Articolo precedente
Articolo successivo

Leggendo Robert Walser

di Franco Fortini

Quanti mai mi attribuiscono sordità a scritture che hanno a proprio oggetto la condizione “limbale”, l’al di là dei nostri giorni intravveduto dall’Idiota dostoevskiano. E invece la proposta di chi riesce in qualche modo ad annunciare quella condizione, come paradossale contatto di presente/avvenire e di possibile/desiderabile, l’ho sempre udita. Vorrei non sentirmi scorato per non essere riuscito, almeno in prosa, a far capire o a capire io per primo che tutto un ordine, una schiera di verità, quali lo stato del secolo ha affidato in gestione a corpi intellettuali più o meno remoti da me, o anche remotissimi, sono sempre stati e continuano ad essere il fondo ma anche il sostegno e in definitiva la ragione di tutto quel che mi pare debba essere perseguito. O fede, se così si vuol chiamarla.«Lo sappiamo, hai sempre voluto essere contemporaneamente in due campi, avere l’approvazione di questi e di quelli, dei laici e dei clerici, dei “politici” e degli “spirituali” e così via. La tua ammirazione per il pensiero tradizionalista! Come se l’ammirazione fosse un pensiero! E come se fosse una verità! Vuoi il panino e insieme il soldino. Non è possibile. Sei punito e lo hai meritato». Resto senza parole. Fuori campo, o sorridono o ghignano quelli che mi commiserano come un tetro moralista, tragicista da comizio, retore. L’ultima illusione (ma senza troppa difficoltà) riesco ad evitarla: sarebbe di vantare la divaricazione, l’ossimoro. Tutto quel che ho potuto fare è stato, giorno dopo giorno e anno dopo anno, di osservare come si richiamassero le une dalle altre, si rispecchiassero e si confondessero nel brusio interiore, detto soggetto, coscienza, le voci dello Ich e dello Es e quelle dell’urlio detto mondo e storia.

[Franco Fortini, in Extrema ratio, Garzanti, 1990, pp. 104-105]

Print Friendly, PDF & Email

6 Commenti

  1. “tragicista da comizio”: in effetti a Firenze nel ’68 arringò le folle sotto il nume di Mao: ah nziana guardia rossa!

  2. presente/avvenire e possibile/desiderabile. che ritmo fortini. ogni volta. che arsura non averlo letto di più, arsura mia, si intende. grazie pintus!

  3. affascinanti inviluppi e sviluppi di pensiero di fortini, come sempre pinto fa leggere cose che vale leggere…

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

Spitfire

di Andrea Cortellessa «Non è un romanzo storico, ma la vicenda di un uomo che si guasta». Così definiva un...

Creature di cenere

di Bianca Madeccia Studiava silenziosamente le fondamenta del creato, intima, fonda come un sentimento del quale si ha pudore. Un...

Emmanuela Carbè, Mio salmone domestico

di Andrea Cortellessa Stringi stringi, la vita è tutta una questione di fuori e dentro. Lì fuori c’è un mondo...

Del sentimento

di Livio Borriello uno spettro si aggira fra i libri: il sentimento qual è il pericolo che incombe sul mondo secondo...

Nota su Geologia di un padre

di Livio Borriello Ci sono libri che non sono solo libri, ma cose della vita che attraversano lo stadio di...
domenico pinto
domenico pintohttps://www.nazioneindiana.com/
Domenico Pinto (1976). È traduttore. Collabora alle pagine di «Alias» e «L'Indice». Si occupa di letteratura tedesca contemporanea. Cura questa collana.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: