Per Neda

coccarda-verde-per-neda

Print Friendly, PDF & Email

80 Commenti

  1. “Ricordiamo Neda! Uccisa in Iran!”, “Neda e’ morta con gli occhi aperti, facendo vergognare noi che viviamo con gli occhi chiusi”. Ovunque in rete le orribili immagini. Grazie Gianni.

  2. per Neda, per la libertà negata e per tutti quelli che lottano per conquistarla e pagano prezzi altissimi.

  3. Per Neda,

    tutte le donne,

    morte

    per la violenza,

    fatta alle donne

    le donne chiuse

    al corpo maltratto

    martirisato

    alle donne che sono morte

    perché donne sono

    a tutte le donne

    con voglia di respirare

    di avere libertà

    di fare l’amore

    a tutte le donne

    che il cielo

    sia nella loro prigione

    che il vento

    sia sul corpo

    che la parola

    sia liberata

    che faccia un grido

    oltrpassando la frontiera

    di sabbia e di desolazione

    tutte le donne con occhi

    nella notte della vita, della sensualità

    a tutte le bambine

    per andare alla scuola, per correre

    sotto luce,

    tutte le bambine con arcobaleno

    grande, con batello, con cavallo

    per tutte le bambine con grande speranze,

    amande, jasmin, rose, laurier, oeillet, lis et iris.

  4. http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/middle_east/article6558124.ece

    volevo condividere.
    perche’ c’e’ qualcosa che mi indigna e nel contempo mi meraviglia quando le tragedie, si trasformano in icone tragiche e poi, immediatamente e nell’epoca della riproducibilita’ tecnica, in icone pop.

    perche’ c’e’ qualcosa che purtroppo non ha a che fare col sangue, ma piuttosto con l’impossibilita’ che logicamente l’epica e la tragedia coesiastano. e mi lascia annichilita questo tempo nostro, di neda, illogico, estetico, dove qualcuno muore perch’e qualche altro alzi la testa. e appena dopo celebri. anche se con le lacrime.

    lo so che ci siamo svegliati tutti iraniani.
    lma si nasce quando qualcuno smette di perdere sangue e non viceversa.

  5. Chi, hai fatto un commento profondamente intelligente, che condivido. Da che mondo è mondo si muore anche perchè altri alzino la testa, però è vero che si nasce solo quando qualcuno smette di perdere sangue. E’ la grande lezione di vita che ci ha lasciato Hannah Arendt di fronte alla lezione di morte di Heidegger. La cosa tragica è che oggi come negli anni venti tutti sono attratti quasi morbosamente dalla morte, dalla morte che, come giustamente hai fatto notare, deve diventare icona pop.
    Io seguo, come tutti, i fatti dell’iran fin dal primo momento in cui ci sono stati sospetti di brogli, ho salvato una valanga di articoli e di immagini, ma mi sono rifiutata di salvare (e ancor più far circolare) il video della morte della ragazza, anche se sapevo che purtroppo sarebbe stata l’unica cosa che avrebbe veramente interessato.
    Quello che è successo (e sta succedendo) in iran è di grande inportanza e interesse geopolitico, è un fatto epocale grandissimo, eppure all’inizio sono stati tutti indifferenti, c’è voluta la morte di una ragazza in un lago di sangue con gli occhi spalancati, e che circolasse su you tube, per scuotere le coscienze occidentali. C’è qualcosa di profondamente sbagliato in tutto questo. Ieri circolava un altro video impressionante che faceva vedere prima un ragazzo ferito e poi uno morto, ma la cosa che colpiva era che il ragazzo morto era circondato di telefonini, camere e cineprese … e passi visto che si deve documentate tutto (è ormai una necessità politica), ma la cosa orrida era che si spintonavano di brutto per poter avanzare e fotografare anche loro: la morte come icona pop non fa più versare lacrime, se non virtuali, l’importante è esserCI a immortalarla, quando c’è la morte.
    Ha vinto Heidegger e perso la sua splendida e umana allieva.

  6. Per me è la condizione della donna ( in Irane altrove) che mi fa male, mi indigna, mi dà rabbia.

  7. Seguo da anni le vicende iraniane. La resistenza di quelle donne che una certa propaganda vorrebbe solo vittime inermi e apatiche di un regime misogino, mi sono di stimolo per cercare di non perdere la speranza nello squallore della nostra Italia. Loro combattono, studiano, analizzano e riescono a mettere granelli di sabbia negli ingranaggi di uno dei regimi più violenti del mondo. Rischiano la pelle. Mettono in gioco la vita. Noi non riusciamo a liberarci dei nostri fantocci, rinunciamo a lottare, rinunciamo alla consapevolezza, pur non rischiando praticamente niente. La vivacità clandestina della cultura iraniana, opera in gran parte di donne, per contrappasso mi fa percepire meglio il vuoto intellettuale italiano. Ma, mi chiedo, cosa aggiunge di più alla legittimità della lotta e alla sua efficacia la diffusione delle immagini della sua morte? Si può veramente percepire nel video della morte di Neda, nella visione del suo sangue, nell’esibizione mediatica di quel corpo il nodo della questione? Io non ho visto Neda, non ho visto la lotta, non ho visto le donne iraniane in quel video. Ho visto la morte. Ho visto la morte di una ragazza qualsiasi. o visto la violenza di una qualsiasi polizia. Mi sono pentito di averlo guardato. Mi sono vergognato della nostra moda voyeristica e sensazionalistica. La morte esige anche un pò di rispetto!

  8. Adesso qui in Italia bisognerebbe scendere in piazza perche’ il nostro governo faccia pressioni affinché in Iran le elezioni avvengano nuovamente sotto gli occhi attenti di ispettori internazionali – detto questo bisognerebbe intendersi su chi dovrebbero essere gli ispettori non corrotti e non corruttibili da interessi economici internazionali che dovremmo mettere a disposizione..mah! – dopodiche la nazione, Iran, sarà sovrana, perora non lo e’, visti i forti dubbi sulle regolarità elettorali in quel paese. Ogni intervento repressivo nei confronti della protesta in atto dovrebbe essere considerata un’efferatezza da contrastare ed annullare alla radice.

    Quindi ?.. organizziamo ?

  9. Bellissimo commento di Felix;

    Il mio commento era dedicato anche alla donne della rivolta che sono in pericolo.

    Donne che il mondo dovrebbe sostenere,
    cantare, offrire rifugio, libertà,
    negli occhi della donna in rivolta
    c’è tutte le rose del mondo,
    la bellezza e l’intelligenza
    come bandiera,
    non basta contro la violenza
    degli uomini del fanatismo.

    Chi imprigiona la bellezza,
    mura viva la bambina,
    è un paese senza speranza.

    Ho paura per le donne di questo paese;
    ho paure per le bambine.

  10. Solidarieta’ per chi protesta e per il diritto a esprimere le proprie opinioni liberamente, solidarieta’ etc etc, ma non comprendo come la morte di Neda si possa ascrivere alla lotta dei manifestanti.
    Neda, per quello che ho sentito in un’intervista di Al Jazeera stava passando dalle parti di una manifestazione, bloccata in macchina e’ scesa per il caldo ed e’ stata colpita a morte. Non stava manifestando, non difendeva in quel momento nessun diritto e quindi e’ stata uccisa’per errore’. Questo non toglie gravita’ alla cosa, ma forse aiuta a riflettere su che cosa sia e come si cotruisca un’icona quale lei e’ diventata.

