Milano raccontata dal cinema

agnese Milano films 1896-2009. La città raccontata dal cinema, Fratelli Frilli Editori

[Marco Palazzini e Mauro Raimondi hanno scritto un libro davvero particolare. Un libro sull’immagine di Milano nel cinema, dal 1896 fino ai giorni nostri.
Un ricchissimo album cinematografico composto da quasi cinquecento film di registi più o meno famosi a cui gli autori affiancano i moltissimi registi di quei “corti”, documentari e produzioni alternative che rivestono un ruolo fondamentale per spiegare l’attuale città.
Allego qui di seguito l’introduzione dei due autori e, subito dopo, la prefazione al volume di Tonino Curagi e Anna Gorio. G.B.]

Introduzione di Marco Palazzini e Mauro Raimondi

Disegnare una mappa di Milano attraverso i molti film che l’hanno portata sullo schermo: questo, era il punto di partenza. Senza rincorrere, ovviamente, l’inutile totalità delle varie location, ma per offrire uno spazio cittadino alla memoria di ognuno: un regalo, insomma, a tutti quelli che in questa Milano hanno vissuto e vivono.
Però l’immagine non è innocente: si decide, di mostrare qualcosa, come ha spiegato Raffaele De Berti nei suoi preziosi studi sull’interazione tra reale e realtà cinematografica nella costruzione dell’immagine di una città. E così, strada facendo, ci siamo imbattuti in qualcosa di ancora più interessante: le tante Milano del cinema.
Chi l’ha descritta registrandone la storia fino ad oggi, infatti, ha spesso aggiunto la propria visione del mondo, tanto più necessaria in una metropoli che è parzialmente priva di scenari da “cartolina”. E lo svincolarsi, almeno in parte, dal canone monumentale della sempiterna “bellezza italiana” che si è paradossalmente mostrato un vantaggio costringendo i vari autori a “leggere” in modo diverso la città, i suoi umori e i suoi luoghi, oggetto di continue rivisitazioni e nuove interpretazioni.
Considerazioni che ci hanno spinto ad andare più in là, a ricercare l’immagine di Milano nei film, constatando come sia passata da moderna e positiva a sempre più controversa. Fino all’attuale, fredda riproposizione, indicativa di un posto estraneo a molti dei suoi stessi abitanti, dove risulta arduo trovare un proprio spazio esistenziale. Una città che non a tutti dà appartenenza, e quindi una sorta di non-città, da cui talvolta (ancora) si fugge ma più spesso dove ci si adatta a sopravvivere, secondo quella tendenza cinematografica che emerge nell’ultimo decennio.
Un aggiornamento, il nostro, di precedenti quadri teorici in cui ci siamo inseriti arricchendoli della testimonianza o della semplice citazione di molte opere alla ricerca di una (impossibile) completezza nella filmografia riguardante Milano. Accostando volutamente, nelle nostre intenzioni di “cartografi dell’impero”, capolavori a film commerciali ritenuti buoni per una sola stagione, corti a documentari, utilizzando saltuariamente anche l’immagine televisiva, nella convinzione che tutto potesse contribuire al di là della qualità estetica o del metraggio.
Pellicole che vi invitiamo caldamente a vedere (magari scoprendone altre), perché crediamo fortemente che lo spettatore, al pari del lettore, sia parte integrante del processo conoscitivo e costruisca a sua volta propri percorsi.
Per abbandonarsi al piacere ludico del riconoscimento dei luoghi e dei ricordi personali. Per ritrovare o scoprire Milano e la sua plurivocità, la sua storia, che è anche quella di tutti noi.

