Ho perduto la memoria
Ho perduto la memoria
sopra un libro di storia
negli archivi di Stato,
tra le glosse, i manoscritti
e gli altri resti del passato.
L’ho perduta e me ne sono ricordato.
Però prima
di sapermi commemorato
in qualche regia università
dove pure avrò insegnato
ti volevo far vedere
quella roba che scrivevo
e che forse sapevi già.
Molto diversa, è vero,
dalle cose che adesso ti scrivo
ma volevo sentirlo, il tuo parere.
Così domenica, nel vivo
di un pomeriggio passato a dirlo
io li ho presi quei fogli diversi
e vedendoli più vuoti di una stiva
ho pensato che il tempo passato
dura il tempo di farti cambiare.
La memoria, invece, rimane uguale
e si fa collettiva. Così, adesso,
adesso inizio a ricordare:
l’ho perduta su un libro di storia
negli archivi di Stato
l’ho perduta perché è lei, a dimenticare.
Acuminata è questa poesia. Complimenti, caro Rovelli.
Noi siamo ciò che “ricordiam”.
Ti dedico questi mei versi per rinnovare il “vizio della memoria”.
Memorie
… Rieccole lente,
Tenaci cigolanti tiranne
che amano.
Amano tornare resti e
quiete desiderano rimanere
tiepide derelitte testimonianze.
Rimanere rette,
rassicuranti e candide.
Candide eppure torbide.
Deliquio quieta!
Ostinato torto torci!
PVita
Acuminata è questa poesia. Complimenti, caro Rovelli.
Noi siamo ciò che “ricordiamo”.
Ti dedico questi mei versi per rinnovare il “vizio della memoria”.
Memorie
… Rieccole lente,
Tenaci cigolanti tiranne
che amano.
Amano tornare resti e
quiete desiderano rimanere
tiepide derelitte testimonianze.
Rimanere rette,
rassicuranti e candide.
Candide eppure torbide.
Deliquio quieta!
Ostinato torto torci!
PVita
Adoro questa poesia di Marco montaliana, circolare e chiusa. Conoscevo la prima parte ma non immaginavo che, nel finale, tutto sarebbe tornato. E’ una specie di “Casa dei doganieri” però non intimista, ma che si fa “collettiva”, sociale e “storica”. Qui non basta archiviare per ricordare. La rimembraza non è solo una faccenda individuale; è la stessa memoria che si fa dimenticare.
Grazie Pasquale, ma i complimenti devi farli a Marco Mantello che ha scritto la poesia :-)
Certo, è un poeta che non conoscevo. A te per la proposta. A lui, quale autore, complimenti doppi.
“L’ho perduta perché è lei, a dimenticare”. Verso chiave. Di chiusura, appunto. Questi versi mi hanno rimandato a Borges.
Grazie ancora.
PVita
Ringrazio i commentatori per i complimenti, davvero. Per me uno dei temi di fondo, in questa poesia abbozzata dieci anni fa nella sua prima stesura, dimenticata, ritrovata e conclusa la settimana scorsa, resta quello dell’identità.
Siamo anche quello che ricordiamo, concordo con il commento di Pasquale Vitagliano. Però ecco dirò una banalità ma a me pare che con il passare del tempo ‘si cambia’, eppure ‘si resta uguali’. E’ in questa sorta di ossimoro che si inserisce la ‘memoria collettiva’, il suo divenire ‘di massa’. Come in un percorso parallelo nelle propria testa, si sovrappone, questa memoria, alle esperienze individuali (e al ricordo delle esperienze individuali), le doppia e nel doppiarle si fa senso comune, ‘normalità’. Può essere distruttiva questa memoria, mangiarsi tantissime cose ‘vissute’, rinchiuderle in faldoni, archiviarle sotto forma di ‘cronaca’, o di ‘fatti storici’ il che spesso è lo stessa cosa. La ‘memoria collettiva’ può espropriarti, in qualche modo, della tua vita reale e della sua estensione nel tempo.