Radio Kapital: la scuola s’è destra

di
Francesca E. Magni e Lorenzo Galbiati

L’importante è che nessuno lo sappia, soprattutto i diretti interessati. Altrimenti non sarebbe così semplice licenziare l’equivalente dei lavoratori di tutti gli stabilimenti Fiat e di tutto il petrolchimico italiano: 150 000 persone, in cinque anni.
Per un po’ ha funzionato: la riforma delle elementari è stata fatta passare in fretta e furia l’anno scorso, è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale in estate, ma era illegalmente già in vigore da mesi (e con lo stesso metodo si sta facendo passare quella delle superiori). Sì, hanno protestato in tanti, pure in una trasmissione Rai, ma il silenzio successivo sui media nazionali ha funzionato.
Secondo: quando se ne parla, se proprio è necessario, basta parlarne male, denigrare la classe dei lavoratori e la cosa finisce lì. Fannulloni, statali, eccetera, piove sul bagnato, il consenso è immediato. Certo non è gente che “si fa un culo così” a detta di Brunetta, lui che ama chiudere l’aria con il gesto del rubinetto.
Era inevitabile, si è raggiunto il culmine. Succede così anche con la brina, quando l’aria è satura di umidità, non ce la fa più: passa direttamente allo stato solido o – a seconda della temperatura – liquido e diventa o brina o rugiada. “Collassa”.
Dai e dai, alla fine ce ne siamo accorti.
Se ne sono accorti i genitori delle elementari che si sono visti negare il diritto al tempo pieno. Se ne sono accorti i genitori dei bambini ai quali hanno negato l’insegnante di sostegno: ecco che cosa è successo dall’anno scorso con la riforma delle scuole primarie.

Bambini che quando non c’è la maestra prendono la seggiolina e vanno a gruppetti nelle altre classi, perché non ci sono i soldi per un supplente. ( Mia figlia che è in prima elementare, quando manca la maestra, oltre a farsi per caso due ore di religione in una classe non sua – cose che capitano anche se si è scelta l’ora alternativa – e costretta per tutto il giorno a non fare nulla se non qualche disegnino, mi ha detto “mamma è stato il giorno più brutto della mia vita”, non è poco a sei anni… A gennaio arriva una mail di una mamma “anche a voi risulta che il vostro bambino è rimasto per due ore in un’altra classe seduto per terra sul pavimento freddo, senza poter disegnare, con il libro sulle ginocchia?!”.nd Francesca)
Poi è uscita la foto sul giornale locale perché i bambini hanno vinto un bel concorso e che cosa hanno vinto? Una risma di carta per ogni classe! Bel premio, una risma di carta intera per tutta una classe. Ed erano tutti sorridenti nelle foto. Maestre comprese, che fortuna, finalmente la carta in classe.

In sala professori non trapelava nulla.

Ma ce ne siamo accorti anche alle superiori eccome. Me ne sono accorta a settembre, entrando nella mia nuova terza, con 33 studenti, tutti stipati nell’aula. [la petizione contro le classi pollaio è qui: l’8 giugno è finita la raccolta delle firme, la petizione è stata inviata alla Corte Costituzionale, e alla VII Commissione Cultura della Camera e Commissione Cultura del Senato mercoledì 9 giugno]
L’attuale governo vede fin dove può arrivare, vista la classe docente, ormai rassegnata. Ma non conosce il fenomeno della saturazione, evidentemente.
È scattata la rivolta, lo è da mesi, con tante iniziative di protesta e di informazione sulla situazione della scuola pubblica italiana, da parte di coordinamenti di genitori, di docenti, di lavoratori Ata, da parte dei sindacati e anche dei Partiti di opposizione, in tutta Italia.