***

Prefazione di Tonino Curagi e Anna Gorio

Chi ha la presunzione e l’onore di fare cinema, di fiction o documentario, sempre si interrogherà su come e perchè inquadrare un particolare luogo, un ambiente specifico e non un altro, sia che ci siano degli attori e delle persone reali in primo piano o sullo sfondo, sia che si ritenga evidentemente quello spazio carico di una qualche forza evocativa e narrativa anche senza la presenza di esseri umani.
Quello che vi state accingendo a sfogliare e, speriamo, a leggere, è in fondo un libro folle e straordinario. Per la prima volta degli autori, degli storici si prendono la fatica e l’onere di cercare di “mettere ordine” su tutte le immagini in movimento che sono state girate e impressionate su pellicola e su nastro magnetico su e a Milano.
Novelli cartografi dell’immaginario cinematografico, con un autentico amore per il cinema e per la loro città, elencano centinaia di film, di documentari, di autori, in una specie di democrazia tassonomica realizzata, dove sia i capolavori dei maestri del cinema italiano che le opere più o meno sconosciute di giovani e meno giovani filmmaker vengono ad avere pari dignità e importanza. Film di finzione campioni di incasso o meno e vere opere d’arte cinematografica premiate nei più prestigiosi festival internazionali accanto a documentari realizzati da maestri del genere e da professionisti del settore. Dando, naturalmente, più spazio alle opere che maggiormente hanno contribuito a raccontare e svelare Milano, la sua storia che inevitabilmente è diventata anche la nostra storia.
In queste pagine scorrono le immagini e le vicende di più di un secolo, dai primi rulli “a la Lumière” del 1896 fino ai film che si stanno terminando proprio in questi giorni di fine 2009. Passano le storie, i luoghi, i personaggi della Milano laboriosa e intraprendente del primo dopoguerra, gli spazi ricostruiti dopo la distruzione bellica e le vicende egualmente più problematiche e complesse del secondo dopoguerra e del boom economico, scorrono fotogrammi di fabbriche, strade e piazze della presunta “rivoluzione” degli anni ’70, la conseguente restaurazione della “Milano da bere” con le vetrine e le vie luccicanti del suo “quadrilatero della moda” fino ad arrivare allo straniamento che proviamo in questi ultimi vent’anni di fronte alla nostra incapacità nell’accogliere migliaia di cittadini stranieri, che inevitabilmente stanno modificando anche gli spazi e l’immagine della nostra città.
Forse questo panorama di storie, di spazi, di persone, oltre ad essere un valido e importante documento ci deve far riflettere sulla città in cui viviamo e dare nuovi stimoli per renderla migliore e più vivibile. Senza però mai dimenticare le parole di Antonio Albanese che in un nostro documentario, “Il mondo alla rovescia: appunti sul cabaret milanese”, affermava: “Fondamentalmente Milano è una città sincera, perché quando tu arrivi a Milano in tangenziale lo leggi, sono cazzi tuoi, però te lo dicono e questo è importantissimo…”.

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8 Commenti

  1. Sono un appassionata di cinema e l’idea mi pare bellissima. Tonino Curagi e Anna Gorio, per chi, come me, ama Milano e i documentari, sono una vera garanzia… Se loro dicono che il libro è “folle e straordinario”, c’è da fidarsi… Ottima anche l’idea di citare giovani film-makers a fianco dei “mostri sacri”: era ora che qualcuno desse loro visibilità. Sono andata in libreria e mi hanno detto che uscirà tra pochi giorni: spero proprio di leggerne delle belle…

  2. Tra storia e sociologia, a me ha interessato sopratutto la parte sulle periferie.
    Conoscevo Fame Chimica , in realta’ la filmografia sull’ argomento e’ molto piu’ vasta: da quarto oggiaro agli articolo 31 passando per Tekla Taidelli

  3. Conosco gli autori, due veri appassionati di cinema e storie milanesi, e senza averlo ancora letto posso confermare che sarà una bella sfida per i cinefili milanesi e non solo…!!

  4. repubblica di oggi ha dedicato un intera pagina a questo libro.
    è molto di più di un catalogo- coinvolge nella sua lettura – imperdibile punto di partenza per approfondire le pellicole note e scoprirne di nuove-
    finalmente tutto olmi e milano rivalutata nella sua disperante scenografia!

  5. Il primo e unico libro che fa riscoprire la bella Milano attraverso il cinema e non solo. Una lettura preziosa da consigliare a chi vuole ripercorrere la propria vita.

  6. Dopo qualche difficoltà di reperibilità mi sono procurata il libro e devo dire che ne sono rimasta soddisfatta. Innanzitutto è molto ben documentato lo studio dell’immagine di Milano e la sua evoluzione nel tempo in senso negativo (i paragrafi sulle periferie, sul precariato e sulla difficoltà di vivere a Milano è veramente imperdibile! Mi ci sono rivista in pieno…). A questo proposito sono rimasta colpita dal gran numero di film che gli autori citano: pensavo di conoscerli tutti o quasi, e invece me ne sono trovati di insospettabili (come quelli con Sordi, ad esempio, o quelli della Milano criminale che sono davvero tantissimi!). Belle anche le foto: peccato, però, che non ce ne siano degli anni ’90… Per i cinefili come me, poi, segnalo l’appendice: incredibile quanti libri su Milano abbiano poi ispirato dei film! C’è così tanto materiale da scrivere un altro libro….

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gianni biondillo
gianni biondillo
GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024). Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
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