Lettera aperta a un giovane ex allievo della Nunziatella sulle nuove cadette
di
Francesco Forlani
Caro Mario R., io sono convinto che se ti rileggi con più attenzione ti renderai sicuramente conto di quanto impulsive siano state le tue note. Sul web forum degli ex allievi, non si discute delle idee politiche, e per quanto si tenti ognuno di essere poco giudicante si sa che alla fine non è il colore politico che conta ma quello dell’anima. Perché il colore dell’anima non tradisce, non delude, non si sbianca alla prima lavatrice né all’ultimo sole. I colori dell’anima li distingui lontano un miglio, non brillano per lucentezza tronfia e vanitosa, diciamo invece che li senti chiari e distinti per quanto opachi, e in un dialogo costante con le ombre a farti segno, a portarti soccorso. In francese il colore è femminile, la couleur, si dice, mentre da noi si fanno maschi, rinchiusi in una O singolare o in una I, quasi a comporre un ideale IO, poi ci sono le eccezioni, va bene, in particolare quella E di verde, che aggiunge un verbo a quel primo vocalizzo: IO E’. Ma il Viola? E il rosa? mi dirai tu. Certo quasi volesse ricordarci, questa vecchia signora, Grand Mère, Grammaire, che nessun io si dà per genere, e che non ci sono IO più veri di altri. Lei, giovane cadetta, oggi come tu pochi anni fa, ti dice IO esattamente come te. E il suo colore accenna a una desinenza che ti manda su tutte le furie, oggi, ma che ti è sorella, amica, amante, collega, moglie, madre.
La nostra scuola è femminile per eccellenza, NUNZIATELLA, che lo dici forte quel nome, quasi lo canti, e come maschio e piccolo ti sembra il nome nunziatello – così ci chiamavano a Napoli i borghesi – che evoca piccolo, quindicenne, sbarbato, inetto. I valori, Les Valeurs, dicono al femminile sempre i francesi, come la Lealtà, la Fedeltà alla parola data, l’Amicizia, la Tradizione, la Giustizia, che tu vorresti di una sola parte, quella del diritto e del destro (droit- droite) sono gli stessi, forse di più, per numero visto che vi si aggiunge l’uguaglianza, di chi vorresti dall’altra parte della barricata. Non mi sento un partizan di Repubblica, la cui giornalista, Tiziana Cozzi, prendendo fischi per fiaschi, s’è fatta il suo scoop da…giornalista, ma tu te lo immagineresti un De Sanctis scrivere su Libero? Carlo Pisacane sul Giornale? E Guglielmo Pepe sul sole 24 ore? Ex maestri e allievi come noi abitanti per un periodo infinito al Rosso Maniero…
Concludo così, Mario, che hai già nel nome un quasi colore, e nomen omen, guarda guarda, proprio quel colore che ti fa paura, temi, e che non dovresti visto che per un terzo veste la nostra bandiera.