Ecco solo alcuni fra i tanti casi di protesta (ci scusiamo per eventuali dimenticanze ma vi invitiamo ad usare lo spazio dei commenti per aiutarci ad allungare la lista o correggere inesattezze):
presidio permanente dei precari da settembre 2009 davanti all’ Ufficio Scolastico Provinciale (Usp) di Milano; presidio permanente dei locali dell’Usp di Catania da settembre 2009; assedio al Provveditorato di Modena del 19 marzo; occupazione Usp di Agrigento, 3 giugno , ecc…

– scuole occupate: come il liceo classico Tito Livio di Padova, il 18 marzo 2010 si è riunito per tre giorni in assemblea (“L’istituto, che vanta un credito di 155 mila euro dallo Stato, non ha soldi per pagare le supplenze e per coprire le spese dell’esame di Stato. Aderiscono anche personale Ata e genitori”) o come le elementari del Circolo Didattico “Principe di Piemonte” di Roma 23, 24, 25 febbraio ecc ecc…

– Manifestazioni di protesta: dal 12 al 31 marzo “La scuola va a rotoli” ( a questo indirizzo trovate i link a tutti gli altri coordinamenti in Italia che hanno aderito, come Le scuole in rosso, Il coordinamento dei CdC e CdI di Bologna, Il coordinamento dei CdI e CG di Modena e Provincia, Retescuole, La rete dei CdC e CdI di Venezia, CGD – Coordinamento Genitori Democratici, Coordinamento genitori e insegnanti x la scuola pubblica di Padova e Provincia, La scuola siamo noi – Coordinamento Scuole Parma, Comitato in difesa della scuola pubblica, SOSscuola Genova, L’istituto comprensivo Montagnola-Gramsci di Firenze); ingressi di quasi 100 scuole sigillati con scotch in Piemonte il 25 aprile ; iniziativa “Tutti devono sapere” dal 14 maggio del Gruppo di Lavoro dell’Assemblea genitori insegnanti delle scuole di Bologna e provincia; l’11 giugno ultimo giorno di scuola a Firenze con banchi, lavagne e cattedra in piazza, iniziativa promossa dalla Regione Toscana , ecc…

– il preside dell’ITC “Tosi” di Busto Arsizio (Va), dopo 32 anni di servizio, si è dimesso per protestare contro la riforma della scuola:
Adesso non si riesce più a tacere. Collasso, saturazione.
E oltre alle tante mozioni e delibere dei Collegi dei Docenti di tanti Istituti contro la riforma Gelmini, oltre a proteste come quella ad esempio dell’ Istituto Commerciale “Primo Levi” di Quartu Sant’Elena, in provincia di Cagliari, del 9 giugno, con le dimissioni in blocco dal ruolo di coordinatore di venti insegnanti (che ha provocato l’aggiornamento degli scrutini anche delle classi terminali), oltre a tutti gli scioperi fatti quest’anno.
Non abbiamo parlato di tante cose, di tutto quello che non va in questa “riforma”, né abbiamo detto dei tagli di materie intere, dell’eliminazione dei laboratori, dello sfascio degli ITIS (nei quali la riforma parte non solo dalla classe prima, ma anche da quelle successive!), non abbiamo parlato dei tagli alla scuola pubblica e dei regali a quelle private (“19mila euro per ogni classe delle scuole private” ) degli aumenti di 200 euro mensili solo agli insegnanti di religione….

Non abbiamo parlato dei tagli alle Università, agli Enti di ricerca….
Ma vogliamo finire con tre appunti: il primo è l’elenco infinito di tutte le eccellenze, i lavori che a scuola si fanno con tanta professionalità, con passione e voglia di fare da parte di tutti, studenti, docenti, tecnici, perché a scuola si sta bene, si cresce, si vive. Ne cito solo pochissimi: la manifestazione “Scienza Under 18” partita tredici anni fa da un’idea dei docenti della scuola media “Rinascita” di Milano e che adesso si è diffusa a livello nazionale; il premio “Giornalisti nell’erba” che coinvolge i ragazzi dalle scuole materne fino a quelle superiori. Chiedete agli organizzatori se hanno qualche finanziamento, chiedeteglielo… devono recuperare poche migliaia di euro per le spese, tutto il resto è volontariato, sono attività che senza ore e ore di volontariato morirebbero immediatamente. Ma che ci volete fare, c’è chi vive ancora di passione: partecipare alla voglia di fare dei ragazzi, vederli parte attiva della società, vederli valorizzare le proprie potenzialità ripaga di tutto, la scuola non è un’azienda.