  11. Sono d’accordo con voi e mi sembra anche una discussione assai bella, però non butterei via il bambino con l’acqua sporca. Magari mi trovassi lì, forse spintonerei anch’io per fotografare o filmare i morti, con rabbia, col senso di: “volete impedire che si sappia la verità di quel che sta succedendo qui, ma non ci riuscirete”. Immagino che chi lo fa, si assuma un rischio personale non piccolissimo, e in più c’è il timore che una parte di quelle immagini possa essere sequestrata.
    Georgia l’hai giustamente scritto sul tuo blog: in Iran la rete ha fatto il miracolo.
    La logica del sacrificio, l’essere per la morte precede la sua versione mediatico pop che, certo, la rende più manifestamente voyeuristica o persino pornografica. Però facendo questo, magari la rivela pure. Se volete una terminologia meno alta: la sputtana.
    Come al solito, l’Iran potrebbe per molti trovarsi pure sulla luna, se non vedessero una ragazza uccisa, e forse allora è meglio che la morte in video di Neda arrivi come uno schiaffo che la maggioranza si dimenticherà pochi minuti dopo, ma forse qualcuno no. Alla fine non è né chi l’ha filmata né chi l’ha messa in rete che l’ha ucciso.
    Penso che non ci sia altro da fare che, attraverso lei, immaginarsi le tante Neda invisibili, e i tantissimi che laggiù stanno lottando per qualcosa che riguarda la loro vita, e sperando che non sia in vano.

  12. Invece il Perù è troppo distante?
    Ci vorrebbe un’analisi più approfondita sull’Iran, che dica il tipo di lotta interna al potere si sta svolgendo, quale sia veramente la posta in gioco.

  13. Non capisco bene la tua battuta sul Perù.
    Non so. Da quel che capisco c’è il lato di “lotte interne al potere” che senz’altro vale la pena di approfondire. Dall’altro ci sono tantissime persone in piazza che semplicemente non vogliono più vivere così.

  14. apparte l’analisi approfondita sull’Iran – che si può sempre fare, sapendola fare e partendo dal fatto che lì non è la teocrazia ad essere messa in discussione, ma la sua declinazione per così dire democratica – dissento da chi si straccia le vesti per il video sulla morte di Neda: va bene, milioni di persone possono osservare il suo morire, ma non per questo la sua morte diventerà “pornografica”: casomai si trasformerà in una sorta di “atto/evento politico”, certamente non voluto e non cercato, ma capace di rendere un po’ meno inutile il suo togliersi dal mondo.

  15. per tutte le neda senza nome e senza porto d’arrivo

    per tutti coloro che sono morti senza nome
    per tutti

  16. @ ares. Figurati se ci organizzeremo per l’Iran. Non l’abbiamo fatto per la Bosnia che stava a due passi da casa nostra. Per non parlare, appunto, di casa nostra.

  17. i morti ci sono davvero, ma il filmato sulla morte della ragazza sembra non sia del tutto autentico … qualcuno sa chi lo ha messo su you tube?

  18. ares,bisogna ripeterlo ogni ora e a tutti,di organizzarsi,fino a diventare delle palle.Non sarà mai abbastanza,ma purtroppo Helena con la Bosnia ha ragione. La sensibilizazzione ha poche scorte,sprecate in gran parte in centomila dispersioni,dato che dal 91 in poi guerre,sommosse,moti e stragi,sono pane quotidiano “spettacolarizzato” a domicilio dalla TV,tanto che esserne individualmente commossi e i indignati è un inconscio e inutile modo di contrastarli.Per il Vietnam l’unanimità contraria si fece sentire tanto da varcare l’opinionismo del Congresso Usa etc etc. Bisogna trovare un sistema adeguato al mondo di oggi, Già tanta stampa ha un linguaggio mobsoleto in merito.Cominciare da un nuovo linguaggio?

  19. io sto con chi lotta per la libertà e sopratutto con il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (e il campo di Ashraf). Sono stata a Parigi qualche giorno fa al meeting della Resistenza Iraniana ed ho imparato molte cose sull’Iran di oggi e di ieri e anche sulla politica del mio paese e dell’Europa (che è il secondo paese per legami commerciali con l’Iran). I nostri giornali non spiegano che le persone incarcerate in questi giorni sono accusate di far parte del movimento dei Mujhaiddin del Popolo (che per loro sono terroristi e sono il gruppo principale e più consistente del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana).Sono stata con gli studenti iraniani a Roma davanti all’ambasciata e ho capito molto di loro, del perché non oserebbero mai sfidare il regime ma protestano relativamente solo ai brogli elettorali… è tutto meno semplice di come lo dipingono i media…comunque (almeno a Roma) c’è molta mobilitazione (io almeno ho partecipato almeno a tre proteste di piazza sia davanti all’ambasciata sia al centro…senza contare il meeting…e domani pomeriggio vi è un’altra manifestazione al centro di Roma con membri della Resistenza-persone che come minimo hanno già perso metà della loro famiglia nella Rivoluzione e sono costrette da decenni all’esilio ma continuano a lottare).

  20. @adele
    affermi di aver imparato cose sull’iran.
    è dunque vero che non è la repubblica islamica ad essere in discussione?
    se è vero questo, cos’è in discussione?
    oltre alla regolarità delle elezioni?
    cosa vogliono, in concreto, gli oppositori?
    una repubblica laica?
    oppure la sostituzione di alcuni preti oggi al potere con preti diversi e “riformatori”?
    l’opposizione chiede l’emancipazione della condizione femminile?
    per esempio: vorrebbe abolire la lapidazione degli adulteri?
    tu, a domande come queste, sapresti dare una qualche risposta?
    insomma: in nome di cosa è morta Neda?

  21. Non ho bisogno della video per sentire la crudeltà,
    non l’ho vista,
    non ho bisogno dell’immagine,
    immagino benissimo la sorte delle donne
    che hanno fatto un passo verso la libertà,
    non ho visto l’agonia di Neda,
    ma il suo nome ha la luminosità della neva,
    della giovinezza, della rivolta strappata,
    ha il mormora delle ragazze
    attraverso la prigione,
    il suo nome ha una presenza
    un grido.

    Non ho bisogno dell’immagine
    per sentire il bavaglio
    la tortura,
    il sangue.

  22. veroninque se il video è falso neppure neda è morta, e il nome significa altre cose. Io non guardo mai i video cruenti ma a questo punto vi dico: guardatelo bene il video, la ragazza si mette da sola il sangue in faccia. Ora questo video non cambia nulla, ma sarebbe interessante sapere chi abbia messo il video in you tube e perchè, visto che sarebbe stato scoperto prima o poi siccome è fatto in maniera alquanto grossolana ed è chiaro che passato l’impatto emotivo ognuno può accorgersi della falsità del video. Quindi la domanda da farsi è: a cosa doveva servire il video, la velocissima immagine pop, e tutto qullo che improvvisamente è apparso in rete? a sputtanare ahmedinajhad? l’avrebbero fatto meglio. A sputtanare la protesta? … forse. Io non sono convinta che quelli che dicono di essere contro ahmedinajhad lo siano davvero.
    Io so che in rete, a differenza della tv ,una bufala ha vita breve, ma lo sa anche chi ha fatto il video;-)

  23. guardalo con attenzione QUI lo trovi senza doverti registrare a you tube. Prima di tutto lo sgardo, gli occhi aperti, che tanto hanno impressionato il mondo, è chiaramente lo sguardo di chi sta guardando prerplessa colui che la sta filmando (forse troppo presto (poi i filmati che girano erano due), nella mano sinistra ha quasi presumibilmente un fialetta (di quelle che si usano nei film), i gesti che fa la mano con la fialetta che passa sul viso e dopo … dopo tutto quel rosso, che mi aveva stupito fin dall’inizio, da dove era venuto tutto quel sangue improvviso sul viso pulito e disteso di prima?
    Ora la bufala del video non inficia i motivi della protesta. Tutto sta nel capire perchè qualcuno ha voluto prendere per il culo la rete e quale sia la reale motivazione e contro chi. Io personalmente non credo contro ahmedinajhad, anzi ;-)

  24. Georgia,

    Dunque ho ragione non vedere video. Ascolto solo la radio ( France Inter).
    In ogni modo il destino delle ragazze in Iran e altrove è un crimine fatto alla libertà.
    Vedo la libertà in un paese alla manera di cui le donne sono libere o no.

