…e i francesi che si incazzano!
Le Canard enchaîné du 24/02/2010 1)
(traduzione di effeffe) A 91 anni, salta fuori l’ex giornalista d’estrema destra François Brigneau . Dimenticato da tutti, torna alla ribalta grazie a un tale chiamato Jean François Platet, nuovo proprietario delle éditions Baleine che ha appena ripubblicato il suo romanzo “Paul Monopaul” con il nuovo titolo ” Bisogna accopparli tutti”. L’opera, scritta a Fresnes nel 1947 dove l’autore era stato imprigionato a causa del suo arruolamento nella Milice, è un Polar dalle stesse tonalità delle idee del suo autore, eppure Platet lo considera come un capolavoro! Immediatamente, uno degli autori faro della casa editrice, Didier Daeninckx è insorto contro la pubblicazione di Brigneau presso un’edizione a vocazione antifascista. Di colpo altri quaranta autori vogliono annullare il loro contratto con l’editore… dei librai hanno rispedito al mittente il libro di Brigneau. Jean François Platet, editore che si dice “affranto” e “avvilito” da queste reazioni, precisa : ” a titolo personale non sono un fascista, ma a titolo professionale detesto la censura” E a titolo d’editore altre buone idee in vista?
Nota
Serge Quadruppani nel suo blog insorge a sua volta contro Didier Daeninckx soprannominandolo Didier Dénonce.
- Le Canard enchaîné (trad. L’anatra incatenata è un settimanale satirico francese, che esce ogni mercoledì. Fondato il 10 settembre 1915 da Maurice Maréchal, Jeanne Maréchal, e Henri-Paul Deyvaux-Gassier, è uno dei più rispettati e antichi giornali francesi nonostante il suo tono, molto spesso umoristico.(fonte wikipedia) Per certi versi, l’impaginato, assomiglia al Foglio, per altri, la satira, a Libero.(ndt↩
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Ma sti vecchiacci nazisti quanto sono longevi!
Mi fido di Didier Daeninckx. Lo stimo, come uomo e come scrittore.
Forlani, ma che modo di informare è mettere un link e dire che Quadruppani “insorge contro Daeninckx”, senza alcuna spiegazione, facendo intendere che Quadruppani difenda la scelta di pubblicare un vecchio nazista, quando invece Quadruppani difende se stesso tirato in ballo a sproposito per l’ennesima volta. “Insorge contro Daeninckx”, e nessun riferimento al fatto che lo stalinista Daeninckx è ormai da anni screditato e ritenuto un calunniatore a tempo pieno, ossessionato da Quadruppani che secondo lui sarebbe strumento di un complotto fascista e negazionista. Quadruppani nel corso degli anni ha avuto la solidarietà di decine e decine di colleghi scrittori. Sul suo blog per l’ennesima volta ricapitola con pazienza i termini della questione.
Affranchi, guarda che conosco assai bene Serge e sull’affaire Daeninchx sono dalla sua parte. Ho messo il link al suo pezzo (dove peraltro dice e scrive le cose che io e te sappiamo) proprio per “sospendere” la naturale divisione in buoni e cattivi che si evinceva dall’articolo del Canard. Platet rileva la baleine ( la casa editrice fondata da Jean Bernard Pouy e dallo stesso Quadruppani ospitando la serie anarco- libertaria del Poulpe) e pubblica un suo antico amore ( ero uno dei testimoni al matrimonio- della moglie, bien evidemment- del citato editore e questa storia la sapevo da almeno una decina d’anni). Un autore di cui si può cogliere la nazistitudine dal link che ho messo a lui e alla parola Milice che non corrisponde ai nostri repubblichini ma a delle vere e proprie SS francesi durante l’occupazione. Che si faccia capo rivolta Daeninckx, ci fa capire come battaglie giuste rischiano l’effetto contrario se i propri portavoce come viene giustamente ricordato da Serge sono degli stalinisti di primo grado. Il fatto poi che tutto ciò accada mentre ci si interroga, anche qui su NI, sulla responsabilità degli scrittori, mi sembra esemplare, no? comunque stavo per scrivere a Serge per avere un suo contributo. effeffe
Ringrazio effeffe per il vincolo che mantene con la letteratura francese;
sono cosi presa dal tempo che non ho seguito la vicenda.
Non conoscevo nemmeno F Brigneau.
Francese, e con la memoria stampata del mio paese nel mio cuore, con la memoria
della mia famiglia che ha conosciuto l’Occupation, ma non ha vissuto nella sua pelle l’inferno des camps o la tortura, famiglia francese come
tante, senza eroisme, senza collaborazione, ma prigioniera del dolore, del peso, della paura, con questa memoria, il solo fatto di leggere “Milice” mi dà la nausea.
E vedo tutta la differenza quando tu parli con un’ idea o con un’emozione.
In quanto a la libertà di scrivere, ho il desiderio che ciascuno possia scrivere, difendere un’idea anche nauseabonda.
Ma in questo caso preciso, non posso. Non voglio censura, ma non leggero il suo romanzo.
Se fosse scrittrice nella casa editrice, non annullerei il contratto, ma farei tutto per combattire il libro, forse scriverei un pamphlet, e finalmente metterei l’editore davanti a una scelta: rompere il mio contratto o quello
di F Brigneau.