BLITZ – LA STORIA DALLA PARTE DEL NEMICO: CRAXI RILEGGE TANGENTOPOLI E MANI PULITE
Progetto PPP presenta
Blitz
Teatro Ringhiera, Via Boifava 17, Milano
dal 18 al 28 marzo
Orari: serale 20h45, pomeridiana 16h00, domenica 28 marzo 20h45
Ingresso: € 1
A dieci anni dalla morte di Craxi viene presentato al teatro Ringhiera di Milano, in via Boifava 17, ospitato dalla compagnia Atir, Blitz, studio teatrale sugli anni di Tangentopoli e Mani Pulite, scritto da Letizia Russo e diretto da Cristina Pezzoli, in scena dal 18 al 28 marzo.
In scena, tra gli altri personaggi, ci sarà una trasfigurazione di Bettino Craxi che dall’oltretomba racconta la sua verità.
L’adesione al punto di vista del nemico è il principio fondativo di Blitz e del progetto PPP che l’ha generato, nella prospettiva di una ricerca teatrale e storica che restituisca la complessità degli eventi che hanno attraversato la storia italiana.
Lo studio, che conta sulla partecipazione straordinaria di Antonio Tarantino in veste di attore, coinvolge 23 attori in scena, tutti parte del progetto PPP.
Nato tre anni fa, PPP coinvolge più di cinquanta persone, occupate in professioni artistiche e no. La ricerca teatrale in Italia non ha cittadinanza nelle dinamiche di produzione dei teatri. Per scelta, quindi, PPP si è costituito come progetto indipendente e autofinanziato.
Il biglietto per Blitz ha il costo simbolico di 1 euro.
Iniziato nel 2007, il percorso del progetto si è sviluppato per tappe laboratoriali e approfondito studio teorico, agendo come movimento di esplorazione su vari fronti della realtà, sia attraverso scambi con personalità della cultura come Nanni Balestrini, Alberto Maria Banti, Eraldo Affinati, Antonio Scurati, Luca Rastello, ma soprattutto di contatto diretto con la gente per la strada, con incursioni teatrali non dichiarate, e un’azione mirata sul contesto sociale e storico delle città toccate dal progetto.
Per questo PPP, attraverso Blitz, nel periodo di permanenza presso la compagnia Atir al Teatro Ringhiera, affronterà la storia di Tangentopoli e Mani Pulite: la ferita di quegli anni in questa città è ancora sanguinante.
Il 13 marzo, nell’incontro A che punto è la notte?, si è avviata una riflessione con il coinvolgimento di persone dirette protagoniste, da fronti opposti, degli eventi di Mani Pulite: insieme a Gherardo Colombo e Giuliano Spazzali (ex magistrato il primo e difensore di Sergio Cusani al processo Enimont il secondo), Piero Colaprico (giornalista, inventore del termine Tangentopoli), Luigi Zoja (psicanalista, presidente dell’Associazione junghiana mondiale) Marianella Sclavi (antropologa esperta di gestione creativa del conflitto) e Costanzo Preve (filosofo), si sono incontrati in un dialogo lontanissimo dalle dinamiche televisive, per riflettere su quegli anni nell’esposizione di posizioni anche inconciliabili.
Blitz , che è lo sviluppo artistico dello studio compiuto in questi anni, cerca di restituire la complessità delle posizioni senza giudizi ideologici su nessuna delle parti in causa. Anche quando si tratta dello spettro di Bettino Craxi.
Il coinvolgimento, tra gli altri, del filosofo Costanzo Preve mi induce a credere che l’argomento “Tangentopoli” verrà sviluppato secondo la complessità delle dinamiche politiche, oltreché giudiziarie, che merita. Perché la drammaticità degli anni di Tangentopoli induce a una riflessione ben diversa dalla favoletta che ci è stata venduta di “sono arrivati i puri e duri che hanno castigato i malfattori”. Difatti in quegli anni sono più interessanti politicamente le ombre che ancora restano che le luci gettate dai riflettori dei “poteri forti” e dagli eventi giudiziari che hanno illuminato solo una parte della faccenda. Qualche interrogativo tra gli altri: perché, dato che il sistema di corruzione politico-imprenditoriale era una caratteristica endemica del “sistema Italia” (non molti anni prima, in occasione dello scandalo Lockheed, il partito dominante era così arrogante e sicuro di sé da dichiarare che non si sarebbe fatto processare dalla piazza), solo a partire dal ’91-’92 è scoppiato il bubbone della corruzione? Proprio quando, cioè, con l’implosione dell’Unione Sovietica, era divenuto obsoleto e non più corrispondente alla nuova conformazione monopolare del mondo il sistema dei partiti politici che aveva assicurato l’inclusione e la subordinazione dell’Italia all’alleanza occidentale, e si aveva bisogno di un nuovo sistema partitico e politico all’altezza del nuovo assetto mondiale unipolare. Non credo che un pool di magistrati da sé solo sia riuscito in poco tempo a fare quello che fino ad allora decenni di lotte politiche non erano riusciti a fare, ossia possa esser riuscito a liquidare il sistema politico-partitico al potere che aveva il più alto consenso elettorale, che era passato indenne attraverso scandali e vicissitudini politiche di non poco conto per 45 anni, non senza un qualche “aiutino”, sia interno (settori importanti della finanza e dell’industria italiana), che esterno (la cosidetta “manina d’oltreoceano”). Non a caso settori e apparati politici, altrettanto coinvolti nel sistema di corruzioni, e consapevoli di questo, erano stati toccati solo marginalmente dal ciclone tangentopoli, e avevano mantenuto pressoché intatta la loro “gioiosa macchina bellica”. In questo senso, l’entrata in campo di Berlusconi fu un vero e proprio imprevisto, che ha spiazzato chi credeva che i giochi fossero fatti. E queste ombre ce le stiamo trascinando fino ai nostri giorni, e complicano e offuscano l’attuale panorama politico. C’è ancora tanto marcio nel regno di Danimarca.
La discesa in campo di B. un imprevisto che scompiglia i piani macchiavellici dei ‘poteri forti’…
Quando mi capita di sentir parlare di ‘poteri forti’ da gente che sostiene che B. non ne fa parte mi chiedo sempre se sia malafede o ignoranza. In verità me lo chiedevo una volta, ora so che si tratta sia di malafede che di ignoranza…
Il problema vero dell”impegno’ dei letterati è questo: come riuscire a parlare dell’Italia d’oggi senza finire nel solito gioco di accuse e controaccuse stereotipate che uniforma qualsiasi discorso a due set di luoghi comuni fissi…
Sascha,
se leggi meglio il commento, non mi fai dire cose che non ho detto, perché sarebbe assurdo (oltre che in malafede) sostenere che Berlusconi non faccia parte dei poteri forti, mediatico-industriali. Però spero che tu ammetterai che anche prima del ’92 esistevano “poteri forti”, e a quelli mi riferivo. La berlusconite è una brutta malattia, che fa vedere il Male concentrato su un’unica persona, e onnubila ogni analisi politica meno superficiale. E mi sa che la berlusconite ormai ce la terremo anche dopo la scomparsa fisica e politica dello psiconano. Cmq, per concludere, sono la parte in ombra di questi poteri forti (tra l’altro espressione pleonastica, perché il potere è già forte di per sé), le loro contraddizioni e i loro contrasti, l’aspetto interesante di tutta la faccenda. E pare che il cavaliere non li controlli tutti (dai servizi a quelli d’oltreoceano).
Dopo aver adombrato il piano dei ‘poteri forti’, compreso quelli d”oltreoceano’ veniamo informati che
“In questo senso, l’entrata in campo di Berlusconi fu un vero e proprio imprevisto, che ha spiazzato chi credeva che i giochi fossero fatti.”
Perciò intendi dire che di quei poteri forti B. non faceva parte.
E’ la versione che circola fra gli intellettuali di destra, dal Foglio a Casapound, e la si considera per quel che vale, cioè una versione di partito.
Se uno ha dei dubbi su una versione dell’avvento di B. tutta in chiave di criminalità, corruzione, fascismo, mafia, tivù spazzatura e crisi della democrazia non vuol dire che si deve bere la storia di B. che difende eroicamente l’Italia dal complotto demoplutogiudaicomassonico…
[…] un esperimento coraggioso, il Blitz effettuato al Teatro Ringhiera dall’Associazione PPP sotto la guida di Letizia Russo e Cristina […]