  25. si veronique, ma se viene fatto un video falso, e di quell’impatto, va preso in considerazione anche quello, credo sia indispensabile, è nostro dovere. Non è che possiamo farci strumentalizzare solo perchè siamo donne come è successo in afganistan, dove più libere le donne non sono, e molte non ci sono più. Insomma io come donna non mi faccio strumentalizzare neppure in nome delle donne. Quel video è una offesa bruciante a chi davvero è morto in questi giorni, uomo o donna che fosse.
    geo

  26. @ Helena e Anna

    Eh si porcapaletta avete ragione , ma se non si comincia mai.. e si fa sempre riferimento a quel che non e’ stato e doveva essere continueremo a raccontarcela, continueremo a dilaniarci e a coccolarci e compiacerci della nostra ipocrisia intellettuale.
    Lo so che invitare all’azione, anche solo simbolica, un blog di intellettuali e’ cosa grottesca di per se – gli intellettuali sono un po’ dei bradipi smidollati che all’azione prediligono la riflessione – ma visto che ultimamente le speculazioni intellettuali che si fanno non hanno nessuna capacità propellente, forse e’ bene sollevare le natiche flaccide dalla sedia per scendere in piazza.

    Che bello sarebbe se davanti ad ogni ingiustizia la nazione Italia scendesse in piazza, quanto mi piacerebbe diventare , in questo senso, lo zimbello d’Europa. Quei rompi coglioni di Italiani, che pur di non lavorare sono sempre in piazza, per ogni ingiustizia , per ogni efferatezza , per ogni cosa che non va.. quelli scendono in piazza.
    E’ vero staremmo piu’ in strada che al lavoro, ma almeno le ipocrisie che si sentono non sarebbero piu’ tali.

    In generale, io inviterei gli intelletuali tutti a fare un po’ di autocritica, e se non si e’ efficaci con gli strumenti che gli competono, adottino altri metodi o tacciano.

  27. gli intellettuali italiani (ma non solo) sono quelli che più facilmente si omologano, quindi sarebbe bene che si tenessero fuori collettivamente dalla tentazione di incitare all’esportazione della democrazia, mi sembra abbiano già fatto abbastanza danni ;-)
    Qualsiasi intervento dell’occidente, oggi danneggerebbe la protesta irachena e favoribbe ahmedinajhad.
    Volete mantenere ahmedinajad? allora scendete in piazza insieme a berlusconi … altrimenti lasciate che gli iraniani decidano da soli.
    NON hanno bisogno, nè da una parte, nè dall’altra degli “intellettuali” italiani.

  28. Si.. lasciamo che i cecchini governativi di ahmedinajhad.. facciano il proprio dovere… ma che cavolo dici ?

  29. notate anche, nel video, il particolare che la ragazza si regge con una mano mentre l’adagiano per terra, cosa abbastanza insolita per una persona colpita al cuore e che muore due minuti dopo in diretta.
    Ci siamo caduti per ben due giorni … mi sembra già troppo per persone intelligenti che si sentono pure intellettuali ;-).
    geo

  30. scusa cosa ti fa pensare che noi siamo più adatti a risolvere i problemi dell’iran di loro stessi? Forse perchè noi abbiamo un pagliaccio alla presidenza e il parlamento pieno di veline?
    Cosa ti fa pensare che se noi ci attiviamo non facciamo peggio? Non ti sembra che abbiamo già fatto troppi danni in questi anni con la nostra criminale esportazione della democrazia?
    Io so solo, che se gli “intelelttuali” si attivano (io me ne tiro fuori non essendo un’intelelttuale) insieme a quelli che dicono di essere contro ahmedinajad (ma NON lo sono) non otterranno altro risultato che quello di compattare il popolo iraniano intorno al regime, contro l’occidente impiccione. E’ quello che volete (e io penso di sì)? bene allora attivatevi ma dite il vostro reale scopo e non raccontateci ciofeche come quella del video.

  31. Non dobbiamo risolvere nessun problema, dobbiamo impedire che della gente(esseri umani come me e te) soffra e muoi..

  32. La tua analisi da esperto cineasta non ha nessun fondamento e anche se il video fosse falso io lo considererei solo un espediente iperbolico, necessario a stimolare menti iperbolicamente assopite come quelle occidentali.. da un certo punto di vista sarebbe un mezzo”artistico” di protesta moltimediale. La metafora del vero.

    Secondo te qualcuno in Iran e’ stato ingrado di mettere in piedi tutto un set cinematografico che coincolge un numero di persone cosi’ sterminato?.. ma va va

    Li c’e’ un intero paese civile in rivolta contro ahmedinajhad.. in queste condizioni non ha nessuna leggimità e deve essere sostituito.
    Si torni alle elezioni in quel paese.

  33. se è per quello non è certo l’iran il problema impellente e più tragico;-)
    Ma io non amo fare graduatorie.
    Ad ogni modo sono veramente convinta che se vogliamo aiutare chi sta protestando contro Ahmedinajhad (e sul serio) noi, nazioni così dette occidentali, ce ne dobbiamo tenere fuori.
    geo

  34. un espediente iperbolico così smaccatamente falso, fatto per stimolare menti? ma fammi ridere ;-). O chi l’ha fatto è un idiota, oppure lo scopo era altro.
    Può anche essere che l’ideatore del filmato sia uno più esperto di televisione che di rete e che quindi pensasse che anche errori marchiani potessero avere vita più lunga (il pubblico della tv di solito è beota e poco reattivo) , ma la rete, non so come mai, insieme alla propaganda ti da anche le spie per capire e reagire.
    La mia anlisi non è da cieneasta, ma solo da persona che riguarda il video dopo l’ubriacatura emozionale … riguardalo anche tu con attenzione;-)
    La prima volta che l’ho visto ho notato che qualcosa non mi tornava, ma l’impatto emotivo era molto più forte del ragionamento.

  35. Georgia,
    tu in rete fai una attività “intellettuale”; quindi SEI un’intellettuale, mettiti il cuore in pace ;-)

    Ares,
    fammi capire, chiedi a noi di fare qualcosa? Bene. Facciamolo: però non mi fare il solito, italico, “armiamoci e partite”.
    Io sono un gran difensore dei nick, ma quando qualcuno mi chiede di organizzare una manifestazione vorrei sapere come si chiama, dove abita, che cosa può fare per organizzarla, come muoverci assieme, dove, chi contattare, etc. O vuoi, al caldo di casa tua, lanciare il sasso e nascondere la mano? Per poi uscire col solito, indignato, “intellettuali culi pesati”?
    Chi sono “gli intellettuali”? Che categoria platonica è? Ci sono io, ci sei tu.
    Vuoi fare? Facciamo: proponi, scrivi alla email di NI, dai delle idee, mettiti in gioco. Non mi fare quello che non solleva “le natiche flaccide dalla sedia per scendere in piazza” ma accusa gli altri di farlo.

  36. Ripeto per me il video e’ un dettaglio..l’ho visto di sfuggita in televisione e non mi ci sono soffermato neanche.. quel video non e’ sufficiente per negare o affermare la protesta..falso o vero che sia: la protesta c’e’, le botte ci sono, il sangue c’e’ i morti ci sono?… bene queste cose non devono verificarsi STOP.

    Gli atteggiamenti politici italiani, specchio dell’ipocrisia intellettuale Italiana:

    Ieri sera, il ministro degli Esteri Franco Frattini ha rinunciato ad aspettare ulteriormente che da Teheran si sciogliesse la riserva sul suo invito al collega iraniano Manoucher Mottaki affinché partecipasse alla conferenza sull’ Afghanistan in programma per dopodomani a Trieste. «Non ho ancora una risposta: debbo ritenere che l’ Iran abbia declinato l’ invito».

    Ritirare l’invito dopo i fatti accaduti doveva essere d’iniziativa italiana.

  37. Putroppo, e realisticamente, la lotta oggi in Iran non è per una vera democrazia, ma è tra Ahmedinajad e Mousavi (qust’ultimo già primo ministro della Repubblica islamica itaniana tra il 1981 e l’89), ossia interna al potere. Nessuno di loro due, credo, propone una vera e seria laicizzazione dello Stato, né nessuno dei suoi aspetti più appariscenti, come la liberazione delle donne iraniane dalle imposizioni della religione islamica. Quindi o vince l’uno o vince l’altro, non certo è in gioco una democrazia astratta. Il fatto che Mousavi sia “filoccidentale” per me non è affatto garanzia di democrazia. Anzi. Al filoccidentale regime degli Shah il popolo iraniano si ribellò con una vera sollevazione (o “rivoluzione”) popolare. Un Iran più vicino all'”Occidente” significherebbe solo, a mio avviso, un Iran più manovrabile nei giochi geopolitici attuali. Il presente regime, invece, almeno a livello di politica estera, sta attuando una strategia di alleanze, in America Latina, più interessanti di quelle che farebbe un Iran filoccidentale. Ma in tutto questo la democrazia non c’entra.

  38. perchè mai l’italia doveva ritirare l’invito? non è che si dovesse discutere della democrazia iraniana, ma semmai della stabilizzazione dell’afganistan e iraq e visto che l’iran è una potenza nella zona si discute anche con l’iran (chi sia il presidente legittimo lo decideranno gli iraniani, tra l’altro ora è ancora ahmedinajhad, la nuova preisidenza ancora non si è installata ;-).
    Il video non è un dettaglio. Lo sarebbe forse se fosse vero, ma se è un falso bisogna capire perchè una parte si senta in dovere di inventare una cosa di tale importanza, speculando sulla morte e sull’emozione di milioni di guardanti il video. Siccome negli ultimi anni (anni ancora non esaminati ma che risulteranno orridi) molti video truculenti e ad effetto sono risultati falsi, molti documenti, e molte cose di grande impatto hanno suscitato sospetti … siccome ci sono state due tremende guerre, oltre all’inasprirsi dei crimini di guerra a gaza, un video bufala in più o in meno non è un dettaglio da poco, caro ares (già il nick che ti sei scelto è tutto un programma)
    georgia
    P.S
    A macondo
    neppure per moussavi è in discussione l’alleanza creatasi da poco, i presidenti cambiano, le alleanze rimangono.
    Invece muossavi è per dare all’iran finalmente il diritto di famiglia che equiparrerebbe le donne agli uomini nell’affidamento dei figli ecc. Non è cosa da poco. Per il resto tutto sommato le donne iraniane non sono meno libere di altre e lo si vede anche dalle manifestazioni di questi giorni. Certo l’iran è un paese diverso da quelli dove viviamo noi, ma diverso non significa nulla. E soprattutto la democrazia non si esporta, è demenziale solo pensarlo.

  39. @ Francesco Pecoraro.
    Ho imparato molte cose ma non sono portatrice del verbo eh (lo premetto). E’ una settimana che cerco di organizzare un convegno/incontro con i ragazzi dell’università italiana e gli studenti iraniani e avendo i contatti anche con la Resistenza credo che opterò per due incontri separati (gli studenti iraniani ufficialmente protestano esclusivamente per ripetere il voto o ricontare tutte le schede, il che non mette affatto in discussione il regime teocratico. Ciò non vuol dire che siano a favore del regime teocratico, piuttosto sono preoccupati di poter ritornare in patria.).
    Neda è morta (al di là che sia vero il video o meno poco interessa, se non è Neda sono di sicuro morte molte persone) davanti ad una telecamera ma tantissime sono le persone che negli anni sono morte al buio nelle celle, sotto tortura, sparite nel nulla (anche in questi giorni) o a causa della pena di morte (in Iran la pena di morte si attua anche a chi ha 16 anni) quindi la discussione sulla veridicità del video è molto relativa ed in fondo inutile.
    Il movimento/partito dei mujhaiddin del popolo, che costituisce la parte maggiore della Resistenza iraniana nella maggior parte scappata fuori dal paese, si batte invece per abbattere il regime teocratico da sempre e per questo è da sempre perseguitato (anche all’estero). Di recente (a gennaio di quest’anno) finalmente l’Europa lo ha tolto dalla black list dei gruppi terroristici dopo una battaglia legale lunga e faticosa. Erano visti male sia dall’Europa, che dagli USA, che dal Canada, che dall’Iran(nello specifico è stato il paese che ha spinto di più affichè fosse messo nella lista nera) e dall’Iraq. Il Canada ha annunciato che presto farà attrettanto. A Parigi il 20 di questo mese c’è stato il meeting della Resistenza (il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana è una specie di parlamento alternativo al regime teocratico e conta tante sigle che ne fanno parte, non solo i Mujhaiddin) che festeggiava (di fronte a numerosi esponenti dei governi eruopei e del parlamento europeo) l’eliminazione dalla black list e al contempo piangeva i suoi morti in Iran in questi giorni. Festeggiava anche la difesa ufficiale del campo di Ashraf in Iraq da parte del contingente Internazionale(Ashraf è l’enclave della Resistenza e dei Mujhaiddin del Popolo in Iraq, si stabilirono lì dopo esser scappati dalle persecuzioni del regime dopo la Rivoluzione e tentarono anche militarmente di rientrare appoggiati da Saddam Hussein che li ha aiutati a fornirsi di un piccolo esercito, motivo principale per cui sono entrati nella black list dei gruppi terroristici. Con l’invasione dell’Iraq da parte dell’Alleanza Atlantica Ashraf ha consegnato tutte le sue armi ed è rimasta un’enclave di lotta politica ma si è trovata recentemente a dover rischiare che i suoi abitanti -4000 persone circa- venissero uccisi in massa dall’esercito Iracheno con il passaggio di consegne territoriale tra gli Alleati ed il governo Iracheno che non li vede di buon occhio e segue le direttive che arrivano dall’Iran). La Resistenza ha anche persone che stanno animando le proteste di questi giorni all’interno dell’Iran, logicamente non si sbilanciano a dire come, dove etc…credo si facciano passare per sostenitori di Mussavi. Il grido che di notte si sente sui tetti di Teheran (“a morte il dittatore”) è uno slogan che usavano i Mujhaiddin del popolo già all’epoca della Rivoluzione e non si sentiva da decenni in Iran. Molte persone arrestate nel corso degli scontri sono accusate di far parte dei Mujhaiddin del Popolo e non semplicemente di essere dei contestatori del voto.
    Non è semplice da capire ma vi posso dire che durante il meeting arrivavano notizie dall’Iran e all’inizio si parlava del fermento del loro paese e della lontana possibilità che questa protesta contro i brogli elettorali potesse divenire una protesta ben più allargata contro il Regime. Dopo un pò di ore da questo discorso è arrivata la notizia di nuovi scontri a Teheran e anche degli slogan pronunciati dai manifestanti e gli iraniani a Parigi hanno iniziato a commuoversi perché si è appreso che parte del movimento di protesta aveva allargato la base dello scontro e aveva iniziato ad attaccare il regime anche negli slogan e nei canti che si potevano ascoltare in piazza seguiti sempre da più persone. Moussavi è un conservatore, parte dei contestatori cercano di usare questa situazione come cavallo di troia per una ben diversa lotta, parte invece cerca di ottenere anche quel poco di libertà che Moussavi ha promesso (ciò non toglie che se non corressero rischi per la propria vita e la propria famiglia potrebbero allargare la loro protesta).

  40. Signor Biondillo,
    io da non intelletuale e da istintivo in erba rompicoglioni mi sto’ affacciando solo di recente alla vita politica e sociale del mio paese, devo dire con un certo ritardo, mi mancano purtroppo ancora le basi organizzative, le alleanze intelletuali, che piano piano sto’ cercando di costruire intorno a me.

    Le dico che e’ cosa al quanto difficile.. ma non demordo.

    Poi approdo a Blog come questo, un blog collettivo molto interessante, pervaso da scrittori e opinionisti molto interessanti, arguti, con capacità di scrittura e di pensiero non comuni, altri totalmente inutili(ma i gusti sono gusti).. alcuni dall’età anagrafica invidiabile.

    Mi dico ancora .. ma cazzo!.. ma qui ci sono riunite delle menti pensanti, non del tutto lobotomizzate – tenga presente che io scrivo dalla provincia dormitorio milanese e li la situazione neurologica dei miei concittadini, e in una certa misura anche la mia, e’ parzialmente compromessa – pergiunta questi soggetti pensanti sono in comunicazione tra di loro e sembrano avere una certa riconoscibilità reciproca.. quella stessa riconoscibilità che io come singolo perora non ho… e mi chedo << ma come mai sono cosi’… cosi’.. apatici.. cosi’ sezionati, cosi’ monocellulari..e autoreferenziali …mmmh sono un colletttivo forte , da un certo punto di vista hanno un potenziale altissimo che dovrebbe avere anche una ripercussione non virtuale, perche’ non approfittano di questa posizione di privilegio, probabilmente meritatamente raggiunta?.

    Visto che sia lei che i suoi colleghi avete poi, cosi’ come me(anche se io solo ultimamente), la presunzione di poter proporre le vostre riflessioni ad un pubblico molto ampio, che in voi pero’ riconoscono una certa “qualità”, perche’ non pretendere da voi una posizione comune, chiara e forte e fattiva. Sarà che non sono un intellettuale ma non riesco a soggiacere alla dicotomia tra pensiero e azione, tra mente e corpo . E leggere queste belle menti pensanti che non traducono pero’ in movimento il loro pensiero..mi.. mi irrita. Il Blog e’ pieno di considerazioni ostentatamente e narcisisticamente indignate.. che questo collettivo non riesce pero’ a far convergere verso un’azione comune.. E’ uno spreco di talento che si presta a critiche come la mia, che mi sento autorizzato comunque a fare, visto il carattetre pubblico di questo blog signor Biondillo(sono riuscito a far cadere anche lei nella trappola autoreferenziale dell’indignazione ^__^).

    Per quanto riguarda l’uso del nickname .. non e’ il tentativo di nascondere un identità, pensiero che sfiora spesso menti arcaiche ed ingenue, ma e’ l’ostinata presunzione di poter “essere” nonostante un’ identificazione anagrafica precisa. Che la Ginestra l’abbia scritta Giacomo Leopardi per me poco importa.. l’importante e che qualcuno l’abbia scritta.

  41. @georgia

    e tu per discutere della stabilizzazione dell’afganistan – poi in realtà lo sappiamo tutti, si doveva discutere della stabilizazioni degli interessi economici occidentali in Afganistan, compresi quelli italiani – coinvolgi un governo non charamente legittimato che agisce come stà agendo?

    .. io ci vedo qualche complicazione di carattere etico_politico.

    Georgia, gli Iraniani, stanno chedendo aiuto, io purtroppo non riesco ad incrociare cinicamente le braccia, attendendo che il destino di quelle genti si compia..

    Detto questo geogia, giuarda che se in quelle terre non si stabilizza una democrazia accettabile per tutti, che nessuno si azzardi a dire poi che i clandestini provenienti dal quel paese devono essere rimpatriati.

    .. Perché poi e’ quella l’ipocrisia che chiude il cerchio

  42. Ares, secondo la tua logica che io sia o non sia Biondillo poco importa. L’importante è che muova le chiappe, giusto? Bene: tu sei Biondillo tanto quanto me allora: muovi le chiappe. Vivi in provincia di Milano, non nelle foresta amazzonica, non delegare nulla. Io sono sull’elenco del telefono, se mi vuoi mi trovi.
    Qui c’è gente che si sbatte da anni, in rete e nel mondo, da soli, in gruppo, con altri, etc. tu arrivi per ultimo e mi fai la solita ramanzina indignata. Ok, sei giovane e inesperto, mi fa piacere, ma che non diventi una giustificazione.
    Sai quanti ne sono passati da queste parti di “indignati speciali” che facevano tetrapilectomia ad ogni nostra iniziativa e poi, quando gli si chiedeva di collaborare, sparivano nelle nebbie dell’anonimato?
    (e insisto: Alcor, Georgia, Tashtego, etc. sono nick, ma sono anche persone, intellettuali, cittadini, che portano avanti in rete un pensiero coerente. Il nick non è per loro una maschera, o, come per molti, l’espediente per inalberarsi solo quando si ha tempo).
    Forza, Ares, tiriamoci su le maniche. ;-)

  43. Ok, mi piaci..

    pero’ se ogni tanto sento qualche lagna posso intervenire lostesso provocatoriamente?

    .. cerchero’ di trattenermi ovviamente.. cercando di farlo solo quando non posso proprio frenarmi ^_-

  44. Credo che per fatti come questi vada ancora bene la frase del vecchio Debordi: “nela dialettica realmente rovesciata il vero è soltanto un momento del falso”.
    Credo che una riflessione vada fatta anche su come i fatti, fossero anche filmati autentici non vogliono dire molto se non si ha una teoria per interpretarli. È istruttivo osservare anche come il falso susciti sentimenti politici veri che invece il vero non suscita. Per esempio ci sono filmati veri sui massacri di Indios perpetrati in queste ore da Alan Garcia in Perú o quelli dei giorni scorsi in Guatemala che peró non producono nessuna emozione a Veronique Vergé. Suppongo che il compito dell’artista piuttosto che quello di amplificare sentimenti veri su immagini false, ovvero piuttosto che quello di legittimare il meccanismo dello spettacolo, sia quello di creare immagini, non false, ma appunto poetiche per rappresentare l’oppressione laddove essa è senza immagini come per esempio è il caso dei civili afghani crivellati dai “nostri ragazzi”. Certo i fantasmi del Perú e del Guatemala non emozionano perché sono ruderi umani protostorici travestiti da sinistri bulli di periferia. I giovani borghesi iraniani, invece sono simili ai giovani borghesi di tutto il mondo e commuove il fatto che soffrano qualche iimitazione al momento di accedere al paradiso del consumo globale;. ó intollerabile per la nostra immaginazione. Dobbiamo liberarli hanno diritto anche loro a Armaniversacecavalli!
    Ritornando all’importanza della teoria vorrei aggiungere che quello che succede in Iran pare semplicemente una resa dei conti particolarmente mal gestita di gruppi contrapposti di classe dominante.
    Non è in gioco molto di piú che un nuovo dosaggio tra gli interessi di pochi attori economici. Certo l’architettura poliica iraniana ha dato prova di essere stata mal pensata se il confronto tra frazioni di clase dominante per centralizzare decisioni strategiche finisce per essere gestito in maniera tanto brutale.e tanto rischiosa per quello straccio di autonomia dal neocolonialismo che il paese si era venuto conquistando.
    In gioco peró non vi è niente di propriamente Storico: Libertá, Dignitá o Solidarietá, la storia è finita, bisogna farsene una ragione. Quello che resta è l’Animale umano, che lotta per la pura soddisfazione dell’istinto di potere e di dominio. La storia è finita e con essa la dialettica che pernetteva di relazionare tra loro vero e falso che ora, in un mondo in cui la negazione puó al massimo essere solo annichilamento e mai antitesi in un processo che evolve sono emplicemente intercambiabili si trattii di filmati o di battibecchi tra puttane e presidenti del consiglio.

