da noi persino i santi affondano le radici della loro santità nella criminalità, e il capostipite della religione cristiana ha, addirittura, tradito tre volte di seguito il suo Maestro a causa di una vigliaccheria che, per essere poi mondata, ha avuto bisogno del martirio. Se io fossi un maestro di vita me ne andrei, è certo, ma non lo sono e, pur diffidando degli individui ai quali difetta il buon gusto del saper riconoscere la pericolosità delle qualità che mi trascinano nell’esistenza, ne adoro l’incoscenza che li sospinge a farsi sbeffeggiare senza ritegno. Se fossi un maestro mi asterrei dal farlo, e concederei loro la ragione apparente, l’unica che potrebbe distoglierli dal credere di avercela davvero.

  45. Dai si scrive senza l’accento, perché è la seconda persona singolare del verbo dare. Io sono un illetterato, e gli studi che ho fatto, sotto la minaccia di ritorsioni inaudite li ho, invece che alle spalle, sulle palle. La quasi totalità di chi scrive in questo salottino bene è semi analfabeta, ma questa evidenza non dovrebbe elevare il basso livello espressivo che mi condanna a parlare con voi…

  46. Massimo, fattelo dire da un vero ignorante come me: il numero spropositato di commenti fuori contesto -e autoreferenti- che produci quotidianamente è imbarazzante.
    Un consiglio amichevole: finiscila.

  47. caro massimo, senza rancore, t’informo del fatto che: è assai frequente e per nulla scorretto scrivere la seconda persona dell’indicativo presente e dell’imperativo del verbo dare con l’accento. controlla pure sullo zingarelli se ce l’hai o su di un qualsiasi dizionario ortografico. anche su internet.

  48. poi c’è non so, carducci, che non era proprio analfabeta, che, nelle odi barbare, alla stazione una mattina d’autunno, scrive: la tessera al secco taglio della guardia dài

  49. Sergio nòn te la pigliàre, il mà èstro sta màtti na ci à il càlo gramm àticale, ci vùole pàzi ènza… s péra che glì pàssi, eh fàtto così. Pero, ànche tù ciài le tùe colpe, ti métti ha deroidére…

  50. Come mi piace quando, in tanti, trovano etico, e pure di ottimo gusto, riunirsi compatti nella speranza di poter tamponare la loro inadeguatezza intellettuale. È quasi un peccato che la media intellettuale di una collettività sia abbondantemente al di sotto di quella che distingue il livello intellettivo del suo membro meno dotato il quale, almeno in questo particolare caso si merita, come non mai, l’estensione laterale del termine membro.
    A me la grammatica fa un baffo, dato che prediligo il senso, ma vi incollo sotto l’ultimo parere del Devoto-Oli che, incredibilmente, mette l’accento anche sul do che tutti sanno essere inutile, eppure non lo pone sulla capa del dai (ignobilmente, secondo il parere della “maggioranza democratica” di questo salottino borghese).

    CONIUGAZIONE DI dare1 
Forme attive semplici:

    Indicativo presente
    dò, do
    dai

    diamo
    date
    danno
    Indicativo imperfetto
    davo
    davi
    dava
    davamo
    davate
    davano
    Indicativo passato remoto
    detti, diedi
    desti
    dette, diede
    demmo
    deste
    dettero, diedero
    Indicativo futuro
    darò
    darai
    darà
    daremo
    darete
    daranno
    Congiuntivo presente
    dia
    dia
    dia
    diamo
    diate
    diano
    Congiuntivo imperfetto
    dessi
    dessi
    desse
    dessimo
    deste
    dessero
    Condizionale presente
    darei
    daresti
    darebbe
    daremmo
    dareste
    darebbero
    Imperativo presente
    da, dai
    date
    Gerundio presente
    dando
    Participio presente
    dante
    Participio passato
    dato
    Infinito presente
    dare

  51. Finisce sempre così, quando si discute di cose che non sono alla portata di comprensione di una comunità con la quale ci si relaziona: si parla d’altro cercando il lato futile… finendo col cileccare pure quello… In pochi come gli intellettualoidi si lasciano avvolgere dalla creatività con cui la realtà, che è verità, fugge sconsolata, eppure felice, dalla mediocrità che la vuole proteggere…

