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La terra dei cachi

riflessione notturna di Gianni Biondillo

In questi giorni di furibonde discussioni sulla legittimità o meno di credere che il senso di appartenenza ad uno schieramento politico-culturale sia obbligo morale o farragine del secolo scorso, in questo paese dove l’inciucio pare regnare supremo, dove “destra o sinistra sono tutti della stessa pasta”, del “Italia sì Italia no, se famo du spaghi”, del “volemose bbene”, de “la cultura non ha colore”, etc. etc., fortunatamente ci pensa la politica locale, quella di un consiglio comunale della grande metropoli padana, a rammentarmi, laddove l’avessi dimenticato, da che parte stare.
A Pieve Emanuele, periferia sud di Milano, l’alata discussione consiliare viaggia su livelli iperuranei. Per fare un esempio: a detta del capogruppo di Alleanza nazionale -PDL, “Saviano e Cavalli fanno business a spese nostre, visto che la scorta è pagata dai contribuenti”, anche per questo è giusto negare loro la cittadinanza onoraria.
Per saperne di più, qui.
Per riascoltare il vero inno nazionale italiano, qui.

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44 Commenti

  1. Leggendo mi dicevo: che stronzi questi di Pieve Emanuele! Come si può negare la cittadinanza onoraria a persone che “hanno coraggiosamente denunciato le attività criminali della malavita organizzata”? Arrivo al fondo dell’intervento linkato e mi accorgo che è scritto dalla sezione locale del PD … E allora mi sono chiesto: forse la parte per cui parteggia Biondillo è il PD … O almeno così ne deduco, semplicemente applicando la logica, dal post. Qui m’è sorto un dubbio. Ho cambiato regione, scendendo più a sud. Saviano chiese, nell’articolo “La camorra alla conquista dei partiti della Campania”, pubblicato anche su NI, di azzerare tutto. Ebbene, il PD non ha azzerato niente, ha perpetuato le sue schifose ambiguità e arriva a proporre l’inquisito De Luca alla Regione … Io mi dico, tra me e me, che c’è qualcosa che non quadra, in questa discussione; qualcosa di molto profondo … Ho come l’impressione che l’unico esito di questa infinita discussione partita dall’affaire Nori-Libero si ridurrà a un invito a votare centro-sinistra … Pessimismo, pessimismo cosmico …

    sp

  2. 1) Qualcuno piu’ volte in passato ha sollevato dubbi sulle Primarie in Campania e Calabria. Regioni che sono state decisive per l’elezione di Bersani alla segreteria del PD.
    2) Avrei difficolta’ a pensare al PD come ad un partito della sinistra europea.
    3) Ho difficolta’ a ritenete Saviano un intellettuale di sinistra.

    4) Anche diversi ministri leghisti sono sotto scorta. Oltre ad incassare stipendi e rimborsi spese al di fuori di ogni decenza democratica, sono dotati di una scorta a causa delle oscenita’ che tutti i giorni impunemente gridano in tv o sui giornali.

  3. Gianni Biondillo, grazie… Anche perché ho conosciuto Giulio Cavalli a seguito di un tuo post e così ho iniziato a seguirlo.
    E niente, ormai siamo qui, di giorno in giorno, di ora in ora, in uno stato quasi allucinante. In cui uno si dice: ma no, sto sognando… E rimanere desti – tra così tanti e ravvicinati sogni allucinanti – è veramente difficile. Soprattutto pensando: ma è inutile, siamo su Internet! Se è vero che la maggioranza degli Italiani va a votare facendosi un’idea solo guardando la televisione e non leggendo.
    Ci vorrebbe un assiduo volantinaggio (a) porta a porta?
    E’ una battaglia davvero “persa in partenza”, ma proprio per questo non si può, non si deve, mollare.