E i casi dei singoli docenti, che incoraggiano, preparano gli studenti che vincono premi prestigiosi? Eccone qui due, assassinati dalla “riforma” Gelmini: il professor Mario Iodice, docente di lettere classiche al liceo Cairoli di Varese. Degli otto allievi preparati per sostenere competizioni nazionali in lingua latina o greca, il professore ha “incassato” sempre prestazioni da podio o da menzione speciale. Una performance che non è passata inosservata al Ministero che ha preso carta e penna per esortarlo a proseguire nella sua opera formatrice con tanta passione e devozione. Peccato che con la riforma perda il posto. L’articolo se vi interessa è qui.

O ancora: Rossella Zamparini, insegnante di matematica, dal suo osservatorio di frontiera, l’IISS Von Neumann, «la scuola più complessa di Roma» (due sedi nella periferia di San Basilio, una terza nel carcere di Rebibbia), la vede così: «La distruzione della scuola pubblica è iniziata, i nostri ragazzi sono stati premiati in Cina per i progetti sulla robotica, ma l’insegnante che li ha seguiti con questa riforma rischia di perdere il lavoro, come molti insegnanti tecnico-pratici, dicono “più matematica” e poi scopro che il prossimo anno la mia materia verrà tagliata del 30 per cento».

Il secondo appunto è l’episodio gravissimo dell’Emilia Romagna della circolare ministeriale che il 27 aprile 2010, Marcello Limina, numero uno dell’Ufficio scolastico regionale ha spedito a tutti i presidi della Regione, nella quale ci si appella a “gerarchia e obbedienza” per impedire agli insegnanti di esprimere il proprio pensiero sulla riforma [si veda anche il seguente articolo. Il 31 maggio l’assemblea dei docenti delle scuole superiori di Bologna ha approvato all’unanimità le dimissioni di Marcello Limina. Vale la pena di sentire la voce di questa insegnante:


(27 maggio 2010)

E il terzo è sulla necessità di abrogare questa riforma, perché non è con i tagli di personale che si risolvono i problemi della scuola. Bisogna fare quello che non è ancora mai stato fatto: un lavoro di risanamento basato sulla conoscenza reale della situazione scolastica, ma da parte di persone competenti, di chi nella scuola lavora e ha quindi l’esperienza, le capacità, i titoli e i meriti necessari per risolvere e migliorare le cose. Come possiamo accettare lezioni sul “merito” da chi merito non ha? Quali pubblicazioni, quali libri, quali studi, quali esperienze, quali titoli ha la signora ministra per poter gestire una situazione complessa come quella scolastica? Vogliamo un gruppo di ricerca con i nomi dei migliori docenti, pedagogisti, formatori, dirigenti scolastici, esperti di management complesso, che sono tanti e che da anni lavorano e fanno ricerca nel campo, che studiano, pubblicano e hanno idee.
Diamo quindi subito la disponibilità a creare nelle nostre città comitati promotori per un Referendum che abroghi questa scellerata “riforma”. Il gruppo su facebook è questo
(indirizzo e-mail: abrogazionegelmini[@]libero.it)

Dimenticavamo un fatto importantissimo: dopo Bolzano, anche la Regione Sicilia, il 23 maggio, ha votato il rinvio di un anno dell’attuazione dei Regolamenti della Scuola Secondaria Superiore . Però leggiamo adesso che a Palermo all’ Istituto alberghiero di Corso dei Mille, sono state rifiutate 550 iscrizioni di ragazzi come primo effetto dei tagli agli organici nella scuola superiore, tra cui anche disabili. Vergogna.

Da parte di noi docenti, oltre a tutte le forme di lotta e protesta già citate, nell’immediato ci stiamo prodigando per far arrivare ai media la necessità di abrogare questa riforma con una forma di sciopero eccezionale: il blocco degli scrutini. Lo sciopero degli scrutini convocato dai Cobas e dal Coordinamento dei Precari della Scuola è iniziato il 7 e l’8 giugno in Emilia-Romagna, in Calabria e in provincia di Trento provocando il blocco di quasi un migliaio di scrutini. È proseguito il 10 e l’11giugno in Puglia, in Veneto e nelle Marche, l’11 e il 12 giugno in Sardegna e in Umbria, e ha ottenuto ottimi risultati come il blocco del 12 per cento degli scrutini in Veneto e del 26 per cento in Sardegna.

Secondo il Forum dei docenti precari, in Veneto sono stati bloccati gli scrutini di moltissime scuole superiori, in particolare nelle province di Venezia (per esempio l’Istituto d’Arte, il Liceo Artistico, lo Scientifico e il Nautico di Venezia, gli ITIS Zuccante di Mestre e Volterra di S. Donà di Piave, l’IPSIA D’Alessi di Portogruaro) e di Padova (per esempio l’ITC Calvi, l’ITIS Marconi, il Modigliani, il Leonardo da Vinci e il Newton). Tanti docenti e collaboratori scolastici hanno versato 10 euro alla Cassa di Resistenza per risarcire gli scioperanti della trattenuta.

Ora lo sciopero toccherà il suo apice, estendendosi il 14 e il 15 giugno in tutte le altre regioni italiane e nella provincia di Bolzano.

Fino a ora sono stati bloccati complessivamente almeno 4 mila scrutini nella scuola superiore, secondo il leader dei Cobas Bernocchi e se la protesta dilagherà potrebbero essere a rischio le prove d´esame nazionale per gli alunni delle scuole medie e superiori.

Poiché il fronte sindacale è diviso, la settimana appena trascorsa ha visto i docenti partecipare a forme di protesta molto diversificate. A Milano è stato improvvisato un “flash mob” in piazza Duomo, a Torino è stato occupato da alcuni docenti l’ex istituto magistrale Regina Margherita, a Cagliari si è svolto un sit-in di protesta davanti ai locali dell’Ufficio scolastico regionale.
I docenti più colpiti dai tagli del governo saranno come sempre quelli precari: con la scomparsa di 40 mila posti di lavoro, a settembre 15 mila precari rischiano di restare disoccupati. Ma in generale si constata come la situazione in cui versa la scuola italiana sia di grande sofferenza da tutti i punti di vista. Sofferenza che assumerà il carattere della disperazione per tutti quei docenti, precari e no, che perderanno il posto di lavoro, oppure dell’esasperazione per tutto il personale addetto alla scuola, docente e no, che pur rimanendo in servizio perderà, dal 2011 a fine carriera, dai 29 mila ai 42 mila euro. In molte scuole superiori, già da tempo depotenziate economicamente, non saranno attivati i corsi di recupero estivi, previsti per legge per gli alunni con giudizio “sospeso” fino a settembre, perché non è arrivata la garanzia della loro totale copertura finanziaria. Forse, secondo il nostro governo i docenti appartengono a una categoria che gode di tali e tanti privilegi che dovrebbe lavorare gratis d’estate.

A fronte di questa situazione, appare del tutto inadeguata la risposta data dai maggiori sindacati italiani, CGIL, CISL e UIL, che non hanno promosso il blocco degli scrutini. Lo sciopero degli scrutini sta quindi prendendo una svolta del tutto auto-organizzata. Infatti, in provincia di Milano aumentano di giorno in giorno le adesioni allo sciopero da parte dei professori di famose scuole della città di Milano come il Varalli , il Giorgi, il Tenca, il Tito Livio, il Luxembourg, il Brera, il Marconi, l’Oriani Mazzini, il Marie Curie, lo Steiner, il Leonardo da Vinci, l’Einstein, il Galvani, l’Arcadia Pertini e l’Itsos di Cernusco, il Bellisario di Inzago, l’Olivetti di Rho, il Marconi di Gorgonzola, il Mosè Bianchi di Monza.