    Per finire è interessante come in molti commenti si noti un senso di delusione e non di sollievo per la falsiá del filmato. se il filmato è falso c’è una ragazza viva in piú, o. Ma pare che se Neda è viva i’investimento libidinale del commentatore si deprima.
    genseki

  45. da Repubblica.it, oggi:

    La morte di Neda. Dopo aver sostenuto per giorni che le foto e i filmati erano fabbricati ad arte, per la prima volta la polizia iraniana ha ammesso che è stata effettivamente uccisa da un proiettile Neda Agha-Soltan, la giovane divenuta, dopo la morte, simbolo della protesta. Secondo alcuni testimoni, ad aprire il fuoco sulla folla sarebbe stato un uomo non ancora identificato, ma non un agente delle forze di sicurezza.

  46. Georgia, proprio non riesco a non fartelo notare…
    A furia di guardare e riguardare il video, hai fatto la fine del fotografo protagonista di Blow Up di Antonioni. Non verrai mai a capo di niente.
    Non credo sia rilevante denunciare la presumibile non veridicità del video sulla morte di Neda. Le vittime civili in Iran sono un dato di fatto. Con o senza icone. Con o senza il nostro bisogno di guardare filmati di morte. Per avere una chiave di lettura di tutto questo ti rimanderei alla lettura di Baudrillard. Anche se non credo che ti interessino le stupidaggini di un patafisico!

  47. Il mio popolo muore nelle strade come è morto nelle prigioni, nelle camere di tortura, nelle esecuzioni capitali per trent’anni, e qui si dice che muore per armaniversacecavalli? Vorrei, Genseki, che tu diversamente da un noto insetto, possa svegliati domani iraniano. E magari se per vent’anni lo rimani, potrai di nuovo apprendere il senso della parola libertà che molti di voi hanno smarrito totalmente, Più di noi figli troppo borghesi e troppo arretrati di un regime teocratico.

  48. @adele
    grazie, anche se non mi hai dato risposte.
    resta il problema di chi siano queste persone che scendono in piazza a Teheran per farsi ammazzare.
    (la teoria del falso è un’idiozia, naturalmente).
    in nome di cosa.
    cosa vogliono.
    in cosa credono.
    trovo particolarmente ridicole affermazioni affettate come questa “È istruttivo osservare anche come il falso susciti sentimenti politici veri che invece il vero non suscita” e altri inutili debordismi di fronte ad immagini non equivocabili (a meno di non essere georgia).
    neda è lì che muore per mano di un potere sotto attacco che si difende: è accaduto molte volte e accadrà ancora.
    ognuno può farne l’uso politico/emotivo che vuole: il dato è lì, sotto i nostri occhi: anche da noi la barbarie si nasconde sotto uno strato sottile di civiltà e schizza fuori appena può, come fu al G8 di genova e in migliaia di altre occasioni in cui un gruppo di umani al potere (legale o illegale che sia) si sente minacciato.

  49. No. Nessuna immagine è inequivocabile ed univoca. Ma non mi interessa discutere di questo. Almeno non qui.

    Forse non è così rilevante chiedersi in cosa credano e cosa vogliano i contestatori iraniani. Suppongo sentirsi liberi. Non essere ma sentirsi liberi. Fosse anche all’interno di un sistema teocratico che non credo contestino.

    Comunque le vostre riflessioni forse hanno il limite delle analisi sociologiche. Ma mi rendo anche conto che sono le uniche possibili. Almeno qui.

  50. Per Hafez,

    io non ho scritto che il tuo popolo lotta per armaniversaccavalli, io ho scritto che armaniversacecavalli è quello che qui si intende per libertá. Ed è anche quello che toccherá loro quando sarano liberi, come è toccato a tutti. Già mi vedo i titoli: Coda di giovani al primo mcdonald di Qom, guida alla prostituzione internazionale a Teheran, etc. Se no dimmelo tu quql è la forma che la libertá ha nella vita sociale di oggi in concreto, quale altra forma di libertá conosci se non quella del consumo? Libertá è libertá di consumare quello che ti viene imposto di consumare e questo rende le sofferenze di chi lotta per me anche piú tragiche e degne di rispetto. Ma lo sono anche quelle degli indios peruviani e quatemaltechi che non lottano per la libertá ma semplicemente per non essere sterminati e per questo non sono glamour.
    Per Francesco Pecoraro m dispiace che le mie affermazioni siano considerate debordiste perché ti giuro che volevano essere kojèviste. Insomma ho usato un pizzico di linguaggio debordiano ma il fondo dell’argomentazione si ispira a Kojève ovvero alla figura dell’animale, alla fine della dialettica e a quella della storia. Il problema, ovviamente, non è che Neda è li che muore, ma che ,milioni di persone sono li che muoiono e che si vede solo Neda e che il fatto di vedere solo Neda pare impedirvi di vedere gli altri che sono li che muoiono e di elaborare una teoria che colleghi tutti quelli che sono li che muoiono che identifichi le cause per cui sono li che muoiono e che trovi le soluzioni pratiche per evitare che continuino a star li morendo. Che poi sarebbe fare politica. Ma voi, mi permetto, giovani intellettuali preferite contemplarvi mentre mettete in scena le vostre emozioni e cosí ci sará sempre qualcuno che sará li che muore e qualche giovin artista che si sentirá soddisfatto perché si indigna e si commuove.
    Ho usato la frase di Debord sulla dialettica proprio per dire che il vero serve, nell’ideologia di oggi, per giustificare il falso. Per eempio il fatto vero che Saddam fosse un dittatore sanguinario è servito per giustificare il massacro di qualche milione di iracheni, donne e bambini, e quando magari Israele bombarderá Ispahan certamente il filmato di Neda sará di aiuto.
    Ma cosí vanno le cose nel dopostoria.
    genseki

  51. @genseki
    azz… era kojèvista.
    massì.
    Il continuo rinvio al male generale di fronte al male particolare, specifico, in un certo luogo e in un certo momento non è tra i metodi che pre-ferisco.
    È assodato che siamo capaci di “vedere” una cosa alla volta.
    Il vedere la morte di Neda apre un varco nella crosta di indifferenza che ci ricopre – e che è non del tutto ingiustificabile, non del tutto immorale, non del tutto a-politica, perché in fondo non è giusto sentirsi a tutti i costi responsabili di TUTTI i mali del mondo – e questa percezione genera emozione, che genera partecipazione politica, palesemente al di là dei più elementari dati conoscitivi sulla vera natura di questa protesta: e subito compare la parola magica LIBERTÀ, il feticcio non verificabile e incontestabile di cui si serve la società occidentale (assieme a DEMOCRAZIA), per giustificare, coprire, velare eccetera, la sopraffazione che ne pervade ogni piega.
    Quindi, modestamente (e senza alcuna intenzione di leggere Kojève) direi che non occorre una Teoria Generale della Sopraffazione (che sarebbe peraltro urgente costruire) per vedere che oggi Teheran è uno degli infiniti luoghi dove la Sopraffazione si manifesta con grande rilevanza et risonanza politica.
    Ho arbitrariamente deciso da molto tempo di stare, ovunque e dovunque, dalla parte dei sopraffatti.