    Per i lettori che magari ancora non lo avranno letto, lascio il seguente link (“Ennesimo preoccupante segnale per l’impegno politico di Giulio Cavalli candidato IDV):

    http://www.giuliocavalli.net/politica/2010/01/27/
    ennesimo-preoccupante-segnale-per-l%E2%80%99
    impegno-politico-di-giulio-cavalli-candidato-idv/

  4. sp,
    a me del PD non me ne fotte una cippa. Non è quello il punto per me. Ragionare per dietrologie partitiche è molto da terra dei cachi.
    Qui ci sono due cittadini italiani (e non me ne fotte un cazzo in quale schieramento vengono posti) che vivono sotto scorta. Parlare di business è miserabile.

  5. Segnalo inoltre un articolo di Nadia Urbinati, “Il dispotismo all’Italiana”.

    PS: l’articolo, come si vede, è stato pubblicato da La Repubblica, un quotidiano – secondo qualcuno se non ho capito male – “solo un po’ più sofisticato” di Libero (“solo un po’ più rozzo”).

  6. stanotte ho sognato carmelo bene. stamattina sono andato a comprare ‘annus horribilis’ di giorgio bocca. adesso sto pensando, ed è strano perché in genere gli italiani non pensano o fingono di farlo riciclando le solite lamentele ironiche, l’unico modo per cambiare è uno sterminio o un suicidio di massa, sì, perché è scritto nella genetica: se nasci italiano non puoi morire non mafioso. e la mafia non è solo camorra ecc ecc mafia è anche…. anche…. la mafia è come l’aria che respiriamo. dovunque. anche nelle pieghe dei pixel di internet. guardiamoci allo specchio e sputiamo allo specchio: è l’unico buon esercizio di autocritica possibile. :))

  7. E più si scende giù, oltre quella linea della palma immaginata da Sciascia e che ormai è linea di confine dell’Italia intera, più aumenta questa sensazione di straniamento, di allucinazione. Che non è di destra nè di sinistra, o meglio, riguarda comportamenti, modi di pensare, bassezze, porcate, che sono proprie del Pdl come del Pd e di tutto quello che passa in mezzo e intorno. A Trapani si rifiuta la cittadinanza onoraria ad un Prefetto, Fulvio Sodano, oggi gravemente ammalato, che si battè contro la mafia per evitare che una ditta, la Calcestruzzi Ericina, confiscata alla mafia, tornasse in mano ai boss. A Marsala, un anno fa, la Prefettura disse al Comune di Marsala che per intestare una piazza a Peppino Impastato era necessario vedere prima il curriculum.

  8. Quale destra e quale sinistra, scusate? In Italia c’e’ un partito che possa autenticamente dirsi ispirato agli ideali della destra europea? In Italia c’e’ un partito che possa autenticamente dirsi ispirato agli ideali della sinistra europea?
    Ma soprattutto… In Italia oggi c’e’ una dialettica politica che possa autenticamente definirsi democratica?

    Senza contare che le cittadinanze onorarie o le intestazioni di strade o di piazze, all’interno del nostro sistema profondamente colluso, potrebbero avere anche un risultato grottesco.

    Che Saviano poi faccia i milioni con la sua attivita’ di denuncia e’ innegabile. Non stiamo parlando dell’industrialotto che si ribella al pizzo. O del cittadino che denuncia il suo strozzino. Senza contare che migliaia di giovani espatriano in una sorta di auto-esilio.

    Davvero poi qualcuno crede che il problema principale del nostro paese siano le attivita’ economiche della camorra? Il nostro principale problema e’ che siamo un paese a sovranita’ limitata. Tutto il resto ne e’ la conseguenza.

  9. Saviano ha richiamato l’attenzione su un tema importante, ma non dimentichiamo che è pur sempre un autore pubblicato da un editore di massa, quindi è anche lui un personaggio costruito. Purtroppo non c’è solo la classe politica da rigenerare, ma ancora di più quella intellettuale. L’unico grande intellettuale pubblicato da grandi editori è Massimo Fini, non me ne vengono in mente altri, se non rovistando fra le pubblicazioni di piccoli editori…

  10. Mi permetto di intervenire. Vorrei dire innanzitutto due parole sull’appartenenza alla destra o alla sinistra (metto subito in chiaro: mi considero di sinistra) e sulla preliminare necessità di stabilire cosa sia la destra e cosa sia la sinistra. Personalmente considero “destra” quella visione che, muovendo da posizioni liberali (cioè volte ad aumentare gli spazi di libertà e di diritti dell’individuo), crede di ravvisare in un ridotto livello di intervento diretto dello stato nell’economia la ricetta per garantire a tutti di vivere bene in una società democratica. Considero invece sinistra quella visione, che partendo dalle stesse aspirazioni liberali di giustizia ed equità, ritiene necessario garantire un livello di intervento statale, volto ad assicurare la redistribuzione delle ricchezze ed il sostegno delle fasce meno deboli. Non dico nulla di nuovo, intendo; è la scoperta dell’acqua calda: le cose sono queste in moltssimi paesi del mondo, con una destra liberal-liberista ed una sinistra liberal-socialista.

    A differenza di altri paesi, l’Italia non ha mai conosciuto una destra e una sinistra normali. La destra italiana del dopoguerra ha sostanzialmente rappresentato la continuazione ideale dell’esperienza fascista. Il grosso della sinistra italiana, l’allora PCI guardava come riferimento principale, pur nella franca critica di alcuni, all’URSS. Entrambe le esperienze di riferimento sono accomunate dall’essere autoritarie. Esse rappresentano entrambe l’incarnazione dello stato idealista, nel quale non si danno cittadini, ma rotelle del meccanismo. E se volete non è forse un caso che finito l’autoritarismo fascista l’Italia si sia data il più grande PC dell’Europa Occidentale.

    E allora quale è il problema? La stragrande maggioranza degli italiani ama l’autoritarismo deresponsabilizzante a discapito della più costosa libertà (costosa in termini dell’onestà intellettuale richiesta, suo prerequisito). L’Italia è una società conformista. E chi non è d’accordo con il modus vivendi imperante si arrangi.

    Per questo la nostra cultura è anche permeabile alle minacce della mafia, che per definizione è autoritaria e si basa sul silenzio omertoso, cioè sulla rinuncia definitiva all’uso dello spirito critico.

  11. la logica di Agares mi affascina:

    Saviano è pubblicato da un editore di massa
    QUINDI
    è un personaggio costruito.

    Ne dovrebbe conseguire che:

    Massimo Fini è pubblicato da un editore di massa
    QUINDI
    è un personaggio costruito.

    Ma per Agares nel caso di Fini non è così.

    In un sistema di logica dicotomica dichiarare vera una affermazione e pure la sua negazione presenta una evidente contraddizione.
    Ma nel paese dei cachi la logica è fantasiosa, creativa e opportunistica.

  12. nel paese dei cachi la logica è fantasiosa, creativa e opportunistica

    infatti se un extracomunitario violenta una donna italiana non è stupro etnico, ma è colpa del genere maschile che vuole opprimere le donne…

  13. Ma no, Helena… in un paese di latin lover quello è un legittimo sfogo pulsionale.
    (Cantiamo tutti in coro: “Papaveri e papi, la donna cannolo, una lacrima sul visto: Italia sììì, Italia noooo!” etc.)

  14. Gertrude
    l’articolo, come si vede, è stato pubblicato da La Repubblica, un quotidiano – secondo qualcuno se non ho capito male – “solo un po’ più sofisticato” di Libero (“solo un po’ più rozzo”)

    gentile gertrude, mi sembra di aver usato io i termini rozzo e sofisticato, ma NON CERTO nel senso interpretato da lei ;-)
    Repubblica è un giornale non esente da difetti (alcuni anche grandi), ma è un ottimo giornale, Libero è un rozzo e inutile assemblaggio di carta e parole in cui io non incarterei neppure il pesce.
    Io compro e leggo repubblica tutti i giorni insieme al manifesto mentre NON ho mai comprato né letto libero … quindi il suo spirito sagace è fuori luogo, ho solo detto che a volte c’è una forma di censura (o autocensura indotta) anche se più sofisticata nei giornalisti dei giornali che noi leggiamo più di quanto non avvenga (nella pagina letteraria naturalmente) in giornali rozzi come libero e altri ;-), malgrado questo io leggo repubblica e manifesto, però non mi sogno (o meglio non mi sogno più) di giudicare chi scrive su altri giornali che io NON leggo, tutto qui. Non mi sogno ora … perché in passato in una discussione, proprio in questo blog, sono stata così spocchiosa da giudicare berardinelli per il suo scrivere sul foglio, anzi credo di aver usato allora la stessa sicurezza e supponenza che usa lei ora. Credevo ci si potesse contagiare e credevo di aver ragione a pensarlo! … capita … ero così convinta di avere ragione che non avevo più letto berardinelli (che prima stimavo e leggevo su Diario [che non era quello di deaglio)] da quando era andato al foglio, ho ricominciato a leggerlo dopo le cavolate che avevo detto qui e … in effetti da allora sono convinta che non ci sia alcun pericolo di contagio né di infettarsi … ad essere berardinelli naturalmente, altri è capace che si possano infettare anche sul giornalino scolastico, o magari auto-infettarsi per partenogenesi … Oggi sono dell’opinione che ognuno scriva dove vuole e crede meglio, e soprattutto dove può, il mio giudizio duro verrà solo dopo, su quello che scrive.

  15. a quando il quarto post sulla correttezza o meno di scrivere su questo o quel giornale? gli intervenuti pare si siano copioincollati saltando dall’uno all’altro dei post entrando nella discussione in un certo modo ed uscendo esattamente come sono entrati. cui prodest? a chi vuole capire no di sicuro, ma nemmeno agli estensori di così tanti commenti. ah, il confronto, già.

  16. più che di confronto (che non mi sembra ci sia, nè ci sia stato) sembra che per ogni commento che uno scriva debba poi giustificarsi con una serie infinita di altri commenti … diciamo che c’è uno scambio sovrabbondante che gira sugli stessi commenti, una specie di metacommento infinito :-).
    pensavo che prima o poi (qui o altrove) qualcuno avrebbe toccato davvero il cuore del problema … ma avevo sopravvalutato la discussione ;-), in realtà è stata una mega-chattata … giornali compresi.

  17. Che vergogna: ” Saviano e Cavalli fanno business a spese nostro,
    visto che la scorta è pagata dai contribuenti.”

    Chiedete perché autori, artisti, giornalisti, anime belle sono costretti
    a vivere in prigione, senza potere vivere una vita lieta, respirare,
    prendre un caffè con amici, a fare una passeggiata.

    Invece si deve scrivere : La camorra fa business a spese nostro.

  18. OT

    Gentile Georgia,
    nonostante il mio virgolettato non mi riferivo a lei precisamente (altrimenti avrei scritto il suo nome e avrei usato i suoi termini esatti), quanto a un’idea che mi sembra abbastanza diffusa e che mi era sembrata emergere dalla discussione cui lei si riferisce. Idea che mi sembra ancora la stessa che (ci) passa la televisione durante i dibattiti politici e che una parte, quella che sta al governo, soprattutto vuol far passare: quasi sempre – nella confusione che fa comodo – riuscendoci.

    Detto ciò, potrò avere senz’altro inteso male. Anzi, me lo auguro.

    Lei scrive: “Repubblica è un giornale non esente da difetti (alcuni anche grandi), ma è un ottimo giornale, Libero è un rozzo e inutile assemblaggio di carta e parole in cui io non incarterei neppure il pesce”.

    Bene (anche se – “supponente”? – lo supponevo: leggo il suo blog), però non posso non notare che uno scrittore che lei stima le è indifferente che scriva su un quotidiano per lei “ottimo” o su “un assemblaggio di carta”, nel quale lei stessa neppure incarterebbe il pesce. Questa che considero una sua contraddizione, naturalmente penso anche che sarà ben libera di tenersela stretta così com’è e per tutto il tempo che le parrà.

    Sempre riguardo a Nori (o a qualsiasi altro scrittore che collabori “con leggerezza” di questi tempi a Libero e Giornale).

    Ecco. Penso di avere il semplice diritto, mi pare, come lettrice, di scegliere di non farmi prendere “per i fondelli”, più o meno “strepitosamente” (cfr. Dotti, il manifesto), da uno scrittore.

