due passi (fare)
Mariasole
funebre
I raccoglitori di fiori
si atteggiano
all’alba dei vecchi
con carri mascherati,
e cavità
poco profonde.
Celeri messaggeri
dei semi
e delle donne,
ridono
discutono all’infinito
sull’esistenza
dell’acqua.
E il cielo in ombra
e il tempo stretto
e la vertigine
non hanno tempo
per aspettare il peggio.
La terra
è un canto adulto.
Andrea
Gli anni passati si chiudono qui.
Gli anni iniziati non trovano posto
nel conto di vita che c’è.
Di quanto ho vissuto ridico:
un ago piantato nel piede,
una chiazza di sperma,
una mano sul capo.
Di quanto non vivo vivrò ricontando
ritrovo paure, un abisso, una specie
pietosa di scambio di voglie.
Anima sola, lasciarmi,
ti chiedo e ti dico: non torna.
Passando, passavi, sarà.
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Bello, un carillon alla Pessoa
Una domanda per Andrea Raos, se non disturba: questo testo precede/è parallelo/o segue le (gli) Api?
Con complimenti. Splendido.
E’ una tristezza
di fado
non c’è porto
per l’anima
assillo del tempo.
Tu sei li, Andrea,
in una magnifica poesia.
La poesia di Maria Sole
svela l’alba morta dei vecchi
dedicata alla terra
che assorbisce.
L’immagine di Effeffe ha la malinconia
di una spiaggia
dove una scarpa annega nell’arena.
Ciao Fabio, l’ho scritta tra mercoledì e venerdì scorsi, in tram. Rileggendola mi sembra che tiri troppo sul patetico (l’anima…), ma ormai è fatta. Comunque grazie.
due bei lavori.
quella di Raos è cruda e vera, forse patetico non è corretto come aggettivo, almeno per me.
Grazie per la risposta, Andrea (e: li conosco quei tram…).
Avevo letto l’intervista di Inglese sul penultimo verri, e per quello mi incuriosiva la questione cronologica, insomma il ”dopo-api”. Ergo apprendo con piacere.
Un caro saluto,
Fabio
un tram nommè dèsir
merci Raos
effeffe
nella poesia di Andrea non ci trovo niente di patetico, ma la tristezza lirica e esistenziale del no mans land che può essere un tram, con l’anima (che se è vero come dicono alcuni, circonda il corpo) alle strette, e tanta voglia di sbagliare fermata, e la sonorità dei versi meravigliosa e triste. bellissima.
Tristezza e Bellezza. Altro passo a due d’incomparabile “fare” poetico umanissimo.
@ Mariasol: “La terra
è un canto adulto.”
Quanta verità in questa chiusa che avrei voluto scrivere io!
E tu, Andrea, la segui in questo canto vulnerabile, mentre “Gli anni passati si chiudono qui.” Qui e ora.
Piu’ Raos per tutti!
“E che sarà?”
“E che sarà mai?”
“Sarà mai?”
“Sarà ora.”
Un applauso e un abbracio più forte dell’applauso alla mia nipotina mariasole elos.