si parla italiano
Me ne stavo di sera su una panchina, in preda a forti dolori. Su un’altra di fronte a me presero posto due ragazze. Sembravano volersi dire qualcosa in confidenza, e si misero a bisbigliare. All’infuori di me non c’era nessuno nei paraggi, e io non avrei capito il loro italiano per quanto forte avessero parlato. Ebbene, di fronte a quel bisbigliare senza motivo in una lingua a me incomprensibile non potei sottrarmi alla sensazione che sulla parte dolorante mi si stendesse una benda fresca.
Walter Benjamin, Strada a senso unico, Torino Einaudi 2006, p 60
Post-illo
dedicato al mio amico bibliotecario Francesco e ai fratelli della libreria italiana Tour de Babel, Fortunato, Tella e Patrizia custodi a Parigi di bisbigli. effeffe
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Bellissimo l’allusione alla solitudine dell’uomo sulla panchina.
Nella vita, accade che sei su una panchina a tentare di raggiungere gli altri, e sei solo, con il dolore inchiodato.
nella vita, acacde che altri parlano una lingua che tu non capisci, attraverso un nuvole di parole come ucelli che danzano nel cielo.
Il tuo testo, effeffe, mi ha dato la voglia di fare un giro a Parigi, di entrare nella libreria, scegliere un libro, essere accolta con la bella lingua italiana. Di più la libreria si trova vicino à la rue des Rosiers, cha ha un incanto particolare. Dal mondo italiano, penetro un viale che ha il profumo
di Prague, del yiddish.
panchine. libri. francia.
tanti spunti. tante storie.
buon viaggio furlan ;)
sempre elegante, delizioso, essenziale…Bellissimo post-illo!…effeffe, e chi altri sennò!