    Considero già più che sufficiente l’essere presa per i fondelli, qui sì “strepitosamente”, dai politici che attualmente mi governano.

    La saluto cordialmente

  19. @ véronique vergé

    Credo che Saviano e Cavalli abbiano preventivato questo, non credi?

    A me stanno pero’ piu’ a cuore le anime belle che volontariamente espatriano in una sorta di auto-esilio. Ce ne sono tante. Migliaia. Ogni anno. Forse non venderanno milioni di copie, ma sono il paese reale. Quello che se ne va. E che non ha avuto voce. Il solo che avrebbe potuto combattere un paese profondamente mafioso come quello italiano.

  20. Ama,

    Che porta un nome bellissimo.
    Mi chiedo perché esiliati hanno più meriti:
    c’è lo stesso nemico: organisazione criminale.
    Appunto uno scrittore che ha successo dà voce
    a quelli che partono nel silenzio.

  21. Solidarità anche a quelli che sono in esilio
    nel propio paese perché hanno scritto, creato,
    parlato.

  22. lei è liberissima di non farsi prendere per i fondeli da nessuno, tutti nel nostro piccolo cerchiamo di farlo (anche se è sempre più difficile perchè non si sa più bene chi ci prenda cosa), il fatto che io stimi nori è del tutto secondario, anzi semmai dovrebbe addolorarmi di più che scriva su un giornale che detesto, il discorso però è un po’ più complicato … ma siccome l’ho già detto evito di fare un ulteriore metacommento.
    la saluto pure io cordialmente :-)

  23. @ VV

    Certo, solidarieta’ a quelli che vivono in esilio nel proprio paese. E agli scrittori di successo che danno voce a quelli che partono in silenzio.

    Se sei giovane, tu credi che sia meglio restare in un paese in cui non ti riconosci o espatriare? Mi piacerebbe tanto sapere cosa ne pensi tu che sei cosi’ squisitamente pura.

  24. OT

    (Georgia, a presto rileggerla.
    Lucy: le faccio notare che lei si è frapposta in modo inutile già due volte in un chiarimento – per quanto OT, del quale mi scuso, ma domandare è lecito e rispondere è cortesia – fra Georgia e me. E per dire cosa? Che la questione Nori, Libero ecc., non è per lei degna di discussione e/o che qui gli si è data troppa importanza. Bene. E allora?
    A quando un suo terzo commento, in cui magari inizi col dire altro, magari sull’argomento qui postato da Biondillo? Apriamo le finestre. E le apra lei, se le vuole aprire, abbia pazienza).

  25. @ Gertrude
    le variazioni sul nick di Gertrude fanno precipitare i commenti nell’antispam. Dovremmo averli tirati fuori dal cestino tutti, ma ferma la furia onomastica! :-)

  26. @AMA
    “Tutto il resto” è la causa per cui siamo un paese a sovranità limitata.
    Altrimenti detto : il fatto che siamo un paese a sovranità limitata è la conseguenza di “tutto il resto”.

  27. la “purezza” di véronique vergé ha un alcunchè di cartesiano. Poche , semplici ed efficacissime parole…ma, parafrasando biondillo con elio &le storie tese, nel “paese dei cachi” suonano “banali”.
    Santa banalità!

  28. gertrude, io non ce l’ho con lei di cui non capisco un ette o quasi in tutti i post. ce l’ho col fatto che passo di qua per farmi un’idea su un problema a cui tengo e vedo da circa dieci giorni solo polemiche sterili. si dice teatrino? vada per il teatrino. l’aria è mooolto viziata, comunque.

  29. @ Salvatore D’Angelo

    La VV mi disarma. Completamente.

    Che dire, forse un giorno bisognera’ riflettere sulla deportazione sistematica dei giovani dissidenti italiani. Da regione a regione. Da stato a stato. A secondo del loro grado di dissidenza.