  52. Leggere Kojève è sempre divertente peggio per te se te lo perdi!
    Io non voglio stare con i sopraffatti, Non sono piú tanto rmantico! Io vorrei nei limiti infinitesimali del mio minimo possibile contribuire a costruire una umanitá in cui nessuno sia sopraffatto! L’affernazione: io sto con i sopraffatti pecca di astrazione. La forma concreta sarebbe io cerco di compendere perché ci sono sopraffatti e sopraffattori e di contribuire a un’azione politica organizzata che abbia come obiettivo la scomparsa degli uni e dgli altri. In questo anche il povero Kojéve aiuta.
    genseki

  53. Stavolta sono d’accordo su tutta la linea con Tash e mi rimangio pure l’aggettivo “pornografico”. Ossia: sì, c’è dell’osceno nell’esibizione planetaria dei morti, ma è un esibizione più che legittima. Vi sarei assai grata se ora non partisse una discussione sulla legittimità o meno della pornografia:-))))

    Poi se trovo un attimo di tempo, provo a intervenire un po’ più nel merito.

  54. Pecoraro, la libertà non è un feticcio, non essendo mai stata oggetto di culto presso gli arcaici. Il bisogno di sentirsi liberi, anche all’interno di regimi totalitari, qualunque assetto politico-sociale assumano, nasce autonomamente, senza induzione, come necessità della psiche. Anche di un intero popolo.

    Non credo che la Democrazia sia stata facilmente esportabile, in passato, neanche in tutti i paesi occidentali. Forse solo la società dei consumi resta un modello universale e facilmente esportabile, non necessariamente con la Democrazia. Non si può negare però che il consumismo abbia addirittura veicolato, in alcuni paesi, grazie al loro assetto democratico, conquiste rilevanti sul piano antropologico. Rilevanti. Non secondarie. Conquiste. Non palliativi. In altri paesi invece, come in Italia, il consumismo resta una minaccia, assumendo aspetti spesso esasperati e caricaturali.

    Ma queste forse sono solo le sciocchezze che penso io. Anche se sento ancora il bisogno di scriverle. Peccato veniale e facilmente metabolizzabile. Spero.

  55. Helena, Baudrillard, ma non solo lui, poverino, non vorrei abusarne, forse sarebbe giunto a conclusioni non diverse dalle tue. Comunque penso che sia il mezzo (youtube) a legittimare questa esibizione oscena della morte. Forse gratuita più che pornografica. Forse solo il messaggio mediato dalla tv o dai giornali conserva una sua certa finalità. Ed infatti, ad oggi, solo i filmati di youtube passati in tv smuovono una certa coesa indignazione sociale.

  56. Le questioni sono tante e tutte cruciali.
    L’avversione per la morte come concreto accadimento, sovente in conseguenza di lesioni e ferite procurate da terzi, è comprensibile se si considera la cosiddetta “rimozione del morire” operata negli ultimi tre-quattro decenni dalla cultura occidentale.
    E però la morte può essere considerata “oscena” (è un uso pannelliano di una parola che già di per sé odio) solo se la si esibisce a scopo di spettacolo e/o intrattenimento.
    Non a scopo artistico o politico.
    Altrimenti quanta oscenità nelle morti degli eroi dell’Iliade… il biancore del cervello che schizza nella polvere, i fiotti di sangue nero dal collo trafitto dal giavellotto, le viscere che fumano: tutto accuratamente messo in versi, versi meravigliosi per la restituzione che fanno della barbarie del conflitto, della vulnerabilità dei corpi che vi sono coinvolti: poesia, in ultima analisi.
    Il corpo di Neda e di molti altri come lei, viene massacrato in quel preciso luogo e momento della storia umana in cui un conflitto finora più o meno latente si manifesta in forma conclamata e violenta, nella resa dei conti, nella prova di forza.
    Morte politica dunque.

  57. Non saprei. Bisognerebbe riflettere maggiormente sulla valenza delle immagini e dei filmati amatoriali postati sulla rete, senza essere stati mediati dal linguaggio della rappresentazione, fosse anche solo piegata alla logica televisiva. Forse non sempre è necessaria una costruzione autoriale perché uno scatto possa risultare efficace per dei fini politici. Non credo però che la rete ad oggi sia in grado di autenticare un avvenimento. La sua resta una denuncia che solo i media tradizionali riescono a consegnare alla cronaca, sottraendola al buco della serratura. Almeno questa resta la mia percezione. Al momento.

  58. Dimenticavo… Trovo che spesso i media tradizionali legittimino l’oscenità della rete più per la loro stessa sussistenza che per finalità politiche. Qualunque siano le finalità dei media, anche della rete, è innegabile che questi mezzi abbiano il merito di fare coesione sociale. Forse questo resta il dato politico più rilevante.

  59. @francesco pecoraro,

    mi pare di averti risposto, non credo che ci sia una sola opposizione, ce ne sono tante. Una è unita in un intento e l’altra si accontenterebbe anche di meno. La Resistenza mi ha parlato del fatto che il regime è finito, il regime democratico, ovvero che il finale di questo momento di ribellione sarà la caduta della teocrazia a favore di una democrazia laica e che comprenda il rispetto dei diritti civili etc… ma devo spempre specificare le fonti di tutto ciò che dico perché sono persone con tantissime speranze, che hanno perso sorelle, fratelli, genitori, mariti e figli nel corso degli anni per colpa del regime e che vivono all’estero per questo da diversi anni. Hanno notizie che provengono dall’interno logicamente ma sono comunque “di parte”. Di sicuro chi protesta con i colori “verdi” ufficialmente lo fa per cambiare nomi dei preti e non il sistema dei preti (come tu li chiami). Ma il passo dall’ufficiale all’ufficioso è labile, l’idea è che Moussavi sia un cavallo di troia per ottenere molto altro.

    non vedo in che cosa non ti ho risposto…per quello che posso rispondere io logicamente…non sono iraniana e non sono interna al movimento, ma lo conosco e lo supporto da estranea.