  52. I miei interventi sarebbero autoreferenziali? Ho persino faticato a farmi tirare dietro il diploma di terza media, figurarsi che referenze posso presentare. Io non solo non sono colto, ma ritengo il non esserlo il mio principale successo nella vita. Ancora nessuno di voi è stato in grado, nonostante gli stimoli peristalgici, di farmi un esempio di principio universale. Ragazzi miei… siamo messi maluccio persino a chiacchere, fatico a immaginarmi coi fatti… :D

  53. Contavo sul fatto che foste in grado di capirlo da voi, visto che chi è colto non dice mai una sola cosa intelligente, in mezzo al reticolo di accidentalità che chiama, inopportunamente, caso… ;)

  54. io sinceramente sono d’accordo con massimo vai e secondo me anche se un carducci lo fa io l’accento non lo metto mai perché è sbagliato. la lingua cambia e anche se nel 700 si faceva adesso non si deve fare più. oramai non bisogna più chiedere agli acculturati o a certi vocabolari come il zingarelli ma più semplicemnete a chi magari fortunatamente sa la verità conoscendo i misteri iniziatici o ha la saggezza che come spiegava la porta non ha la conoscenza. io spero che massimo non se ne va dall’italia e che continua a commentare su nazione indiana magari anche facendo altre correzioni. grazie e scusate

  55. Massimo Vaj, quello che non capisco è:
    se siamo un salottino bene dove la quasi totalità di chi scrive è semi analfabeta, che ha un basso livello espressivo, che si riunisce in branco per tamponare la propria inadeguatezza intellettuale, fatto di intellettualoidi incapaci di spiegare cos’è un principio universale, messi maluccio persino a chiacchiere, etc. etc.,
    chi te lo fa fare di frequentare un posto così abietto?

    Fattelo dire da un ignorante come me, che se deve distinguere in un discorso una preposizione articolata da una coniugazione magari l’accento ce lo mette pure. Lasciaci nel nostro brodo, non cerchiamo illuminazioni ma pippe intellettualoidi. Liberati di noi.

  56. Ma io sono già libero da voi, anche se ci sto in mezzo. Sono nella stessa condizione di un mestolo che, pur appesantito dalla polenta attaccaticcia e bollente delle cattive intenzioni dell’impasto che mescola, non si lascia leccare senza scottare lingue abituate a ben altro…

  57. Il fatto che io abbia precisato con un “quasi tutti” implica che ho ragioni per rompere la viltà che aggrega quelle deboli personalità bisognose di affettuose attenzioni parolaie che ti danno sempre ragione :°))

  58. @Gianni Biondillo
    In questo blog collettivo si dipana la vita, con tutte le problematiche che sono presenti in un qualsiasi tunnel della metropolitana di una piccola cittadina di provincia. Non deve meravigliare quindi che i pareri cozzino tra loro come in una riunione di condominio. In mezzo, però, a questo bestiario di convivenze accidentali, ci dovrebbero stare persone interessate alle ragioni che motivano il loro esserci. Ragioni che dovrebbero avere un carattere pregiato, intellettuale dunque. Ma che significa intellettuale? Qualcuno oserebbe dire che si muove, ragiona e vive senza essere guidato da princìpi? Ora non mi riferisco ad altro che ai comuni princìpi che tutti, almeno una volta, avranno accarezzato nella loro esistenza sentendosi orgogliosi di averlo fatto, perché accarezzare un principio, di solito, significa mettersi in perdita. Bene, ora mi si dice che dei princìpi non gliene frega nulla a nessuno, non soltanto, ma anche che nessuno è interessato a conoscere quali siano i princìpi che, per la loro universalità, riguardano la vita di ognuno. Io non voglio insegnare nulla, ma questo devo dirlo a chi si è comportato nel modo che ho appena detto, anzi no, non ce n’è bisogno.

  59. caro massimo scusa se ti rispondo solo adesso ma sono dovuto andare al policlinico gemelli in seguito al pomeriggio passato a leggere i tuoi commenti a causa del fatto che non si trovavano più le palle.

  60. Abbiamo idee così diverse, io e te, che per accettare la tua esistenza ho dovuto smettere la raccolta differenziata per abituarmi alle tue olezzanti intrusioni…

  61. Sull’attinenza del tenore delle risposte ai vari commenti

    Quando in un commento ci si riferisce a supposte “verità” che non si appoggiano ad alcun principio, ogni commento teso a chiarire fraintendimenti, equivoci o falsità non è da considerarsi non appropriato, persino come un maldestro e fuori luogo tentativo di mostrare la propria potenza logica, riversata fuori dal pitale da un intelletto frustrato. È per questo che, spesso, alcuni commenti sembrano fuori tema, ma non lo sono affatto, dato che ogni tema ha una moltitudine di considerazioni che gli sono laterali.

  62. massimo, purtroppo al pronto soccorso mi hanno diagnosticato una grave forma di peritonite alla uallera, quindi mi accommiato da te e non ti risponderò più pecché m’ecciso! ti saluto con due miei vecchissimi sonetti scritti per la uallera, cioè per te. buona fortuna

    Alla Uallera (Marino Barocco Rmx)

    Né tu pietosa dea di me fatata,
    né dura, né gentil, né bella sei,
    Sacca perversa, a’ caldi preghi miei
    flaccida e sorda, mai sempre schiattata.

    Ti dier gli olimpî aspro costume e mente
    ond’anco suso fama hai per trofei,
    pur che vinti con la perduta gente,
    in ciel non già ma in ampio scroto siedi.

    Là giù nel cupo e tenebroso fondo
    affrigge mentre che s’aggranda il tarlo
    lo tuo gonfior di peli neri immondo.

    Or pallida preda scegli, cui tanto
    amor ritorre e desio de ‘l mondo.
    Turba quel peso ognor umano incanto.

    Nos vallaram fugimus

    I’ tra le cosce vi ho fardello grave
    ch’abbonda per gonfior e dimensioni;
    m’esplodono in un tratto i due coglioni
    che uallera raccorre e presta inclave.

    I’ non so dir quand’ella a me s’apprese,
    l’ora fatal in che primiera lese;
    dismembro il giorno, e il mese e l’anno:
    sorda si mise a imperituro danno.

    E qual Atlante stelle più non resse
    sì che ‘l Forzuto core diè et spalle
    alla celeste volta; sì potesse

    esser a me, e dar altrui le palle.
    Disposito lettor d’animo incline,
    per me priega ché uallera abbia fine.

  63. @Massimo Vay, porcapaletta, hai proprio il dente avvelenato..uffff sembri mio cugino Matteo da piccolo: gridava sempre, faceva i capricci, si scagliava contro zie e zii, nonni, mamma e papà.. perché non veniva ricoperto di attenzini così come la sua nuova sorellina. Poi un giorno, quando le aveva prese dai genitori, esasperati dal suo atteggiamento, e piangeva, io mi sono avvicinato a lui, l’ho abbracciato, avevo solo un anno in più di lui, 6 / 7 anni, e gli ho detto: “matteo perché fai il birbante ?” e lui mi ha risposto:

    “perché tu sei scemo!!”(io °|° ?!?).

    Da quel momento lui si è un po’ calmato e noi eravamo, anche, un po’ più cugini.

    Massimo Vay, ora ti chiedo: “perché fai il birbante ?”

    p.s. Cioran non era interessato ai principi universali, non pretende di spiegare e dimostrare nulla, lui, semmai, mostra cos’è la vita parlando di se stesso, come uomo.

    p.p.s. Però lei Biondillo ..hem non è la prima volta che “cazzia” qualcuno solo perchè ha modalità di comunicazione diverse dalle sue, sfacciate e magari arroganti: la provocazione fa parte dell’indole di alcuni soggetti, bisogna accettarla, al limite non ci si interasce, se proprio non la si sopporta.

    Non mi è piaciuto, in particolare questo suo commento:

    “Massimo, fattelo dire da un vero ignorante come me: il numero spropositato di commenti fuori contesto -e autoreferenti- che produci quotidianamente è imbarazzante.
    Un consiglio amichevole: finiscila.”

    Massimo non mi è parso fuori linea, nessuno di noi può essere accusato di essere “fuori linea”. Il suo post Biondillo ha generato discussione, dovrebbe esserne contento, tutte le discussioni possono andare alla deriva, non siamo in un blog monografico universitario, grazie a dio N.I. è un “blog aperto”; le ricordo che siamo in rete, chiunque puo’ accedere a questo spazio pubblico, e chiunque, se ne è data la possibilità, puo’ intervenure con la modalità che gli è propria. Massimo è irritante, astratto(per menti semplici come la mia), ma la sua provocazione, anche se può sembrare maleducata, non lo è volutamente : è maleducata perchè appartiene alla sua indole, e lei Biondillo ne è consapevole, altrimenti l’avrebbe già escluso da ogni discussioni – se lo lasci dire -, ma rispondere ha una provocazione con una provocazione(la sua), questo si, porta tutto fuori linea, e tronca ogni possibilità d’ampliamento di ogni discussione, che io ritengo essere cosa buona, come ogni deriva; abbiamo addirittura preclusono ogni possibile “approdo empatico” che puo’ essere sempre possibile.

    E’ perchè “maurizio” aveva già rinunciato a proseguire oltre, altrimenti Biondillo mi sarei arrabbiato con lei, sul serio, e non mi sarebbe piu’ stato simpatico.

    p.p.p.s Non rileggo, correggete voi gli errori (quando scrivo di getto la mia scrittura post elementare, raggiunge vette impressionite e beconiane; per questo chiunque altro penserebbe seriamente al suicidio). ^__-

  64. Io mordo con dolcezza da quando succhiavo la tettarella. Il tuo esempio, Ares, dovresti chiuderlo in un diario, perché per farmi arrabbiare occorre intelligenza, non storia irripetibile. Se sei consapevole di non essere all’altezza del grado di capacità e rigore dialettico richiesto da un argomento specifico, ti consiglierei di occuparti d’altro. L’intelligenza ha molti aspetti e sfaccettature, e l’essere versati in un suo lato non obbliga ad affrontarne altri.

  65. @ Sergio soda star

    Ci sono sempre individui che si gettano nella mischia senza misurare le conseguenze, però non sono tutti stupidi quando si lanciano a occhi chiusi. Lo sarebbero se lo facessero col deltaplano senza sapere nulla del volo, mentre gonfiare il petto dell’ego in un blog, presentando minori conseguenze da sala operatoria, costituisce solo un modo per ostentare le proprie limitazioni intellettive. È un dispiacere che simili recinti ostacolino anche il loro desiderio di mostrarsi spiritosi. C’è da riconoscere che, comunque, ridere fanno ridere :°))

  66. :))))))))

    “ancora poche generazioni e il riso, riservato agli inziati, sarà impraticabile quanto l’estasi”

    ti prego massimo, lasciami l’utima parola :)

  67. Pare proprio che nessuno di voi abbia voglia di riflettere sulla pochezza dell’essere stati iniziati, soprattutto quando questo è accaduto non su richiesta, controvoglia e inaspettatamente, interrompendo un sabba di sdrogazzamenti che aveva avuto, almeno fino a quel momento, qualche risvolto positivo, non ultimo quello che mi avrebbe impedito di perdere tempo al computer. Si rifletta sul significato del termine: iniziato non è sinonimo di illuminato, ma indica il primo sgraziato e necessario passo da compiersi per attirare su di sé le ire di un ordine, naturale e demoniaco, che si accanirà allo scopo di impedire alla vittima di fare un secondo passo che la porterebbe a rifuggire la stupidità di chi non sa di non sapere. Al contrario di quest’ultimo l’iniziato sa di non sapere anche se, bisogna riconoscerlo, il passo per arrivare a quest’ordine di consapevolezza, oltre che incerto, è stato pure breve.
    P.S l’ultima parola sancirebbe la fine del blog, e tutti la dovrebbero pretendere. Si può arrischire l’ipotesi che ogni prima parola che ha dato inizio a un blog ha per fine l’ultima parola che aprirebbe un nuovo blog meno democratico, ma più acuto di quello che l’ha preceduto.

  68. Eddai, su, di nuovo a confondere la spiritualità con l’inconscio?
    Infermiera… porti il serenase che, come al solito, Larry massino ha ripreso a credersi Blek macigno. È incredibile che chi si compiace della propria acutezza non si sia ancora accorto che la spiritualità rappresenta il sopra mentre l’inconscio, a rigore, non è conoscibile, se è inconscio. Il subconscio lo sarebbe, ma solo in casi disgraziati, e il superconscio, pur rappresentando una flebile possibilità, non è contemplata né dai massini, non dai massi e neppure dai macigni… :D

  69. Ares carissimo,
    non è la deriva che mi preoccupa, spesso alcune derive nei commenti hanno creato ottime discussioni.
    E’ l’egolatria compulsiva.
    Se Massimo Vaj avesse la cortesia di non invadere con decine di commenti ogni post dove interviene riusciremmo ad avere discussioni più articolate e non un falsante “uno contro tutti” che trovo assai disturbante.
    Detto ciò: mi si insulti pure, ho le spalle larghe, ma non si spargano con sufficienza improperi ai miei ospiti, altrimenti diventa inevitabile bloccare l’inopportuno molestatore. Ché NI è pubblico (cioè aperto a tutti, anche se, per la precisione NI è un blog e di conseguenza è gestito da un gruppo di privati che in casa loro decidono cosa fare e cosa no) ma ha delle regole. Pubblico non vuol dire faccio quel cazzo che voglio. La rete è grande e se NI è un posto così farlocco che senso ha frequentarlo?

  70. Ma si la capisco Biondillo..
    solo che non ci si riesce a svincolare dal concetto di “proprietà” neanche in rete, in un luogo, non luogo; questa cosa mi ferisce sempre un po’, lo so che non è normale, pero’ non si riesce ad aprire le braccia ed accogliere tutti indistintamente, neanche i compulsivi come massimo vay

    .. a volte mi sento un marziano, avulso da ogni dove..

    °_° oddio.. comincio a ragionare da aspirante suicida !! é_è

    p.s. pero’ ha notato Biondillo che cerco sempre di non dal tema proposto ^__^

  71. Igiene, igiene! Chiacchierare troppo fa venire il cancro al cervello, andamo a spasso. Partjam, partjam.

  72. maurizio, potessi farlo, purtroppo siamo tutti rinchiusi nei limiti del nostro apparire, siamo enti in balia dei succesivi e inevitabili stati dell’essere, protagonisti involontari della nostra pellicola ontologica.

    Attualmente sono costretto in ufficio, unico sopravvissuto alla tempesta vacanziera, che nel mio ufficio ha fatto tre vittime, che si sono date alla fratte, pur di non tornare al lavoro.

    In affanno, sto qui, e procedo con la mia misera costruzione individuale.

    Il suicidio rimarrà l’ultima spiaggia, un miraggio, l’eterna vacanza.

    p.s. B. che ne dice?.. sono sempre sul pezzo. ^__-

  73. …eterna vacanza…: Ogni fenomeno impermanente è destinato a deluderci. Non sarà mica per addestrarci ai disinganni che ci prepara l’eternità?

  74. Che fatica deve aver fatto Biondillo a non farsi uscire il termine “Troll”. È così che si bolla chi non lecca i culi eruditi. Io ho semprte motivato ciò che dico, mentre altri irridono a vanvera. Mi si cacci pure, è la giusta conseguenza. Mi sentirei a disagio se non lo facesse… il biondillo dalle spalle larghe che non tollera s’insultino i suoi fedeli frequentatori del salottino vellutato.

  75. La differenza che distanzia un cacciatore da un predatore sta nel tipo di esca utilizzata: il primo usa la vita che trova, mentre il secondo quella che gli è stata offerta.

  76. Perché sono sempre troppi quelli che, non volendo muovere un passo… gettano via gli scarponi

  77. @massimo vaj
    cos’è un principio universale?
    fammi qualche esempio “nell’ordine gerarchico in cui questi principi stanno tra loro secondo il loro grado di prossimità al Centro”
    se vuoi ancora, beninteso :)
    baci
    la fu

  78. Non riuscirei, in meno di un paio di pagine, a dare un’idea, anche se minima e non esaustiva, della questione, e dopo le rimostranze riferite alla mia compulsività paroliera e inconsistente mi sembrerebbe di suscitare un vespaio pubblicando qui e darei, se lo facessi, ragione a tutti quelli, e sono molti, che mi accusano di essere fumoso e autoreferenziale. Cosa abbia da celebrare l’immagine di un fallimento, quale io sono, non saprei dire, comunque quelli metafisici sono argomenti che mal si prestano a infoltire discussioni, tanto inutili quanto avversate. Queste sono le ragioni per cui pubblicherò lo scritto che risponderà alla tua, forse ironica richiesta, per quel poco e male che appartiene alla mia capacità espositiva, sul mio blog, dove potrai leggere senza dover mescolare alla lettura gli insulti che il mio scritto susciterebbe in questo salotto, “colto” di certezze ipotetiche, dimostrabili solo attraverso ciò che si ritiene essere il “buon senso comune”, invece che al più sicuro appoggiarsi al ragionamento logico e di principio.

  79. mi era sfuggita la tua cortese risposta
    capisco che tu possa diffidare di me
    ma la mia richiesta era sincera
    grazie e…stai sereno :)
    la fu

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GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024). Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
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