  30. @ Biondillo

    Ovviamente io me ne fotto che non sia stata data la cittadinanza onoraria
    non-mi-ricordo-bene-di- quale-posto-in-culo-al-mondo
    a Saviano e Cavalli.
    A me fa riflettere di piu’ il fatto che alla maggioranza dei giovani cittadini italiani non sia riconosciuta piena cittadinanza.

    Buona continuazione.

  31. o come amo questa sinistra (ma posso dire sinistra, o mi si apre subito l’infecondo dibattito), che passa il tempo a farsi le scarpe come le scimmie si fan le pulci, amorevolmente, che a noi piace così
    e sicuramente me li vedo Saviano e Cavalli a preventivare (cedesi trilocale ampio terrazzo con contratto Mondadori + scorta)
    e anche queste son cose – meno drammatiche daccordo – in cui non mi riconosco, per sincerità meglio dire: non mi riconosco più

    continua @VV, a volte mi sembri come una finestra aperta…

  32. Scrivo in ritardo.

    A Ama,

    Non sono giovane: ho 42 anni, ma lavoro con bambini,
    allora forse ho una manera di vedere le cose con innocenza.
    Quando parli di partenza, c’è qualcosa che mi commuove,
    perché è il punto dolore che è il mio.

    Non sono italiana e ho avuto come progetto di lasciare
    la Francia, non per ragione politica, ma direi ragione
    intima, psicologica. E davanti alla scelata ho fatto un passo
    indietro come un granchio, perché qualcosa di mal delineato
    o la paura mi ha fatto rimanere in un paese fantasma.

    Posso immaginare l’ansia di quelli che partono, perché
    soffocano, perché non c’è più avvenire.
    Posso sentire il dolore di abbandonare una lingua, una terra,
    perché siamo sempre legati alla nostra terra natale.
    Bisogna mettere tutto il coraggio, l’energia, affrontare tutto.

    Non sono italiana e mi viene da pensare che Saviano o Cavalli
    sono a volte vittime del loro talento: perché essere artista e rappresentare una terra è un ‘sperienza bellissima e anche terribile,
    fatta di luce e di dolore.

    Mi viene nel cuore il primo amico che mi ha fatto amare
    l’Italia, il paese che aveva lasciato per venire in Francia.
    Senza lui, non avrei aperto un libro scritto in italiano.

    A Saldan,

    un abbraccio grande.

    véronique

  33. AMA,
    anch’io me ne fotto della cittadinanza onoraria. Roberto e Giulio non ne hanno bisogno (ma Pieve Emanuele forse sì, come segnale). E’ altro che mi ha irritato: la meschinità politica e umana.

  34. AMA eccomi! Ho lasciato l’Italia e ho trovato (dovuto trovare) lavoro in Francia. Eccomi, emigrato, quello a cui l’Italia non dà bla bla bla….
    Ok! Detto ciò: che c’entrano Cavalli e Saviano? Io li seguo, li leggo, non me ne frega niente se uno ha pubblicato per Mondadori e se l’altro si è candidato con l’IdV (che non ho mai votato), mi fanno schifo i discorsi del tipo: loro lo sapevano. Non lo sapevano! Secondo te Saviano sapeva di vendere i suoi 4 milioni di copie? Secondo te Cavalli dovrebbe smettere di fare teatro civile? A questo punto perché impegnarsi contro le mafie? Su! Un attimo di riflessione.
    Io vivo all’estero ed è stata una scelta in parte forzata, ma credimi con la difesa di saviano e cavalli non mi senti privato di nulla.
    Grazie a Biondillo per queste riflessioni notturne

    PS “”A me fa riflettere di piu’ il fatto che alla maggioranza dei giovani cittadini italiani non sia riconosciuta piena cittadinanza”. Forse hai sbagliato post? Qui si parla di un’altra cosa mi sembra

  35. @ Biondillo
    Si’, adesso ho capito meglio cosa intendevi e ti quoto. Un saluto.

    @ VV
    Grazie per le belle parole che ci hai fatto condividere.

  36. @ Francesco R.
    Hai banalizzato qualsiasi cosa. Non saprei da dove ricominciare. Quindi ci rinuncio. Non ho tempo da perdere.

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gianni biondillo
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GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024). Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
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