PRIDE
Di Franco Buffoni
Perché è necessario coniugare la riflessione sull’omosessualità a quelle sulla laicità e sulla diffusione della cultura scientifica? L’obiettivo è l’affrancamento dal retaggio abramitico. Quel retaggio in virtù del quale si ritiene che un “creatore” abbia voluto generi e specie così come sono, immutabilmente: l’ordine del “creato”. Con conseguente fioritura del pregiudizio anti-omosessuale (praticamente assente nel mondo greco-latino) e descrizione degli omosessuali come coloro che ostacolano la “volontà divina”.
Questo assunto – che ho cercato di sciogliere in alcuni post apparsi su Nazione Indiana negli ultimi due anni – e che in tempi brevi spero di riuscire a tradurre in volume, mi è parso ancor più necessario lo scorso 3 luglio. Mentre nella ormai completamente laicizzata Londra un milione di persone sfilava in festa commemorando il primo Gay Pride di quarant’anni fa, a Roma alcune migliaia di persone erano costrette a sfilare accanto a uno striscione affisso da una associazione cattolica – fortemente protetta dalle gerarchie vaticane e sovvenzionata coi proventi dell’8 per mille – che definiva i diritti civili reclamati dagli omosessuali come “diritti alla perversione”.
Nulla di nuovo, mi si può replicare. Gli autori dello striscione sono in linea col Parlamento italiano che boccia la proposta di legge Concia contro l’omofobia e disattende sistematicamente l’art. 13 del Trattato di Amsterdam che condanna “i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali”. Ovvio che – se l’Italia si comportasse da paese civile e la legge contro l’omofobia fosse approvata – gli appartenenti a tali organizzazioni e i loro ispiratori e mandanti diretti e indiretti sarebbero immediatamente passibili di sanzioni.
Intanto proseguono, senza più fare notizia, le quotidiane aggressioni verbali e fisiche a cittadini omosessuali che hanno la sola colpa di essere, di esistere… A meno che – E QUESTA E’ LA VERA RAGIONE PER CUI PUBBLICO QUESTO POST – non si comportino come i signori autori dello striscione e i loro mandanti desiderano. E cioè, leggiamo nel comunicato successivo allo striscione: “Come quegli omosessuali onesti che vivono la propria condizione con disagio”.
E’ palese che siamo di fronte a un passo avanti: anche i signori dello striscione sono approdati ormai al più recente catechismo della chiesa cattolica: gli omosessuali esistono, ma devono vivere la loro condizione con disagio.
Poiché sappiamo bene da chi i parlamentari italiani siano ispirati quando si tratta di diritti civili, non nutriamo speranze per questa legislatura. Ma sappiamo anche quanto sensibile ai sondaggi sia chi attualmente – di quei nominati – detiene la quota di maggioranza. Il tappo dell’ipocrisia nei confronti dell’omosessualità sta per saltare. Si avvicina il momento in cui l’Italia potrà allinearsi a Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna, piuttosto che a Cipro, Malta, Lituania e San Marino. I conti con i signori dello striscione e i loro mandanti sono aperti.
non so.
direi che se la chiesa fa la sua parte e la fa pesantemente, la così detta opnione pubblica non è da meno: questo è un paese profondamente maschilista e omofobo, la chiesa e la destra non fanno che legittimare un sentimento ancestrale, da paese profondamente, irrimediabilmente, arretrato.
dai politici non c’è da spettarsi molto, vista la posizione presa dal PD sull’argomento coppie di fatto.
era negli anni Settanta che si potevano dare certe spallate: oggi c’è troppa melma fascistoide nelle menti italiche, soprattutto in quelle dei giovani…
Non sono d’accordo. Laicità, pensiero scientifico e tolleranza non necessariamente si sovrappongono. C’è bisogno di fare esempi?
A noi (blandamente laici, naturalmente tolleranti e con buoni rudimenti di fisica dei quanta) tutto questo fervore a rivendicare diversità ideali più alte e i toni smargiassi, ci corrispondono poco e ci puzzano anche di becero.
