Dove Siamo? Le istituzioni della Letteratura in Italia, oggi
:duepunti edizioni promuove il convegno «Dove siamo? Le istituzioni della Letteratura in Italia, oggi» organizzato dall’Università degli Studi di Palermo, il Dottorato di ricerca in Italianistica e il Dipartimento di Scienze filologiche e linguistiche, che si terrà lunedì 19 aprile (h. 15.00) presso la Sala Magna del Palazzo Steri a Palermo.
Al convegno, curato da Matteo Di Gesù, prenderanno parte critici e docenti di italianistica, la maggior parte dei quali – e non è un caso – nata dopo il 1968: Giancarlo Alfano, Andrea Cortellessa, Davide Dalmas, Stefano Jossa e Domenico Scarpa, coordinati da Michela Sacco Messineo. Una nuova generazione di studiosi si confronta in vista di un necessario riesame dello statuto epistemologico della materia tra critica, insegnamento e società.
A margine del convegno il gruppo di studio si riunirà presso la sede di :duepunti edizioni per costituirsi come comitato scientifico di una nuova collana che, prendendo le mosse dai temi stessi del convegno, si propone di definire un approccio innovativo allo studio della letteratura italiana e alla critica letteraria.
gli interventi:
Giancarlo Alfano (Seconda Università di Napoli) – Come si trasmette un’invenzione.
Andrea Cortellessa (Università Roma Tre) – Intellettuali, Anni zero.
Davide Dalmas (Università di Torino) – La letteratura colpisce ancora? Tra storia culturale e scienza delle opere.
Matteo Di Gesù (Università degli Studi di Palermo) – L’affidabilità di un marchio garantito: «Letteratura italiana». Since 1870 (se non prima).
Stefano Jossa (Royal Halloway University of London) – Ritorno all’ozio? La comunità letteraria tra retorica e prass.i
Domenico Scarpa (Pisa) – Il plusvalore di un libro ben fatto.
Coordina Michela Sacco Messineo (Università degli Studi di Palermo).
press@duepuntiedizioni.it
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Il pezzo su Sciascia di Evelina Santagelo a me e’ piaciuto moltissimo. Enrico Macioci come commento a altri post ricordava il problema della sproporzione (parola moreschiana) tra opere prodotte e numero di critici letterari. Semplificando, ci sono troppe opere, i critici non e’ possibile riescano a leggerle tutte. A me viene subito da pensare: be’, ma allora aumentate il numero di critici! Si’, ma poi dove si mettono, tutti questi critici, e come si fa a “aumentarli”? Be’, forse i critici potrebbero fare da mentori ad altri critici letterari (giovani, esordienti). Forse si potrebbe avviare il genere del “critico esordiente” accanto a quello dello “scrittore esordiene”. D’accordo, ma poi, tutti questi critici, dove li mettiamo? Si puo’ pensare di romuovere luoghi di critica, che non siano le testate giornalistiche nazionali, tradizionali, dove lo spazio e’ quello che e’, e le logiche sono quello che sono, dove questi giovani critici possono comunque occupare posizioni di prestigio, che conferiscano autorevolezza. Come una specie di Nazione Indiana fata solo da critici letterari. E poi, forse, anche appoggiarsi di piu’ ai giovani studenti universitari avviando la pratica di assegnare a loro lo studio di un’opera nuova, proprio una novita’ nelle librerie, facendoci sopra una tesina, uno studio approfondito, poi pubblicato on-line.
a marco,
“ma poi, tutti questi critici, dove li mettiamo?”
io riformulerei la domanda materialisticamente, ma poi tutti questi critici “come li paghiamo”? All’università, a parte pochi eletti, gli altri vivono nel precariato, e hanno poco tempo per fare scappatelle sulla letteratura vivente, ne va della loro carriera di novecentisti seicentisti medievalisti.
Sui giornali i giovani e preparati critici militanti non li vuole nessuno, neppure libero, che vuole possibilmente i migliori nomei della letteratura di sinistra.
Detto questo, per una volta un bel convegno, con belle teste, che fa tirare il fiato quanto al destino della critica universitaria.
Andrea, a Tortona si racconta che una volta Don Orione avesse bisogno di dieci milioni di lire per i suoi istituti, e che mentre li cercava, uscendo per istrada una macchina si e’ fermata e gli ha consegnata una valigetta piena di soldi. Intanto incrementiamo il numero di critici letterari, e poi… magari un giorno per strada una macchina si fermera’ anche per loro.
Proprio in questi giorni il portavoce dei letterati indu convenuti al concilio generale vedantico che si svolge ogni quattrocento anni a Benares sottolineava la trepidazione con la quale le scuole braminiche guardano alla sofferenza, agli sviluppi e agli esiti della letteratura narrativa di lingua italiana, sarda e friulana. Namaskar al convegno.
Pochi post fa, Celati ha scritto: “Le tonnellate di romanzi buttati sul mercato sono tutti una ripetizione delle ultime furberie per infilare la strada del successo”. Da cui si dedurrebbe che non c’è più bisogno di critici, né tampoco di convegni.
ma neanche di romanzi. nè di romanzieri. nè di ex celebrità. per dire.
a Marco C
ma vuoi vedere che è la stessa macchina che ha consegnato una valigetta più pasciuta al giovane Silvio quando si chiedeva come trovare i soldi per realizzare milano 2?
Andrea, l’uso che Don Orione ha fatto di quei soldi, pero’, e’ un po’ diverso! No?
Un buon convegno a Palermo. Non se ne vedevano così da tempo. Io sarò in prima fila. Spero di riuscire a scrivere dopo una relazione della giornata perché mi sembra proprio un momento epocale.
L.
molto bello!