“fuori\i tiratori scelti – dentro\ i catalogatori”…questi due versi sono il manifesto di ciò che ammiro particolarmente di questa poesia: parlare di una tragedia, senza retorica da tragedia, senza pomposità.
L.M.
mi piace davvero molto questa sequenza di poesie. innanzitutto, perché riesce ipnotica, sul piano ritmico, senza per questo che il ritmo coinvolga i contenuti in un movimento catartico, sublimante. anzi. è una forma di trance asciutta, intellettiva. e mi ricorda, in qualche punto e in questo senso, alcune cose di Mesa.
complimenti sinceri a Racca, (e a Pinto che è una sorta di Qualitometro, vedi anche, più giù, i testi di Braun).
Un saluto,
F.T.
nel testo “der meridian” Paul Celan a un certo punto scrive: ” … avevo dedotto la mia sorte da un “20 gennaio”, dal mio “20 gennaio”. E io … ho incontrato me stesso.” Celan trova una coincidenza “sinistra” tra il “20 gennaio” del Lenz di Buechner e il “20 gennaio” del popolo ebraico … e il “20 gennaio” diviene metafora di una “data-vulnus”. Ma il Wannsee, anche, è un luogo di coincidenze “sinistre” … è uno dei posti più “belli” di Berlino, luogo di vacanze per giunta, e oltre al fatto che è lì dove si è svolta la “conferenza”, è stato anche luogo in cui Heinrich von Kleist si è suicidato con la compagna Henriette Vogel, e dove il pittore Max Liebermann (di origine ebraica) ha subito la censura del nazismo per la sua arte “degenerata”. E per me, passeggiarla in primavera, ha avuto un effetto “straniante”. Di qui i testi …
Grazie per i vostri commenti,
un saluto
d.
PS Fabio, Giuliano Mesa mi è molto, molto caro!
molto apprezzata, si respira il dramma.
l’uso del trattino mi piace assai nel punto in cui si alterna con i puntini di sospensione.
Domenico Pinto (1976). È traduttore. Collabora alle pagine di «Alias» e «L'Indice». Si occupa di letteratura tedesca contemporanea. Cura questa collana.
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Bravo Davide Racca, grazie Dom.
“fuori\i tiratori scelti – dentro\ i catalogatori”…questi due versi sono il manifesto di ciò che ammiro particolarmente di questa poesia: parlare di una tragedia, senza retorica da tragedia, senza pomposità.
L.M.
mi piace davvero molto questa sequenza di poesie. innanzitutto, perché riesce ipnotica, sul piano ritmico, senza per questo che il ritmo coinvolga i contenuti in un movimento catartico, sublimante. anzi. è una forma di trance asciutta, intellettiva. e mi ricorda, in qualche punto e in questo senso, alcune cose di Mesa.
complimenti sinceri a Racca, (e a Pinto che è una sorta di Qualitometro, vedi anche, più giù, i testi di Braun).
Un saluto,
F.T.
nel testo “der meridian” Paul Celan a un certo punto scrive: ” … avevo dedotto la mia sorte da un “20 gennaio”, dal mio “20 gennaio”. E io … ho incontrato me stesso.” Celan trova una coincidenza “sinistra” tra il “20 gennaio” del Lenz di Buechner e il “20 gennaio” del popolo ebraico … e il “20 gennaio” diviene metafora di una “data-vulnus”. Ma il Wannsee, anche, è un luogo di coincidenze “sinistre” … è uno dei posti più “belli” di Berlino, luogo di vacanze per giunta, e oltre al fatto che è lì dove si è svolta la “conferenza”, è stato anche luogo in cui Heinrich von Kleist si è suicidato con la compagna Henriette Vogel, e dove il pittore Max Liebermann (di origine ebraica) ha subito la censura del nazismo per la sua arte “degenerata”. E per me, passeggiarla in primavera, ha avuto un effetto “straniante”. Di qui i testi …
Grazie per i vostri commenti,
un saluto
d.
PS Fabio, Giuliano Mesa mi è molto, molto caro!
molto apprezzata, si respira il dramma.
l’uso del trattino mi piace assai nel punto in cui si alterna con i puntini di sospensione.