A noi (sempre quelli di cui sopra) il diverso piace (escludo però laziali e Militia Christi) perché pensiamo VERAMENTE che la diversità si a una ricchezza.
trovo questa affermazione:
“Come quegli omosessuali onesti che vivono la propria condizione con disagio”.
sconcertate, offensiva, cattiva, “diabolica”, inaccettabile.
ho seguito i suoi post in difesa dei diritti degli omosessuali in questi ultimi due anni, e credo che andrebbero definiti come articoli in difesa dei diritti umani, perché di questo si tratta. diritto all’esistenza ed alla libertà di esistenza.
quindi, un grazie al suo lavoro.
Non permetterò che ascrivano
i confini dei miei sensi
tra le pareti sessuate del mio corpo
E non permetterò che diano etichette
al tocco delle tue mani tra le mie cosce
ai tuoi seni gonfi d’amore
quando mi sfiorano il ventre
No, non permetterò
che le nostre lingue siano amareggiate
dal moromorio ipocrita di sanguinarie sottane:
non ci macchieranno gli occhi
con lo scempio delle nostre ossa
e non ci saranno roghi oltre
la nostra eccitazione
quando brucio sulle tue papille
mentre vieni tra le mie mani
***
dedicata ad un’amica … perché non è necessario essere gay per capire l’amore.
io non sono gay e però non lo capisco.
mai capito.
e mi dispiace per lei.
Questo cacioman è forte!…”A noi (blandamente laici, naturalmente tolleranti e con buoni rudimenti di fisica dei quanta)….A noi (sempre quelli di cui sopra) il diverso piace (escludo però laziali e Militia Christi) perché pensiamo VERAMENTE che la diversità si a una ricchezza.”
E si vede!!
A noi,nè laici nè cattolici,senza rudimenti quantici,semplici peones agnostici…anche a noi il diverso piace (esclusi i romanisti e i gay).
Può andare? C’è differenza?
Siamo diversi,una ricchezza!
Quoto Natàlia e Franco Buffoni al 100% con buona pace di quelli dello striscione, dei loro mandanti. Sì, certo oggi è un momento di ripiegamento, ma non per questo si deve rinunciare a portare avanti la lotta per l’affermazione completa dei diritti umani e civili , perchè di questo si tratta. Se poi lo si fa con amore , intelligenza e poesia (Natàlia), tanto meglio.
D’accordo su tutto, tranne che sull’ottimismo in merito alla situazione italica. Fino agli anni ’80 c’era stata, in Italia, qualche ragione in più per sperare. Ora è finita. C’è un innegabile regresso culturale e civile. I più giovani non possono esserne consapevole. Se penso a quando ero studente nel 1978, al clima di apertura e di irriverenza che c’era allora mi sembra davvero di essere altrove.
pride… l’orgoglio di essere cosa? o addirittura di essere? si fa poca fatica ad essere orgogliosi di ciò che non si è stato dato in sorte di decidere… non dico di essere gay o etero … dico di essere… pride è una parola senza senzo che ha che fare col tifo calcistico… sono fiero di essere juventino, per esempio, perchè la Juventus vince (o vincerà)… ma il punto è proprio questo: che non si è mai visto un tifoso fare gol… professare il proprio orgoglio è sprecare fiato o l’espressione, nella peggiore delle ipotesi, di un autoinganno… io non sono orgoglioso di essere etero… non ne vedo la ragione
Grazie a Francesco, a Natalia, a Johnny e a Salvatore per i loro interventi (questi ed altri). A Paolod: purtroppo condivido la tua (anche anagrafica) sensazione. Ma non mi dò per vinto. E cerco – per quanto posso – di suonare la sveglia ai fanciulli: siamo europei!
No, non siete europei. O leghisti o fascisti o clericali o qualunquisti.
Certo, poi ci sono le minoranze oppresse.
anche se non ne nego l’importanza (ma anche una serie di colpe e fallimenti) questo continuo richiamo più che storico affettivo e di mondo pieno di slancio e possibilità degli anni settanta per me che son nata in quegli anni, e credo per tutti i più giovani, e questo continuo paragonare la capacità di sognare e immaginare e lottare (ma poi siam proprio sicuri) diventano un muro che separa la realtà del mondo che quegli anni ci ha lasciato in eredità e con i quali dobbiamo fare i conti e quasi ci dovremmo sentire colpevoli di non essere come i giovani di quegli anni. Mi comincio a convincere che erano così perché di quegli anni e non so se gli stessi oggi sarebbero stati meglio. Anche se è evidente momento di ripiegamento non tutto è perduto anzi, e darlo per perduto significa anche lasciare completamente soli quelli che non si danno per vinti.
Per completezza,gli anni settanta son stati anche gli anni del terrorismo.
@lucia e johnny
Non intendevo fare apologia dei Settanta (non me ne può fregare di meno).
Intendevo dire che le uniche vere conquiste civili dal dopoguerra ad oggi sono state acquisite in quegli anni (legge Basaglia, Statuto dei Lavoratori, Divorzio, Aborto, eccetera), avvicinando più di ogni altro periodo il Paese ad una modernità pluralista e tollerante e laica e democratica.
Sono convinto che nei Settanta una legge sulle coppie di fatto sarebbe passata, perché il Paese era diverso (migliore?) da quello che vediamo oggi.
Quanto poi al ritornello dei Settanta come luogo storico del Terrorismo (il più grande di tutti i mali, secondo il Pensiero Unico oggi vigente), rammento che l’innesco del processo che portò al terrorismo fu innanzi tutto di Stato, dalla strage di Piazza Fontana in poi.
But forgheddabaudidda.
@natàlia
Lei chi?
@Franco Buffoni
“suonare la sveglia ai fanciulli: siamo europei!”, “L’obiettivo è l’affrancamento dal retaggio abramitico”, “I conti con i signori dello striscione e i loro mandanti sono aperti.” con questi toni sei sicuro di non assomigliare neanche un po’ a quelli di Militia Christi?
Se siamo laici, aperti, tolleranti (più che siamo, ci proviamo, almeno il sottoscritto) è perché abbassiamo gli steccati, ci piacciono i dettagli, le diversità e sopratutto non ci vantiamo di avere la verità in tasca.
Quei toni e quel modo di fare, lasciamoli a chi sa solo fare di tutt’erba un fascio (littorio) a chi non sa capire e non accetta le realtà complesse.
Per combattere il pregiudizio non possiamo usarlo come metodo; questo sì che è veramente poco scientifico (ma anche poco cattolico, per come l’interpreto io il cattolicesimo).
Tranquillo anche sul “retaggio abramitico”: su Wikipedia ho letto che si cura con l’aspirina, se preso in tempo.
ciao
Claudio Gatti
grande cacioman
è che tendo sempre a dare del lei quando non conosco bene le persone. non volevo essere offensiva né antipatica, mi creda, o credimi… che ne so, sono confusa.
natàlia
@pecoraro
che siano stati gli unici anni di conquiste non son d’accordo, che fossero però anni in cui uno slancio in avanti verso la modernità c’è stato e sopratutto non si ritrovava imploso come ogni slancio sembra finire oggi anche. Ma: era la situazione anche internazionale a trascinare l’Italia? Erano gli italiani? e se sì come è possibile siano cambiati tanto o abbiano insegnato così male ai loro figli? Come non hanno consolidaato lo slancio in forme e abitudini legali e sopratutto nel rifiuto di uno Stato e un modo di essere civili e politici che non è poi cambiato molto anche attraverso quegli anni? Son stati troppo ottimisti? Io credo ci siano state conquiste civili ma nella media gli italiani le abbiano usate per essere quelli che non emigravano, e noi ci ritroviamo nello stesso pantano senza lo slancio di quegli anni. Solo questo volevo dire. Ancora non si sanno molte cose di quel passato recente e in pochi ne sentono l’esigenza; un giorno si dovrà farne i conti almeno storici, ma per noi è assurdo questo costante richiamo alla libertà e l’ottimismo di allora e alla nostra impotenza attuale che ci rende davvero impotenti se rassegnati.
@lucia
l’analisi storica dei Settanta si può dire che è appena cominciata, io non la so fare, le tue domande sono le mie stesse domande, che poi si riducono ad una sola domanda: com’è possibile che il Paese sia approdato su queste rive? tuttavia le leggi che ho elencato sono ancora in vigore, sono entrate nel diritto di tutti, anche di quelli nati dopo, che non votarono nei due referendum abrogativi puntualmente presentati dalle forze cattoliche e paracattoliche – i “moderatamente laici” come il simpatico cacioman qui sopra, che sa anche di fisica dei “quanta” però, mica pizza e fichi.
se non sono un nostalgico del passato, mi si consenta di non essere un entusiasta del presente, mi si conceda di non riporre fiducia in un futuro di chissà quali conquiste civili, vista l’aria che tira. quindi, se condivido il contenuto dell’analisi di buffoni, non posso aderire al suo ottimismo.
@cacioman
per strada si ammazzano di botte gli omosessuali per il solo fatto di esserlo e tu vieni qui a fare il predicozzo sulla tolleranza e la moderazione?
vatti a studiare i “quanta” dai, che forse le tue nozioni non sono poi così approfondite…
@francesco pecoraro
Franco Buffoni dice: promuoviamo il pensiero laico e scientifico così la facciamo finita con queste credenze superstiziose e la smettiamo di bastonare gli omosessuali.
Fermo restando non si bastona nessuno (ma che devo stare a ridirlo?), dico che quest’atteggiamento di massimalismo ideologico (del Franco Buffoni) su questioni che sono più fini (spiritualità, omofobia, tradizioni culturali, tolleranza, paure, ecc.), rivendicare un pensiero migliore e capace in sé di tolleranza dove gli altri sono invece handicappati dal retaggio abramitico, tradisce una spocchia che è più da Militia Christi che da uomo del pensiero laico.
Dico solo: cerchiamo di non confonderci con quelli di Militia Christi usando le loro categorie mentali, siamo di un’altra pasta, no?
Mi ripasso i quanta, che per altro conosco solo da “Quark”.
@cacioman
Non sono d’accordo.
La diffusione del pensiero laico, di quello ateo, della razionalità scientifica è un potente antidoto contro lo spiritualismo, cattolico e non, per il quale esistono precetti dettati da un reggitore dell’universo cui si obbedisce a priori.
Per me è ovvio che si tratti di panzane (che vanno combattute giorno per giorno, ribattute punto per punto) su cui a tutti gli effetti poi si fonda un potere reale, cattolico e catto-politico, che emette precetti (vivere con disagio l’omosessualità) morali, ma anche leggi dello Stato, le seconde ispirate alle prime.
Lasciando da parte l’”handicap del retaggio abramitico”, formulazione che mi piacerebbe vedere approfondita ma con la quale mi sento istintivamente d’accordo, la forza della pressione catto-politica non è minimamente paragonabile a quella dell’ateismo più arrogante, del quale peraltro sono un sostenitore. D’altra parte occorre ammettere che i telegiornali italiani non aprono sulle ultime dichiarazioni, metti di un Richard Dennett, ma su quelle di Ratzinger. Eppure presso la comunità scientifica e filosofica del pianeta Dennett è molto più autorevole di Ratzinger. Qual è il valore aggiunto di cui si giova quest’ultimo per esercitare la sua “autorità morale”? Quanto è solido il piedestallo su cui poggiano i suoi piedi? Riusciremo a vederlo abbattuto? Cioè a vedere il cattolicesimo privato della sua influenza politica e ridotto al rango di una qualsiasi religione? Eccetera.
Premesso che:
a) mi auguro ma non nutro molte speranze che il tappo dell’ipocrisia stia per saltare (mi si perdoni la deriva pessimistica e lo scoraggiamento ma è sempre più disagevole ESSERE per me nonostante coming out, attivismo e sotterraggio abramitico, figurarsi per chi queste consapevolezze non ce le ha o è costretto a rimuoverle…)
b) la laicità dello Stato (anche di questo stato di cose e possidenti del consiglio, più che di diritti) dovrebbe essere garantita ma alle volte mi ritrovo a pensare che solamente un intervento plateale da parte del Parlamento Europeo potrebbe veramente dare un apporto (Tipo Papa Dontpreach arrestato in diretta mondiale, ecco, roba estremistica partorita da quell’obbligo al disagio di cui sopra)
c) Riusciamo a separare i vari retaggi? (abramitico, ok, ma già che ci siamo anche quello braminico delle caste, tanto per dire che in quest’estate da 41 gradi all’ombra mi riparo dal sole coprendomi con un giornale a cui ogni tanto do un’occhiatina). Personalmente non vedo nulla in contrario che un archeologo vada alla ricerca dei resti di Adamo ed Eva per vedere se a lui mancava una costola sul serio, lo faccia ma non chieda soldi pubblici.
d) l’8 per mille a mio modo di vedere è la traduzione contemporanea dell’indulgenza.
ecco, premesso queste poche scempiaggini che mi vengono in mente, mi sentirei di dichiarare quanto segue:
FRANCO BUFFONI STA A MILITIA CHRISTI COME SUOR GERMANA A PLAYBOY
e davvero non ho proprio altro da aggiungere.
Sarà pure un ritornello…ma di morti ammazzati..
…e visto che militia christi e suor germana appartengono allo stesso mondo si deve concludere che buffoni e playboy… viva la comicità involontaria!
@cacioman
mi sembra che confondi ateo con ateista e scientifico con scientista, mentre possono e devono rimanere ben distanti e mi sembra che Buffoni li tenga ben distanti e sia distante sia dall’ateista (nonostante la foga in questo caso che delle volte ha, ma mi sembra foga e non pensiero e convincimento) che dallo scientista.
@Marco Simonelli
Come parallelo meglio “FRANCO BUFFONI STA A MILITIA CHRISTI COME JOHN HOLMES STA A FRATE INDOVINO” ma anche quelli che finivano con “… allora Cicciolina è vergine” vanno sempre bene. :-)
@Lucia Cossu
FBuffoni li tiene talmente distinti i concetti di scientifico e scientista che dopo la frase iniziale proprio non ne parla più (magari quando scriverà il libro dettaglierà meglio, fammi sapere). In ogni caso non ho capito la differenza ateo ateista, ma è un mio limite che mi tengo.
@Francesco Pecoraro
No, non credo proprio che lo spiritualismo sia da combattere in quanto tale. Certo che se cali la carta Ratzinger vuol dire che ti piace vincere facile e non vale giocare scorretto: lui (come Bertone & Co.) con la spiritualità e l’autorità morale c’entrano veramente (e sarebbe da riusare il parallelo di Suor Germana di Marco). Difficile parlarne in chat. Magari facciamo un’altra volta.
scusate anche se non sono gay vorrei dire la mia opinione e cioè che non è giusto che gli omosesssuali si fanno discriminare dai normali e magari solo per potere fare i registi gli stilisti gli scrittori eccetera. sia gli omosessuali che i normali devono giocarsi le loro carte senza barare e quindi non avere quei favori che gli derivano dal farsela con i gay come loro. infatti nella società normale, per esempio negli uffici pubblici, non è che si diventa impiegato perché si è gay e quindi questo non deve accadere nemmeno nel mondo dell’arte perché secondo me non è giusto. grazie e scusate se ho parlato anch’io tra di voi
@cacioman
questa non è una chat.
@lucia cossu
vedo che tutti i bambini hanno mangiato la minestrina della distinzione tra ateo e ateista, tra scientifico e scientista e, già che ci siamo mettiamoci pure quella tra laico e laicista.
l’equazione funziona così: ateo, sì, ateista no; scienziato sì scientista no; laico sì, laicista no.
questo dice il pensiero unico e allora tocca adeguarsi.
cosa c’è di illegittimo, di sbagliato nel propagandare l’ateismo, la conoscenza scientifica come unica vera forma di conoscenza, la condizione laica come unico possibile terreno civile di confronto culturale, etico et politico?
io per esempio sono ateista, scientista, laicista, nel senso che sostengo attivamente (ripeto, attivamente) i sistemi di idee che sorreggono ateismo, scienza, laicità, eccetera.
cerco di farlo nel rispetto dei teisti, degli spirtualisti, dei devoti, ma non riesco a nascondere a me stesso il disprezzo profondo che provo per loro.
questo per dirla tutta.
Il novecento ha distrutto il termine “propaganda” attribuendogli le connotazioni piu’ meschine, ma in realta’ la propaganda e’ quasi ovunque e di per se’ non e’ attivita’ ne’ nobile ne’ becera.
viva quindi gli atesiti (e lunga vita agli anni settanta…)
Secondo me quando Buffoni scrive per esempio “I conti con i signori dello striscione e i loro mandanti sono aperti.” è perfettamente consapevole di portare il discorso sul piano di Militia Christi (l’autore dello striscione), ma direi che è una strategia consapevole: fa rappresentare un ruolo al suo discorso, e questo ruolo non ha la funzione di opprimere a sua volta, ma semplicemente di affermare/ricostruire la sua soggettività.
Bisogna pensare che Buffoni non deve fronteggiare un normale discorso, ma un “hate-speech”, cioè un discorso ‘oppressivo’ che è costitutivo (in questo caso ‘distruttivo’) della soggettività della persona cui è rivolto. E’ molto difficile trovare la strategia giusta di risposta, e penso, leggendo ciò che Buffoni ha scritto qui, che lui abbia risposto bene.
Sul punto del pensiero laico e scientifico però ho un dubbio. La figura del ‘degenerato’ nata nell’ottocento era frutto della scienza. Oggi non esistono più i misuratori di bernoccoli e proporzioni facciali, ma è sempre la scienza, per esempio, a ‘normalizzare’ i corpi intersessuali.
Certo, si può obiettare: è una scienza non ancora laica.
Ma ciò che va compreso è il ‘valore’ della diversità: l’importanza per tutti di formare un tessuto sociale dove l’identità può esprimersi pienamente, perché questa società sarà più ricca, una ricchezza generale. Capire che qualcosa è un ‘bene’ è una faccenda, direi, più spirituale che scientifica.
E per finire mi associo a Natàlia Castaldi nel ringraziare Buffoni per il suo lavoro.
E io ringrazio voi – di cuore – e con una notizia in anteprima: il libro in cui cerco di esporre in modo organico queste ed altre riflessioni su ateismo, divulgazione scientifica, omosessualità, diritti civili ecc ecc uscirà in ottobre da Transeuropa. Si intitola: LAICO ALFABETO IN SALSA GAY PICCANTE. Dapprima l’avevo intitolato Laibeto e quello era il sottotitolo, poi mi è stato chiesto di essere meno criptico e allora il sottotitolo è diventato il titolo. Mi consolo pensando che è un endecasillabo con ictus di prima, quarta e ottava. Molto di quel libro nasce proprio dalle riflessioni contenute in questi threads. Pace serenità e non violenza a tutti. fb
Rendo omaggio a @pecoraro per l’efficacia e la chiarezza cartesiana e a @buffoni per quanto va facendo, in attesa di leggere il suo nuovo libro. Ho di recente letto Zamel e – misteri delle associazioni – mi ha fatto riaprire l’antico interesse e amore per gli illuministi e per Stendhal, sicchè vado rileggendo, proprio or ora, Diderot (La Religieuse e tutti gli altri racconti filosofici), Cronache italiane, Armance e via snocciolando…. Sì, le vere radici culturali dell’Europa sono lì, risalendo, per li rami, alla cultura greco -romana , ivi incluso il cristianesimo pre-Costantino e pre-concilio di Nicea.
Pace e serenità a tutti.
@pecoraro
“la conoscenza scientifica come unica vera forma di conoscenza, ”
grazie dei complimenti, ma non son del pensiero che mi attribuisci e non son stata indottrinata per bene in questo modo.E dico così perché avendo una formazione scientifica e avendo scelto di non fare la ricercatrice in materia scientifica in maniera diretta e non filosoficamente o ideologicamente mediata mi son sempre trovata in conflitto con chi attribuisce alla scienza compiti che non ha e non le spettano. La scienza nelle sue teorie ha sempre una cosa che delimita precisamente l’ambito in cui tali teorie si applicano e non è scientifico forzarle oltre quegli ambiti, appunto è da scientista. Inoltre la scienza non pretende di dare davvero forma di conoscenza ormai acquisita per sempre alle sue teorie, ed è sempre aperta a dubbi e smentite senza che questo infici il metodo scientifico. Io mi definisco una scientifica e amo il metodo scientifico. Poi è lecito essere scientisti ateisti o quello che vuoi e forse non hai affinità con spiritualisti e compagnia.
@pecoraro
se devo essere sincera io ho un disprezzo profondo per chi non capisce la differenza di una nota suonata al violino con arcata verso il basso o verso l’alto, ma evidentemente ho tendenze razziste anche io.
@cossu
non so di violini con arcata verso l’alto o verso il basso, dunque disprezzami pure.
non ho detto che la scienza è infallibile, né che da sola “risolve i problemi”, ho detto che è l’unica forma di conoscenza di cui disponiamo.
se oltre a un raffinatissimo orecchio musicale hai anche orecchio scientifico capisci cosa voglio dire.
aggiungo che in questo campo le “sfumature”, chissà perché, giocano sempre a favore di quelli che vogliono il crocefisso inchiodato anche nelle sale delle poste.
aggiungo inoltre che al laico si chiede sempre la sfumatura, mentre il credente non è tenuto ad averne, tipo: “aborto=omicidio”.
@pecoraro
guarda che ovviamente non ti disprezzo, ma se la differenza tra scientista e scientifico c’è non è la mia minestrina e non sto facendo sofismi inutili. Non per quello che ho detto sopra non son capace poi di essere quasi certamente alleata tua e di molti altri diversi da me su questioni semplici e trovando ininfluenti i miei snobismi e certe differenze.
la differenza certo che c’è.
per esempio, io posso essere scientista senza essere scienziato.
Il 26, per una serie di circostanze, ero a Parigi. in serata, come abitualmente quando torno in quella città, mi sono diretto al Marè, il vecchio ghetto della capitale. <c'era un'aria ancora più gioiosa del solito: bandiere arcobaleno un po' ovunque, spuntavano sopra gli ingressi dei locali, delle brasserie e dei negozi, persino dopra le insegne di una banca. il ristorante cinese era addobbato di una quantità impressionante di palloncini. Dal tavolino del locale all'aperto dove bevevo qualcosa con i miei amici italiani e belgi, al quarto kir, offertomi non so più da chi, ero tutto un parlare e parlare e parlare di berlusca, la penisola, l'europa che svolta a destra, le stronzate di sarkozy con il gradimento in caduta libera per via dedli scandali e del familismo, quando a un tratto, sono folgorato da una visione, non so quanto abramitica, dato il luogo a forte valenza: sfilano davanti a me un paio di ali di angelo, bianche strette a un tutù nero e sgambatissimo… scopro che il pride è anche qui.. che strano, nel mio non-luogo, ero convinto che quel giorno il Pride fosse in Spagna. Il 24 infatti in aereoporto avevo salutato amici che vi andavano e che avrebbero raggiunto una coppia di comuni amici che sono letteralmente fuggiti a vivere in Spagna, in libertà e tutelati nei diritti. Comunque, sarà stato anche l'ennesino bicchiiere, ma, quando nuovamente mi guardo intorno, scopro un Mago Merlino tutto in turchese, capelli e barba rosso-semita, e, di spalle, vedo sfilare un vitino strettissimo in una mìse da urlo, gambe lunghissime in gonnina cortissima, lunghi capelli cotonati e boccolati, si volta di scatto e tradisce una lunghissima barba nera! uno choc semantico. Ci sono bimbi e famiglie, miste allargate, padri con padri, madre e padri, madri e madri, nonni, fratelli amici, in un clima gioioso e sereno non minacciato evidentemente dalla violenza omofoba che si respira oggi in Italia.
La comunità gay parigina ha conquistato il vecchio ghetto ebraico.
Penso alla faccia che farebbero i sussiegosi abramitici del Portico di Ottavia se là sfilassero un giorno le gioiose macchine da guerra omosessuali!
il loro beneamato sindaco li difenderebbe dai barbari vocianti, loro che lo hanno votato in massa dimenticando, o facendo finta, come più di mezza italia, che il signor alemanno girava un tempo con il manganello ed era un noto picchiatore fascista, quello che oggi minimizza sulle quotidiane aggressioni ai gay romani, lo stesso che non dà il patrocinio per le manifestazioni della comunità lgtb, ma lo concede ai gruppi di estrema destra e agli eventi 'culturali' di casa Pound….
la questione posta da Franco Buffoni è una questione centrale. i diritti civili negati, l'istigazione implicita alla violenza omofoba sono fatti di una tale gravità, e su cui occorre giocare la partita politica e elettorale italiana.
perchè la questione religiosa andrebbe bypassata. occorre riportare tutto a un tavolo laico di laica trattativa istituzionale.
se oggi Franco si candidasse, lo voterei, unico poeta che potrei eleggere in parlamento dopo aver votato a suo tempo Volponi. Di lui mi fidavo, di Buffoni mi fido.
Inoltre ha dimostrato e dimostra ampiamente grande dotrina politica, già all'altezza di 'Più luce padre', per intenderci. Dunque, chi meglo di lui vessillifero (in ogni senso) dei diritti civili negati e di una emancipazione sociale di un'italia sprofondata nei secoli bui?
Laicità e scienza, omosessualità e diritti civili, vittoria della ragione, luce, laica e illuministica del mondo!
@ francesco pecoraro
e allora rimaniamo distanti e divisi e così facciamo il gioco di certi credenti.
io non credo che per essere laici si debba essere atei, credo si debba essere capaci di separare le cose e le pertinenze. Lo Stato laico è uno Stato che non ha una religione di stato e non ha una preferenza nel modo di concepire la conoscenza, ma già la nostra Costituzione è di un grado di laicità per i miei convincimenti politici sufficiente. In qualche modo basterebbe applicarla e saremmo almeno legalmente in Spagna dove l’estate scorsa io che non son gay mi son ritrovata a trovarmi profondamente incivile perché notavo a una mostra la semplicità di due ragazze che si tenevano per mano o di due uomini che sulla panchina di un cortile molto bello chciacchieravano bevendo vino in modo affettuoso e libero. E mi son ritrovata a pensare che in Italia li avrebbero picchiati e io che li guardavo trovando bello che lì non avvenisse. Davvero c’è bisogno che io sia scientista o atea o non musulmana o non cattolica per volere questo? Credo che devo solo imparare a scindere le scelte della mia vita dai diritti degli altri e dalla privata mia scelta di credo o non credo. E forse sono a turno o contemporaneamente alleata di alcuni cattolici e scientisti e ateisti e agnostici ma laici nel modo di porre le loro convinzioni.
Un conto è contrastare la politica delle gerarchie cattoliche (che pretendono di estendere i loro pregiudizi moralistici a tutta la comunità di cattolici e non), un altro conto è pretendere che la strada per la tolleranza e il rispetto del diverso passi solo attraverso il salvifico pensiero laico e scientifico.
Questo è offensivo per i credenti (che in natura sono inaspettatamente diversi dai beoti ascoltatori di Bertone che dipinge Buffoni), è poco pragmatico (se dobbiamo convincere qualcuno non è utile ripetergli che è un povero baciapile affetto da retaggio abramitico, prima guarisce meglio è per tutti) e sopratutto non ci rappresenta perché noi siamo quelli che abbassano gli steccati per vedere in faccia gli altri e parlargli (come la Concia che va a Casa Pound).
La battaglia contro l’omofobia è una non rinunciabile battaglia di civiltà (come lo è la battaglia controla xenofobia, il razzismo e tutte le battaglie incentrate sulla dignità della persona), ma dobbiamo combatterla senza vendere l’anima al diavolo. Insomma dobbiamo promuovere la tolleranza capendone per primi il valore e senza tradirla.
Per chiarezza e tranquillità di tutti: a) sono convinto che il Pride sia una gran cosa perché l’orgoglio gay è un momento importante e non toglie niente a nessuno. b) E’ fondamentale che il Pride si faccia a Roma, città infestata da preti faccendieri, perché ci aiuta ad avvicinarci al resto del mondo civilizzato. c) Sono a favore dei matrimoni gay (no Dico, unioni civili o similia: matrimoni alla spagnola con figli e tutto il resto di quelle cose che di solito fanno le coppie).
@lucia cossu
condivido completamente!
@lucia & cacio
la laicità può (deve?) essere anche del credente, come riconoscimento dell’esistenza di uno spazio comune e civile ove manifestare pluralità et diversità.
in fondo la battaglia dei laici è per ottenere questo riconoscimento.
la questione del pensiero scientifico e dell’ateismo la metto da parte, se no offendo i credenti.
saluti.