La sezione provinciale milanese della FLC CGIL, vedendo questa mobilitazione generale del corpo docente, ha deciso di partecipare al blocco degli scrutini del 14 e del 15 giugno con uno sciopero orario.

In una nota della CGIL milanese, si legge che in attesa della proclamazione dello sciopero generale contro la manovra del governo, la FLC CGIL ha proclamato lo sciopero orario dei docenti impegnati in attività collegiali (scrutini e altro), che potrà svolgersi a condizione che i docenti non siano impegnati negli scrutini delle classi quinte. Questo sciopero si rivolge soltanto alla categoria dei docenti della secondaria superiore soprattutto perché quei professori non potranno partecipare, per la quasi totalità, allo sciopero generale previsto per il 25 giugno in quanto impegnati negli esami di stato;
si vuole denunciare l’iniqua misura che taglia l’orario scolastico d’ordinamento alle classi seconde, terze e quarte degli istituti tecnici e professionali;
si chiede che gli esuberi derivanti dai tagli siano utilizzati nelle scuole di provenienza per progetti professionalmente qualificati deliberati dal collegio docenti; infine,
si chiede l’assunzione in ruolo su tutti i posti vacanti.

Mentre scriviamo, lo sciopero orario della CGIL per i giorni 14 e 15 giugno, sta ancora aspettando l’approvazione della Commissione di garanzia dato che, a differenza di quello lanciato dai Cobas, che prevede una trattenuta sullo stipendio dell’intera giornata di sciopero, quello della CGIL avrebbe come conseguenza la trattenuta delle sole ore di scrutinio per le quali il docente sciopera.
Restiamo in attesa, noi docenti, anche di domenica. L’Italia dell’istruzione e della cultura, del resto, è in attesa da decenni di una vera riforma, non di tagli di bilancio e di organico spacciati per riforma.

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22 Commenti

  1. Un grande grazie a Francesco per il titanico lavoro di editing (e di linkaggio: 23 link più due video) che ha fatto a tempo di record sul nostro pezzo, scritto tra sabato e domenica sera e da noi assemblato in fretta e furia dati i tempi stretti e le notizie dell’ultima ora.

  2. Grazie per l’articolo, Francesco… E’ una bella iniziativa. Il problema in Francia come in Italia è che l’alunno non è più la preoccupazione, è lo stato economico che regge. Siamo in crisi, abbiamo crisi stampata nella mente e gli impiegati statali sono mostrati a tutti come parassite. In Francia c’è un’espressione terribile: dégraisser le mammouth. Ho fatto scioperi quest’anno, in fine per niente. In Francia un membro dell’instituzione ha dichiarato che una classe numerosa non ha per conseguenza un livello pù basso. Dopo anni di esperienza, so benissimo che classe sovraccaricata significa rumore, difficoltà a aiutare quelli che hanno problema, essere attenti a tutti.
    In Francia in queto momento c’è una valanga di brutte notizie per la scuola, in particolare la formazione dei professori, il ricorso a supplenti non formati. Non è per il bene degli alunni.

    Che aggiungere, come di solito gli insegnanti si arrangiano con la realtà,
    loro sono a torto accusati di non essere nella realtà e di cercare utopia.
    Si chiama il principo di realtà.

  3. Ulteriore aggiornamento dall’area metropolitana milanese: si sono aggiunte altre sei scuole superiori all’elenco delle scuole in cui verranno bloccati tutti o parte degli scrutini giorno 14 e 15 giugno arrivando probabilmente a bloccare quai di 400 scrutini solo nella città di Milano e molti altri lavoratori decideranno probabilmente oggi o domani se aderire aumentando sicuramente ulteriormente il numero di scrutini bloccati.
    Giorno 14 e 15 giugno saranno infatti diversi gli istituti di Milano e provincia che saranno costretti a rinviare molti scrutini a causa dello sciopero dei docenti precari e di ruolo e del personale ata che lottano da mesi contro il riordino delle scuole superiori e i tagli alla scuola che porteranno al licenziamento di migliaia di lavoratori precari e alla dequalificazione dell’istruzione pubblica.
    Si hanno già conferme di una forte partecipazione allo sciopero (in alcuni casi il 100% degli scrutini bloccati nei due giorni) da parte di docenti di famose scuole della città di Milano come il Pasolini, Bertarelli, il Cremona, il Ferraris Pacinotti, il Varalli, il Giorgi, l’Allende, il Tenca, il Tito Livio, il Luxembourg, il Brera, il Marconi, l’Oriani Mazzini, il Marie Curie, lo Steiner, il Leonardo da Vinci, l’ Einstein, il Galvani, il Moreschi, il Maxwell, il Verri, tutte scuole superiori di Milano e anche una scuola media Arcadia Pertini, e una scuola primaria ICS Capponi.
    Giungono inoltre continue adesioni da molte scuole superiori dell’interland milanese come ad esempio il Falck di Sesto, l’Itsos di Cernusco, il Gadda di Paderno Dugnano, il Bellisario di Inzago, l’Olivetti di Rho, il Marconi di Gorgonzola, il Mosè Bianchi di Monza, il Piero della Francesca di Melegnano, il Majorana di Rho, il Marie Curie di Tradate.
    Notizie simili si registrano anche nelle altre città della Lombardia con scrutini blocca

    I lavoratori della scuola in sciopero si danno inoltre appuntamento il 15 giugno sotto l’Ufficio Scolastico Provinciale di via Ripamonti, 85 per un sit-in di protesta a partire dalle ore 10,00 fino alle 18.00. Si invitano i lavoratori a manifestare il proprio dissenso contro i tagli alla scuola pubblica insieme ai docenti e agli ATA che hanno promosso e sostenuto con la propria adesione lo sciopero degli scrutini.

    Coord. Lavoratori della scuola “3ottobre” – C.P.S. Milano

    http://coordinamentoscuola3ottobre.blogspot.com
    coordinamento3ottobre@gmail.com
    http://docentiprecari.forumattivo.com/

  4. SCOPERO DEGLI SCRUTINI

    ”La crescita delle adesioni – spiega Bernocchi – va oltre tutte le previsioni : nel Lazio e in Sicilia sono bloccati piu’ di 2.000 scrutini a regione (solo a Roma si andra’ ben oltre il migliaio); in Campania, Piemonte, Toscana e Lombardia i blocchi vanno da un minimo di 1.100 fino ad almeno 1.400 a regione; 750 scrutini sono fermi in Liguria e piu’ di 500 in Abruzzo: e tenendo conto che si tratta di dati incompleti perche’ ci mancano cifre precise da tante piccole realta’ dove i Cobas non sono presenti, il traguardo dei 20 mila scrutini bloccati e’ ormai a portata di mano”.

    ”Ad ingigantire il successo dello sciopero – prosegue il portavoce dei Cobas – e’ stata la presa di coscienza da parte di docenti ed Ata che la scuola, gia’ impoverita e umiliata da tutti i governi dell’ultimo quindicennio, e’ destinata a pagare la crisi piu’ di tutti, senza voler di certo sottovalutare l’attacco a tutto il PI e ai servizi sociali : ai 41 mila posti di lavoro cancellati e all’espulsione in massa dei precari gia’ messi in conto da Crudelia Tremont’, si e’ sommata una Finanziaria-massacro che provoca per docenti ed ATA una perdita economica senza precedenti. Il blocco per tre anni degli scatti di anzianita’ significa un furto medio di 30 mila euro nell’arco della l’intera carriera lavorativa, con massimi di 45 mila; ed il furto cresce ancora di migliaia di euro a causa del blocco contrattuale per tre anni. Un cosi’ perverso e distruttivo accanirsi conto la scuola pubblica e i suoi protagonisti sta facendo dilagare lo sciopero, a cui partecipano in massa anche molti docenti ed Ata dei sindacati che avevano dichiarato ‘inutile’ lo sciopero, come ad esempio la Flc Cgil, il cui segretario Pantaleo aveva invitato gli iscritti a non farlo, e alle migliaia di scioperanti ‘diretti’ si aggiungono tanti lavoratori/trici che partecipano alle Casse di Resistenza per risarcire gli scioperanti della trattenuta”.

    DA http://www.asca.it/news-SCUOLA__COBAS__PROSEGUE_SCIOPERO_SCRUTINI_IN_13_REGIONI__SIT-IN_A_ROMA-923439-ORA-.html

    Nella mia attuale scuola, ITIS Cartesio di Cinisello Balsamo, oggi tutti gli scrutini sono stati bloccati, alcuni docenti hanno fatto lo sciopero orario, altri quello per l’intera giornata.

  5. Siamo sta attuando il blocco degli scrutini anche nella scuola dove insegno io (l’ITC Filangieri di Frattamaggiore, in provincia di Napoli). Oggi su decine di classi si sono svolti solo un paio di consigli di classe.

  6. Titoli del tg3 di qualche minuto fa: nessun riferimento allo sciopero nazionale degli scrutini attuato in gran parte delle regioni italiane.
    In compenso, titolo sui 70 anni di Guccini.

  7. Dimenticavo di dire che il tg3 delle 19 ha dato spazio alla notizia del blocco degli scrutini, di portata storica, solo nel penultimo servizio, di circa 2 minuti, prima giust’appunto del servizio conclusivo (pessimo) su Guccini.
    Al che non ho avuto il coraggio di vedere il tg1 e tg5 delle 20.

  8. 15 giugno: OCCUPATO L’UFFICIO DEL PROVV.IANNUZZI A SALERNO USP DA PARTE DEI DOCENTI PRECARI COBAS DI SALERNO

  9. I tagli fanno paura. Sembra che ci venga tolta l’aria, un po’ alla volta, senza che ce ne accorgiamo. Io sto finendo la quinta superiore. In questi ultimi 2 anni ho visto crearsi qui nella mia città (Schio, VI) un movimento gestito da maestre della scuola elementare, di cui è parte anche mia mamma. Hanno continuato a protestare, si sono messe in contatto a livello regionale con comitati di Venezia e Verona. Hanno organizzato concerti a scopo divulgativo, volantinaggi, manifestazioni, … Hanno fondato un blog, http://www.salvalascuolapubblica.blogspot.com dove hanno commentato le loro “azioni”.
    Io da studentessa mi guardo intorno, guardo i miei professori, che dovrebbero essere guide. Ma quello che vedo è tanta superficialità. Nessuno sembra interessarsi, qui da me. Vagano per la scuola con la faccia anestetizzata, non si sanno più indignare. La gente della mia età non manifesta, non sciopera, affonda nel qualunquismo con le solite frasi “tanto non serve a niente”…
    Di queste iniziative non si parla. Abbiamo bisogno, noi, di sentircele raccontare. Dovete aiutarci a spaccare l’indifferenza che ci aleggia intorno come cloroformio…
    Grazie per queste parole… Davvero.

  10. ciao Chiara

    hai proprio toccato uno dei problemi, quello del non agire “tanto è inutile”. E non si accorgono che il non agire è l’azione peggiore.

  11. All’Itis Cartesio di Cinisello Balsamo i docenti oggi hanno consegnato le pagelle con un bavaglio, dopo aver letto un comunicato ai genitori sul perchè non avrebbero effettuato i corsi di recupero estivi.

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francesco forlani
francesco forlani
Vivo e lavoro a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman . Attualmente direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Spettacoli teatrali: Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet, Miss Take. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Métromorphoses, Autoreverse, Blu di Prussia, Manifesto del Comunista Dandy, Le Chat Noir, Manhattan Experiment, 1997 Fuga da New York, edizioni La Camera Verde, Chiunque cerca chiunque, Il peso del Ciao, Parigi, senza passare dal via, Il manifesto del comunista dandy, Peli, Penultimi, Par-delà la forêt. , L'estate corsa   Traduttore dal francese, L'insegnamento dell'ignoranza di Jean-Claude Michéa, Immediatamente di Dominique De Roux
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