  60. AMA
    ti ringrazio per il consiglio che mi dai di leggermi baudrillard, forse arrivi in ritardo, credo di averlo anche postato molte volte, ma fa lo stesso (posso anche averlo letto male, anzi è quasi sicuro) e poi ognuno pensa di aver letto solo lui quindi non sei tu l’unico caso di crassa presunzione eurocentrica ;-).
    Certo siamo a buon punto se con tutti i morti in iran e tutto quello che succede da svariati giorni (ma anche prima) , certe persone si com-muovono solo dopo un video reality. Forse la nostra sensibilità e capacità di intelligere è arrivata ad un punto di non ritorno, ma già l’aveva lanciato Leopardi (visto che qui qualcuno lo ha citato) l’allarme, che per provare qualcosa i moderni (di allora, figuriamoci quelli di oggi) dovevano ricevere potenti pugni nello stomaco. Bene il pugno ve l’hanno dato e voi vi siete com-mossi e indignati … ve ne daranno altri, ma più grossi, preparatevi al peggio. Ma in fondo è un film già visto nel terzo millennio.
    geo

  61. Credo proprio che Geo abbia ragione, cari commentatori, al di là del fatto che il video sia finto (come sembra) o no.
    Se abbiamo bisogno di un video di presunta morte per far scattare l’informazione e l’indignazione, bene fanno i politici a investire sulla propaganda e alcuni stati a non permettere la presenza di giornalisti o osservatori ONU.
    A proposito di morte (vera o presunta), di youtube e di pornografia, faccio notare che, se non erro, su youtube è vietato pubblicare video non solo pornografici ma anche erotici, o che si avvicinino ad esserlo. E però vai con violenza e morte in diretta. Qualcuno prima o poi in futuro spero vorrà considerare incivile il censurare corpi nudi mentre si amano ( o si scopano, va be’) quando ci si permette di mostrare corpi debitamente vestiti che vengono violati fino all’uccisione.

    PS sia chiaro, son favorevole a mostrare i morti uccisi, lo ero per le foto dei bambini morti a Gaza, lo sono per quelle dei giovani morti a Teheran. Anche se un conto è mostrare una foto, un altro un video, specie se il video non mostra chi avrebbe sparato, neanche da lontano.

  62. Io sarei un caso di crassa presunzione eurocentrica? Un annichilito come me non potrebbe mai esserlo! Diamoci una calmata quindi. Per favore.
    Ti ho rimandato a Baudrillard solo per suggerire una possibile chiave di lettura di ciò di cui stavamo discutendo. Se invece, ad esempio, avessimo analizzato la incapacità italiana di sovvertire l’attuale assetto politico e di depotenziare quindi anche la Chiesa di Roma, non avrei potuto non tener conto dell’Anti-Edipo di Deleuze, essendo ancora convinto che il male peggiore dell’Italia resti il familismo coatto. Se invece avessimo discettato sul sesso degli angeli ci avrei sicuramente infilato la Yourcenar. In qualche modo… Certo, non sono molto aggiornato sugli autori asiatici. Ma finiamola qui. Grazie comunque per gli spunti di riflessione a cui mi hai indotto con la tua partecipazione. Inutile sottolineare che ce ne fossero come te. In rete.
    P.S. Il video di Neda non mi ha commosso. L’ho trovato osceno. Una reazione molto diversa… Almeno la mia.
    Nei giorni scorsi i marxisti hanno tappezzato Londra di volantini col fotogramma della faccia di Neda , coperta da rivoli di sangue dal naso e la bocca verso gli occhi ancora aperti. Oggi, cioè ieri, il 25 giugno, all’Università hanno organizzato un meeting. Ho trovato l’appuntamento assolutamente legittimo e necessario, ma grottescamente post-moderno nelle dinamiche con cui è stato pubblicizzato e forse anche discusso. Non ci posso fare nulla. Io sono ancora convinto che viviamo in pieno postmodernismo. Ma probabilmente mi sbaglio. La crisi economica globale potrebbe averlo spazzato via definitivamente. Affermerei anche la radicale novità della cultura odierna, se ne intuissi le sue manifestazioni più evidenti…
    Beh, buona notte, va!

  63. Una considerazione a latere: oramai i media, i video, internet ci sono così familiari che ne siamo condizionati (nel “bene” e nel “male”). Ad esempio, in queste ore in Honduras è in corso un colpo di stato sventato (per ora) dal popolo che è sceso in strada per difendere il referendum sulla Assemblea Costituente voluto dal presidente e rifiutato dall’esercito e dall’oligarchia… ma finché non ce lo mostra youtube non lo sappiamo…

  64. Ritorno, per chiarire, sul mio post precedente. Infatti, non sono ancora convinto della funzionalità del video della morte di Neda per la lotta degli Iraniani. Ma questo lo dedidano gli iraniani. Ma è la sua reiterazione che addirittura mi disturba. Va al di là del diritto di informazione e di sensibilizzazione. E questo non l’hanno deciso gl iraniani. Ho il sospetto che ciò che ha reso Neda, suo malgrado, famosa non è la sua lotta ma la vista del sangue. E’ riaccaduto: è morto Michael Jackson e ciò che i media di visione rimandano sono le fotografie dei suoi ultimi minuti, intubato e molto probabilmente ormai incosciente. Il fatto è che, con tutti i miei buoni propositi, non sono riuscito ad evitarli. Mi hanno imposto la visione di Jackson morto e mi hanno imposto la visione di Neda morente a ripetizione. Per fortuna che non sono a Londra altrimenti mi sarebbero toccati anchi tutti i volantini con la sua faccia insanguinata. Ne so qualcosa di più ora, su uno e sull’altra? Falso o no il video, mi è concesso di farne a meno, di difendermene? Non sono in gioco nè gli iraniani nè la veridicità delle cose che pubblicano in internet. Sono in gioco io!
    …volendola buttare in politica, ma per cosa dobbiamo lottare? Per la caduta del regime Iraniano o per la ripetizione delle elezioni? E se Ahmadi Nejad le elezioni le avesse vinte sul serio? Anche nazismo e fascismo sono state fortemente volute dal popolo, e all’estero l’elezione di Berlusconi è incomprensibile…eppure!
    Questo complica il problema, e per quanto mi riguarda la visione del sangue, lo schierarsi su ll’onda emozionale creata dalla sua visione ossessiva non aiuta a risolverlo.

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

Il venditore di via Broletto

di Romano A. Fiocchi
Sono trascorsi molti anni ma mi ricorderò sempre di quel giorno gelido di fine gennaio in cui lo incontrai. Lavoravo come fotoreporter da circa tre mesi, mi aveva assunto in prova l’agenzia Immaginazione.

Il cuore del mondo

di Luca Alerci
Vincenzo Consolo lo incontrai, viandante, nei miei paesi sui contrafforti dell’Appennino siciliano. Andava alla ricerca della Sicilia fredda, austera e progressista del Gran Lombardo, sulle tracce di quel mito rivoluzionario del Vittorini di "Conversazione in Sicilia".

Apnea

di Alessandro Gorza
Era stata una giornata particolarmente faticosa, il tribunale di Pavia l’aveva chiamata per una consulenza su un brutto caso. Non aveva più voglia di quegli incontri la dottoressa Statuto, psicologa infantile: la bambina abusata coi suoi giochi, i disegni, gli assistenti sociali e il PM, tutti assieme ad aspettare che lei confermasse quello che già si sapeva.

Spatriati

Gianni Biondillo intervista Mario Desiati
Leggevo "Spatriati" e pensavo al dittico di Boccioni: "Quelli che vanno", "Quelli che restano". Il tuo è un romanzo di stati d'animo?

La fuga di Anna

Gianni Biondillo intervista Mattia Corrente
Mi affascinava la vecchiaia, per antonomasia considerata il tramonto della vita, un tempo governato da reminiscenze, nostalgie e rimorsi. E se invece diventasse un momento di riscatto?

Una vita dolce

Gianni Biondillo intervista Beppe Sebaste
"Rompere il ricatto della trama": credo di non avere mai fatto altro da quando ero un ragazzo. Da una parte perché sono sempre stato dalla parte di chi trasgredisce, e la trama è sempre, anche graficamente, un’uniforme e una messa in ordine, un ordine del discorso.
gianni biondillo
gianni biondillo
GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024). Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: