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Milk and Mara [cinema sho(r)t #2]

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di Nicola Ingenito

Elementi di critica omosessuale: lettera aperta al Ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna.

Ministro Carfagna, le scrivo,come spettatore cinematografico e come cittadino, per consigliarle la visione di un film: Milk di Gus Van Sant. A me il film, dal punto di vista cinematografico, non ha convinto nemmeno un po’, ma, allo stesso tempo, credo che sia pensato e girato più per lei che per me.

Infatti, confesso che sono andato a vederlo nel peggiore dei modi possibili, e cioè con le migliori intenzioni e un certo grado di passione ideologica; ci sono andato col sogno di un giovane elettore di sinistra, che, dopo aver visto i diritti civili andare farsi benedire sia durante il governo Prodi che durante il suo governo, desidera vedere almeno al cinema una comune lotta gay, nel senso di felice e omosessuale, in nome dell’Amore.

Credo che sia un film per lei, Ministro, perché Gus Van Sant è un regista molto eclettico, che si muove con intelligenza dal cinema d’autore a quello blockbuster. Ecco, Milk appartiene a quest’ultima categoria, un biopic e un film sociale, che pensa al grande pubblico: una sorta di kolossal dalla tematica singolare e coraggiosa, che ha tutte le intenzioni di sdoganare il cinema queer dalla nicchia d’autore e di provocazione per portare la questione ad un pubblico più vasto.

A me è venuta la malinconia dei suoi film d’autore. Dei suoi adolescenti, che sembrano sempre fuggiti all’ultima mano di un truccatore patinato. Dei suoi miti, che diventano umani, modulando il proprio lamento in un’ intensa e dolorosa elegia per se stessi. Dei suoi criminali, che sono più innocenti delle vittime e dei passanti…

Ma, Ministro Mara Carfagna, io le consiglio specificatamente questo film, perché è talmente semplice e popolare, che, dopo la sua visione, non potrà essere ancora così indifferente alla richiesta dei cittadini etero e gay di questo Paese.

Basterà l’onestà intellettuale di questo Sean Penn, che sembra un Gregory Peck in versione gay, per ricordarle che, nella nostra Penisola, pidiellina e clericale, in anni lontani, ma non troppo, c’è stato qualcuno che ha lottato per i diritti dell’Amore in un modo parimenti provocatorio e meritevole di un film: Mario Mieli, il quale dedicava ai suoi militanti, uno straordinario grido di battaglia: “Compagni, compagne, non dobbiamo solo battere , dobbiamo anche combattere!”

Ci pensi, Ministro, guardi il film e ci faccia sapere se inizierà ad amare anche i garofani verdi e le violette. Mi sa che anche loro hanno bisogno di acqua pulita e linfa vitale.

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5 Commenti

  1. mio caro franz il garbo in un rimprovero mi sembra un buon farmakon retorico.

    a gridare ci abbiamo già provato tutti. no ?

    e infine caro buffoni trovo interessante ritrovarsi fra spettatori solitari.

    insomma, ricordi ?

    Come in un film di Godard….

    Allora noi potremo dire….

    Come in un film di Liang…..

  2. purtroppo il garbo non paga, almeno così sembra, se il destinatario è sordo a ogni richiamo al buon senso, al confronto, all’ascolto e al dialogo: sono cose che chi sta al governo ignora. E’ purtroppo, una lotta alle inpari opportunità!

  3. Un buon regista e’ colui che sa dare il giusto spessore alla propria opera in rapporto al periodo storico in cui l’operà sarà collocata e il contesto socio politico in cui l’opera agirà.. secondo me Gus Van Sant è un genio.

    .. a me la giraffa microfono non ha scandalizzato affatto..e’ stata solo un peccato veniale.. è stata un’apparizione tanto discreta .. solo per addetti ai lavori.. che in molti non hanno nemmeno visto.

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